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il fascino dei suicidi
Post n°55 pubblicato il 16 Aprile 2010 da francie00
Tag: incomunicabilità, suicidi
Ho sempre subito un fascino per i suicidi per la loro carica rivoluzionaria. Per quel loro modo di assertare la propria indipendenza sulla fine non concedendosi al caso, alla malattia o ad una mano nemica. Mi assecondo poche riflessioni dopo la lettura di un articolo di qualche giorno fa sul suicidio di Bruno Fortunato, l'agente ferito sul treno Roma-Arezzo nel 2003, nello stesso conflitto a fuoco furono uccisi il collega Petri, un brigatista fu ucciso e catturata la Lioce. Ogni suicidio ha il suo mistero che lo avvolge frutto di un tormento interiore non piu' sostenibile e forse lo stesso tormento che l'agente portava con sè pesantemente per essere sopravvissuto, è lo stesso che visse Primo Levi e che - secondo alcune ipotesi - dopo 40 anni lo porto' al suicidio. Ma il tratto che accomuna il suicidio da quello tipicamente romantico a quello profondamente esistenzialista è la incomunicabilità, quella traumatica incapacità di stabilire contatti profondi con se stessi e gli altri. Qualcosa che urla senza voce che si addolora senza lacrime. Nella mia famiglia ci sono due casi di suicidio uno lontano ammantato di mistero e dal colore seppia di inzio secolo del padre di una mia nonna e di una giovane cugina che dopo parecchi caparbi tentativi ce la fece. Cio' che rimane è l'omerta' tra i famigliari. Su quel signore lontano, mia nonna ne parlava se non accennando alla sua bellezza di uomo riservato del secolo passato e di quella cugina- smarrita e abbandonata - qualcuno di famiglia riusci' a far passare la cosa come incidente. I suicidi sono minacciosi problematici rivoluzionari appunto non se ne deve parlare probabilmente perchè illuminerebbero altre zone d'ombra di cui nn si vuol parlare e condividere. E quindi il silenzio diventa assordante ....
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le azzurre lontananzeDammi il supremo conforto dell’amore, questa è la mia preghiera. Il conforto che mi permetterà di parlare, agire, soffrire secondo la tua volontà, e di abbandonare ogni cosa per non essere lasciato a me stesso. Fortificami nei pericoli, onorami con la tua sofferenza aiutami a percorrere i cammini difficili del sacrificio quotidiano.
Dammi la suprema confidenza dell’amore, questa è la mia preghiera. La confidenza nella vita che sfida la morte, che cambia la debolezza in forza, la sconfitta in vittoria. Innalzami, perché la mia dignità, accettando l’offesa, disdegni di renderla. |
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Inviato da: francie00
il 18/12/2011 alle 13:26
Inviato da: lupolupo52
il 20/09/2011 alle 07:43
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il 23/07/2011 alle 22:05
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il 27/06/2011 alle 23:18
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il 27/06/2011 alle 16:23