Creato da: rosadelvento il 12/02/2005
Si dice che ognuno di noi emana un profumo e viene percepito solo da un’altra persona ... una soltanto. Cosa sei? Forse sei vento o solo un pensiero. Qualunque cosa tu sia, sei la parte migliore di me ...

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Messaggi del 08/10/2019

 

Autunno in città

Post n°758 pubblicato il 08 Ottobre 2019 da rosadelvento
 
Tag: autunno

Autunno-in-citt

 

 


Autunno in città

(di Ernest Hemingway)
- immagine creata da me -


Il tempo è cambiato. Il vento strappa le foglie dagli alberi dei viali e le spinge contro i grossi autobus fermi al capolinea.
I caffè sono gremiti e le vetrine appannate dal caldo e dal fumo all'interno.
Ai semafori, gruppi di persone con impermeabili e soprabiti attendono di passare.

 
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UN'ALTRA LEGGENDA ....

Post n°757 pubblicato il 08 Ottobre 2019 da rosadelvento
 

UN-ALTRA-LEGGENDA

 

 

 

UN'ALTRA LEGGENDA ....

(dal web)
- immagine creata da me -

Molti anni fa, quando ancora non esisteva l'energia elettrica e per spostarsi c'erano solo i carri trainati dai cavalli, una bimba di nome Marina aspettava con ansia l'arrivo del Natale.
Era tradizione in casa sua stare tutti raccolti davanti al fuoco. Le castagne erano il loro panettone, ma quello che contava di più per loro era stare tutti insieme.
Mancava poco ormai alle feste, ma c'era una cosa che la piccola sognava da tanto: avere un piccolo dono solo per lei. Non era egoismo il suo, ma solo il desiderio di una bambina di sentirsi speciale. Lei era molto buona, badava sempre alle sorelle più piccole, quando i genitori erano nei campi. Ma quel Natale sperava che tutti loro lo potessero ricordare come unico e magico.
La nonna le raccontò che esisteva un uomo molto vecchio, che aveva migliaia di anni e che nella notte di Natale, portava i doni a tutti i bambini che gli scrivevano una letterina e che credevano in lui. Nessuno lo vedeva quando portava i regali, ma ogni mattina del 25 dicembre i bambini si svegliavano con i regali ai piedi del letto.
La piccola Marina decide di scrivere questa lettera e di spedirla come le aveva spiegato la nonna. Poi i giorni passarono e finalmente era la vigilia di Natale. Quella lettera giunse all'uomo che restò molto colpito dalle parole della piccola. Marina gli aveva chiesto in dono qualcosa di speciale, solo per lei. Ma con l'innocenza di una bimba, aveva chiesto che non fosse messo ai piedi del letto, ma che anche anche in questo caso avvenisse qualcosa di speciale.
La mattina di Natale accadde qualcosa di incredibile. La piccola si sveglio trepidante come non mai. Scese in salotto e scoprì accanto al camino un abete verde e una scatola ai suoi piedi. Sulla scatola c'era una lettera di risposta che diceva: " Piccola Marina, le tue parole mi hanno commosso e mi hanno fatto capire quanto magico è il cuore di ogni bambino. Ho cercato un regalo davvero speciale per te. Come avrai visto hai un albero in casa. Nella scatola ti ho portato molte candele e una piccola stella da mettere in cima all'albero. Decora poi l'albero con tutti gli oggetti che ti piacciono e che ti fanno pensare al Natale e all'inverno. Poi metti sopra tutte le candele e accendile, sarà meraviglioso guardarlo insieme a tutta la tua famiglia". E così la piccola si diede da fare. Mise sopra biscotti, pigne, i suoi vecchi giocattoli e tutto quello che trovava. Infine mise la stella in cima all'albero. La sera di Natale accesero l'albero tutti insieme. Quello è stato il Natale più bello e magico di tutta la sua vita.

 
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LA STORIA DEL TRONCHETTO

Post n°756 pubblicato il 08 Ottobre 2019 da rosadelvento
 

LA-STORIA-DEL-TRONCHETTO-1

 

 

 

LA STORIA DEL TRONCHETTO

(tratto dal sito TESTI E STORIE DI NATALE
http://www.letturegiovani.it/semprenatale/testi_e_storie_di_natale.htm)
- immagine creata da me -
Ogni sera, quando il padre di Nellina rientrava dal bosco, scuoteva la neve dagli stivali e brontolava: 
"Oh, là là! Che caldo fa, qui! Sembra un forno! Guarda, Nellina, i vetri delle finestre sono tutti appannati! E poi, sempre questo odore di dolci e creme bruciacchiate! Toh, guarda tua madre, coperta di farina dalla testa ai piedi! Che idea che ho avuto di sposare una fornaia!".
Naturalmente la mamma di Nellina non era contenta. I suoi occhi brillavano di collera. 
Gridava: 
"Che cosa? Dolci bruciacchiati? lo? I miei panettoni farciti sono i migliori dei mondo! E poi io faccio delle cose con le mie mani. Tu, grand'uomo, non fai che demolire dei poveri alberi che non t'hanno fatto niente. Guardalo, Nellina, tutto coperto di segatura dalla testa ai piedi!".
Nellina ne aveva abbastanza di questi litigi. Si arrotolava le trecce bionde forte forte intorno alle orecchie e non sentiva più niente. 
Ma il papà continuava a gridare: 
"Questa sedia è tutta appiccicosa. È ancora la tua crema!". 
E la mamma urlava: 
"Crema? ma quale crema: è la resina dei tuoi maledetti alberi. La spiaccichi dappertutto!".
Quella sera, Nellina piangeva nel suo lettino. Amava tanto il papà e la mamma. Ma ora esageravano. Due giorni dopo era Natale e loro non facevano nessuno sforzo per andare d'accordo e passare una bella festa insieme. Il papà si era rifiutato di ridipingere l'insegna della pasticceria. La mamma non aveva voluto rammendare il gilet dei marito. 
I grossi lacrimoni di Nellina bagnavano la sua bambola preferita.
Il giorno dopo Nellina raccontò tutto al cugino Gianni.
"Non serve a niente piangere" le disse Gianni. "Devi fare qualcosa. I tuoi genitori ti vogliono bene. Prepara tu la festa. Fabbrica un regalino, addobba la casa e Natale sarà una festa fantastica!".
Nellina tornò a casa di corsa. Aprì le finestre, spazzò fuori farina e segatura. Pulì e lucidò. Decorò la casa con rametti di agrifoglio e carta crespa, aggiustò il gilet del papà e stirò il nastro che la mamma si annodava nei capelli. Poi si disse: 
"E adesso preparo una bella sorpresa! Almeno a Natale non litigheranno". 
E mentre mamma e papà erano al lavoro, Nellina preparò la sua sorpresa, ridendo da sola.
Quando il padre rientrò, non riuscì a trattenere un fischio di sorpresa: 
"Oh, là, là! Che bella casa! E il mio gilet riparato per Natale". 
La madre a sua volta: 
"La casa addobbata e il mio nastro lavato e stirato. Che meraviglia!".
Il giorno di Natale, andarono a Messa tutti insieme e poi tornarono per il pranzo. Al momento dei dolce, Nellina portò la sua sorpresa. Mamma e papà aggrottarono le sopracciglia.
La mamma domandò: 
"Che cos'è? Sembra un tronco d'albero, con la corteccia scura e un po' di neve. È disgustoso!".
Il papà annusò e disse: 
"Sa di biscotti, cioccolato e zucchero in polvere. È disgustoso!"
Poi, tutto d'un colpo, la mamma scoppiò a ridere e disse: 
"È un dolce, è per me. Grazie Nellina!"
Il papà scoppiò a ridere anche lui: 
"È un tronchetto d'albero, è per me. Grazie Nellina!"
Nellina, felice, gridò: 
"È per tutti e tre. E lasciatene un po' anche per me!". 
E così nacque il tronchetto di Natale.

 
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....

Post n°755 pubblicato il 08 Ottobre 2019 da rosadelvento
 

IL-PI-BEL-CANTO-DI-NATALE

 

 

 

La vigilia di Natale era una notte di canzoni,
che si avvolgevano intorno a te come uno scialle.
Ma scaldavano più del tuo corpo.
Scaldavano il tuo cuore ......
riempiendolo di una melodia che sarebbe durata per sempre.

(B. Streeter Aldrich)
- immagine creata da me -

 
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La Favola di Babbo Natale

Post n°754 pubblicato il 08 Ottobre 2019 da rosadelvento
 

La-Favola-di-Babbo-Natale

 

 

La Favola di Babbo Natale

(dal web)
- immagine creata da me -
In un paese lontano da questo e in un tempo diverso da oggi, in cima ad una nevosa montagna, viveva una famiglia di sei renne. La più grande era nonno Corno, il vecchio capobranco con la sua temeraria compagna Punta e poi c’erano la giovane famiglia di renne con il papà Zoccolo, la mamma Coda, e i figli Criniera e Ciuffo.
Erano un gruppo di renne inseparabili. Si aiutavano l’un l’altra e si muovevano sempre in branco per aiutarsi e difendersi a vicenda. Un giorno mentre stavano pascolando per raggiungere il fiume per dissetarsi incontrarono un anziano signore che vagava smarrito per il bosco. Era la prima volta che vedevano una creatura che camminava solo su due zampe e la cosa oltre che ad incuriosirli, li spaventava parecchio. Come per ogni cosa si consultarono e la mamma consigliò di non avvicinarsi a quella strana creatura perché non sapevano se avesse potuto far loro del male. Zoccolo non era d’accordo con sua moglie e le renne più giovani appoggiavano il giovane papà. Intervenne quindi il capobranco a placare gli animi dicendo: “Noi siamo delle creature fortunate perché non siano mai sole e possiamo contare l’uno su l’altro per qualsiasi cosa. Quella creatura è sola e forse ha solo bisogno di aiuto per trovare il suo branco, andrò io a vedere se posso essere d’aiuto. Voi rimanete qui al sicuro”
Fu così che Corno piano piano si avvicinò all’uomo. Era una creatura anziana, con una folta massa di peli bianchi sul muso, senza criniera ne peli sul corpo, ma coperto da qualcosa che sembrava servisse a tenerlo caldo di un colore acceso, lo stesso colore delle ciliegie. Si avvicinò così tanto da poter scorgere delle lacrime sul viso della creatura. Allora Corvo si avvicinò e con esitazione chiese: “Cosa sei creatura? Per quale motivo piangi?” E la creatura rispose: “Io sono un uomo, cara renna, e piango perché il mio unico desiderio è poter fare felici i bambini nel mondo ma sono solo e da solo non posso fare nulla”
Corno rimase stupito nell’accorgersi che comprendeva ogni parola che l’uomo diceva e che la cosa era reciproca nonostante fossero così diversi. Mentre l’uomo parlava fece un accenno al suo branco di non temere e di avvicinarsi allo strana creatura solitaria. L’uomo si presentò con il nome di Babbo e ognuna delle renne si presentò a sua volta. “Da dove vieni?” chiese il piccolo Ciuffo. E Babbo rispose: “La mia casa è molto lontana da qui, in un posto dove non ci sono gli alberi, ma solo cemento e fumo e dove i cuccioli di uomo sono infelici perché non sanno dove giocare!” Vedendo tanta tristezza negli occhi e nei racconti di Babbo, Corno ebbe un idea e disse: “Possiamo aiutarti noi a rendere felici i cuccioli della tua razza. Nel cuore del Bosco c’è una casetta minuscola con degli elfi che sanno costruire un sacco di cose, sono scorbutici, ma se racconti loro il tuo problema sono sicuro che ti aiuteranno”. Fu così che le renne scortarono Babbo fino alla capannetta di legno e, arrivato, bussò alla minuscola porta. Da quel piccolo nascondiglio ne uscirono due mini ometti con dei buffi vestiti e orecchie a punta alti circa come dei bimbi di appena un anno. Aggrottarono subito le ciglia quando videro quel grande omone alto e grosso, perché loro erano creature che amavano la solitudine e odiavano essere disturbati. Dispiaciuto dal loro benvenuto, Babbo si ammutolì e così il capobranco delle renne inizio a raccontare al suo posto quello che gli era stato spiegato. Nonostante fossero creature solitarie e diffidenti, la reazione al racconto fu di commozione e tristezza e si offrirono di aiutare quell’uomo così buono che voleva rendere il mondo migliore e più felice. Gli elfi allora fecero chiamare tutti i cugini, gli amici, i fratelli e le sorelle sparse per il mondo che magicamente iniziarono a comparire davanti alla capanna. A decine comparivano in mezzo al bosco, e poi a centinaia e a ognuno di loro veniva spiegato cosa andava fatto e tutti si erano resi disponibili a fare del bene. Chiamati tutti, si accorsero che non sarebbe mai bastata la casetta per farli entrare e allora con l’aiuto della magia di cui erano proprietari fecero volare le renne, salirono sui loro dorsi e galopparono per i cieli in cerca di un terreno abbastanza grande per poter costruire una capanna che potesse contenere tutti. Fu così che, tra pioggia, sole e neve arrivarono al polo nord con le sue immense distese di ghiaccio. Deciso il posto comparvero tutti nello stesso punto e con poche parole e tanta concentrazione, ecco che i ghiacci iniziarono a trasformarsi in un enorme casa calda e luminosa, piena di materiale per costruire quelle cose che avrebbero reso più felici i bimbi del mondo: i giocattoli. Si misero tutti all’opera con una precisione e un organizzazione militare e in pochissimo tempo costruirono milioni di giocattoli. In tutto questo Babbo rimase stupito dalla bontà e dalla generosità che le creature stavano dimostrando e ringraziò il buon Dio per avergli concesso di conoscere gli elfi e le renne. Finito di costruire, riempirono un grande sacco magico con tutti questi doni e lo diedero al grande uomo dalla barba bianca, e poi aggiunsero: “Se vuoi far felici tutti i bambini devi fare in modo che domani mattina al loro risveglio tutti abbiano ricevuto il loro dono, se no renderai infelice qualcuno.” Babbo basito disse: “Ma io sono solo un uomo, come potrei fare tanto tutto da solo?” Finita la frase diventò subito triste perché sapeva che non sarebbe stato in grado di far felici tutti. Il buon Dio assistendo a questa scena, e commosso dalla bontà che tutti avevano dimostrato nel voler vedere la felicità negli occhi del prossimo, diede dei poteri al dolce Babbo: lo munì di carrozza magica e ci attaccò le renne rendendole più veloci della luce e poi aggiunse all’uomo:
“Caro Babbo, in questa notte tanto Santa, ti faccio questo regalo con l’impegno che tu per dimostrare che la mia fiducia è stata ben riposta, ogni anno confezionerai doni con i tuoi amici e renderai felice ogni bimbo nel mondo”. Il Babbo, felice, accettò e dopo aver ringraziato tutti partì per la lunga notte alla consegna dei doni. Il mattino successivo ogni bimbo del mondo trovò un meraviglioso dono con cui giocare e furono tutti felici e tutti i bimbi ritrovarono la serenità e il sorriso. Quella notte così magica e così unica in cui tutto era nato era la notte di Natale. E fu così che in quella notte che il buon Dio definì Santa e magica, nacque quello che noi oggi conosciamo come Babbo Natale.

 
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citazione 40

Post n°753 pubblicato il 08 Ottobre 2019 da rosadelvento
 

frasi-e-citazioni-42

 

 

cuore-piccolo



Non pensare alle porte chiuse alle tue spalle,
ma a quelle che si spalancherebbero
davanti a te se ti abbandonassi ai sentimenti.

 


Alan Douar
(immagine creata da me)

 
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