Un blog creato da patriziaercole il 04/03/2007

Ignota a me stessa

Sono lo spazio intermedio fra quello che desidero essere e quello che gli altri hanno fatto di me, o metà di questo spazio, perchè lì c'è vita ...

 
 
 
 
 
 

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Oltre il tempo, oltre un angolo

Post n°718 pubblicato il 12 Gennaio 2009 da patriziaercole
 



Wath sorrow
beside your sadness
and what beauty
W.C. Williams

Troppe cose hanno accolto le tue palpebre
l’attenzione t’ha consumato le ciglia.
Troppe vie t’hanno ripetuta,
stretta, inseguita.

La città da secoli ti divora
ma per te travede, sogno e sfacelo,
di luci e piogge, lacrime senili
sulla ragazza che passa
febbrile, indomabile, oltre il tempo, oltre un angolo.

Ritorna! Gridano i vecchi di Santa Maria del Pianto,
la ronda della piscina di Siloè
con i cani, gl’ibridi, gli spettri
che non si sanno e tu sai
radicati con te
nel glutine blu dell’asfalto
e credono al tuo fiore che avvampa, bianco -

poiché tutti viviamo di stelle spente.


Cristina Campo, La tigre assenza, M.Pieracci Harwell cur., Adelphi, 1991

 
 
 

Credo che scrivere sia imparare a leggere il mondo

Post n°717 pubblicato il 12 Gennaio 2009 da patriziaercole
 
Tag: Libri

 

Credo che scrivere sia imparare a leggere il mondo, a sentire la vita nascosta delle cose.
Il poeta deve avere occhi aperti sul reale e voglia di “reinventarsi” ogni volta che si confronta con l’esterno: deve inventare una nuova lingua per “tradurre” le sue scoperte quotidiane agli altri.
Il poeta deve sentire la responsabilità di ogni verso che scrive, anche quando questo è, in apparenza, privato: ogni gesto infatti è politico (nella sua accezione più ampia). Credo che non ci si debba abbandonare alla scrittura di versi consolatori, ma impegnarsi in una poesia che aiuti il lettore a crescere, grazie ad una costante messa in discussione. Una poesia che ponga domande dunque, ma che non cerchi di dare risposte.

Elisa Biagini

Fonte: http://www.elisabiagini.it/online/?page_id=2

 
 
 

Il dicembre del 1903

Post n°716 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da patriziaercole
 



E se non posso dire del mio amore –
se non parlo dei tuoi capelli, delle labbra, degli occhi,
serbo però nell’anima il tuo viso,
il suono della voce nel cervello,
i giorni di settembre che mi sorgono in sogno:
e dan forma e colore a parole e frasi
qualunque tema io tratti, qualunque idea io dica.


Costantino Kavafis

 
 
 

Espantos

Post n°715 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da patriziaercole
 
Tag: Poesia

Neste mundo de tantos espantos,
cheio das mágicas de Deus,
o que existe de mais sobrenatural
São os ateus…

Mario Quintana, no livro Baú de espantos

Sorprese

In questo mondo di tante sorprese,
pieno delle magie di Dio,
la cosa più soprannaturale che esiste
sono gli atei…


traduzione di Pierino Bonifazio © 2009

 
 
 

La camera chiara

Post n°714 pubblicato il 06 Gennaio 2009 da patriziaercole

La Foto-ritratto è un campo chiuso di forze. Quattro immagini vi si icontrano, vi si affrontano, vi si
deformano. Davanti all’obiettivo io sono contemporaneamente:
quello che io credo di essere,
quello che vorrei si creda io sia,
quello che il fotografo crede io sia,
e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte.
(…) Immaginariamente, la Fotografia rappresenta quel particolarissimo momento in cui, a dire il vero, non
sono ne un oggetto ne un soggetto, ma piuttosto un soggetto che si sente diventare oggetto: in quel
momento io vivo una micro-esperienza della morte: io divento veramente spettro.
(…)
Come Spectator , io mi interessavo della fotografia solo per “sentimento”; volevo approfondirla non già
come un problema (un tema), ma come una ferita:
io vedo, sento, dunque noto, guardo e penso.

Roland Barthes

La camera chiara di Roland Barthes. Un viaggio nella luce impressa! La fotografia come mezzo d’espressione artistica e come documento storico. L’occhio acuto di un grande semiologo moderno Roland Barthes, scrive questo saggio pochi mesi prima di morire. La camera chiara possiede la forma del saggio, ma con tutta la forza e l’intensità del romanzo. Barthes infatti si immerge in riflessioni, digressioni, note e impressioni sul mezzo fotografico dalle origini all’era moderna, con l’occhio curioso e penetrante dell’uomo e del semiologo.
120 pagine accompagnate da splendide immagini in bianco e nero, per sviluppare insieme all’autore uno sguardo “altro” nei confronti di quello che abbiamo di fronte. Una visione più lucida, trasversale, obliqua, oserei dire conoscitiva. Per chi ama approfondire uno degli strumenti di comunicazione più potenti del secolo scorso e di quello attuale una lettura quasi obbligata, non legata alla fredda teoria, ma alla passione di un critico illuminato e illuminante.

Roland Barthes La camera chiara. Nota sulla fotografia, Einaudi (collana Piccola biblioteca Einaudi. Nuova serie)

 
 
 
 
 
 
 

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