Sorridere è Amare

...Crederci e mettersi in gioco sempre...

 

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Messaggi del 06/12/2017

Riflessioni

Post n°249 pubblicato il 06 Dicembre 2017 da pazza105

"Quante corse nelle nostre giornate. Si comincia già alla mattina, appena aperti gli occhi. La sveglia suona e sappiamo che non possiamo indugiare.
Non c'è tempo, dobbiamo dire al nostro bambino. Presto, sbrigati.

Ma i bambini, che sono piccoli, hanno bisogno di più tempo rispetto agli adulti per fare quei gesti che a noi sembrano immediati ma per loro non lo sono. Così qualche volta, si perde anche la pazienza.

Per la strada camminiamo veloci. Presto, andiamo. Dobbiamo correre all'asilo nido, alla scuola dell'infanzia, alla scuola primaria. È tardi. O forse ancora non lo è, ma lo diventerà se non ci sbrighiamo.

No, non c'è tempo per osservare le foglie gialle dell'autunno. E men che mai per saltarci dentro. No, via, a camminare sul muretto va a finire che facciamo tardi. No, neanche per un piccolo tratto. Sì, belle le nuvole, però ora andiamo. Eh già, quella moto lì parcheggiata ti piace proprio, però non c'è tempo, dobbiamo andare.

Spesso siamo di corsa anche sulla via del ritorno. Spesso è tardi. Dobbiamo ancora fare la spesa, riordinare la casa, preparare la cena. C'è tanto da fare.

No, non c'è tempo per osservare il sole che pian piano scompare dietro i tetti delle case. E la canzone che hai imparato oggi la ascolto mentre siamo in auto, dai, ora camminiamo. Sì, c'è profumo di focaccia o forse di pizza, non lo so, ma sbrighiamoci. Eh no, certo, che se ora ti metti a saltellare non arriviamo più...

E una volta a casa non sempre va meglio. Mamma mi leggi questo libro? Mamma giochi? Mamma vieni a vedere il mio disegno? Mamma guarda cosa ho costruito!

Sì, sì, dopo. Un attimo. Aspetta. Ma insomma! Non lo vedi che sto facendo questo e questo e questo?

Lo vede sì, il nostro bambino. Però...

Andiamo, corriamo, facciamo. D'altronde se non lo facciamo noi, non c'è qualcuno che lo farà al posto nostro. È vero. Ma così la vita rischia di scivolare via, e ogni giorno che si conclude è un giorno che non tornerà. I profumi, gli sguardi, gli abbracci, le parole gentili che non sono stati oggi, li abbiamo persi.

Pensando al dopo, ci sfugge l'adesso.

Però noi siamo fortunati. C'è un bambino nella nostra vita che può insegnarci a rallentare.
Un bambino che può insegnarci ad andare piano. A fare piano.

Ad assaporare.

La vita.

Il quartiere. Il profumo di focaccia. Le nuvole che danzano nel cielo. Le foglie nel vento. Il gatto grigio in fondo alla via. I colori. Le persone. Un cuore disegnato. Una torre di legnetti.

Quanta vita c'è intorno a noi. Anche se quasi non la vediamo. Non abbiamo molto tempo per guardare noi. Ma i bambini la vedono tutta questa vita. E sono così buoni che la mostrano anche a noi. Ce ne fanno dono.

E allora, non sempre, ma qualche volta e poi qualche volta in più, accettiamolo questo regalo.

Rallentiamo. Respiriamo.

Respiriamo il nostro bambino. Abbracciamolo forte.

Quanto amore c'è nel sedersi vicini senza fare nulla. Nel sedersi ad ascoltare, a guardare, a sorridere.

Lasciamo che il nostro bambino ci insegni a fermarci. A vivere l'attimo. A vivere di più.

http://www.bambinonaturale.it/2017/12/rallenta-mamma-abbracciami-respirami

 

Ho letto questo articolo in ufficio,
e non so perché o forse si, mi siete venuti in mente.
Flash di un tempo trascorso insieme, flash di cose che sono successe anche a noi, a voi, che ho visto con i miei occhi e che abbiamo vissuto insieme nei racconti e nelle telefonate, nelle corse e in quegli attimi.

Tempi diversi per noi e per i bimbi, quanto ti sei lamentata per la pulcina, nel suo mondo, nella sua lentezza, nel suo fare a modo suo ogni cosa dall'alba al tramonto.
E ci rivedo non tanto sulla "fretta" che racconta questo articolo, ma sul cadenzare degli eventi, sul vestirsi, sul camminare, sull'asilo di uno, sulla scuola dell'altro, sui giochi, le pozzanghere, le foglie, la focaccia, i profumi, gli abbracci.

Che io non ho mai percepito le cose di corsa, forse solo la preparazione per la scuola la mattina, questa si, ma poi, poi hai sempre saputo guidarli da lontano, lasciarli cadere e abbracciarli nelle lacrime, guardarli imparare camminare e poi correre lontani da te; mi son sempre chiesta come potessi riuscire a farlo, come potessi riuscire a stare in disparte, come potessi riuscire semplicemente a guardarli crescere restando seduta su quel muretto; in fondo loro sapevano dove avrebbero potuto trovarti.

Tu eri tranquilla, li guardavi arrampicarsi, forse consapevole che il rischio che stavano correndo era più alto delle possibilità che avevano di superarlo, eppure, stavi lì e li osservavi, così uguali e così diversi, ti sei data la possibilità di conoscerli e gli hai permesso di conoscersi un po' di più, nei loro limiti e nelle loro possibilità perché potessero trovare strategie e strade tutte loro di sopravvivenza.
Perché potessere conoscere il mondo e non aver paura dei loro vicini, perché il gioco diventasse motivo di conoscenza, scambio e crescita costante.. e in un attimo trovare nuovi amici con cui saper stare e saper convivere.

 

A modo tuo sei riuscita a farli rallentare, che lo srotolare della sera qualcosa di bello che fosse successo durante la giornata gli permetteva di mettere in fila tutti gli avvenimenti e di gioirne ancora un po' prima di lasciarli andare.
E poi la capacità e l'intelligenza di non sminuire nulla, di prendere ogni cosa e farne dono, di consapevolezza, di conoscenza, di regole, di possibilità, di visioni nuove.
Quanta ammirazione nel guardarvi.

Lento o veloce, il tempo è relativo.
Piuttosto rifletterei sul come. Un tempo ogni giorno dedicato a loro, "libero" di inventarsi, nella lettura, nella costruzione, nel riposo, nella creazione, un tempo per ogni età, un tempo dedicato e delicato.

Non ti sei mai vergognata per la scuola, consapevole di sapere quanto L. fosse intelligente e oltre, comprendendo e osservando razionalmente quel che succedeva e riuscendo a far capire a lei e con lei quali fossero le scelte.
Sei riuscita a far sentire loro la libertà e a renderli autonomi nelle scelte.
Sei riuscita a fargli sentire di poter contare su di te con la fiducia e non con il ricatto.

Ci sei sempre stata per calmarli, coccolarli e rassicurarli in quei tuoi abbracci avvolgenti, morbidi, rilassanti, capaci di portare pace e tranquillità.
E poi quella mano a prendere la loro, durante i capricci o nei momenti di isterismo, portarli in cameretta senza urlare, senza parlare, spostarli un po' dalla disperazione per fargli vedere un'altra luce e un'altra prospettiva. Modi, tanti e diversi. Veri, sempre a stupirmi e a gioire nel guardarti.

Non è fermarsi la soluzione o rallentare, ma vivere consapevolmente.
(ho scoperto l'acqua calda!?!?  :O) )

 

 

 

 


 
 
 
 
 

INFO


Un blog di: pazza105
Data di creazione: 21/11/2005
 
 

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