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MODERATO IN POLITCA E' COLUI CHE, VOLENDO COSTRUIRE UN PONTE PER I PIU? NECESSARIO, POICHE' HA SENTITO DIRE CHE C'E' UNA PARTE MINORITARIA DI POPOLAZIONE NON D'ACCORDO, PENSANDO DI RACCOGLIERE IL 100% DEI CONSENSI, NE REALIZZA SOLO 3 / 4 .
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Ieri, si è trovato un accordo di massima tra Pdl e Fli che hanno votato insieme in Commissione Affari Costituzionali del Senato sul Lodo Alfano con effetto addirittura retroattivo. Questa norma viene ritenuta necessaria per permettere alle maggiori cariche dello Stato, segnatamente il Premier, di poter essere messa nelle condizioni di governare senza intralci da parte della Magistratura. Evidentemente i processi intentati al Sig.Berlusconi sono un impedimento al lavoro suo e del Governo che presiede. Strano, però, giacchè non più tardi di 20 giorni fa, nel discorso in Parlamento per la Fiducia sui 5 punti del programma, il nostro Primo Ministro si è profuso in una interminabile sfilza di risultati ottenuti dalla compagine governativa: dai rifiuti napoletani (purtroppo ricomparsi) alla ricostruzione del terremoto abruzzese, dal G8 sempre all'Aquila ad una politica estera scintillante (consigli ad Obama, guerre evitate, minacce atomiche sventate...), da riforme epocali come quella della scuola ad una politica economica oculata e indolore nonostante la crisi, da 5 mesi proficui di interim allo Sviluppo direttamente gestiti dal Premier alla scomparsa o quasi degli sbarchi degli immigrati e via dicendo. Insomma, come si addice ad un vero "Governo del Fare", si è fatto così tanto da poter addirittura stampare un libro che verrà recapitato puntualmente a breve nelle nostre cassette postali. Non solo, ma il programma dei prossimi due anni e mezzo è, giustamente, ancora più ambizioso. Allora viene da domandarsi che bisogno ci sia di un Lodo Alfano, a maggior ragione retroattivo, se, nonostante l'intralcio della Magistratura, si è operato così bene e così tanto. Delle due l'una: o non sono veri i risultati sbandierati o il Lodo Alfano è solamente il salvacondotto che un politico molto scaltro, molto bugiardo e molto disonesto cerca di cucirsi addosso.
Giorgio Pesetti
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Alla SEGRETARIA del CIRCOLO 7 del PD di UDINE sig.ra GABRIELLA D'ANDREA
e p.c. alla PRESIDENTE del PD di UDINE " M. LETIZIA BURTULO
e p.c. al SEGRETARIO del PD della Prov. di UDINE sig. CRISTIANO SHAURLI
e p.c. alla SEGRETARIA del PD della Regione FRIULI VG sig.ra DEBORA SERRACCHIANI
e p.c. al SEGRETARIO del PD NAZIONALE sig. PIERLUIGI BERSANI
L O R O S E D I
Oggetto : Elezioni per il rinnovo delle cariche di segretario/a provinciale, cittadino e di circolo , delle
assemblee prov.le e com.le e direttvi di circolo
Gentilissima Segretaria,
come già annunciato verbalmente , con la presente ti confermo in maniera anche formale la mia volontà di non dare le mie preferenze alle imminenti elezioni di cui all'oggetto.
Il motivo, come già espresso, è quello di non essere assolutamente d'accordo che anche l'iscritto il giorno prima della votazione non possa essere compreso tra l'elettorato "attivo".
Ho la massima considerazione per la disciplina di partito e il rispetto delle regole, ma non posso non contestare una disposizione che si scontra con uno degli ideali del partito che è quello di favorire la massima partecipazione (è vero ?). Gli Statuti e i regolamenti non sono neutri.
A piu' amici di partito molto autorevoli ho chiesto il perché di tale disposizione ed ho ricevuto sempre la stessa risposta, per me purtroppo molto deludente . Fino in fondo , con serenità, ho cercato di capirla e dare ad essa una giustificazione di una qualche valenza politica ed organizzativa , ma non ci sono riuscito , sia dal punto di vista dei principi che da quello di vista pratico . Molte sono le ragioni che potrei portare qui e che qui ritengo inutile esporre perché già molti le immaginano ; per gli altri ho capito che queste questioni non interessano gran che e che questa mia posizione viene vista come una stravaganza personale del sottoscritto. Sarò comunque ben lieto di esporle solo a chi sarà realmente interessato.
Ciò detto, al fine di non far mancare un voto ( ce ne saranno già molto pochi....) , io dichiaro che offrirò il mio voto a uno di quegli iscritti che, per via della data recente (dopo il 21/5/2010) della loro iscrizione, non ne avrebbe diritto.
Naturalmente sarò io, fisicamente, ad entrare in cabina, a scrivere la preferenza ed a consegnare la scheda al presidente di seggio. Ma tutto su indicazione di quel recente iscritto. La questione della privacy , bandiera di rapporti interpersonali burocratizzati, non si pone perché si tratta di un libero accordo tra lui e me che divento suo "esecutore".
Mi rendo conto che cio' puo essere considerato un po' avvilente per quel neoiscritto, ma io faccio quello che posso .
Peraltro , piu' in generale , trovo assurdo che il voto all'interno di uno stesso partito non sia palese : in pratica significa sancire, o quantomeno non negare,statutariamente, che potrebbe esserci del marcio, vero o anche solo potenziale . Ma queste cose interessano molto meno delle lettere di Veltroni .
Come vedi queste "regolette" sembrano fatte da bambini e anche da bambini facilmente aggirabili.
Il buon senso del semplice iscritto deve poter capire .
E intanto non abbiamo nemmeno una proposta ,che non siano generiche ipotesi, su una nuova legge elettorale.
Gentilissima segretaria, io non ho la possibilità di sapere quali sono (se ci sono..) coloro che si sono iscritti solo recentemente dopo quella data spartiacque e quindi ti sarei molto grato se tu , avendoli individuati, segnalassi loro la mia sudescritta offerta (purtroppo dispongo di un voto solo...).
Ti segnalo che , affinchè il problema sollevato non sia ritenuto un mio personale sfizio o un esibizionismo , ma possa diventare, se ritenuto, oggetto di piu' generale discussione, girerò via internet questa lettera agli amici-compagni (ai soliti 7-8 di cui ho l'indirizzo email ) del direttivo del circolo , ai lavori del quale partecipo sempre con entusiasmo anche per la tua encomiabile attività .
Ti confermo la mia presenza ai lavori del seggio elettorale.
Cordialmente
Udine, 26/09/2010 arch. Giuseppe Del Zotto
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Alla gentilissima DEBORA SERRACCHIANI
Alla gentilissima MARIA CRISTINA CARLONI
Al gentilissimo VINCENZO MARTINES
Premessa "postuma"
Domenica scorsa avevo buttato giu' in bozza queste quattro righe , lasciandole poi lì ,con l'intenzione di riprenderle con calma , non per correggerne i contenuti, ma per integrarle, articolare certi ragionamenti scritti in velocità , ecc.; ma visto l'articolo del Messaggero di ieri, ve le invio così come sono , non c'è tempo di limare la forma, che scuserete,un po' sommaria.
CON LE NOSTRE ELEZIONI LOCALI , LA FESTA DELL' "EXPLANATION- DAY ". STORICO BRINDISI DEI TRE EX. cari/e amici/he e compagni/e, sono sicuro di interpretare una questione che preoccupa ed amareggia la stragrande maggioranza degli iscritti e simpatizzanti . Di questo ne sono certo perché ne parlo quasi quotidianamente con iscritti senza tessera (chiamo così i simpatizzanti veri) piu' ancora che con gli iscritti con tessera (rimasti in pochi). La questione la conoscete bene anche voi, come tutti, ma mi preme sottoporvela con una proposta , affinchè sia superata in modo definitivo ; infatti, essendo uno di quei problemi che si trascinano nel generale scontento , ma senza singoli episodi di assoluta intollerabilità, si puo' immaginare che la loro soluzione venga rimandata, essendoci sempre cose piu' urgenti . L'immagine del nostro partito , sia tra la gente senza idee politiche precise(ma potenzialmente elettori), sia tra i simpatizzanti e sia perfino ( o di piu'?) tra gli iscritti , è quella di un partito rissoso al suo interno (e poco esternamente...); quindi inaffidabile per gli elettori che non vedono una linea chiara, ma vedono (per lo meno vengono così loro presentate ) continue baruffe . Lasciamo un attimo da parte (discorso serio da farsi un'altra volta) tutto ...."l'impegno" che mettono alcuni dirigenti nel trasmettere questa visione all'esterno. Qui ci preme ricordare il grande contributo, purtroppo decisivo , che la stampa, anche a livello locale (MV) ,fornisce ad una immagine negativa del partito "interpretando "maliziosamente anche le normali discussioni in un partito ,per definizione, democratico (....qualcuno dice : anche un po' troppo...). Tralasciando ora, come detto, le dispute "oltre le righe" che avvengono non all'interno delle nostre quattro mura , ma con esternazioni personali di dirigenti pubblicamente attraverso la stampa (che ringrazia ), anche le semplici diverse opinioni diventano artatamente parte di questo carattere incoerente, inaffidabile, incerto, rissoso, ecc. Su ciò pesa moltissimo , almeno per l'uso che la stampa ne fa, l'esperienza delle tre mozioni delle primarie. Ancora oggi ad un anno da quell'evento uno viene etichettato "bersaniano", "franceschiniano" o "mariniano" e quindi automaticamente "avversario" rispetto agli altri due, nonché "frazionista". Certamente la stampa fa il suo gioco , anche se non esaltante : semplifica, contrappone, aizza, enfatizza, interpreta oltre il ragionevole, ecc. E non si puo' dire che l'opinione pubblica, in generale, non ci stia. Continuiamo a portarci dietro queste etichette che sono diventate sinonimo di divisione e scontro, volenti o nolenti. Abbiamo un bel dire che nei fatti non è questa la natura del PD, ma soprattutto di questi tempi il problema ontologico volge dalla parte della fenomenologia. Oltre a cio' ho sentito dire (ma è tutto da verificare ) che al nostro interno sono sorte (ottimo !) associazioni o gruppi politico- culturali che però si rifarebbero esplicitamente a qualcuno di quei tre contendenti dell'anno scorso. Tuttonella legittimità, per carità ; ma se fosse così , mi sembrerebbe un po' paradossale , perché la cultura, anche applicata alla politica, all'interno di un partito, non dovrebbe nascere con etichette di "sotto-marche" , ma avere come riferimento, in un percorso laico di ricerca senza pregiudiziali ,avere a riferimento solo le grandi idee che sono comuni a quel partito. Mah ! Non ho capito? Quando eravamo al liceo ci si divideva prima tra aristotelici e platoniani, poi tra Crociani e Gramsciani, all'università e poi nella professione tra Lecorbuseriani e wrightiani , e ancora , coltivando altre passioni, anche tra mozartiani e Wagneriani ; insomma grandi orizzonti, grandi mondi, visioni intere dell' essere e della vita, della società, dei rapporti tra persone e gruppi, complete weltanschaung in grado di suscitare ragionamenti ed emozioni, riflessioni ed entusiasmi, dubbi e certezze provvisorie, e quindi anche modelli di comportamento conseguenti (estenuanti ma esaltanti "pellegrinaggi" in Francia a visitare tutte le opere di Le Corbusier.....) Ci si sentiva orgogliosi di riferirsi idealmente ad uno di questi grandi universi che avevano tracciato la storia del pensiero e delle altre espressioni intellettuali umane ed anche della politica. Accettare che oggi possa allignare solo il "pensiero debole" che riesce a disegnare, pur a volte anche in maniera dotta, solo realtà molto parziali, nicchie, localistiche , settoriali ,categoriali , spesso autoreferenziali , è un imbarbarimento essendo il contrario della Politica che per definizione è a 360° Quindi,voi mi capite, se ,per contro, qualcuno oggi mi etichettasse come "franceschiniano"o "bersaniano" o "mariniano" mi sentirei quasi ....oltraggiato, quasi quasi....chiederei al mio avvocato....... se è il caso di una querela.... Scherzo; anch'io ho votato una delle mozioni, ma dopo basta ,non ho sposato nessuno dei tre! Non che questi personaggi di riferimento siano disonorevoli, anzi tutt'altro, li stimo tutti ,non sono stupidi, è brava gente e mi sono pure simpatici, tanto è vero che poi mi sono messo a disposizione di quello eletto segretario,indipendentemente dal mio voto. Ma sarebbe come se il mio mito di calciatore fosse, che so,Tardelli, giocatore buono e generoso, ma come altri centomila : non ha mai illuminato il tappeto verde di genialità come Maradona o Pelè che muovevano migliaia di persone per seguirli nei vari stadi. Insomma, cari amici, ho letto e riletto, anche successivamente alle primarie, quelle 3 mozioni (per il resto dei nostri 3 non c'è gran che, mi pare una cosetta di Franceschini, ma poca roba ) che piaccia o no quelle rimangono il pensiero dei 3. Devo dire che probabilmente eravamo abituati "male" nei tempi passati a leggere su "Rinascita" interventi , articoli, saggi, interviste ,mozioni e relazioni congressuali memorabili per profondità ed ampiezza, di politici ed intellettuali con una lucidità, profondità e coerenza cristallina; ma , e lo dico bonariamente come si deve sempre fare con chi si impegna in prima persona, quelle 3 mozioni non sono proprio un gran che e non possono rappresentare un riferimento culturale-politico-programmatico di un certo spessore in grado di mettere in moto quelle energie necessarie per risalire la china . Pensiamo forse che sia l'interpretazione che qualche alto dirigente fornisce dell' ammiccamento di Casini o del sorrisino di Rutelli che , insieme con noi aprirebbero nuovi e radiosi scenari per l'umanità, a smuovere l'apatia, la rassegnazione, la disaffezione ? Questo lo dico per me , ma mi augurereri che ne fossimo consapevoli tutti ,dirigenti,iscritti ed i simpatizzanti ; non nel senso di volere contrastare quelle mozioni ( c'è pure del buono ) , ma di superarle. Esse rivelano quantomeno il corto respiro di un' occasione elettorale e l'esigenza primaria di raccogliere consensi anche generici . Tanto è vero che, diversamente dalle elaborazioni di vasto respiro , queste a meno di un anno sarebbero già di riscrivere . Poi anche nella struttura e nella forma di quei testi, beh, lasciamo perdere: ripetizioni, genericità, luoghi comuni prelevati dall'armamentario lessicale della sinistra, indeterminatezza,una certa dose di politichese, ecc. Se altri , di bocca buona, si accontentano, buon per loro , come si dice. A livello del semplice iscritto la questione è del tutto pesonale ed ognuno puo' mettersi nel portafoglio il santino di chi vuole, ma a livello di dirigenti la questione è molto diversa : sarebbe un po' sminuente per coloro che hanno tale ruolo di indirizzo assumere un tale riferimento ideale di "mezza tacca": uno se lo sceglie di alto profilo ! Non posso pensare che voi, ragazze/i di intelligenza vivace e sensibile vi siate potuti appassionare ed affezionare tanto , in neache un anno, a questi vestitini. So che non è così ! Lo so che vi vanno stretti ! Quelle relazioni oggi non possono calzare a pennello per qualsiasi dirigente! Ma davvero Pierluigi, Dario e Ignazio per voi sono il massimo illuminando ogni momento del fare e pensare ??? So di avere un tono,(ma solo questo) bonariamente provocatorio . So che avete risorse ed esigenze intellettuali e culturali(quindi politiche) un bel po' piu' alte, avete fatto tutti buone letture,frequentanto buoni ambienti e ci avete anche pensato sopra. Ed allora, ditemi sinceramente , tra amici, voi che fate politica per passione e non per altro, vi sentite appagati di quelle classificazioni di comodo (delle quali siete oggetto, non soggetti ) o non avvertite invece il bisogno di andare oltre ? La so già la vostra risposta . Oohh !!bene !! OK! Siamo d'accordo !! Perché di ulteriori elaborazioni (non per sonali, ma dell'intero partito ), in modo condiviso e serio, credo vi sia necessità : ad esempio basti pensare solo al persistere non fuso ma distinto , delle anime cattolica e laica ! Ora il partito è ancora una somma di queste due, non una sintesi. Di tali questionisssime ce ne sono parecchie, senza toccare tutte quelle un po' tecniche(ammesso che siano tecniche) come la legge elettorale ed altre. Ma lo so, ne avete troppe da fare (lo so e lo dico davvero seriamente e sinceramente), tra una cosa e l'altra che vi urge ogni giorno, queste questioni sono rimandate .Succede purtroppo anche in tuttele altre sfere della nostra vita. Ma ogni tanto cerchiamo di trovare il tempo di salire insieme su una mongolfiera !! Il limite culturale, nell'etichettarsi ( o nel lasciare che altri ti appioppino quegli aggettivi ) ,non è solo sulla qualità, come detto, ma è anche di pensare che quelle mozioni (non ad altro possiamo far riferimento) , rappresentino ognuna una costruzione del pensiero politico che trova la sua completezza e la sua coerenza , tutta al suo interno , quasi come un costruzione kantiana impermeabile; nella quale il riferimento all'etichetta è la garanzia all'interno della quale trovare tutte le risposte. Invece voi sapete che, senza negare le diverse posizioni su certe questioni, le tre mozioni avevano grossi spazi per una loro integrabilità (ed anche molti vuoti ....). Sarebbe un'ipocrisia (di cui certe analisi politiche si macchiano ) dire che ogni singolo elettore aveva fatto una scelta di campo completamente motivata e molto precisa escludendo del tutto le altre due opzioni. Moltissimi elettori (eravamo sui banchetti a raccogliere schede e confidenze) hanno votato "in percentuale", nel senso che la loro scelta,in cuor loro, non è stata assoluta al 100% verso un candidato ma hanno stimato la preferenza un po' piu' per uno che per l'altro ed alla fine hanno indicato il nome di chi , magari di poco, superava gli altri. Questo sta a dire quantomeno che chi si autodefinisce (o si lascia definire ) "X", ha in questa sigla una grossa fetta anche di "Y" e di "Z". Alla fine quelle aggettivazioni , nate per caratterizzare, hanno finito per marcare differenze e dividere. A seguito di questi semplici ragionamenti l'iscritto si domanda : ma perché tra noi, soldati semplici queste etichette non ci sono piu' e, da quel che leggiamo sulla stampa non smentita, persistono in molti nostri colonnelli o generali che pure dovrebbero rappresentare il nostro sentire piu' unitario ? allora forse vi trovano un qualche interesse ? Domande che si sentono. Domande che si sentono. Io , iscritto come moltissimi altri, avrei l'ambizione che i miei dirigenti, si liberassero di questi panni troppo modesti sia per il loro alto compito, sia conoscendo la loro personalltà ; panni che ,magari non per propria dichiarata volontà, ma di fatto si trovano appiccicati addosso dalla stampa ; tantomeno vorrei che venissero usati tra di noi (che potrebbero assumere un carattere anche peggiore che potete imaginare ). Ci si "balocca" sugli epiteti e si produce poco : non è possibile che il PD a tuttoggi non abbia una proposta da presentare al Paese di una legge elettorale, scritta come si scrive una legge, con alcuni paletti irrinunciabili ed altri aspetti sui quali andare a trovare convergenze con altre forze: mi sa che andremo alle elezioni con una ipotesi abboracciata che l'elettorato nostro subirà . Allora , care/i amiche/i , facciamo il punto e su questi aggettivi mettiamo una pietra sopra senza retropensieri, dietrologie, criminalizzazioni e roba del genere e senza lasciar aperte finestre dalle quali possano rientrare. E se questo lo è già così per voi, massimi esponenti, lo deve essere anche per tutti gli altri dirigenti (per gli iscritti non c'è bisogno, lo sanno già) e soprattutto deve essere percepito all'esterno. LA PROPOSTA OPERATIVA Mi piacerebbe che l'occasione delle nostre elezioni per le segreterie ,fosse utilizzata oltre che per ringraziare gli uscenti (non è questione di bon ton , è questione di una cultura dei comportamenti non barbara e becera, è politica anche questa ed a pieno diritto) , anche per fare una festa in cui si fa il "funerale" pubblico a quelle etichette. Venga istituito l' " EXPLANATION-DAY " : significa "spiegazione" (ed in un'accezione meno diretta anche un po' "appianamento" ) e devono saperlo tutti. Allora i nostri ex tre alfieri regionali delle mozioni brinderanno a questa sepoltura coperti da lampi di flash.. Oggi piu' che mai la politica ha bisogno di eventi, liturgie, riti, che danno maggior visibilità anche ai contenuti seri; un concetto politico di unità espresso con un piccolo "colpo di teatro" non sta male; dobbiamo riconoscere che noi non brilliamo di molta fantasia per inventarli. (dobbiamo chiedere consiglio a Berlusconi ?) Bisogna star attenti ed anticipare che non si tratta assolutamente di una "riappacificazione" tra contendenti della quale non c'è bisogno perché non esistono piu' contrapposizioni né tantomeno di un azzeramento delle varie posizioni su singole questioni che devono invece continuare a convivere come ricchezza. Se la stampa avrà bisogno , per questioni .......tipografiche, di aggiungere un attributo a qualcuno dei nostri dirigenti ,non trovandosi piu' "bersaniano", ecc. ecc. dirà semplicemente "democratico/a". OK ? Naturalmente non sarà semplice perché la stampa si sentirà tagliar sotto i piedi l'erba del raccontare/inventare i conflitti attraverso slogans che le è cosi' caro. Ma se la cosa avrà una certa ufficialità non potrà piu' fingere di non sapere che quelle facili e vuote classificazioni sono sepolte. Sarebbe però assurdo che la stampa rispondesse positivamente a questa vostra "spiegazione" ed invece restasse parola morta per alcuni dirigenti locali di basso livello. Sempre che questo interessi. Una volta , quando avevamo grandi attese e consenso , si chiudeva con "Fraterni saluti". Mi piace riproporvelo,anche come auspicio , ancora con la massima cordialità. Udine, 07 / 09 / 2010 Bepi Del Zotto
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Cari amici e compagni, qui sotto allego le lettera che ho scritto 13 giorni fa per chiedere chiarezza sul caso delle dimissioni di Ines Domenicali. Non che io pretendessi una risposta per me, tuttaltro, ma a tutt'oggi non ho saputo che niente si sia mosso nel senso richiesto, nemmeno un burocratico "accuso ricevuta" (compromettente ?)
Giuseppe Del Zotto
Al Presidente del PD della citta’ di Udine
Al Segretario del PD della Provincia di Udine
Al Segretario del PD della Regione Friuli VG
Al Segretario del PD Nazionale
e p. c. Alla sig.ra Ines Domenicali
L O R O S E D I
Oggetto : Dimissioni sig.ra I. Domenicali da Presidenza I.G.A. di Udine
Avevo scritto il contenuto delle righe che seguono un po’ di tempo fa sperando di non doverle mai inviare.
Pensavo che subito dopo l’accadimento in oggetto, vi sarebbe stato nel partito cittadino , prima ancora di un eventuale sostegno a chi egregiamente ci aveva rappresentato all’ I.G.A.(ricordiamo caso E.Englaro) , almeno un chiarimento accompagnato da una informazione interna agli iscritti di come erano andate le cose ; siamo invece costretti a conoscere le vicende che ci riguardano , con una versione spesso semplificata ed “interpretata”, dalla stampa locale .
Attesi, anzi, attendemmo, dato che il malumore di questa scarsa chiarezza già serpeggiava anche tra molti altri iscritti, pensando che questioni pratiche avessero potuto comportare un certo ritardo.
Successivamente ci fu un’assemblea degli iscritti della città nella quale il prof. Ferdinando Milano chiese , con accorato e applaudito intervento, in modo chiaro e forte, che il partito rendesse noto come stavano i fatti che coinvolgevano non solo la presidentessa , ma anche un altro iscritto facente parte del consiglio d’amministrazione dell’ I.G.A. , esautorato dalla Domenicali e poi rinominato dal Sindaco (così si legge sui giornali).
Il sottoscritto nell’intervento successivo a quello di Milano ribadì ancora la richiesta invitando la presidenza dell’ assemblea e del partito cittadino a procedere operativamente in quel senso, tanto piu’ che bisognava evitare da subito , che si potessero alimentare illazioni che in situazioni del genere non faticano a circolare. Non ci fu il pur minimo intervento contrario a cio’, segno che l’assemblea condivideva la proposta .
Abbiamo aspettato ancora ; noi iscritti, rispetto al semplice cittadino che ci chiede e vuol sapere , non riusciamo a rispondere niente su questo caso così grave , e circola un grave imbarazzo. A questo punto non possiamo ulteriormente pazientare, tanto piu’ che l’opposizione nelle sedi istituzionali e sulla stampa fa il suo mestiere cercando di andare a fondo nella vicenda e di cavalcare l’argomento.
Il sottoscritto quindi, con l’autorità di iscritto al PD (Circolo 7 di Udine tess. n.07042009100003615)
f o r m a l m e n t e c h i e d e
ai dirigenti responsabili del PD al livello competente che si faccia immediatamente (senza attendere ricambi dirigenziali) piena luce sull’intera questione in oggetto , rendendola nota anche all’ interno del partito.
Udine, 12/08/2010 Giuseppe Del Zotto
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Con le elezioni si eleggono le Camere, non il governo. Il governo non è un organo sovrano che trae legittimazione dal popolo ma un organo esecutivo legittimato dal Parlamento con il voto di fiducia. E' il Parlamento a rappresentare la sovranità popolare e ne è l'unica espressione legale. Chi vince le lelezioni è un partito o una coalizione che ha la maggioranza alla Camera e al Senato, non un uomo politico proclamato Premier a furor di popolo. E se il partito di maggioranza perde pezzi nel corso della legislatura, cosa assolutamente legittima giacchè i parlamentari sono eletti senza vincolo di mandato e, pertanto, non devono "fedeltà" a nessun Presidente del Consiglio, è il Capo dello Stato che deve esplorare in piena e totale libertà se esistono maggioranze alternative in Parlamento a quella che aveva vinto le eloezioni ma che si è eventualmente dissolta. Tutto questo può non piacere ma è assolutamente legittimo ed è ciò che è scritto sulla nostra Costituzione ancora perfettamente vigente e alla quale il Presidente del Consiglio e tutti i Ministri del Governo hanno giurato, loro sì, fedeltà. Questo è quanto ci insegnavano a scuola nelle ore di Diritto, materia non a caso in via di estinzione con la riforma Gelmini.
Giorgio Pesetti
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La P3! Ci mancava solo questa! L'altra estate c'erano Papi e le escort, quest'anno il remake massonico degli intrallazzi della Prima Repubblica. Berlusconi è vermente un grande: è riuscito a far tornare in auge perfino tale Flavio Carboni, faccendiere del quale non si sentiva il nome da Tangentopoli. Francamente non ne sentivamo nemmeno la mancanza. E poi, Verdini, l'immancabile Dell'Utri (che si avvale della facoltà di non rispondere ai giudici, in perfetto stile "eroico" alla Mangano), i soliti maneggioni e un po' di magistrati corrotti. Voilà, alla faccia dei gonzi che da quindici anni votano il "nuovo" e il pensiero liberale applicato alla politica. E non è finita: vedremo i liquami dell'Expo milanese, il disastro della Protezione Civile e dell'Abruzzo, le Quote Latte e la Lega... Un'altra estate italiana.
Giorgio Pesetti
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Passata la buriana, vorrei esprimere la mia sull'iniziativa del Comune di Udine di patrocinare la giornata mondiale contro l'omofobia (perchè di questo si tratta) con l'affissione degli ormai famigerati manifesti con i baci omosessuali. Dico subito di essere assolutamente favorevole all'iniziativa. Tutte le discriminazioni sono odiose e come tali vanno combattute. I manifesti erano provocatori e scioccanti? Non meno di tante altre forme di comunicazione, di trasmissioni televisive, di riviste che urtano meno la morale bigotta di questo paese. Cercare di nascondere ciò che tutti conoscono, dato che l'omosessualità è sempre esistita, è proprio il terreno di coltura della discriminazione. Cerchiamo di andare un po' più in profondità nelle cose e a non fermarci alla superficie: il principio di combattere i discrimini (tutti i discrimini) è sacrosanto. Ogni battaglia ha bisogno di immagini forti per conquistare l'attenzione della gente. E' valso per il divorzio 35 anni fa, per l'aborto negli anni ottanta e vale e varrà per tutte le conquiste civili come il testamento biologico, le unioni di fatto e via dicendo. Il manifesto ha aperto la strada alla discussione come è giusto che sia. Ben vengano iniziative che ci facciano discutere e crescere in una moderna coscienza civile di rispetto per gli altri. Purtroppo, secondo me, la sinistra e il PD in particolare manca di coraggio. Ha paura ad affrontare temi scomodi in maniera chiara, valuta il tornaconto su una prospettiva di respiro cortissimo e non riesce perciò ad essere stimolante per l'elettorato. Anzi, non fa tesoro delle battaglie già vinte. Un esempio per tutti: nel 1996, Prodi vinse non facendo sognare la sinistra ma avendo nel programma l'ingresso in Europa e i sacrifici che avremmo dovuto compiere. Un programma serio, impopolare, fastidioso per molti motivi a molte persone ma credibile e giusto. Se la battaglia è giusta, va combattuta anche con i manifesti che non piacciono ai benpensanti e alla chiesa che farebbe bene a pensare dieci volte prima di esprimersi sulla morale sessuale e tutto quello che ci ruota attorno. Iniziative, anche forti, come queste avranno sempre la mia approvazione.
Giorgio Pesetti
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Scajola: "Non vado dai PM, mancano le garanzie". E sì che si era dimesso, fra gli osanna dei suoi colleghi, "per chiarire la sua posizione". In realtà, non chiarirà un bel nulla giacchè "dopo le notizie sull'inchiesta apparse sui giornali verrei sentito in una veste che parrebbe solo formalmente, ma non già sostanzialmente, quella di una persona informata sui fatti". E' sempre affascinante la sintassi delle frasi di questo super ministro berlusconiano-Doc. In pratica, siccome pensa di essere già indagato ha una fifa tremenda che le sue affermazioni possano essere usate contro di lui in sede giudiziaria. Questo giusto per dire quanto interessato sia realmente a chiarire la sua situazione e di che spessore umano stiamo parlando. E dopo non dovremmo dire le parolacce e gli insulti?
Giorgio Pesetti
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Scajola, nell'annunciare le sue dimissioni, si è espresso così: "Una cosa l'ho capita. Un ministro non può sospettare di abitare in una casa pagata da altri. Se dovessi acclarare (sic!) che l'abitazione dove vivo fosse stata pagata da altri senza saperne io il motivo, il tornaconto e l'interesse, i miei legali eserciterebbero le azioni necessarie per annullare il contratto". Cara Gabriella, pur condividendo con te la volontà di moderazione nelle parole usate nei messaggi, sono in grossa difficoltà. Non riesco a non utilizzare l'espressione "presa per il culo". Purtroppo non me ne viene nessun'altra.
Giorgio Pesetti
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