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BARAK E IL SECONDO EMENDAMENTO

Il 17 settembre 1787 iniziarono a Philadelphia i lavori i lavori della Convenzione Costituzionale al fine di elaborare la Costituzione degli Stati Uniti d'America. Il 4 3marzo del 1789 entra ufficialmente in vigore col la ratifica ufficiale dei 13 Stati allora esistenti, una delle costituzioni più antiche dopo quella della Repubblica si San Marino, risalente al 1600. In quei tempi di colonizzazione fu attribuito ai coloni il diritto all'autodifesa e quindi al possesso di armi da fuoco, così come sancito dal famoso secondo emendamento tuttora in vigore. Quindi in America la vendita e l'acquisto di fucili e pistole è del tutto libera, salvo poche eccezioni, come precedenti penali, acclarato uso di stupefacenti o alterazioni psichiche, ma non è difficile aggirare questi ostacoli: infatti spesso si ricorre all'aiuto delle mogli o delle fidanzate per poterne entrare in possesso, tant'è vero che in questi ultimi anni si è registrato un aumento delle donne in possesso di armi da fuoco. Già a 18 anni si può possedere legalmente un fucile, a 21 una pistola e, sapendosi muovere nel mercato parallelo non è difficile procurarsi armi da guerra automatiche e semi-automatiche. Il recente massacro nella scuola di Newtown ha però riportato l'attenzione sull'opportunità di mantenere questa situazione di fatto. LìAmerica non è nuova a questi episodi di violenza soprattutto all'interno si scuole e college (ricordiamo tra le tante quella nel Virginia Teah Institute dove il 23enne Seung-Hui Cho uccise 32 persone o quella avvenuta nel 1999 alla Columbine High School dove Heric Harris Dylan Klebold uccisero 12 compagni e un insegnante prima di togliersi la vita). Dopo il suo secondo insediamento alla Casa Bianca, il Presidente Barack Obama si è fatto paladino della lotta all'uso e alla vendita indiscriminata delle armi. Il provvedimento proposto da Obama ha ricevuto il via libera dalla Commissione Giustizia e Pace del senato, ma il percorso si dimostra tutt'altro che facile per il Presidente che si deve scontrare con una delle più potenti lobby degli Stati Uniti: la National Rifle Association. Questa, fondata a New York nel 1871, viene definita come la più antica organizzazione per i diritti civili e riesce a fare affluire una grande quantità di voti alle elezioni, favorendo così i candidati che difendono il secondo emendamento. Questa potente lobby è riuscita già a bloccare molte leggi sul controllo delle armi come quella che proponeva la quasi totale abolizione delle armi da fuoco a Washington o come quella che voleva la messa al bando di intere classi di armi a livello federale. Altro importante ostacolo che si frappone al progetto del Presidente Obama sono i forti interessi economici dei produttori che dal commercio delle armi traggono lauti guadagni ai quali non intendono rinunciare. Se riuscirà nel suo intento, Obama, segnerà una svoltaa importante per il suo Paese e per l'incolumità dei suoi cittadini anche se, come abbiamo visto nel recente attentato di Boston, il rischio che dei fanatici ricorrano alle bombe "fai da te" è sempre dietro l'angolo

 

 

 

 

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L’informazione e la censura

Post n°40 pubblicato il 15 Luglio 2013 da polemiurgo
 
Foto di polemiurgo

 

Nel corso dell'ultimo decennio la presenza di internet nel campo dell'informazione ha fatto passi da gigante. Attraverso tutti i tipi di terminali messi a nostra disposizione dalla tecnologia (computer, Tablet, Smart phone e internet point) siamo in grado di avere informazioni su quasi tutto in tempo reale. Si, quasi tutto perché anche nel nostro Paese questo potente strumento di comunicazione capillare è soggetto a censura come avviene in diversi altri Stati meno "democratici" dell'Italia (Cina, Vietnam, Turchia e Corea del Nord, per citarne alcuni) ma questa censura avviene in maniera "sotterranea" senza che gli utenti della rete ne siano a piena conoscenza. A molti sarà capitato di cercare un sito indicizzato da Google e trovarsi di fronte a una pagina bianca che avverte che non è più disponibile. Al di là dei provvedimenti presi per oscurare siti lesivi per la legislazione vigente come quelli pedopornografici o con forte connotazione razziale volta all'incitamento della violenza, secondo le disposizioni della magistratura. Si registra però un fenomeno che sfugge ad un controllo puntuale da parte delle autorità competenti: provider di fileshring e talvolta di e-commerce spariscono improvvisamente senza che l'utente sia a conoscenza dei motivi lasciandolo, talvolta, con l'atroce dubbio di aver commesso un illecito consultandoli prima della loro chiusura. Per chi ha più dimestichezza con la tecnologia informatica è ben noto che il problema può essere in parte aggirato con l'uso di programmi cosiddetti TOR (The Onion Routing), questi programmi permettono lo scambio di dati anonimi e la conseguente realizzazione di siti anonimi nascosti. Questa tecnologia che deriva dagli studi sponsorizzati dalla US Navy Research Laboratory è stato realizzato dalla Electronic Frotier foudation gestito ora da un associazione senza fini di lucro, la The Tor Project. Ma torniamo all'argomento: in Italia i siti che sono scomparsi dalla rete sono oltre 5000 ed ogni giorno se ne aggiungono altri secondo criteri non ancora regolamentati dalla legislatura. Di conseguenza, anche se internet viene ancora considerato come il più potente strumento di democrazia trasversale, dobbiamo domandarci chi e perché può decidere cosa pubblicare e come. Per quanto riguarda l'informazione invece è opportuno ricordare che a tutt'ora la stampa telematica è ancora uniformata alla legge 47 dell'8 febbraio 1948 che definisce le disposizioni sulla stampa. Attualmente, vista la forte incidenza della rete nel campo dell'informazione, si stanno esaminando provvedimenti più specifici, compreso il reato di stampa clandestina se non vengono applicati certi parametri di identificazione del sito e dell'autore. Il web, insomma, dimostra di essere una creatura ancora in evoluzione. Potrebbe diventare, a seconda di come viene gestito, un efficientissimo strumento di democrazia come un limite alla libertà di opinione: la parola al buon senso e ai legislatori.

 

 

 
 
 
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Un blog di: polemiurgo
Data di creazione: 09/02/2013
 
 
 

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