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Giusto e molto opportuno questo messaggio che condivido in pieno. >> Ieri sera ho visto il programma di Ferrara su LA7 che aveva come argomento del giorno proprio il martirio dei tre cristiani in Turchia. Il risultato del confronto, avvenuto tra personaggi con differente sensibilità ha dimostrato che oggi, fuori dell’Italia, più che dell’Europa, chiunque può un cristiano cavandosela con poco. In Turchia per esempio al massimo qualche mese di carcere per un condannato che non è detto poi sia effettivamente l’omicida. Un buffetto per un omicidio. In Europa la situazione viene presa sempre con le pinze in nome di un indefinibile posizione laica. In Italia c’è sempre qualcuno che tenta di giustificare in modo "politicamente corretto" le cause del succedersi di gesti non attribuibili a criminale follia, ma sempre più alla esecuzione di un piano preordinato, e si coglie ogni occasione per attaccare l posizioni di Benedetto XVI. La stessa Chiesa che dopo il Concilio Vaticano II, dichiarando di non avere più alcun nemico, disconosce motivazioni assimilabili alle persecuzioni per motivi religiosi, e quindi, pur continuando ad aumentare a dismisura il numero di martiri cristiani nel mondo, questi non vengono identificati come tali creando le condizioni perchè il fenomeno si perpetui. Nel dibattito, all’infuori di Antonio Socci, che indignato denunciava l’incomprensibile indifferenza, si poteva anche osservare la totale impassibilità di un importante prelato (di cui non ricordo il nome) che con ampi giri di parole pontificava sul drammatico evento sfuggendo di concludere su cause e possibili risvolti. Insomma, oggi la cosa che pare interessare tutti é che la Turchia vuole entrare in Europa, ma senza tagliare corto con un passato ingombrato da troppi fatti di sangue, travagliata dalla presenza di un regime islamista, che all’interno di una parvenza di stato laico continua a perseguitare platealmente i professanti le altre religioni. >>>La cosa più ovvia sarebbe di lasciare la Turchia fupri dell’Europa, ma essendo questo paese troppo vicino per non essere esposti ai rischi di una sua deriva fondamentalista islamica, che mediante cospicui finanziamenti arabi già in corso, vorrebbe frenare dall’interno l’iniziativa europeista turca, voluta più dalla minoranza laica che non dalla effettiva maggioranza del paese, che con il regime di Erdogan è oggi più che mai tesa al recupero del ruolo guida all’interno del mondo islamico, storicamente proprio della Turchia, fin quasi dalle origini alla fine del XIX secolo. >> Allora la domanda è se conviene imbarcare in Europa una Turchia sempre più antidemocratica, islamica e anticristiana che fa passi indietro nelle libertà civili, oppure conviene rifiutare definitivamente il suo ingresso in Europa, con il rischio di rafforzare l’asse del male con il cemento finanziario di una sempre più subdola politica economica di un’Arabia Saudita che fa spudoratamente il doppio gioco, tra il finanziamento del terrorismo di Hamas e l’amicizia con gli americani, mentre l’Iran di Ahmadinejad tira la corda con il mondo occidentale sugli armamenti nucleari . >>> La risposta potrebbe essere se l’Europa è pronta a decidere di combattere seriamente una sempre più verosimile guerra di civiltà e di religione, dalla quale pare ormai impossibile sfuggire se non con la resa senza condizioni del nostro sistema di civiltà occidentale alla barbarie dell’alto medioevo dell’islam integralista. Un saluto, Sd

Grazie per gli interessanti ed utili iterventi! Propongo a chi vuole conoscere un pò la realtà dei cristiani perseguitati nel mondo di dare un'occhita a questo sito: http://www.porteaperteitalia.org/ .Se avete altre informazioni sull'argomento da condividere ve ne ringrazio!