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La risposta per me è semplice... Forse perchè non c'è...
Inviato da: girasolenotturno
il 05/08/2007 alle 18:06
 
 

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MORIRE IN METRO

Post n°137 pubblicato il 28 Aprile 2007 da perg
 
Foto di perg

Dopo ore di agonia, muore la ragazza aggredita nella metropolitana di Roma. Si cercano due donne romene.  

Si è conclusa tragicamente l'aggressione di Vanessa Russo, la ragazza romana di 23 anni ferita giovedì da due donne, una delle quali l'ha colpita all'occhio sinistro con la punta di un ombrello mentre scendeva dalla metropolitana linea B di Roma. La giovane, sottoposta a intervento chirurgico e in un primo momento non in pericolo di vita, non si è ripresa dal coma farmacologico ed è morta al Policlinico Umberto I.

Secondo il racconto fatto agli agenti del commissariato Viminale da alcuni testimoni, la giovane stava per scendere quando una delle due donne, con molta probabilità dell'est d'Europa l'ha aggredita con l'ombrello. Subito le due sono fuggite, allontanandosi all'interno della stazione mentre la vittima è stata soccorsa dal 118 e trasportata in ospedale. Da una prima ricostruzione dell'aggressione, le due hanno infastidito durante il tragitto in metro la ragazza, ma i motivi della lite restano da accertare, se legata al posto a sedere o se ci sia alla base un tentativo di furto ad opera delle due.

Le indagini sono condotte dalla sezione omicidi della squadra mobile di Roma e dagli agenti del commissariato Viminale. Gli investigatori stanno compiendo numerosi accertamenti scientifici e, inoltre, stanno visionando i numerosi filmati delle telecamere installate nella stazione Termini nella speranza che almeno una delle varie apparecchiature abbia ripreso le due donne, facilitandone così l'identificazione.

Ma a cosa serve tanto personale e tanta "sorveglianza" in Metro se non può evitare cose del genere nella stazione più grande d'Europa?

La situazione oltre che scandalosa è drammatica!

 
 
 

Sgozzati per aver stampato Bibbie

Post n°136 pubblicato il 19 Aprile 2007 da perg
 
Foto di perg

Turchia:spari in editrice cristiana

Quattro morti, era stata minacciata dai Lupi grigi

 

(ANSA)- ANKARA, 17 APR -Quattro persone sono morte a Malatya in Turchia in un attacco armato alla casa editrice 'Zirve' accusata di aver stampato la Bibbia. Lo hanno riferito i media turchi. Secondo il corrispondente dell'agenzia Anadolu, c'e' stata nella casa editrice una sparatoria, in seguito alla quale sono rimaste uccise quattro persone. Ci sarebbero anche dei feriti. L'editrice era stata minacciata dai Lupi grigi.

Turchia: cristiani uccisi, 10 fermiPer autorita' turche non esclusa pista Hezbollah (ANSA) - ANKARA, 19 APR - 'E' salito a 10 il numero delle persone fermate come presunte responsabili per il triplice omicidio dei tre cristiani in Turchia.'L'inchiesta in corso non trascura la pista degli Hezbollah', ha dichiarato stamane il governatore di Malatyia Ibrahim Dasoz.Alla pista degli ultrafondamentalisti religiosi porterebbero le modalita' dell'esecuzione, in particolare l'incaprettamento e lo sgozzamento, e le prime dichiarazioni rese dai fermati, alcuni dei quali hanno gia' confessato il crimine.

 

Turchia:Prodi invita a sorveglianzaViolenze non aiutano processo Ue,ma occorre guardare lontano (ANSA) - SEOUL, 19 APR - Un invito ad una maggiore 'sorveglianza' e' stato rivolto da Prodi al governo di Ankara dopo l'attentato che ha ucciso tre persone.L'azione terroristica, che ha colpito ieri in Turchia una casa editrice specializzata nella pubblicazione di bibbie, ha detto Prodi da Seoul, 'certo non aiuta' il cammino verso l'adesione all'Unione europea'. Non bisogna pero', ha aggiunto, lasciarsi influenzare, perche' ci sono 'linee politiche che guardano a orizzonti non a breve termine'.

Io mi chiedo come mai così poco interesse dei media sull'avvenimento?

Non è forse troppo eccessiva la cautela con cui ci si rivolge verso un paese che entra in Euoropa ma in cui continuano ad accadere cose del genere?

Ci siamo abituati a sentire usare il termine "martiri" da chi uccidendosi cerca di provocare più distruzione possibile ma forse in questo caso sarebbe infinitamente più adatto!

 
 
 

Hamas celebra la battaglia di Jenin

Post n°135 pubblicato il 04 Aprile 2007 da perg
 
Foto di perg

facendo sfilare i bambini


Da La STAMPA del 4 aprile 2007:

Hamas ha ricordato ieri a Jenin il quinto anniversario dell’Operazione Scudo condotta dall’esercito israeliano nel campo profughi della città. Bambini con armi giocattoli, militanti della jihad islamica con armi vere sono sfilati per le vie del campo profughi. Più di 50 guerriglieri e 23 soldati israeliani morirono durante l’operazione del 2002. Decine di case vennero rase al suolo dai bulldozer.

-Nel trafiletto i terroristi di Hamas vengono chiamati guerriglieri e non viene spiegato che Jenin era la roccaforte del terrorismo suicida...forse un pò incompleto...?-

 
 
 

Mezzi pubblici

Post n°134 pubblicato il 03 Aprile 2007 da perg
 

La situazione a Roma è ogni giorno più disastrosa!

Mentre si parla già di metro D le uniche due linee metro sistenti sono quotidianamente soggetti a guasti e a misteriosi "problemi tecnici" che i cittadini non possono conoscere(?). Ciò nonostante siano ormai circa due anni che la metro effettua un servizio ridotto per poter effettuare "lavori di ammodernamento" che per ora sembra abbiano introdotto nelle stazioni soltanto dei display mal funzionanti e dei televisori che proiettano continuamente spot pubblicitari (arricchendo le casse dell'atac e molestando le menti già provate dei cittadini).

Senza cosiderare gli scioperi regolari e costanti.

Ma cosa possono fare i cittadini per protestare,per manifestare la situazione scandalosa del trasporto pubblico e del traffico in genere nella capitale?

 
 
 

Post N° 133

Post n°133 pubblicato il 29 Marzo 2007 da perg
Foto di perg

Cosa stà succedendo ?

Il centro si sposta tutto a sinistra ?

Stà rinascendo in Italia il centro( e basta ) ?

La nuova democrazia cristiana ?

Credo sia fuor di dubbio che il governo è sempre più debole ma che scenari ci potrebbero essere per un nuovo governo ?

Ci potrebbe essere un alternativa al bipolarismo ?

 
 
 

Post N° 132

Post n°132 pubblicato il 29 Marzo 2007 da perg
Foto di perg

 
 
 

Follini

Post n°131 pubblicato il 28 Febbraio 2007 da perg

Prodi torna in sella grazie a Follini.

Trattasi di tradimento verso gli elettori o di senso di responsabilità?

Forse "tradimento responsabile"?

 
 
 

Finto PRODI

Post n°130 pubblicato il 28 Febbraio 2007 da perg

A Sanremo arriva anche la satira politica di cattivo gusto e fuori luogo.

Era proprio necessaria?

 
 
 

PRODI

Post n°129 pubblicato il 28 Febbraio 2007 da perg

Ottiene la fiducia al Senato.

Ma ha ancora veramente la fiducia degli italiani?

 
 
 

PRODI

Post n°128 pubblicato il 26 Febbraio 2007 da perg
Foto di perg

Prova a tornare in sella

ma riuscirà a prendere e tenere le briglie della

"neo-maggioranza"  ?

 
 
 

PRODI

Post n°127 pubblicato il 22 Febbraio 2007 da perg
Foto di perg

CADE

Cade il governo sulla politica estera,

ci si aspettava che sarebbe successo prima o poi. . . ed è successo inaspettatamente.

Ed ora?

Rimpasto?

E' la fine della vita politica di Prodi?

Le coalizzioni sarebbero pronte per organizzare o riorganizzare un programma di governo da proporre agli elettori?

Chi potrebbe candidarsi a recuperare le briglie del centrosinistra?

E il centrodestra?

 
 
 

LA FAMIGLIA

Post n°126 pubblicato il 11 Febbraio 2007 da perg
 

E' al centro in questi giorni di numerose e svaraite discussioni...

E' in crisi?

Stà cambiando?

Si stà evolvendo?

Stà regredendo?

Perchè?

Ma che cos'è oggi la famiglia?

 
 
 

Post N° 125

Post n°125 pubblicato il 16 Ottobre 2006 da perg

I francescani a Genova finanziano una moschea dell'Ucoii
gruppo fondamentalista che "predica la distruzione di Israele, esalta i terroristi palestinesi, iracheni e afghani" :

un articolo di Magdi Allam

Dal CORRIERE della SERA del 16 ottobre 2006:

Se vi raccontassi che il Papa avrebbe deciso di far costruire una moschea in Vaticano, restereste attoniti. Se aggiungessi che la moschea verrebbe ceduta a degli islamici radicali che predicano l'odio, mi prendereste per pazzo. Ma se vi riferisco, riportando dalla prima pagina del Secolo XIX,
che a «Genova i frati costruiranno la moschea», e che essa diventerà proprietà dell'Ucoii, chissà perché oggi in Italia il fatto viene esaltato come gesto di autentica carità cristiana e un modello di fratellanza umana.
«A Genova Cornigliano, o meglio a Campi, un minareto sorgerà a pochi metri da un campanile, e i frati che stanno sotto quello stesso campanile metteranno anche i soldi per costruire una vera e propria moschea», scrive il giornalista che non nasconde il suo entusiasmo: «Le braccia dell'incontro svetteranno nel cielo... e lanceranno un messaggio di pace inedito e sbalorditivo (...) Non è una favola, non è una chimera, è la realtà (...) Gli attori di questo film sono assessori comunali, preti, frati e un intraprendente imam». Nell'articolo si spiega che dopo il rifiuto della popolazione di Cornigliano di una moschea che sarebbe sorta nell'edificio di una vecchia fabbrica acquistata per circa 300 mila euro dall'Ucoii (l'Unione delle comunità e organizzazioni islamiche in Italia), «un bel giorno arrivano i frati del Sorriso Francescano, gli unici per capacità finanziarie in grado di avanzare un'ipotesi di "baratto". Si rendono disponibili a rilevare l'immobile di via Coronata 2 (quello di proprietà degli islamici), in cambio cederanno un pezzo di terreno che sorge proprio vicino al loro convento. Di più, prima di cederlo, per arrivare a un sostanziale equilibrio della permuta, costruiranno anche lo scheletro dell'edificio che ospiterà la preghiera dei fedeli di Allah. Perché questo sogno e questo grande esempio di civiltà e di incontro arrivi a reale realizzazione, manca solo la firma di una convenzione scritta».
A questo punto l'amministrazione comunale retta dal sindaco diessino Giuseppe Pericu, dopo essere stata costretta a invocare ragioni di «viabilità» per scongiurare la costruzione di una moschea che ha sollevato dure proteste popolari, si sente sollevata perché la questione si è trasformata in un fatto interno tra un ordine religioso cattolico e l'Ucoii.
Poco importa che la moschea sarà patrimonio del Waqf al Islami (Ente dei Beni islamici dell' Ucoii, che complessivamente ha investito circa 2 milioni di euro per l'acquisto di 13 moschee) e che, pertanto, sarà un bene inalienabile e incedibile. Poco importa che nelle moschee dell'Ucoii è diffusa una versione estremista del Corano, dove si criminalizzano i cristiani, gli ebrei, gli occidentali, le donne e i musulmani che non si sottomettono al loro arbitrio. Poco importa che l'Ucoii è un'organizzazione imparentata con i Fratelli Musulmani, che predica la distruzione di Israele, esalta i terroristi palestinesi, iracheni e afghani, mira a imporre il califfato islamico ovunque nel mondo. Poco importa che l'Ucoii si sia appena resa responsabile del sostanziale fallimento della Consulta per l'islam italiano, facendo prevalere l'oltranzismo ideologico alla moderazione necessaria per coniugare la religione alle leggi, ai valori e alla comune spiritualità degli italiani. Poco importa che il sedicente «imam della comunità islamica» Husein Salah, colui che sta gestendo le trattative per la moschea, sia il luogotenente dell' Ucoii a Genova, millantando un' autorità religiosa che suona come un'eresia nell'islam e una rappresentatività che non ha alcun fondamento democratico. Poco importa che lo stesso Salah abbia assunto dei toni perentori e inaccettabili nei confronti delle stesse autorità comunali totalmente disponibili e accondiscendenti nei suoi confronti: «Il Comune deve garantire un iter accelerato — un anno di tempo al massimo —- per l'approvazione della nuova pratica», ha detto al Secolo XIX, altrimenti «noi non ci stiamo».
Ed è così che a Genova sorgerà la quarta moschea d'Italia con tanto di cupola e minareto («potrebbe essere anche maggiore di tredici metri, dato che intorno all' area dei Cappuccini non ci sono case vicine», ha preannunciato Salah), dopo quelle di Roma, Milano Segrate (anch'essa dell'Ente patrimoniale dell'Ucoii) e Catania. In lista d'attesa c'è la moschea di Colle Val d'Elsa, anch'essa destinata all'Ucoii, con un cospicuo finanziamento di 500 mila euro concesso dalla Fondazione Monte dei Paschi di Siena. Sono le roccaforti dell'islam dei Fratelli Musulmani che, secondo l'auspicio espresso da Ali Abu Shwaima — responsabile della moschea di Segrate — in un'intervista che sarà pubblicata dal settimanale
Tempi, convertirà l'Italia all'islam nell'arco dei prossimi dieci anni. Noi è né da auspicare né da crederci. Ma è bene che lo sappiano i frati cappuccini, gli amministratori comunali di Genova e di Colle Val d'Elsa, l'esercito dei multiculturalisti che hanno fatto del buonismo la loro vera fede. I militanti islamici dell'Ucoii sanno quello che vogliono, hanno i mezzi per farlo e sono alquanto soddisfatti di ciò che realizzano. Ma le intenzioni e l'operato dell'Ucoii non stanno certo bene a tutti gli italiani.

 
 
 

Post N° 124

Post n°124 pubblicato il 20 Agosto 2006 da perg

A Naharia, nell'ospedale bombardato da Hezbollah
la visita che D'Alema non ha fatto





Da LIBERO del 19 agosto 2006:
Angelo Pezzana


Gerusalemme- E’ un vero peccato che il nostro ministro degli esteri Massimo D’Alema sia andato a verificare i danni di guerra solo a Beirut e non abbia fatto altrettanto nel nord di Israele, dove i missili dei suoi amichevoli ospiti libanesi hanno colpito per più di un mese lo Stato ebraico. Se fosse andato a Naharia, la citttà più colpita dopo Kiriat Shmonà, avrebbe potuto rendersi conto di persona come Israele applica il concetto di equivicinanza che lui cita invece, ed applica, in modo del tutto a sproposito. A Naharia c’è l’ospedale Western Galilee (Galil Hamaaravì) – 700 letti- che serve tutta la regione nord con le città di Akko (Acri),Karmiel,Maalot, villaggi e kibbutzim, una regione densamente popolata da arabi. Lo visitiamo accompagnati da Ido, giovane portavoce del ministero della sanità, che ci fa osservare come a sette km. in linea d’aria ci sia il confine libanese. Per questo, pur avendo un servizio di sicurezza di primordine, allo scoppio della guerra, l’ospedale ha trasferito tutti i pazienti e le camere operatorie ( il tutto in mezza giornata) in un reparto sotterraneo di diecimila mq., protetto anche da attacchi chimico-batterici, costruito alla fine degli anni ’90, dopo l’esperienza dei missili Scud lanciati da Saddam Hussein. Saggia decisione. I quattro piani oggi sono vuoti, la spiegazione si trova al piano più alto, dove un missile Katiusha ha sventrato il tetto distruggendo le camere. Sarebbero morti tutti se non fossero scesi per tempo nel sotterraneo. Al Western Galilee, tra medici,infermieri e pazienti, non c’è alcuna differenza tra ebrei,arabi,drusi o cristiani, tutti ricevono lo stesso trattamento, persino quando la situazione può essere molto delicata. Come nel caso di un prigioniero Hezbollah ferito, catturato in Libano, ma l’unica misura presa, più che altro a sua protezione, è stata quella di curarlo in una camera singola. Era ferito molto seriamente alla gola e a una spalla, lui era preoccupato di guarire ed i medici di salvargli la vita. Si stupiva che a curarlo ci fosse anche un medico arabo. Chissà cosa avrà pensato quando si è reso conto che era in Israele. Fra i civili ricoverati incontriamo quelli feriti dalle micidiali biglie di acciaio contenute nelle Katiusha, che esplodendo colpiscono a raggio un numero molto alto di persone. Nell’ospedale c’è anche una “ emergency room”, che accoglie chi arriva sotto shock perchè si è trovato vicino ad una esplosione o per la fortissima ansia subita a causa del suono della sirena. A volte arrivano in gruppo, cercando aiuto l’uno con l’altro, e questo aiuta la terapia anti-schock da parte degli psichiatri, che, tranne casi eccezionali, non ricorrono a medicine, ma, con la terapia di gruppo, rassicurano e tranquillizzano evitando così il ricovero. Certo ci sono dei casi terribili, quindici giorni fa è stata ricoverata una donna che ha visto morire il marito davanti ai suoi occhi colpito in pieno da un missile. Non era soltanto sotto shock, era disperata, abbiamo dovuto assisterla studiando un trattamento particolare. C’è anche un kindergarten per i bambini ricoverati, dove ricevono una particolare assistenza psicologica, perchè i disastri della guerra a quell’età, oltre alle ferite, possono lasciare traumi molto seri da curare. Per questo c’è un dipartimento di cure intensive. Soldati feriti in arrivo, famigliari in ansia per le loro condizioni, un intero universo che si muove in un vasto sotterraneo per seguire chi soffre, per curare, senza guardare in faccia o la carta d’identità. Per questo lo suggeriamo a D’Alema nel caso in cui trovasse di suo interesse occuparsi anche del versante israeliano, guardi cosa succede all’ospedale Galil Hamaaravì e ne tragga profitto. Potrebbe persino accorgersi che l’equivicinanza in Israele è un fatto reale, quotidiano, non chiacchiere.

 
 
 

Post N° 123

Post n°123 pubblicato il 20 Agosto 2006 da perg

CRISTIANI ERITREI RINCHIUSI IN CONTAINER

VI PREGO FIRMATE E SPEDITE IN BUSTA CHIUSA A PORTE APERTE.

BISOGNA RISCRIVERE LA PETIZIONE, FIRMARLA, INDICANDO ANCHE LA LOCALITA', IL CODICE AVVIAMENTO POSTALE E SPEDIRLA IN BUSTA CHIUSA ALL'INDIRIZZO DI PORTE APERTE: PORTE APERTE CASELLA POSTALE 45 37063 ISOLA DELLA SCALA VERONA.
L'ASSOCIAZIONE PORTE APERTE( http://www.porteaperteitalia.org/)CONSEGNERA' TUTTE LE PETIZIONI ALL'AMBASCIATA ERITREA.



Circa 1800 cristiani Eritrei si trovano in prigione a causa della loro fede, benchè la costituzione Eritrea garantisca la libertà di religione. Sono stati rinchiusi in carceri, campi militari e container. Sotto il sole cocente la temperature nei container può salire fino a 60°. I loro crimini sono stati: studiare la Bibbia, pregare insieme nelle case, cantare inni cristiani nelle case.VI LASCIO IMMAGINARE QUANDO I CARCERATI DEVONO FARE I BISOGNI FISIOLOGICI: NELLE BUSTE E IN PIEDI. FANNO A TURNO PER RESPIRARE ARIA DALL'ESTERNO ATTRAVERSO L'UNICA FESSURA POSTA SU UN FIANCO....VENGONO STIPATI DA 12 A 14 CARCERATI IN UN SOLO CONTAINER.

GOVERNO ERITREO VERGOGNATI!!


Gentile Signor Presidente Isaias Afewerki

per quanto tempo ancora i seguaci di Gesù Cristo dovranno soffrire nel suo paese?
ci appelliamo a lei perchè faccia rispettare la libertà religiosa nel suo paese
la preghiamo apra le porte e liberi 1800 prigionieri cristiani
SI! FACCIO APPELLO AFFINCHE' I CRISTIANI IN ERITREA SIANO RILASCIATI

 
 
 

Post N° 122

Post n°122 pubblicato il 18 Agosto 2006 da perg

La Stampa

D'Alema "antisemita per scherzo"
rivelazioni in un'intervista a Gad Lerner



ROMA
Lerner, lei è un ebreo nato a Beirut ed è un giornalista di sinistra. Che pensa di D’Alema a braccetto col deputato di Hezbollah?
«Mi è dispiaciuto sul piano personale, e doppiamente. Perché conosco e stimo D’Alema da anni e perché ho considerato del tutto impropria l’opposizione dalla comunità ebraica all’ipotesi di D’Alema agli Esteri».
Pentito?
«Mi è sembrato di vedere in azione un Andreotti dilettante. D’Alema è stato impacchettato da Hezbollah anche a sua insaputa, ma se dico “Andreotti dilettante” intendo che Giulio, nella sua visione della politica, incontrava il diavolo, se necessario. Ma di notte, e passando dall’ingresso secondario».
Qualcuno ora dubita dell’equidistanza di D’Alema.
«Con lui ne ho discusso spesso, anche in incontri pubblici. E’ convinto che la nostra politica estera non possa avere collocazione che nel solco di Andreotti, che implica un rapporto privilegiato col mondo arabo. Ma dubito che la riproposizione dell’andreottismo, in una realtà mediterranea completamente mutata, sia efficace per restituire all’Italia un ruolo di mediazione. Che ci viene chiesto con forza anche dal governo israeliano. E che, messo in soffitta l’andreottismo, è un ruolo corrispondente ai nostri interessi».
Dilettantismo, ingenuità. Non c’è altro in D’Alema?
«Dietro c’è anche una sofferenza aperta e di lungo periodo tra D’Alema e Israele e tra D’Alema e il mondo ebraico. E qui manifesta i suoi danni».
Che cosa intende con «sofferenza»?
«E’ un terreno delicato. Dobbiamo misurare le parole. Possiamo dire che D’Alema è un antisemita per scherzo».
Che vuol dire?
«Ricordo numerosi colloqui fra me e lui. Aveva un’inclinazione a esordire dicendo quello che non andava negli ebrei, magari riferendosi alla sua esperienza personale: il padre della prima moglie era un rabbino. Non ne parlerei se non lo avesse ricordato di recente lui stesso».
E che cosa diceva?
«Mi spiegava che cosa non andava negli ebrei, con tono scherzoso, paradossale ma compiaciuto, con quel gusto nel mettere in difficoltà l’interlocutore. Aveva un accento di incomprensione e distanza, sprezzante, che non lo aiuta a cancellare la caricatura che si fa di lui nel suo rapporto con gli ebrei. Al punto da farmi pensare che quella caricatura non gli dispiaccia».
Certi sentimenti nella sinistra italiana non la mettono a disagio?
«No. Non riconosco a D’Alema la titolarità del pensiero della sinistra italiana sulla questione ebraica. Nel Pci c’era Umberto Terracini. Il fratello di Emilio Sereni è morto combattendo nella guerra d’indipendenza d’Israele. Non riconosco a D’Alema la titolarità che riconosco a Vittorio Foa, e so che ci sono eredi di questa sensibilità».
Ci sono però antisionisti dichiarati, a sinistra.
«Cito con insistenza l’andreottismo perché non è una questione di sinistra. Certo, esiste un antisemitismo di sinistra in tutto il mondo e quindi anche in Italia. Ci sono aperte ostilità, penso a Diliberto, che però accentua i suoi slogan urticanti in competizione con il Bertinotti che va al Congresso degli ebrei d’Italia. Piccolezze tattiche. C’è un antisemitismo diffuso, le bandiere bruciate, l’esaltazione dei kamikaze. Ma non è di D’Alema».
Furio Colombo, sull’Unità, ha denunciato l’antisemitismo della Rai.
«Non credo che il giornalismo italiano sia diverso da quello inglese, tedesco o francese. Riflette anche passivamente la sconfitta mediatica di Israele. Quando prevedi di distruggere per via aerea le postazioni missilistiche metti nel conto la morte dei civili. E’ inevitabile».
Ci sono direttori che non riescono a far capire che la capitale di Israele è Gerusalemme, e non Tel Aviv...
«Non drammatizziamo, è la solita storia. Grazie alla lottizzazione sappiamo chi c’è in Rai, ed escono gli stereotipi cattolici, di sinistra. C’è ignoranza e pregiudizio a negare l’ebraicità di Gerusalemme. Alcuni giornalisti non lo ammettono ma credono che nella cupola del giornalismo italiano ci sia una lobby ebraica dei direttori che reagisce processando i colleghi».
Quanto le dispiace che le cose non cambino mai?
«Cambiano, invece, e in peggio. Lo dimostra il fatto che mi intervistano sempre più spesso, in quanto ebreo, a parlare di antisemitismo».

 
 
 

Post N° 121

Post n°121 pubblicato il 18 Agosto 2006 da perg

Da LIBERO del 18 agosto 2006:

La sinistra italiana non capisce che cos'è Hezbollah
intervista a Fiamma Nirenstein

ROMA
«Si fa troppa confusione su cosa sia veramente Hezbollah, ossia un gruppo terroristico» che «per primo ha usato la tecnica degli attacchi-kamikaze in Libano». Invece viene considerato «come un partito politico con cui trattare». Questo equivoco «è dannoso, per l'Italia», «corrompe» il suo senso morale. Non solo. Nel nostro Paese riappare lo spettro «dell'antisemitismo», che vede in Israele lo Stato «vendicativo, crudele, capitalista, militarista e imperialista» occupato a sparare su vittime innocenti, a schiacciare in primis i palestinesi, e adesso gli inermi libanesi. Così Fiamma Nirestein, nota scrittrice ed editorialista della Stampa da Gerusalemme, commenta dichiarazioni e posizione di alcuni esponenti della maggioranza e del governo rispetto alla guerra in Libano. Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, sostiene che disarmare le milizie di Hezbollah «sarebbe una pura pazzia». «Tutto questo "pasticciare" su Hezbollah, concettualmente e storicamente, alla fine risulta dannoso proprio per il popolo italiano. Perché insinua l'idea che sia legittimo considerare un partito politico invece che un gruppo terrorista un'organizzazione che, fin dall'83, ha usato il terrorismo suicida come metodo di lotta. Anzi lo ha di fatto inventato». Può ricordare gli episodi a cui si riferisce? «Proprio in Libano il 18 aprile 1983 un attacco suicida con un'autobomba uccise 17 americani nell'ambasciata Usa di Beirut. Qualche mese dopo, sempre a Beirut, il 23 ottobre, un secondo attacco suicida di estremisti sciiti fece saltare le installazioni militari Usa e francesi a Beirut. Morirono 241 marines e 58 parà francesi». E allora, questo giudizio così drastico da parte di una certa sinistra, come si giustifica? «Come può essere giustificato? L'uso del terrorismo contro i civili, l'aggressione di un altro Paese in tempo di pace... Tutto questo, già di per se', dovrebbe far capire da che parte stare. Il fatto che Hezbollah poi faccia parte di un popolo o che abbia dei rappresentanti in un Parlamento è un'evenienza storica senz'altro rilevante, ma che non può dettare alcun giudizio morale». E il rifiuto di Hezbollah di farsi disarmare, ritenuto giusto da molti? «Il fatto che siano armati e che questo sia giudicato irrilevante intanto significa disconoscere la risoluzione 1559 dell'Onu e quella odierna che invece dichiarano che gli Hezbollah devono essere disarmati. Quindi non è assurdo, come pensa Diliberto, volerli disarmare, ma al contrario è assurdo, contrario alla legalità internazionale, pensare che possano restare armati». Mentre il ministro degli Esteri Massimo D'Alema è andato a braccetto con un esponente di Hezbollah... «Questa immagine rappresenta per gli Hezbollah una vittoria grandissima, sul piano propagandistico. Comunica al mondo islamico non una volontà di cooperazione, come invece magari poteva credere D'Alema, ma al contrario comunica al Medio Oriente l'idea che un rappresen tante del mondo occidentale è stato "giocato"». D'Alema, insomma, sarebbe caduto in un "trabocchetto" propagandistico? «Illudendosi di aiutare l'integrazione degli Hezbollah, in realtà ne irrobustisce l'immagine. Proprio lui che si è lamentato del fatto che gli Hezbollah, a causa del l'attacco militare di Israele, sarebbero diventati più popolari presso il mondo arabo. Anche D'Alema, con quel suo gesto, ha contribuito a renderli più popolari». In Israele ora la guerra in Libano come viene giudicata dall'opinione pubblica? Un fallimento? Una vittoria? «È impressionante - ed è una caratteristica propria delle democrazie, in particolare della vivissima, vibrante e anche un poco autofustigante democrazia israeliana - assistere alle "convulsioni postbelliche". Le perdite umane sono profondamente criticate; la popolazione inerme ha molto sofferto (e in Italia non si è testimoniato abbastanza questa sofferenza), molta gente che ha perso tutto non ha neppure visto dei risultati perché gli Hezbollah non sono stati battuti. Il governo viene bersagliato da critiche molto pe santi. E questo continuerà a lungo». Ci saranno ripercussioni politiche? «Credo di sì. È stata istituita una commissione di indagine sull'esercito e sulle decisioni prese. A giudicare dallo scontro politico durissimo in atto, non si concluderà in modo indolore». Perché tanta diffidenza, per non dire ostilità, intorno a Israele?

 
 
 

Post N° 120

Post n°120 pubblicato il 16 Agosto 2006 da perg

Da informazionecorretta.it

A Teheran in mostra 1200 vignette sull'Olocausto
il mondo saprà reagire?


Il Corriere della Sera on line pubblica una serie di fotografie della mostra che a Teheran espone alcune delle 1.200 vignette provenienti da 60 (sessanta!) paesi dedicate al tema proposto, l’Olocausto. Forse qualcuno ricorderà che il regime iraniano aveva bandito un concorso mondiale che aveva lo scopo di negare o denigrare, attraverso vignette satiriche, la Shoah. Ideato dopo la tragica vicenda delle vignette contro Maometto, la cui pubblicazione aveva provocato insurrezioni popolari, incendi ed uccisioni in molti paesi islamici, questo concorso doveva costituire la risposta ideologica a quella offesa.
Il mondo ebraico dà a questa provocazione gratuita una risposta pacata e riflessiva, indignata ma non violenta. Come risponderà il mondo non ebraico? Anzi, formuliamo meglio la domanda: risponderà? Un quotidiano della cristiana Danimarca offende Maometto, e la reazione colpisce gli ebrei. Interessa a qualcuno? Vale la pena di commentare questo fatto? O la solita risposta sarà sui due livelli paralleli: “Ma quanto si lamentano sempre, questi ebrei!” e “Sì, ma in fondo anche Israele…”?

Non vogliamo di certo confondere le legittime critiche alla politica dei governi israeliani con l’antisemitismo, anche se salta sempre fuori qualcuno che usa questo argomento per trasformare in legittima critica qualcosa che non lo è di certo. E neppure gli ebrei vogliono atteggiarsi a eterne vittime dell’umana ingiustizia. E men che meno consideriamo la Shoah come il punto centrale della storia del popolo ebraico, che da Mosè ad Einstein ha dato al mondo conquiste di civiltà e di cultura incancellabili ed innegabili: la Shoah in un tale contesto è stata la tragedia collettiva dell’Occidente, dell’Europa, e – perché negarlo – del Cristianesimo. Ma è un fatto che nell’Islam (e non solo) esiste oramai un meccanismo mentale per il quale ebrei e Shoah si collegano strettamente ad Israele, stravolgendo trasversalmente ogni riferimento storico e politico per piegarlo a questa esigenza.

 
 
 

Post N° 119

Post n°119 pubblicato il 15 Agosto 2006 da perg
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Post N° 118

Post n°118 pubblicato il 15 Agosto 2006 da perg
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TERRORISMO NAZISTA?

 
 
 

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