Permanent Flebo

Ceci n'est pas un blog.


Apprezzo le critiche positive fatte circa questo blog.Tuttavia, questo non è un blog.Leggete questa affermazione come vi pare, alla stregua: di Punk is not dead, Hip Hop don't stop o I wanna be your dog, se vi garba.Mi duole pensare che ogni giorno qualcuno utilizza lo strumento del blog come mezzo di amenità e storpiature grammaticali.Mi rende felice sapere che, finalmente, il blog mi da l'opportunità di aumentare il mio isolazionismo.Musicale, s'intende.Isolazionismo che da sempre mi porta a comprendere la musica come un fenomeno soggettivo, usufruibile necessariamente in solitudine, aldilà degli schiamazzi quotidiani.Sono, mio malgrado, figlio della cultura del novecento.Che mi piaccia o no, sono figlio del supporto sonoro. Del vinile, del nastro magnetico, del disco compatto e, oggi più che mai, dell'emmepitre.E parafrasando Marco Peroni, si può dire che questi supporti sonori hanno ridimensionato la nostra sfera soggettiva ed individuale.Il disco crea isolazionismo. Il disco crea musica solo nell'orecchio di chi l'ascolta.Non è qualcosa di ovvio, perchè per la prima volta il supporto sonoro diventa una delle matrici indissolubili della vita soggettiva e privata. Una bellissima citazione da una frase del critico Frank Miller recita così:<<Fuggivo da scuola per rifugiarmi nel santuario della mia stanza, dove scegliendo il singolo potevo evocare un mondo: il rock 'n' roll per me era questo.>>E ancora, Evan Eisenberg:<<Ascoltando un disco ci espandiamo nello spazio, diventiamo un mondo intero conchiuso in se stesso.>> "Un mondo conchiuso in se stesso". E' una frase di una immediatezza sconcertante; ed è quello che accade ogni qualvolta un lp frigge sul piatto o il cd scorre col laser: un mondo si crea sempre, ma grazie a NOI il risultato è continuamente diverso.