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Post N° 11

Post n°11 pubblicato il 07 Marzo 2006 da pgg1969
Foto di pgg1969

Terminata la cena, Mara avrebbe desiderato  trattenersi ancora un po’ per godersi quella  sera di fine estate, ma era troppo stanca e allora decise di tornarsene in camera.
Si tolse l’abito, indosso una maglietta e si infilò nel letto. Dopo qualche minuto si addormentò tranquilla.
Nel frattempo Margherita stava dando le ultime istruzioni alla cuoca per il pranzo del giorno dopo, quando, ad un tratto, squillò il telefono nella hall. La donna  uscì dalla cucina e andò a rispondere. “Pensione Belvedere, buonasera”. Riconobbe la voce dall’altra parte e con tono seccato aggiunse: “Quante volte ti ho detto di non chiamare qui, lo sai, potrebbe rispondere mio figlio o il portiere. Cosa vuoi a quest’ora?. No, stasera no, e poi ti  ho detto già che qui non è possibile, c’è Andrea e non voglio che sappia. E’ inutile che mi ricordi quanto ti devo essere riconoscente. Guarda ora non è proprio il caso. Domani pomeriggio dovrò recarmi in città dal commercialista. Va bene possiamo vederci al solito posto, al casolare. Ora però devo andare, qualcuno potrebbe sentirci”
Margherita terminò lì quella conversazione. Si ricompose per non lasciare trasparire nulla e tornò in cucina. Andrea nel frattempo stava apparecchiando i tavoli per la colazione del mattino seguente. Quando vide entrare nella sala la madre, la chiamò sorridendole come faceva sempre e l’abbracciò. “Allora su dimmi”, esclamò il ragazzo, “chi è questa ragazza che è arrivata nel pomeriggio?” Margherita passò la mano tra i capelli del figlio e si rivolse a lui con tono pacato. “E’ la nuova maestra del paese. E’ arrivata oggi da Roma per sostituire l’altra insegnante, la poverina che ha avuto l’incidente. Piuttosto, tu, furbetto, non le avrai già messo gli occhi addosso? E’ bella vero?” Il ragazzo arrossì. “Comunque sappi che è più grande di te, ha trenta anni la maestrina. Andrea, Andrea, come vorrei vederti felice. Un giorno riuscirai a dimenticare quella lì che ti ha fatto soffrire, povero amore mio!” “Ma dai mamma”, esclamò il ragazzo, “lo sai che non voglio parlarne più”. “Ma tu, Andrea, ci pensi ancora non è vero?” Il ragazzo abbassò lo sguardo trattenendo a stento le lacrime. L’aveva sognata ancora quel pomeriggio. Chiudendo gli occhi era ancora in grado di sentire nell’aria il profumo di colei che era stata la ragione della sua vita. La ferita era ancora aperta. No, non era ancora riuscito a dimenticarla. Anzi, continuava a desiderarla e più la immaginava accanto a sé, tra le sue braccia, più soffriva. Andrea si passò la mano sul viso per asciugarsi le lacrime. Diede un ultimo bacio alla madre, la salutò e si ritirò nella sua stanza.
Margherita rimase da sola con i suoi pensieri. L’amore per il figlio, per il quale aveva lottato con tutta se stessa, nonostante l’opposizione dei genitori che avrebbero voluto costringerla ad abortire per nascondere a tutto il mondo lo scandalo e poi, quella telefonata giunta pochi minuti prima. Di una cosa era certa, era stanca di subire ricatti e pressioni, ma se accettava tutto questo era per il bene di Andrea, Solamente per lui sopportava ancora quelle umiliazioni. Il futuro del ragazzo le stava a cuore più di ogni altra cosa. Per lui avrebbe attraversato anche le fiamme dell’inferno. Con questi pensieri nel cuore Margherita si accese un’ultima sigaretta prima di chiudere la porta della pensione per la notte.

 
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