INVENTA UNA STORIA
un po' libro, un po' gioco di ruolo, un po' soap opera, un po'...Ciao raga vorrei scrivere insieme a voi una storia fantasy....buona come idea!?!!!Ho pensat gia al protagonista ma di tutto il resto ho bisogno di voi e della vostra fantasia!!!iniziamo allora!!:
Albert guardò in su e vide un incantevole cielo stellato,forse l’ultimo che vedeva a Makratar. L’ultimo che poteva osservare sdraiato in quel bellissimo tappeto d’erba,dove ogni sera andava per cercare un po’ di solitudine,di riflettere e di perdersi davanti alla meraviglia di quel paesaggio.
Da lì infatti si poteva osservare un mare immenso e trasparente spezzato da un cielo spesso coperto da una nebbia che rendeva quella terra così misteriosa ma anche affascinante.
Ad Albert piaceva la sua terra,lo rendeva sicuro.Ma desiderava nella sua vita qualcosa di nuovo,di diverso,pieno d’avventure ed emozioni nuove.Aveva sentito parlare dei famosi e leggendari Cavalieri,Uomini valorosi che cavalcavano splendidi e maestosi draghi con colori accesi e possenti. Si,lui voleva essere come loro,uno di loro.Inoltre lui era bravo con la spada,da quando era piccolo simulava battaglie con i suoi amici ed ogni volta vinceva lui. Scherzavano,certo,ma a lui piaceva.Appena prendeva in mano quella spada nessuno più lo fermava,diventava un altro,i suoi occhi s’illuminavano ed avere in mano quella stecca di legno lo faceva sentire possente.
Si ricorda ancora la prima volta che prese in mano la sua arma….l’aveva creata con molta cura. Non faceva altro che pensare a finirla e appena ciò accadde Albert incominciò a correre e a gridare di gioia più che mai. E’ cosi che da quel giorno non faceva altro che duellare con i suoi migliori amici:Noal e Thomer. S’impegnava molto,i primi giorni tornava a casa pieno di sbucciature e graffi e si doveva subire le prediche che sua madre li faceva
“Devi smetterla di giocare con quella specie di arma. è pericolosa.Guarda come ti sei combinato!Se continui così dovrò metterti in punizione!Chi li sentirà,poi,i genitori dei tuoi compagni?”
“ma mamma,a me piace combattere,da grande voglio diventare un guerriero così ti potrò proteggere da Growad,e io potrò così combattere per qualcuno e salvare in mio paese.”
“D’accordo caro,ma se sento una sola lamentela degli altri abitanti ti toglierò quell’arnese siamo chiari?”
“Come vuoi mamma,ma tanto lo sai che quel giorno non arriverà mai”
E dire che dopo ancora 10 anni Growad è ancora sul trono approfittandosi della gente povera e a sottometterla a suo piacimento.
Egli era salito al trono grazie al matrimonio con Loanda,figlia del re Majop che fu ucciso secondo alcune voci dallo stesso Growad.Da quel giorno egli non fece altro che perseguire coloro che non si sottomettevano a lui e ad ucciderli senza pietà.Nessuno però in questi anni era riuscito a toglierli il trono e abbattere il suo potere definitivamente.Ma Albert era uno di quelli che desiderava ardentemente di ucciderlo e che un giorno avrebbe portato la pace nel Mondo Terreste.
Ed era così diventato un ragazzino di 17 anni,un tipo minuto con capelli di un nero cenere che erano scombinati dal vento e si muovevano portando morbidi riccioli sul viso e che non facevano altro che accentuare il verde cristallino dei suoi occhi,occhi sinceri e determinati in qualsiasi occasione.
Era quello,l’ultimo giorno che sarebbe rimasto lì,nell’unico posto dove riusciva a rimanere in silenzio e sentire il rumore degli alberi che si muovevano insieme al vento,come se volessero parlare, chiedessero aiuto e che sperano che tu in quel silenzio riesci a sentire la loro voce e a capirli,o sentire il rumore delle foglie che sono sparse per terra,perché ormai giunto l’autunno e non sono riuscire a rimanere attaccate alla loro casa e che il vento l’abbia così separate dal loro albero e fatte cadere per sempre.
La mattina seguente sarebbe partito per svolgere l’esame per entrare nell’accademia,dove avrebbe imparato le arti del mestiere e che quando sarebbe uscito sarebbe diventato un vero uomo pronto a tutto.
“che bella la luna stasera,non è vero?”disse Ranel cogliendo Albert di sorpresa.
“si. È bella. Chissà se anche a Gremal sarà così.”
“ti vedo molto pensieroso…sei sicuro di voler partire?”
“Certo…è stato sempre il mio sogno.Ma proprio che ora che si realizza non sono più sicuro. è come se ci fosse qualcosa che non vuole che io abbandoni questa terra.”
“ti capisco fratello,ma non ti preoccupare…sono sicura che ce la farai e che quando tornerai sarai un buon cavaliere forte e che porterà pace Nel mondo Terreno.”
“Lo spero proprio…mi mancherai Ranel”
“anche a me fratellino,ricorda non sarai mai solo con te ci sono io e il Buon dio Golp.
Così dicendo,la ragazza si alzò guardando fissa quel viso triste ma altrettanto deciso e vivo lasciando il ragazzo immerso dal buio illuminato da profonde e immense stelle lucenti.
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MARIO E SARA
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Secondo alcune stime, sarebbero stati uccisi oltre 20.000 persone, per lo più ex compagni d'armi che si rifiutavano di obbedire e che si conservavano, al contrario del CHE, democratici e non violenti. In un -campo di concentramento- sulla penisola di GUANAHA, dove trovano la morte oltre 50.000 persone colpevoli soltanto di non condividere i suoi ideali di PACE E FRATELLANZA!!
Ma non sarà il solo campo, altri ne sorgono come a Santiago di Las Vegas dove c'è il campo Arco Iris, nel sud'est dell'isola sorge il campo Nueva Vida, nella zona di Palos si istituisce il campo Capitolo, quest'ultimo è un campo speciale per bambini sotto i 10 anni!
Se una persona si è resa colpevole di reato a sfondo politico viene arrestata insieme a tutta la famiglia.
La maggior parte degli internati viene lasciata con indosso le sole mutande, le celle non sono mai pulite, si lasciano a marcire per anni nei propri escrementi in attesa di fucilazione o torture indicibili. Elogia l'odio per le proprietà e per lo -sporco- denaro ma sceglie di abitare in una grande e lussuosa casa colonica in un quartiere residenziale a l'AVANA. Impone la povertà forzata alla popolazione mentre lui vive nel lusso più abominevole in cui si possa trovare un COMUNISTA.
Click. Fine del documentario. Mi sveglio.
Erano i primi anni Sessanta, il Che era ministro dell'Industria di Castro e governatore del Banco Nacional di Cuba. Decise di far sorgere a due passi dalla spiaggia di VAradero, a Matanzas, una fabbrica di fertilizzanti. A installare l'impianto fu chiamata una ditta italiana: il suo rappresentante era un imprenditore milanese, Stefano Campitelli, che diventò amico e consulente di Guevara e gli procurava le erbe per curare l'asma e il parmigiano, di cui il Che era ghiotto. Tra la ditta italiana e il Che si intromette però un gruppo di comunisti italiani, che si occupa di garantire il governo castrista dai capitalisti italiani e di fornire tecnici affidabili per compiere l'impresa. Questa società pretende che le sia pagata una doppia mediazione pari al 10% dal governo di Fidel Castro e dall'azienda italiana. Il Che, ingenuamente, firma cambiali e le paga prima che i lavori siano finiti. Ma dopo aver incassato i dollari, la società italiana lascia incompiuta l'impresa e sparisce. Guevara manda allora un suo vice in Italia che va a bussare a varie porte, compresa la sede del Pci alle Botteghe Oscure. Ma non riesce a riavere né i soldi né il completamento dei lavori, che vengono affidati ad un'impresa statale della Germania est. E così il mitico Che e Fidel CAstro furono truffati per un milione di dollari da un gruppo di compagni italiani che magari in casa hanno ancora il poster con la faccia del guerrigliero o la maglietta regalata alla figlia per il compleanno. La cosa migliore che possa accadere ad un rivoluzionario è morire giovane, in battaglia, prima che la sua rivoluzione si realizzi, per restare caro agli uomini e agli dei. Da vinti si riesce meglio in fotografia per i posteri. E da morti diventano divertenti persino i Festival dell'Unità e di Liberazione.
Ecco, questa è una storia vera.
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Le giornate trascorrono tranquille e nell'aria, inutile negarlo,si sente quel bell'odore di primavera inoltrata. Ormai siamo a maggio ..gli alberi son pieni di foglie tenere di un bel verde chiaro ... Vanda ama traversare il vialone di tigli che porta al cimitero e come dice lei, in questo periodo il viale è il posto perfetto per ritrovarsi con se stessi; quando poi arriva il momento in cui sbocciano i fiori, inondando l'aria di quel profumo intenso, è impagabile! Scende dalla sua bicicletta, che ha visto senza ombra di dubbio, tempi assai migliori, la adagia dietro alla panchina dove si siede lentamente abbandonandosi ai suoi pensieri.
Così assorta da non accorgersi che da qualche minuto c'è chi la fissa intensamente con fare divertito...
"Mi scusi signora se la disturbo ..ma sa... passavo di qua.. l'ho vista e..."
"Antea?!!! ma che sopresa bellissima!!!! se c'è una persona che in questo momento vedo volentieri sei proprio tu"
"Io ?? e come mai?"
"Non c'è un motivo ... ma come ti ho già detto... a pelle mi piaci .. mi piacciono i momenti che passiamo insieme... mi piace il tuo fare discreto .. i tuoi silenzi.. insomma mi piaci e ti confesso che se fossi uomo ti avrei già sedotta e portata nel mio talamo ehehehe
peccato che per quanto riguarda i gusti in materia preferisco solo i maschietti... ehhh che vita grama! e Vanda scoppia in una risata contagiosa ed così che Matt trova le due donne.. sedute su quella panchina del viale adiacente al cimitero.. ridenti quasi alle lacrime!
"Ma cosa avrete mai da ridere voi due?"
"Tesoro sapessi.... cose comunque che le tue orecchie di bimbo non possono sentire" e così dicendo Vanda strizza l'occhio ad Antea che sorniona annuisce.
"Bhè allora continuate pure con le vostre cose da persone grandi ..io ho di meglio da fare..per esempio andare ad aprire il locale..visto che sua maestà è in tutt'altre faccende affaccendata...."
"ok bimbo fra poco ti raggiungo .. il giro poi?! lo fai tu o vado io?"
"Mamma io vorrei portarmi avanti con la tesi....ma no dai vado io ... ci penserò stasera ..tanto non esco!"
"Bene, allora il tempo di mettere in moto la spider e arrivo!"
"Antea tu che fai?"
"Ma in verità stavo girando senza una meta precisa..il tempo è bello, non ci sono pericoli imminenti di temporali... se non ti spiace continuo a pedalare ancora un pò... mi ero fermata solo perchè ti ho scorta e volevo salutarti!
"Che cara sei ..ok allora buona pedalata e.. dai quando torni se ne hai voglia fermati al Kuranda ... una cenetta leggera leggera .. un caffè ..una chiacchierata.... sempre se ti va.. ovvio!!"
"Sì dai Antea fermati ..."
"Matt!! ma non devi andare ad aprire?"
"Uff volevo salutare Antea ma tu non smetti mai di parlare..."
"E tu invece sei un carciofo !! ecco cosa sei!!! sei mio figlio ma a volte ti ..... non so che ti farei!!!!"
"Antea non cedere alle lusinghe di questo essere ..potresti pentirtene ... te lo dice il sangue del suo sangue eheheh.. ciao bella a più tardi!"
"Vanda ciao a te e... accetto l'invito .... e senza offesa...Matt ha ragione!!! non lasci mai il tempo di rispondere !!!!"
"Vatti a fidare delle amiche ad ogni modo son così solo quando sto bene e con voi sto davvero bene!
Sale sulla bici sgangherata direzione Kuranda.. pausa terminata ...si riprende il lavoro!
Matt esce per il giro dei fornitori e Vanda rimane nel suo locale in attesa che arrivino le 18 ora in cui alcuni impiegati della ditta di fronte si ritrovano per un aperitivo....intanto la donna pulisce con cura tavolini sedie e pavimenti in compagnia della sua musica preferita ... quella italiana... e canticchia fra se ... a un certo punto si ferma ...smette di canticchiare .... sedendosi un attimo e ripetendo nella mente una parte del testo della canzone che stava ascoltando..."sei tu quella ragione di più,
mi hai chiesto talmente tanto.
Io, non ho più niente per te,
e ti amo , tu non sai quanto
amo da morire anche il tuo silenzio
che non mi lascia andare via..." assorta nel suo mondo viene distratta dal campanello della porta che avvisa che qualcuno sta per entrare...
"Oh Andrea... ciao caro come butta?"
"Vanda butta che se regge bene il tempo, domenica si potrebbe andare al fiume a fare un bel pic nic"
"Ma dai?? questa sì che è un ideona .... solo che ora Matt non c'è... tornerà verso sera "
"Non importa diglielo tu ...tanto l'invito è allargato a un pò di gente ... Mara, Antea.. pensa che sono riuscito a convincere mia madre e quindi Vanda devi venire pure tu..."
"Oh cavolo un pic nic?" per un secondo si fanno largo con forza certi ricordi... risate spensierate .... abbracci teneri...baci pieni di passione... mani intrecciate.... che Vanda scaccia via con un battito di ciglia.
"Bene Andrea riferisco a Matt e ad Antea tanto stasera si ferma qui da noi a cena.. anzi se il lavoro ve lo permette tu e Margherita potreste unirvi più tardi pèr un caffè.... ahhh dillo anche a Mara se ha voglia .. "
" ok ... allora più tardi ci saremo ... ciao Vanda buon lavoro!!"
"Ciao .. a poi!! " e poi il suo sguardo si posa sull'orologio ...Accidenti son quasi le 6... fra poco arrivano quelli della ditta Corona .. meglio mettersi di buona lena !
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Antea era incuriosita da Mara. Non sapeva spiegarsi il motivo, ma era così. Guardava, con discrezione, i lineamenti del suo viso, il taglio dei suoi occhi. Ecco, gli occhi, pensava. Ha degli occhi che parlano da soli e parlano di solitudine e di sorrisi, un misto fatto di gioia e di paure. Si chiedeva del perché di questo suo pensiero. In fondo, non la conosceva per niente, le era stata appena presentata, eppure aveva voglia di capire, di scrutare i suoi occhi. La natura umana è sempre stata la sua curiosità principale. Avrebbe voluto scrutare in ognuno viso, ogni natura, per meglio capire cosa si celava dietro i loro sorrisi, i loro occhi, per capire e basta. Mara la incuriosiva tanto per via degli occhi, di quella miscela che si nascondeva proprio in loro.
Vanda sembrava più facile da capire: era sorridente, era allegra, ma poteva essere una maschera. Non una maschera per nascondere ma una maschera per non svelarsi del tutto. C’era una bella differenza, pensava Antea. Una maschera leggera che non permetteva agli altri di andare oltre. Almeno, evitava a chi non aveva voglia di scrutare di non farlo. Si poteva fermare al sorriso e agli occhi che sembravano sempre sorridere. Antea si chiedeva come poteva essere realmente, dentro di sé, Vanda.
Mara sembrava più immediata, si intuiva che aveva sofferto e che forse stava ancora soffrendo, ma provava a nasconderlo, forse per meglio superare quel momento. Basta, si disse Antea, devo smettere di volere sempre sapere cosa prova esattamente le persone. Basta, si ripeteva Antea, mi devo limitare a quello che vedo, non volere sempre andare oltre. Non è giusto nemmeno per gli altri.
Andrea parlava, sorrideva e parlava. Parlava con Matt, parlava con Mara e con Antea. Sembrava spensierato o, semplicemente, felice di stare lì, in quel locale e con loro. Matt rispondeva alle domande di Andrea, a quelle di Mara, la quale ne faceva poche, forse per timidezza o per non essere scortese.
Vanda era uscita con la scusa di commissioni da fare. Eppure quella frase, lasciata lì come sospesa, si poteva interpretare in tanti modi. Antea ci stava pensando e, incrociando lo sguardo di Mara, le venne in mente che anche lei avesse lo stesso pensiero. Ognuna girò lo sguardo altrove come colte in un momento di colpevolezza. Torneranno ad interessarsi alla conversazione tra i due ragazzi.
Matt chiese a Mara come mai era arrivata in quel luogo sperduto e quasi dimenticato dagli uomini. Mara spiegò della scuola e del suo trasferimento. Matt rimasse stupito dalla passione che traspariva dalle parole di Mara per la sua professione. E’ sicuramente un’eccellente insegnante, deve essere bello studiare con lei, pensò Matt. Andrea spiegò che Mara era ospite presso la pensione della madre, che si erano conosciuti proprio lì, nell’atrio della pensione e che era davvero felice che lei fosse lì, con lui, con loro, si sbrigò a correggere. Quella correzione non sfuggì ad Antea e nemmeno agli altri. Mara abbassò gli occhi, Antea le sorrise, era sicura che il sorriso le fosse arrivato nonostante gli occhi abbassati. Si sentiva solidale con Mara, forse per via del suo trasferimento, si chiese se fosse un trasferimento o una fuga. Chissà, continuò a pensare Mara.
Fuori scorreva la solita vita, i pochi rumori arrivavano come attutiti dai vetri, sembrava che il mondo si fosse racchiuso in quel locale e tutto quello che avveniva fuori non contava.
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Inviato da: ambrosiadossi88
il 25/08/2016 alle 01:25
Inviato da: lottergs
il 25/03/2009 alle 04:56
Inviato da: toorresa
il 24/03/2009 alle 20:27
Inviato da: toorresa
il 24/03/2009 alle 20:25
Inviato da: toorresa
il 24/03/2009 alle 20:18