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Gigioneggiando tra i testi

Post n°35 pubblicato il 27 Settembre 2005 da phiIalethes

Tratto direttamente dal buon vecchio Oscar dell'immagine



Anima e corpo, corpo e anima: che mistero!

Vi è dell'animale nell'anima, ed il corpo ha i suoi istinti di spiritualità.
I sensi possono raffinare, e l'intelletto può degradare.

Chi può dire dove termina l'impeto della carne e dove comincia l'impeto psichico?

Quanto sono superficiali le definizioni arbitrarie dei soliti psicologi!

Eppure quanto è difficile pronunciarsi in merito alle varie scuole!

E' l'anima un'ombra rinchiusa nella casa del peccato?

O forse che il corpo risiede veramente nell'anima, come credeva Giordano Bruno?

Il confine fra spirito e materia è esso pure un mistero.
________________________

L'uomo colto è colui che sa trovare un significato bello alle cose belle.

Per lui la speranza è un fatto reale.
________________________

MOI

Il buon Oscar, pur avendo presente la dualità dell'essere, non mi concede di leggere come pervenire all'intero.

Freud, l'ha colto, intuito, ma ..... nel suo meretricio con il potere l'ha chiamato super io, una sorta di "figura" superiore che sorvintende e guida ... chissà se quest'intuizione è arrivata in un suo momento servilmente "mistico" o dalle "righe" bianche sullo specchietto?

Eppure basta la semplice curiosità per far sgorgare il desiderio d'interezza dato dall'unione di materia e pensiero, un unione in sé per sé che conduce al NOI di sé, il primo NOI che diviene UNO, ..... IO! .... SONO ----- l'utopia di Fromm che s'avvera ..... la consapevolezza d'essere ..... la consapevolezza di sapersi e potersi abbandonare alla materia, al pensiero o all'essere intero --- UNO ---

Commenti al Post:
stupidamabella
stupidamabella il 27/09/05 alle 11:44 via WEB
perchè cercare a tutti i costi un significato?...perchè vivere nella speranza? rimane sempre valido il CONOSCI TE STESSO socratico
 
 
phiIalethes
phiIalethes il 27/09/05 alle 15:31 via WEB
Ciao ... pidama .... anche il nulla ha il suo significato, questo non vuol assolutamente dire vivere nella speranza, ma ... realizzare la speranza nel dettame socratico ..... ^_____^
 
kugel2
kugel2 il 27/09/05 alle 12:28 via WEB
"Eppure basta la semplice curiosità per far sgorgare il desiderio d'interezza dato dall'unione di materia e pensiero" Nulla di più vero, e aggiungo che questa semplice curiosità è la natura stessa dell'uomo, e il passo da effettuare per raggiungere la consapevolezza del NOi che diventa uno è semplice, eppur sembra un balzo senza precedenti... Bello il tuo blog, complimenti!
 
 
phiIalethes
phiIalethes il 27/09/05 alle 15:34 via WEB
Ciao .... kugel .... m'è già capitato d'affermare più volte che: più sono grandi le "cose" più sono sempici da cogliere .... come per l'uovo di colombo ----- l'abisso del balzo non è in noi, come ha ben compreso Epitteto; "Noi non soffriamo per le cose del mondo, ma per le nostre credenze sulle cose del mondo" ---- e ti posso assicurare che di credenze ce ne hanno poste addosso una quantità industriale ----- è sufficiente una sana doccia per chi è portatore sano ma infettivo, del pensiero critico .... non vorrai che; chi ricerca la fonte del pensiero femminile, che è molto differente dall'esistente e dominante, possa intimidirsi del balzo in sé per sé .... inoltre, era troppo ghiotta l'occasione datomi dal secondo aforisma, editato proprio sotto l'altro, da li la scintilla dell'ego nel voler omaggiare il buon vecchio Oscar, omaggiandomi, è stato come sorridere ad un sorriso ...... o se preferisci un'interazione con l'atempotalità del testo, con il pensiero di Oscar ...... ;-))
 
   
kugel2
kugel2 il 28/09/05 alle 16:13 via WEB
Oscar comunque è uno dei mei autori preferiti..:-)
 
     
phiIalethes
phiIalethes il 28/09/05 alle 19:17 via WEB
Ciao ... Kugel ... il pregio di Oscar e quello di offrirsi, non s'impone, è aperto all'interpreazione soggettiva a differenza delle supposte verità ... ^______^
 
     
kugel2
kugel2 il 29/09/05 alle 01:48 via WEB
ce ne fossero così.....;-)
 
ciailan
ciailan il 27/09/05 alle 13:07 via WEB
non sò se sia giusto separare il corpo dall'anima oppure è inscindibile? probabilmente sono vere entranbi se l'intendimento è: anima come energia e inscindibilità correlazione tra soma e psiche. Anche se ci mettiamo mille maschere,per nascondere a fondo le nostre emozioni ma basta una lacrima, un sorriso ecco che ci tradiamo. Non basta camuffarci, il nostro corpo ci tradisce, perchè il nostro IO si esprime attraverso gli occhi.
 
 
phiIalethes
phiIalethes il 27/09/05 alle 15:34 via WEB
Ciao .... campanellina ... certo che non è giusto separare ciò che la natura ha unito, vero che per penetrare a fondo è necessario separare, aprire, isolare, ma sempre nell'intento di cogliere l'UNO, l'intero ........ ^______^
 
   
ciailan
ciailan il 27/09/05 alle 15:50 via WEB
non ci sarebbe gusto coglierne la metà.....
 
     
phiIalethes
phiIalethes il 27/09/05 alle 15:57 via WEB
Ciao .... campanellina ... non ci sarebbe "gusto" dici ..... vi è addirittura l'incapacità di cogliere ciò che non si percepisce intero, e questo esula dal volere propriamente inteso, rientra nella sfera del senso in sé, nel senso del percepito, nel senso del senso che conduce o blocca ..... altro fattore è il ludicamente inteso, li risiede il concetto di "gusto" isolato ed estrapolato dal tutto ...... ^_______^
 
uforobot
uforobot il 27/09/05 alle 17:40 via WEB
grazie per questo post...c'è sempre da imparare sul tuo blog
 
 
phiIalethes
phiIalethes il 27/09/05 alle 18:39 via WEB
Ciao ... ufo poetico .... sono io che ti ringrazio nello smarrirmi tra le tue rime in festa ... ^_____^
 
semplicementecomplic
semplicementecomplic il 28/09/05 alle 09:46 via WEB
Pensierino del mattino.....e non prendermi a calci.....!!!Dal momento che mi pare così ovvio...che l'Essere...sia UNO...indiscindibilmente... di ciò che Lui stesso ha distinto in Corpo e Anima...mi chiedo...piuttosto...dov'è che nasce...perchè...l'esigenza di un riconoscimento di dualità in sè.Quale è...il pensiero che vuole la dualità? Il pensiero della Morte?E perché...la morte...UNO con la vita non è accettata dall'uomo, perché se tanto genetica ancora si combatte e si rifugge???Perché riesce a divenire genetica l'accettazione dell'idea di un sistema, di una condizione, di un sociale, di un precostituito e non la morte che inevitabilmente ci appartiene?Perché è divenuto più forte il rifuggirla?Convincersi di una dualità...significa convincersi di poter "morire di meno"?. Sarà che ancora non mi risveglio per bene...ma probabilmente appena accadrà...mi ritroverò il sedere pieno di lividi..........Ti Bacio prima và...non si sa mai..........
 
 
phiIalethes
phiIalethes il 28/09/05 alle 17:39 via WEB
Ciao .... semplice L. ..... torturatrice dei miei poveri neuroni .... sai che non so stare "buono buono" ..... la tua domanda da cento ghinee mi conduce all'origine dell'errore d'interpretazione ---- se devo dire la mia, in questo momento non mi vien altro che; imputare ai sogni, al sognare l'origine dell'errore d'interpretazione, essendo la fantasia inconoscibile, propendo per i sogni ---- conoscendo l'origine del tuo pensiero sulla morte, sono frenato dall'espormi, mi riesce solo di dire che si cerca di non comprendere proprio ciò che si comprende benissimo, come un voler esorcizzare in sé quel conoscibile, va contro il nostro principio biologico ed innato di difesa della vita, e tu m'insegni come sia possibile difenderla anche nella sua negazione, ed è una verità, una singola e soggettiva verità, ossia una personalissima interpretazione della verità che difficilmente trova riscontro in molti, è necessario imparare che il benessere dato dalle conferme, è soggettivo, anche se è una gioia grande il poterlo comunicare proficuamente NON deve essere l'unico, ma vi è anche un benessere dato dalle conferme in sé, per sé, incomunicabili ed incondivisibili, la gioia solitaria---- ora ti morsico un pò, così, perchè mi va e gioisco, se tu non provi gioia nel mordermi, che interpretazione puoi dare della mia se non di una gioia generica? ..... mi dirai che esiste una gioia equipollente in chi morde ed in chi e morsa ...... quindi le tue esperienze posso trovare molti riscontri equipollenti, pochi nello specifico ...... ^_____^
 
hillmad
hillmad il 28/09/05 alle 12:59 via WEB
come dicono le Upanishad "l'Uno è il Tutto e il Tutto è l'Uno" qualunque cosa voglia dire...... a me sembra giusta...........il corpo/mente il pianeta/universo il maschio/femmina sono differenze e integrazioni...........ho capito che eri lì per il festivalfilosofia , e la tua posizione molto critica, non conosco i pettegolezzi cittadini ma per chi viene da fuori è un momento stimolante, anche se sono abbastanza in accordo con la filosofia che serve e diventa serva. Saluti da Firenze
 
 
phiIalethes
phiIalethes il 28/09/05 alle 17:41 via WEB
Ciao .... hillmad .... devo dire che conosco poco anch'io i pettegolezzi cittadini, per chi viene da fuori ed ha frequentato matematica, se il festival tratta di matematica è un momento stimolante dato dall'incontro di pensieri affini che danno sopratutto conferme, eccoti l'origine della dopamina e serotonina nello specifico, è dato dal ricevere conferme dall'altro affine, lo stesso per un concerto od altre attività di gruppi affini ..... la mia posizione critica, non è certo volta ai singoli interventi, anzi, alcuni sono stati degni se si pensa che erano volti ad un pubblico "aperto" .... ma è proprio questo fattore che ha fato da filo conduttore per tutti gli interventi, l'interpretato di chi non possiede strumenti sufficenti è quello dell'IO sociale ... ho molto da dire sul sistema scelto per pervenirci, ecco la mia critica all'intento, e non mi si venga a dire che non sapevo, non immaginavo .... ora però la curiosità prende il sopravvento ..... un tuo seminario sull'amore? .... ^________^
 
   
hillmad
hillmad il 29/09/05 alle 17:02 via WEB
si farò un seminario sull'amore - di cui puoi leggerne elementi di discussione nei miei post 97-92-85-80 - sono partita dalla lettura del testo di un sociologo Z. Baumann "L'amore liquido" e da lì sono andata avanti Platone Galimberti Carotenuto Stendhal bellissimo il suo saggio "L'amore" e poi testi di neuroscienze Barthes e via e via e la prossima settimana vediamo come va ....il titolo è "L'amore che c'è e l'amore che non c'è "
 
     
phiIalethes
phiIalethes il 29/09/05 alle 17:47 via WEB
Ciao .... hillmad .... è mai possibile che una fanciulla erudita non sia stata in grado di reperire almeno un autore donna da affiancare a si tanta mascolinità .... non venirmi a dire che i da te summenzionati sanno cosa siano le farfalle nelle ovaie, oppure che sappiano cosa siano le pulsioni riproduttive della donna, o che conoscano il senso di sazieta percepito nel bimbo attaccato al seno ---- o questi pochi da me elencati NON rientrano nell'amore? .... eccoti degli spunti per un seminario non troppo mascolinizzato ... il mio pensiero su scienze che mettono pezze "giustificative" ai "danni collaterali" per il momento te lo evito ... ma solo se mi dai precise indicazioni sul seminario .... ^____^
 
sophiablu
sophiablu il 28/09/05 alle 15:10 via WEB
Se posso.... La mia anima è il mio corpo...e il mio corpo ..è la mia anima.....Attraverso il corpo...percepisco....sento...sono....e attraverso la mia anima....vivo...agisco...muovo....perseguo...Tenerli distinti?...Non fa per me....Unità e armonia......sì, qst per me è importante...ed è la vera "bellezza ".....
 
 
phiIalethes
phiIalethes il 28/09/05 alle 17:43 via WEB
Ciao ... sophi ... "unità è armonia" ... vero, verissimo, purtroppo questo è un sapere toltoci, rientra tra le nostre ri-conquiste .... ^_______^
 
kruunu
kruunu il 29/09/05 alle 19:17 via WEB
Kierkegaard: Ogni esistenza determinata dallo spirito, anche se soltanto per propria responsabilità, ha essenzialmente coerenza in se stessa e coerenza in qualcosa di più alto, almeno in un'idea.. Ma un tal uomo, d'altra parte, teme infinitamente ogni coerenza, perché ha un'idea infinita della conseguenza che ne può risultare: che egli venga staccato dalla totalità nella quale vive la sua vita. La minima incoerenza è una perdita immensa perché gli fa perdere la coerenza; nello stesso attimo, forse, è sciolto l'incantesimo, la potenza misteriosa che collegava armoniosamente tutte le sue forze si affievoliscono, la molla si allenta, tutto, forse, diventa un caos nel quale le singole forze si ribellano e si combattono fra di loro, con grande patimento dell'io[...] Spesso la speculazione dialettica, così duttile e pieghevole, non fa altro che rompere l'unità dell'uomo, scompaginando e lanciando le singole e caotiche forze in ogni direzione e disordine. Cercare un confine fra spirito e materia ha il sapore di parlare del sesso degli angeli. La speculazione filosofica non sempre parte da un presupposto logico, ma pretende di far diventare logico un processo di pensiero circolare e, in definitiva, anche inutile. E così, inutilmente la speranza, ogni speranza, può appartenere all'uomo colto, all'esteta; anzi, essa appartiene solo all'uomo integro, semplice nella sua coerenza ontologica. Un semplice fatto di coerenza che passa dall'unità e giammai da filamenti centrifughi di anima e corpo. Kruunu
 
 
phiIalethes
phiIalethes il 29/09/05 alle 20:27 via WEB
Ciao ... kruunu .... anche il buon Kierkegaard, nonostante le raffinate intuizioni, è rimasto vittima della scissione dell'essere, troppo lineare nel suo determinismo per poterle sfuggire con leggerezza e semplicità, vittima della sua coerenza, figlia della verità perpetua ed uguale per tutti nella puntigliosa coerenza di sé ----- Il compito della dialettica è di evidenziare l'antinomìa che forma il "common sense", è quell'andare oltre, non indugiare mai presso l'inganno della parvenza ---- vero che rompe l'unità dell'essere, o più correttamente uomo, perchè la dialettica imperante è dell'uomo volta ad altri uomini, con la presunzione che le donne vi debbano soggiacere, in questo senso rompe la dialettica, ma rompe la parvenza delle certezze in se, disvelandole nella loro parvenza d'autenticità ----- vero che la realtà è un singolo interpretato, conseguentemente divengono verità le falsità, compito della dialettica è disvelarle illuminando il buio che le cela ---- il sesso degli angeli è un invenzione del pensiero, come la ferrea suddivisione dell'essere, perchè mai ci si dovrebbe concepire scissi ed incomunicanti quando non è possibile scindere l'essere senza uccidere l'essere? ---- il pensiero ha scisso l'essere e solo il pensiero lo può riunire, integro come effettivamente è, la semplicità è data dall'evidenza, non dall'immaterialità del pensiero, ne è una dimostrazione il tuo esposto di Kierkegaard, anche lui danza circolarmente al ritmo del pensiero, sovrastando la piccola e finita materia, e torna sempre al punto di partenza come tutte le falsità che per non svanire si dotano di vita propria, rinnovandosi sisificamente identiche nel tempo, nel pensiero e nell'azione, alla dialettica il compito d'interrompere questa circolarità che disvela una cristallizzazione involutiva, chiusa in se mentre il TUTTO si muove e si evolve ...... Kierkegaard fa un elenco di qualità proprie del "superuomo", ma non dice come potrebbero esser utilizzate queste qualità per giungere, come al solito quando mi trovo al cospetto di menti illuminate, penso male, molto male, sul perchè non vi siano giunte, non hanno VOLUTO? ....... ^________^
 
   
kugel2
kugel2 il 30/09/05 alle 17:56 via WEB
credo di poter aggiungere, per somma fortuna dell'umnaità, che non hanno POTUTO giungere alle conclusioni, e ancor di meno a fornire una via per raggiungere tali mete. Non è compito della filosofia, credo, quello di sfornare ricette, ma di porre quesiti ai quali l'umanità nella sua interezza e nella sua individualità risponde ogni giorno. Ed è con tale spirito che mi accosto alle "menti superiori" che pur ammiro: predno volentieri lo spunto regalatoci dlla domanda, diffido di ogni risposta se non intesa come strada individualissima di chi fornisce la risposta stessa. :-)
 
     
phiIalethes
phiIalethes il 01/10/05 alle 11:20 via WEB
Ciao ... kugel ... ho imparato che: quando si apre una nuova "via" in quella determinata parete, si ha l'accortezza di lasciare segni tangibili del proprio passaggio, la cronistoria della scalata è sempre molto particolareggiata, con l'accurata scelta e progettazione dell'arrampicata, l'accurata descrizione dei vari passaggi, del grado di difficoltà, dei punti d'ancoraggio con la descrizione della posizione e dei chiodi lasciati per chi vuole percorrerla medesima ----- affermando Protagora che: l'uomo è la misura di tutte le cose, ha affermato che l'uomo può giungere in vetta, scegliendosi la via da percorrere, anche di aprirne delle nuove, personalissime, dettate da ciò che si è nel momento ----- che dopo Protagora, molti, tanti, abbiano affermato d'aver scalato questa o quell'altra vetta, ne sono consapevole, e quando m'accingo "pigramente" ad affrontare vie già aperte, come tutti coloro che amano scalare e la vita di chi scalerà dopo di loro, vige la sana consuetudine di controllare accuratamente i vari passaggi, rafforzare e se è il caso rinnovare gli ancoraggi, oppure di apporne dei nuovi ed ulteriori in posizione personalissima, ma sempre dettata dalla natura ----- il momento in cui m'accingo a percorrere una via percorsa da molti, è ovvio che m'aspetti di trovare tutte le varie personalizzazioni lungo il percorso, ma ..... se capita d'arrivare ad un certo punto e trovare il nulla, da li in poi, la via è stata percorsa solo con il pensiero, non materialmente, le molte bandierine sulla vetta, sono illusioni, miraggi costruiti dall'autoconvincimento ------- NON SI SCALA LA VETTA DALL'IO SENZA PASSARE DAL NOI DELLA DUALITA' NELLA SINGOLARITA' ---- questa consapevolezza del noi inscindibile, diviene io dopo il noi, dopo aver posto in parete l'ancoraggio che da quel momento di ristoro e rende consapevoli del punto raggiunto, si controlla la parete, si individuano i passaggi e si sceglie il proprio percorso per giungere in vetta ------- si giunge nei tempi e modi propri, sorretti anche dall'esperienza donatoci ----- le sensazioni e l'esperienza della scalata di quella o quell'altra cima, sono e restano personalissime ------
 
     
kugel2
kugel2 il 01/10/05 alle 17:06 via WEB
e proprio da queste ultime che ha inizio il mio lavoro...
 
     
phiIalethes
phiIalethes il 01/10/05 alle 17:36 via WEB
Ciao ... kugel ... avevo ben inteso .... che ti occupi di psicologia ..... il mio personalissimo pensiero è che tale scienza, pur possedendo le capacità, si limita a porre delle pezze su i "danni collaterali", divenendo fungibile e giustificativa .... la mia "durezza" è sempre volta al concetto, mai al soggetto, ho tropo rispetto dell'essere ... ^______^
 
     
kugel2
kugel2 il 05/10/05 alle 00:05 via WEB
e... no! questa è la psicologia della patologia quella più conosciuta, forse troppo conosciuta, forse anche mal conosciuta, ma c'è anche quella che studia la mente, quella sana, quella che pensa sente e vive... la mente che studia se stessa...
 
     
phiIalethes
phiIalethes il 05/10/05 alle 18:46 via WEB
Ciao ... kugel ... ecco dove la scienza figlia si ricongiunge con la scienza madre .... anche se mancano ancor oggi testi di riferimento squisitamente femminili ......... ^__
 
     
kugel2
kugel2 il 12/10/05 alle 23:00 via WEB
ti dirò... non cerdo sia necessario, per lo meno per me, a questo punto, cercare testi di riferimento "squisitamente femminili". Credo che la mente umana, e l'elaborazione che essa può svolgere alla sua massima potenza, l'atto creativo, non abbia sesso. La capacità di entrare nel mondo interiore, e capire ciò che unisce il "fuori" e il "dentro", il generale e il particolare, l'essere e il divenire, è patrimonio dell'umanità.
 
     
phiIalethes
phiIalethes il 13/10/05 alle 01:26 via WEB
Ciao ... Kugel ... sono felicissimo che tu essendo donna ed avendo chinato la testa su testi e concetti maschili, non senta la necessità di scibile femminile ------ NON sono daccordo con te sull'assenza di sesso nell'atto creativo all'apice della sua espressione, e non sono daccordo perchè ogni pensiero ha la sua radice nella materia, e la radice decide a priori quale albero, quali frutti, di quali colori, di quali profumi ----- certamente è persino possibile i medesimi frutti tra i due sessi, converrai che il percorso è differente, e se tengo conto della complessità biologica delle donne e della loro maggior interazione tra emisferi con tutto ciò che ne consegue, e se tengo conto ANCHE del sistema neurale viscerale ------ a me, all'umanità tutta, manca lo scibile femminile espresso in tutta la sua potenzialità ..... ^_______^
 
particella
particella il 03/10/05 alle 05:09 via WEB
" Anima e corpo. Indivisibili? Animo sommosso e soffocato in corpo che reclama. Urlo muto. Tempesta di emozioni amputate, turbine di voglie indomate, incendio di vibrazioni alimentate, danzano, incastrati in una materia indissolubile. Anestetizzare le membra, elevare lo spirito e sopire il terreno desiderio. Oltrepassare il limite dell'umana mediocrità. Tornare vergini. Ascendere. Mai guerra è stata così struggente."
 
 
phiIalethes
phiIalethes il 03/10/05 alle 10:19 via WEB
Ciao ... particella .... hai esposto mirabilmente la dualità dell'essere ..... al posto di viverti turbinosamente "amputata", anestetizzata, in guerra con te stessa ..... chiediti ..... chiediti quanti amori sono caduti in queso tuo viverti? .... quanti amori non hanno dato frutti perchè questo tuo viverti le toglieva tempo, pensieri, cure, ricerca del VOGLIAMO ...... hai scelto VOLUTAMENTE di vivere in guerra con te stessa, pensiero e materia contrapposti, non in armonia, nel fragoroso turbinio della guerra ...... il primo limite dell'umana mediocrità è in sé, ed è quello superabile dal NOI di sé che diviene consapevolmente IO, uno, intero ed indissolubile nell'infinito della finitezza ..... l'altro limite completante, agoniato nell'infinitezza irraggiungibile, è superabile in due, da due IO interi, simbioticamente fusi nel NOI di due fino a divenire l'IO di due, ed è un IO infinito nella sua completezza completante, dotato di "vita" propria, nutrita costantemente da i due IO, come nell'essere singolo ed indissolubile ..... prova a pensare che per giungere nell'irraggiungibile, è sufficiente VOLERLO ... ^________^
 
particella
particella il 03/10/05 alle 15:14 via WEB
La dualità dell'essere... Appunto, cerco di capire se si possono scindere anima e corpo. In questi versi c'è il desiderio di ascendere in nome di una relazione che non è fisica, ma solo spirituale. E mi domandavo: fino a che punto si possono ignorare i bisogni del corpo? E' possibile soddisfare l'impura materia provando puro piacere mentale? Chi comanda, alla fine?
 
 
phiIalethes
phiIalethes il 03/10/05 alle 21:23 via WEB
Ciao ... particella ... NO, l'essere non è scindibile se non con la fantasia, pena la fine dell'essere, se si toglie la fantasia, il pensiero, resta la parte animale, NON siamo più strutturati per vivere nella natura, della natura, come bestie, tentiamo continuamente di liberarci dal giogo della natura ----- lungi da me il pensiero d'un relazionarsi asceticamente, sarebbe un relazionarsi di solo pensiero ---- vero che non m'accontento come in passato di relazionarmi con la sola materia ..... semplicemente .... VOGLIO relazionarmi con esseri interi, materia e pensiero contemporaneamente, è possibile toccare il cielo nella sua interezza totale e totalizzante, tra interi ----- alla fine "comanda" .... l'IO di NOI, l'IO di due interi, ed è un IO che si dota di vita propria, NON indipendente, APPARTENENTE ....... ^______^
 
particella
particella il 03/10/05 alle 23:49 via WEB
E' quello che desidero anch'io. Ma succede che difficilmente troviamo l'interezza desiderata. Si trova la materia che ci piace ma il pensiero non collima o viceversa; così è nata la mia utopica idea di scissione. Di fatto, nel mio caso specifico, ha vinto e perso contemporaneamente il mio il tutt'uno, quello che vuole entrambi: corpo e anima. Che confusione, eh? ;-)
 
 
phiIalethes
phiIalethes il 04/10/05 alle 22:48 via WEB
Ciao ... particella ... conosco le difficoltà nell'individuare l'altro intero, difatti .... difatti ho semplicemente deciso di mostrare come sia possibile pervenirci a chi ancora non è giunto .... decisione assunta dopo innumerevoli tranvate, non è che sia poi migliorata tanto la situazione, se non un calo numerico, qualitativamente le tranvate, sono diventate trenate, sarà colpa della mia testardaggine o non so cosa, preferisco le trenate alle tranvate, è un pò come cadere dal terzo piano o da un Jumbo in volo, vuoi mettere? ..... solo un pensiero non mi sfiora più, quello di ripercorrere le mie orme calpestando la mia ombra, quindi .... non mi riesce più di propormi scisso, sempre e "solamente" intero .... ^______^
 
ladymiss0
ladymiss0 il 12/10/05 alle 08:56 via WEB
phil, e rottura di ovie, (last thing rimastami) io se penso all'inero mi rimanda a un'idea di morte, il corpo ke giace nella bara è intero, noi siamo materia mutevole pensante, spesso le i ns percorsi hanno spaventose identità di pensiero a te e a questo mi ribello, negli affettti non sono affatto democratika e ci tengo. Me ne vado, ti saluto non senza ferirti con un morsoa strappo dietro al tuo collo irsuto e taurino:(
 
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