Osservazioni

Non v'è pensiero tanto eccelso che: non supponga più verità di quante ne stabilisca

 

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°*° Brama nel Pensiero °*°

Post n°11 pubblicato il 21 Aprile 2005 da phiIalethes
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L'intelligenza ... E'... una categoria morale !

L'uso che a volte TUTTI se ne fa; la svilisce a mero utensile !

La separazione di intelletto e sentimento, che consente di proclamare libero e beato l'essere; assolutizza la suddivisione dell'essere in funzioni.

Chi possiede l'intelletto ed il cuore; ne può mostrare solo uno dei due ... assieme verrebbero dai più ... ingiuriati ....

Ai puri è concesso cogliere l'insieme dell'UNO nell'altro, accettandone financo le manifestazioni dolorose che sa non possono cessare d'essere senza modificare l'essere accolto-accogliente.

La facoltà di giudizio che resiste agli impulsi, rende merito agli impulsi della materia stessa, attraverso il momento della resistenza all'impulso stesso.

La pienezza di giudizio si commisura alla consapevolezza dell'essere, e perciò anche alla dinamica di impulsi che la suddivisione del lavoro della psiche imputa al sentimento ----- la volontà di tenerle testa ... è un implcato semantico della logica che vorrebbe conquistare il primato sull'essere; rivolgendo l'interesse contro il sentimento, contro ciò che non si vuol comprendere proprio perchè si potrebbe comprendere fin troppo bene.

Contro la separazione del pensiero; non giova a nulla la sintesi dei "ressort" psichici, come pure il trattamento terapeutico della ratio con fermenti irrazionali.

L'assunzione consapevole del desiderio; costituisce antiteticamente il pensiero come pensiero, risolvendosi eteronomamente; ci sospinge all'obiettività consapevolmente felice.

 
 
 

°*°*° DIALETTICA AUTO --- CONFUTATIVA °*°*° °*° OVVERO °*°

Post n°10 pubblicato il 03 Aprile 2005 da phiIalethes
Foto di phiIalethes

____ FRUSTA PER DATI OGGETTIVI _____


La VOLONTA' VOLENTE d'aver ragione, fin nella sua forma più logica, più sottile; è espressione di quello spirito d'autoconservazione che la dialettica ha appunto il compito di dissolvere nella temporalità temporale.

Pensare dialetticamente significa che; l'argomento deve acquisire la drasticità della tesi, e la tesi contenere in se la pienezza delle sue ragioni.

Esser tesi al GIUSTO piuttosto che all'UTILE; è pervenire ANCHE alla propria felicità atemporale nella temporalità.

Il compito della dialettica è di evidenziare l'antinomìa che forma il "common sense", è quell'andare oltre, non indugiare mai presso l'inganno del privilegio arrogantemente presuntuoso del singolo dato oggettivamente scisso e cristallizzato nella sua inconfutabilità.

Quest'arroganza fuggente della perfezion singola; s'infrange nella coazione d'altri arroganti, relegandosi a vicenda alla solitudine avvizzente in se stessi, autoprivatosi dell'umiltà che; concede la coazione atta a giungere all'UNO, attendono la loro fine avvitandosi su se stessi affinchè l'atemporalità non li sostituisca relegandoli a reperto stupidamente arrogante del tempo che fu, luogo polveroso delle "cose" inutili prodotte dal puro fattore economico.

E' sempre il medesimo fattore economico ad imporre la "costruzione coatta" d'utensili umanoidi, incapaci di cogliere l'UNO, possono solamente inalberarsi nello sdegno fuggente dell'offesa mortale che svela l'inutilità della solitudine arrogante della "perfezione" temporale in se medesimi, non sanno accogliere la temporalità contigua, e non sanno neppure pensare all'UNO.

Occorre il nutrimento di conoscenze CONSAPEVOLI della loro inconfutabilità temporanea per essere tesi all'inconfutabilità atemporale, e chi possiede una pur labile frazione di ciò; è naturalmente teso ad offrirla alla dialettica; affinchè spezzi l'umano desiderio d'auto conservazione cristallizzante !

 
 
 

____ ATTENDENDO LO SCRIGNO CONFUTANTE____

Post n°9 pubblicato il 01 Aprile 2005 da phiIalethes
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°*° IL ... "cogito ergo sum" cellulare °*°


La simbiosi biologico-mentale con l'altro, (ciò che io amo definire; "BARRIERA BIOLOGICA") nella sua spontaneità, non è possibile trovarla nei soli sentimenti, non è possibile costruirla con la "volontà volente", non è possibile costruirla con la sapienza ne con l'esperienza.

La Brama, il Desiderio, la Passione, i Sentimenti sono; sia lo stimolo gioioso che la condanna atroce, del suo perpetuarsi Sisificamente nel tempo e nell'atemporalità del nostro intimo; perennemente volto alla ricerca di se stesso nell'altro che alberga in noi, ed è questo inconosciuto, inespresso nostro altro, nutrito e coccolato dal pensiero infinito e fantasioso che lo rende splendente, immenso, infinito al punto di non aver corrispondente nella realtà se non presso molti altri, ed ognuno con solo dei frammenti dell'intero costruito in noi.

E' lo stimolo primordiale che; induce alla ricerca del ricongiungimento con quella parte di noi smarrita nella scissione sessuata, dalle nostre origini in quel brodo primordiale che ci ha visti UNO, intero.

La natura che con sguardo generante; ha visto; cullando le nostre origini, s'è innammorata immensamente di quell'essere, sapeva, conosceva che quella CONDIZIONE PERFETTA d'intero, UNO, è sottoposta al grave rischio d'estinzione; se anche uno solo di quei perfetti interi si fosse mortalmente "ammalato", tutti avrebbero potuto contrarre in breve tempo lo stesso male mortale, estinguendosi.

La natura con la sua infinita saggezza, l'ha celato ai mali estinguenti scindendolo, ma innammorata dell'UNO, non ha saputo resistere ed ha donato ad entrambe le parti la possibilità di ricongiungersi nell'UNO infinito come l'ha visto divenire nel suo grembo.

Questo dono immenso per chi; anche nel caos evolutivo riesce a sentire, vedere, leggere, toccare e trovare se stesso nell'altro; in cui coglie i frammenti della pergamena di carne scritta dalla sua carne.
Solo a loro è dato ridivenire UNO intero come in origine!

Beati coloro che vivranno nella gioia infinita senza tempo.

Condannati coloro che; non sanno più guardare con occhi della mente, il
solo sguardo a cui è dato leggere i suoi frammenti nell'altro
riconoscendosi.
Condannati coloro che; non sanno ascoltare con l'udito della mente. l'unico
a cui è dato d'ascoltare i suoi richiami che provengono
dall'altro e riconoscersi.
Condannati coloro che; non sanno più cogliere i propri odori che permeano
l'intimo dell'altro che li offre nella ricerca della sua interezza.
Condannati coloro che; non sanno più cogliere i propri sapori che
permeano l'altro e sgorgano dal suo intimo.
Condannati coloro che; non sanno più riconosceri nel carezzare l'altro con
le mani della mente.

Condannati coloro che; non sanno giungere all'unificazione dei sensi nella
mente; alla Sisificamente vana ricerca della sua interezza, l'è
dato solo di coglierne frammenti sparsi e scissi in molti altri, di
cui se ne nutrono con avidità che lascia il solo sapore tedioso
dello smarrimento nell'incompletezza.

°*°le jeu de la vie °*°

 
 
 

°°°°ATTENDENDO LA TEDOFORA °°°°

Post n°8 pubblicato il 27 Marzo 2005 da phiIalethes
Foto di phiIalethes

______________________________

La direzione dell'analisi del linguaggio; non è determinante dal punto di vista del metodo, così come non è determinante l'inelegante eccentricità di certe parafrasi, che vanitosamente ci concediamo.
Ciò che conta è la loro perspiquità, ovvero che esse consentano di stabilire un nesso chiaro tra le parole che usiamo e le cose di cui parliamo, con tutti ...... (intento ardito).
L'eleganza, non dimora nell'arroganza vanitosa degli specialismi, dobbiamo lasciarla all'artista che dimora in noi, custode dell'eleganza, non la sa negare, la offre in dono a quella parte che l'ha smarrita.

°°°° L'UNO °°°°


Dedicato all'iper specializzazione e volutamente postato dopo L'URLO della fantasia proscritta.

Eccovi/mi, l'origine della "tua/mia/nostra" scienza, che al pari di molte altre; arroganti, s'avvitano su se stesse nel gioco dell'iper specializzazione che tutto frammenta, fino a non sapere, non poter più cogliere, non solo l'intero, l'UNO; ma neppure le sorelle dirette e vicine.

Al "loro" cospetto; è come ascoltare un direttore che fa esegure tutte le melodie di tutti i sommi, suonate da mille e mille strumenti che emettono una singola nota, sono in luoghi diversi, suonano in tempi differenti, le note; non scorrono fluide, non hanno più la melodia che le ha generate, non si colglie l'ovetur d'un Beethoven che t'accompagna con languore lento d'un folle Paganini ai preludi d'un Liszt che sa condurti all'allegra maestosità d'un Chopin che si rifugia in una fuga di Bach per rinascere nel trionfo marziale di Verdi.

Le note; non sanno creare s'accavallano in un'infinita cacofonia, nell'invana ricerca delle sorelle vicine, non le sanno più trovare, non sanno più qual'è la melodia inscritta nello spartito, ora sono singole su singoli spartiti, custoditi in luoghi diversi che hanno tempi differenti.
Vanitose del loro singolo suono, non sanno più essere dirette, con l'arroganza della vanita hanno cacciato l'unico intero che le può riunire, vagano, arroganti, sole; in se stesse.

°°°° LA VOLONTA' VOLENTE °°°°

La VOLONTA' che tenta d'autoconoscersi, nonessendo un soggetto sussistente per sé; non appena tenta di porre in atto il suo VOLERE, con l'intento di trovare risposte piene e definitive presso se medesima, si perde in un vuoto senza limiti, nel vuoto, ode la sua voce, ma non sa individuarne la causa, se tenta d'afferrarsi per non cadere, non trova da ghermire.

La VOLONTA' che VUOLE conoscersi, deve fare come l'occhio, che; vede tutto ma non se stesso.

Deve volgere il suo sguardo conoscente, presso la "cosa" che le indica la via, fino alle sorgenti delle imperiose indicazioni che sgorgano impertinenti da ogni "cosa", interna ed esterna, per celarsi in luoghi intimi e segreti.

In quei luoghi; timidi e arroganti, trova i frammenti del libro inscritto in noi, rapita; si ferma presso le sorgenti, sfoglia i frammenti sparsi, non sa dove iniziare, mille e mille sono le sorgenti, ognuna custodisce il suo frammento, lascia spaziare lo sguardo, soffermandosi presso le sorgenti più gelose che; vedendosi scoperte, non sanno più celare ed offrono allo sguardo, il loro frammento.

Ce ne sono di giovanissimi, alcuni hanno la nostra età, altri, rammenta d'averli visti or ora, passare "fuori", eppure sono già li con l'inchiostro ancora umido, ne coglie di più antichi, soffermandosi presso quelli che l'hanno generata con amore, coglie l'amore dei nonni che l'hanno vista giovinetta, financo i frammenti dei fortunati bisnonni che l'hanno fista infante, affascinata da queste parole scritte dalla carne nella carne con l'inchiostro della vita; non sa più fermarsi, avidamente, bussa a tutte le porte finchè non le vengono aperte, mostrandole il luogo celato, nella nicchia d'ogni luogo v'è un frammento, lo coglie affascinata con curiosita avida per consegnarlo a sua sorella MEMORIA, s'avvede che la memoria pone questi preziosi frammenti incisi nella carne, caoticamente, li porge casualmente alla FANTASIA, all'INTELLETTO, alla COSCIENZA, alla RAGIONE, come alla FOLLIA.

Tutti questi frammenti sparsi nella MEMORIA, si cercano danzando da un luogo all'altro, trovandosi e respingendosi, danno vita alla danza stellare, nella ricerca del nucleo che le congiunga in un sole splendente.

La VOLONTA', vedendo la danza; decide di farsi essa stessa sole, chiama presso di se la FANTASIA che le indica fantastiche forme donandole i suoi frammenti, chiama presso di se L'INTELLETTO che chiama in suo soccorso la RAGIONE, seguita da sua sorella gemella FOLLIA, tutti porgono i loro frammenti, vengono ordinatamente posti con la fantasia della ragione anche quelli della dispettosa follia, solo allora viene chiamata la COSCIENZA, anche lei offre i suoi frammenti, depositandoli nei luoghi indicatole.

Ora dentro la MEMORIA, c'è quiete, i frammenti sono ordinati, non resta che sfogliarli ordinatamente, così come sono ordinatamente posti, facendo attenzione ai dispetti della follia, anche lei legge offrendo agli altri la sua lettura, cosi come fanno tutti abbracciandosi alla VOLONTA che li ha richiamati al compito.

Quell'abbraccio sempre più stretto, man mano che prosegue la lettura, li fonde assieme, stupiti si guardano lun l'altro, non si vedono più, stanno svanendo, non si trova più la volontà come la ragione, neanche gli altri si vedono più, si sono tutti trasformati in CONSAPEVOLEZZA che li contiene tutti, sono divenuti il SOLE, finalmente UNO, il solo e l'unico che sa leggere i frammenti, che sa ordinare le note, e la melodia avvolge cullando la lettura unita e consapevole.

°*°*jouant le jeu du soleil °*°*


____________________________

 
 
 

°°°°Danno della Metafisica°°°°

Post n°7 pubblicato il 25 Marzo 2005 da phiIalethes
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... Intellectus sacrificium intellectus ...

Credere che il pensiero abbia da guadagnare una superiore obiettività, o, perlomeno, non abbia nulla da perdere dalla decadenza delle emozioni, è già espressione del processo d'inebetimento, poichè anche le più remote oggettivazioni del pensiero traggono alimento dagli impulsi, il pensiero distruggendoli, distrugge la condizione di se stesso.

La fantasia, "assegnata" alla sfera dell'inconscio è proscritta dalla
conoscenza, quale rudimenti acritico e infantile, è quella che in realtà, stabilisce il rapporto tra gli oggetti e soggetti, in cui ha origine, per forza di cose, ogni giudizio: espulsa la fantasia, è espulso anche il giudizio, il vero atto conoscitivo.

"Noi non soffriamo per le cose del mondo,
ma per le nostre credenze sulle cose del mondo".
Epitteto ......(lo schiavo senza tempo)

 
 
 

..... PSICOLOGIA ......

Post n°6 pubblicato il 20 Marzo 2005 da phiIalethes
Foto di phiIalethes

La Psicologia, espropria la singolarità assegnandole la SUA felicità ...!...

La negazione della realtà oggettiva attraverso il ricorso al soggetto .... include implicitamente la negazione del soggetto.

Ogni psicologia, a cominciare da quella di Protagora, esaltando l'uomo con l'affermazione che egli è la misura di tutte le cose, ha fatto di lui nello stesso tempo, l'oggetto, il materiale dell'analisi e, una volta collocatolo tra le COSE, lo ha assegnato alla loro nullità.

Il dispiegarsi di questo fattore nel quotidiano della "società di scambio coatto", che si richiama "verbalmente" al soggetto, nella REALTA'; non lo si è affatto, ma un oggetto della "società di scambio coatto".

Norme & teorie, sono un'estrazione dal totale, quando divengono imperative, scindono l'essere per estrarne solo ciò che risulta essere ossequioso nel loro confronto, l'essere così scisso, si ritrova in un caotico puzzle, privo della capacità di ricomporlo, obbligato a scambiare solo le tessere ossequiose.

 
 
 

L'OTTICA del sé

Post n°5 pubblicato il 15 Marzo 2005 da phiIalethes
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Autoaffermazione di se

introspezione per cogliere il proprio sé, e poi chiedere conferma all'altro, pronti a rifiutarla se non gradita, per passare al sucessivo, "gradito", così fino a divenire un villaggio di graditi vicendevolmente.
o introspezione limitata quanto basta per pensare d'affermarsi sull'altro



Autoaffermazione nel VOLER saper essere

introspezione "aperta" per cogliere sufficentemente del proprio sé da poterlo comunicare e contemporaneamente cogliere l'altro, cosa ha colto di te, come ti percepisce, aprirsi da questo spiraglio per mostrarsi totalmente, cercando di cogliere cosa percepisce l'altro per crescere.

 
 
 

BHARTRHARI

Post n°4 pubblicato il 11 Marzo 2005 da phiIalethes
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Quando sapevo poco,
ero come un elefante accecato da ebbrezza;
“Sono onnisciente!”
unta di presunzione era la mente mia.
Ma quando un poco appena
ebbi compreso, stando appresso alle persone sagge;
“Sono uno stolto!”
l’ebbrezza mia come una febbre si ritrasse.

 
 
 

Osservazioni empiriche del'universo femminile

Post n°2 pubblicato il 06 Marzo 2005 da phiIalethes
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Un mio personalissimo contrappasso al pensiero sessuofobico di Freud & C. è: L'UNICO PARTO CHE LA NATURA CONCEDE ALL'UOMO E' IL PENSIERO, PERCIO' NE E' PER INVIDIA TANTO ATTACCATO, PERCIO' S'E' DATO TANTO DA FARE PER IMPEDIRE A CHI PARTORISCE OGGETTIVAMENTE, NON POTER PARTORIRE SOGGETTIVAMENTE.


Osservazione maschile dei moti femminili.

Il genere femminile, chiuso all'interno dello steccato socioculturale, ne sta uscendo con un moti sincopati !


Data l'enormità dello steccato, è già arduo arrivare ai suoi confini per chi ne è al centro.


Non viene "maschilmente" notato un fluire costante a mo di gregge verso i pascoli già predisposti da maschietti zelanti, ( e quì i maschietti restano interdetti )

Per chi si trova ai suoi confini, la voglia di libertà è talmente forte che produce una ressa che abbatte continuamente porzioni di steccato lasciando sul terreno, femmine di ogni età.

Vi sono pause di doloroso terrore e moti repentini, ma sempre ai confini dello steccato, e questa vitalità spesso non è neppure percepita da chi è più all'interno.

I maschietti interdetti, si limitano ad assistere senza saper come porre rimedio ai danni prodotti da loro stessi, vi sono femmine che già fuggite ne fanno ritorno per poi rifuggire verso un altra direzione, per non parlare di quelle che notando i rientri nello steccato, si avviano verso il centro allontanandosi dai confini, mentre quelle che sono uscite, prendono le direzioni più svariate, compresa quella dei pascoli già predisposti, arcuendo così la preesistente differenza ostile all'interno del genere stesso.

Questa fuga "disordinata" che porta in differenti direzioni, associata all'ostilità incomunicante tra genere, porta al fiorire di una moltitudine di pensieri differenti ed incomunicanti, è un'opportunità immensa che si spalanca per tutti, viene offerta come solo la donna sa fare, senza secondi fini se non quello del rinnovato piacere del suo accoglimento anche nel parto soggettivo.

Le parole della poetessa Audre Lorde "Stare insieme alle donne non è abbastanza, siamo diverse" sono chiarificatrici sulla percezione all'interno del genere.

Doveroso approfondimento sull'ostilità del genere ...... l'essere che per troppo tempo ha dovuto affidare la sua soppravivenza materiale al suo accoglimento da parte di un "maschio", conseguentemente percepisce come potenziali pericoli alla sua stessa sopravvivenza le appartenenti al genere che abbiano una certa famigliarità con il suo mezzo di sopravvivenza.

(va da se che l'innamoramento essendo irrazionale non può rientrare in quanto esposto )




Deduzioni e quesiti maschili sugli accadimenti femminili



L'essere è il prodotto di esperienze a lui antecedenti, dalle quali partire per provare a sapere ove si stia recando.

Cosa succede se l'essere rifiuta le esperienze storicamente precedenti perchè coercitive, e decide di provare a scegliersi il suo percorso ?

Può avvalersi di accadimenti similari già avvenuti, ma ben presto noterà che non hanno dato i benefici agognati se non ai teorizzatori e poi gestori inflessibili di simili percorsi.

Può decidere di sperimentare percorsi suggeriti dall'istinto, ma ben preso s'avvede che l'istinto non è dotato della razionalità necessaria ad assicurare un percorso sufficentemente agevole.
Può decidere di aggregarsi ad altri-e per trovare nel gruppo le risorse necessarie e comuni, ma può anche non tollerare le imposizioni sociali del gruppo, tante sono state le imposizioni delle esperienze che l'hanno preceduto-a.

La domanda consequienziale è: quante e quali modifiche biologiche produce il pensiero ?

Quale vita libera è possibile?
per il genere femminile dopo che per un numero (indefinibile dalla vergogna) di secoli è stato-a "allevato-a" in cattività, all'interno di un pensiero comune solo al genere maschile.

Quale apporto può offrire il genere maschile ?



Essendo il pensiero comune, la leva principe dello sviluppo, è concepibile una varietà di pensieri ?


Storicamente, il pensiero che ha avuto "successo" è sempre stato quello che veniva accolto e divulgato dal potere vigente, assodato ciò: quale varietà di pensiero concede il potere ECONOMICO vigente oggi ?


L'unico pensiero comune concepibile potrebbe essere il rispetto delle singolarità, in un contesto economico, la concezione di DIRITTI per alcuni nell'uguaglianza non è possibile, ma diviene possibile nell'EQUIPOLLENZA, ossia quello specifico diritto che va a beneficiare solo ed esclusivamente quella specifica esigenza, è equipollente ad altri diritti, a prescindere dalle risorse necessarie.

Si può ben comprendere che è necessario riporre momentaneamente tutto il pensato fin'oggi per consentire il divenire di nuovi singoli germogli di pensiero che andrebbero ad acrescere o financo a sostituire il già costruito.

Non resta che individuare quali elementi impediscano ciò per poterli tenere momentaneamente in "sospensione" come insegna un noto rasoio, sollineo momentaneamente, non esistendo pensiero eliminabile , ma solo superabile dal momento, e non è detto che torni utile in futuro se il superamento è solo momentaneo.

V'è la necessità, URGE, E' IMPELLENTE, E' INDEROGABILE l'apporto del e dei pensieri di genere femminile per poter riformulare in toto il pensiero, rammentandosi che il pensiero rispettoso delle singolarità è pur sempre GENERALISTA, con i pericoli che il generalista comporta per chi si lascia cogliere pigramente dal già costruito e ci si adagia, ben sapendo che in democrazia prevalentemente economica, l'intendimento dei più diviene coercitivo per gli altri, l'antidoto a ciò "potrebbe" solo essere dato da una società CONSAPEVOLE.

Si potrebbe financo prefigurare una riedizione attualizzata del "caos" rinascimentale, con una miriade di micro-società con le sue specifiche, ma tutte rispettose del singolo per poter superare il regime simbolico della verità uguale per tutti.

 
 
 
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