Creato da Agua.y.Pigmento il 12/03/2007

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Post N° 17

Post n°17 pubblicato il 18 Settembre 2007 da Agua.y.Pigmento

Il cinema del rifiuto nasce dall’interstizio che separa due spinte uguali e contrarie,

dalla pulsione del rimettere in forma qualcosa che la sta perdendo .

Genesi che ha a che fare con l’essenza stessa del cinema

e con il suo essere sempre e comunque

(come sosteneva Cocteau) “la morte al lavoro”.

E’ la morte che produce scarti e rifiuti nei film:

 morte di oggetti, morte di corpi, morte di cose.

Ma anche morte di segni, linguaggi, alfabeti.

Chi non ricorda le nefandezze cucinate da “Bette Davis”,

per la sorella paralitica nel film “Che fine ha fatto baby Jane?” .

Oil sangue golosamente succhiato da Tom Cruise

 e Brad Pitt in “Intervista con il vampiro?”

E’ infatti il cibo, scrittura segnica ad offrirsi nel cinema come  figura chiave;

 impastato di viscere e vomito,di melma e bolo, di bava e bile.

Questi rifiuti “gastro-enterici” fanno dei sintomi della fame

e dei residui della digestione le materie prime su cui edificare monumenti ad un arte cinematografica grottesca e macabra; sfiorata  da aliti di sublime.

Ciò accade nelle marmitte di spaghetti fumanti,

arraffate con le mani e i denti nel film di Mattioli  “Miseria e Nobiltà”;

o nei fetidi intrugli preparati dai protagonisti di “Camerieri” di Pompucci;

o nei deliri bulmici da fast-food di Landis in “Animal House”.

I residui e gli scarti  non si esauriscono qui ,

non è possibile dimenticare l’enorme cumolo di immondizia

che nasconde resti umani non identificati ne il film “Gli occhi del delitto”

o le tonnellate di spazzatura che saturano lo schermo nel film “Arriva la bufera”

Ci sono inoltre i ributtanti cadaveri putrescenti di “Seven”

 e le vertigini da nettezza urbana dell’immaginario,

 messe in scena dal regista definito “il re degli schifosi”: John Waters

Quando l’arte cinematografica ha a che fare con questo genere,

 sembra incapace di assumere altro sguardo che non sia quello “nobilitante”,

 quasi “avveretendo nella purezza estetica  del linguaggio,

l’ultima chance di riscattare la miseria sociologica dei soggetti rappresentati.

Secondo tal proposito Pasolini riabilita i volti sdentati,

le pelli foruncolose dei suoi sottoproletari romani

 inquadrandoli in composizioni figurative di matrice Giottesca .

Un cinema insomma che si immerge nei detriti del linguaggio,

lasciandovi andare alla deriva,

conscio di non poter esistere se non in questo scenario artistico.

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Commenti al Post:
Filottete3
Filottete3 il 19/09/07 alle 10:36 via WEB
Cosa maledetti sono questi interstizi?! L'ho sempre sentito dire ma nessuno che sa spiegare alla gente che va al cinema, cos'è un interstizio?
 
 
Agua.y.Pigmento
Agua.y.Pigmento il 24/09/07 alle 16:14 via WEB
Un interstizio e' semplicemente una scrittura segnica.
 
starger
starger il 20/09/07 alle 22:53 via WEB
Beh mi viene da pensare subito a: "Brutti, Sporchi e Cattivi (Ettore Scola, 1976)" con Nino superlativo e (non sarai d'accordo su questo) a "Blade Runner" dove i detriti del genere umano (gli androidi) hanno addirittura messo piede nella Los Angeles dei prossimi (e incredibilmente vicini) secoli.
 
 
Filottete3
Filottete3 il 21/09/07 alle 12:38 via WEB
Brutti, Sporchi e Cattivi, capolavoro feroce sulla periferia e sulle baracche.
 
 
Agua.y.Pigmento
Agua.y.Pigmento il 24/09/07 alle 16:17 via WEB
Perche' non dovrei essere d'accordo, il campo dei detriti nella cinematografia comprende uno spettro ampio ed eclettico, simbolo di linguaggi comportamentali di deterrenza sociale.
 
frankblack1976
frankblack1976 il 20/09/07 alle 23:54 via WEB
come mi piace stò blog... cmq la vera merda cinematografica è natale a miami...prova a guardarlo e poi mi dici, la cosa + trash del cinema italiano degli ultimi venti anni
 
 
Filottete3
Filottete3 il 21/09/07 alle 12:40 via WEB
Il cinema ha bisogno anche di quello, di cretini che paghino per far incassare gli esercenti. Altrimenti, noi cultori, la minoranza, non faremmo guadagnare e sviluppare nemmeno il cinema d'autore.UN LAVORATORE NELLO SPETTACOLO.
 
 
Agua.y.Pigmento
Agua.y.Pigmento il 24/09/07 alle 16:21 via WEB
Sorrido. C'è un sacco di cinematografia Trash da vent'anni a questa parte. Sarebbe banale scagliarsi contro un filmetto palesemente e volutamente Trash...Indaghiamo nei cosidetti film "colti", e' li che si annidano le grandi incoerenze.
 
Filottete3
Filottete3 il 21/09/07 alle 12:42 via WEB
Guardo anche al grottesco de L'AMICO DI FAMIGLIA di Sorrentino. Oltre Pasolini.
 
 
Agua.y.Pigmento
Agua.y.Pigmento il 24/09/07 alle 16:24 via WEB
...non e' una discussione da catalogazione...I film, ed i registi che adottano questi artifizi scenici sono molti, nel post ne ho citati una minima parte. Il discorso era un'atro...mi spiace si svii...
 
wo_land
wo_land il 21/09/07 alle 14:11 via WEB
Allora nel mio precedente commento al tuo post mi riferito ad altro tipo di rifiuti... o scarti che dir si volglia. In senso morale, intendevo. Vabbè. 'Brutti sporchi e cattivi' l'ho rivisto da poco. Mi ha annoiato. E sai perchè? Troppo lento. Il cinema di prima del web è oramai troppo lento. L'occhio è abituato drogato dipendente da un ritmo svelto. Il punto di svolta 'cinematografico' secondo me fu JFK di Oliver Stone...
 
Agua.y.Pigmento
Agua.y.Pigmento il 24/09/07 alle 16:27 via WEB
Non so se il film di Stone sia una svolta; credo che la vera svolta teoricamente nasca da una operazione di distanziazione e contemporaneo riavvicinamento al cubo, dall'apocalisse totale del realismo.
 
 
wo_land
wo_land il 24/09/07 alle 19:57 via WEB
Mi riferivo a un fatto tecnico: è il primo film (che ho visto) in cui la telecamera si avvicina/allontana/gira intorno/sopa/indiagonale da sotto da sopra ai personaggi... Che poi tutto discenda da una operazione mentale/ideologica è chiaro che si. Secondo me all'epoca Stone voleva reagire allo strapotere del mezzo televisivo: 15 sec/cambio inquadratura/15 sec/camera 3 ecc... Sarà un caso che la vecchia europa continua a premiare la filmografia terza: iraniana, kazaka, ecc...? Il discorso potrebbe continuare...
 
Agua.y.Pigmento
Agua.y.Pigmento il 24/09/07 alle 20:01 via WEB
Si, se ti riferisci a un discorso meramente tecnico ti do in toto ragione.
 
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Robert Mapplethorpe,

il fotografo americano

morto prematuramente di Aids nel 1989,

che suscitò scalpore!

"POCHI RIESCONO A VEDERE ARTE IN UN NUDO

I PIU' CI VEDONO TRASGRESSIONI E OSCENITA'"

Accusato di pornografia e induzione all'oscenità,

 durante la sua mostra

 The Perfect Moment

 nel 1990 a Cincinnati

- che esponeva sette ritratti sadomaso –

dovette affrontare un processo

 contro gli istituti ufficiali e religiosi.

Oggi l'eco dei suoi scandali

 non si è ancora placato

"L'INQUISIZIONE ESISTE ANCORA"

 

 

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