Creato da piccolapefuribonda il 05/07/2011
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Post n°30 pubblicato il 03 Ottobre 2011 da piccolapefuribonda

C'è questo pezzo, tratto da "L'amante" di M. Duras bellissimo e mi ricorda un po' me quando all'improvviso mi prendeva la voglia di sentirti senza un perchè, un motivo... solo un impeto. Senti che bello però, senti che bella cosa a cui io, dovrò rinunciare per sempre, sardo mio:

 Anni e anni dopo la guerra, dopo i matrimoni, i figli, i divorzi, i libri, era venuto a Parigi con la moglie.

Le aveva telefonato. Sono io. Lei l'aveva riconosciuto dalla voce. Le aveva detto: volevo solo sentire la tua voce. Lei aveva detto: ciao, sono io.
Era intimidito, aveva paura come prima, la voce improvvisamente gli tremava e in quel tremito, improvvisamente, lei aveva ritrovato l'accento cinese.
Lui sapeva che lei aveva cominciato a scrivere libri, l'aveva saputo dalla madre incontrata a Saigon. Sapeva anche del fratello piccolo, disse che ne aveva sofferto pensando a lei.
E poi sembrava che non avesse altro da dire. Ma poi glielo aveva detto.
Le aveva detto che era come prima, che l'amava ancora, che non avrebbe potuto mai smettere d'amarla, che l'avrebbe amata fino alla morte.
 
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