Creato da: piccola_sarta_cinese il 17/08/2005
la notte di luna non accendere la torcia, se l'accendi la luna si addolorerà.
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Stanze separate
Post n°40 pubblicato il 05 Settembre 2005 da piccola_sarta_cinese
“Amore svegliati. Forza alzati, andiamo a dormire.” “Sì, arrivo subito. Tu intanto và in bagno.” “Ok, ma svegliati.” “Sì, vai vai…” Sono troppo stanca, non riesco ad aprire gli occhi; percepisco a fatica il rumore dell’acqua che scorre. Devo svegliarmi, devo trovare la forza di alzarmi, altrimenti sarò destinata a passare un’altra notte sul divano, e sai che mal di schiena al risveglio… “Amore, vado a letto.” Un bel respiro profondo. Uno, due e … tre. Che fatica tenere gli occhi aperti. Mi dirigo verso il bagno, faccio tutto in fretta tenendo un solo occhio aperto, esco. Entro in camera. Lui è ancora sveglio, sdraiato sul letto sbuffa per il troppo caldo e legge un inserto della Gazzetta. Mi spoglio e mi sdraio accanto a lui. Sento la sua mano che si avvicina…, una carezza, un bacio. “Amore ti prego, lasciami dormire. Ho sonno.” Non insiste e ritorna alla sua lettura. C’è corrente nella stanza a causa della finestra aperta. Io, che sono sensibile agli sbalzi di temperatura e vorrei evitare di risvegliarmi con il collo a pezzi e la gola infiammata, mi copro cautamente con il lenzuolo. “Buonanotte.” “Buonanotte.” E spenge la luce. La corrente continua a darmi fastidio e non mi fa prendere sonno. Dopo pochi minuti lui dorme già. Per fortuna il suo è un sonno profondo, mi alzo senza fare rumore, tutti i movimenti rallentati, chiudo la finestra e ritorno a letto. Incredibile, in questi secondi di mia assenza si è completamente impadronito del materasso. Come posso sdraiarmi se dorme in diagonale? Molto dolcemente lo sposto; lui mormora qualcosa, ma non oppone resistenza; riesco a farmi un po’ di spazio, non quello che vorrei, ma posso accontentarmi. Desidero solo dormire. E ci riesco, ad addormentarmi. Sto già sognando di essere al volante della mia auto nuova, di fianco a me c’è lui, teso, come tutte le volte in cui sono io a guidare. Bisbiglia qualcosa. Riesco a capire solo le ultime parole: bicchiere d’acqua. Bicchiere d’acqua? Hai paura della mia guida? Mi prendi un bicchiere d’acqua? Amore, mi vai a prendere un bicchiere d’acqua? Ritorno alla realtà quando vengo leggermente strattonata. “Amore, per favore, puoi andare in cucina a prendermi un bicchiere d’acqua?” “Ma dico, non sei capace di prenderlo con le tue mani? “ “Per favore, ho sete e non ce la faccio ad alzarmi.” “No, ci vai tu.” “Dai, amoooore.” “No.” “Daaaaaai.” “Va bene, ma che sia l’ultima volta.” Mentre mi alzo controllo la sveglia. Voglio vedere a quale ora della notte ha avuto il coraggio di svegliarmi. Sono passati solo dieci minuti da quando ho chiuso la finestra. Dormivo davvero profondamente. Ritorno dalla cucina con il bicchiere e la bottiglia. Non si sa mai, dovesse riprendergli sete… “Amore, un ultimo favore.” “Dimmi.” “Fa troppo caldo in questa stanza. Puoi aprire la finestra? ...Eppure ero convinto di averla lasciata aperta…Si deve essere chiusa per la troppa corrente.” “È probabile.” Apro la finestra, torno a letto, mi rannicchio nel solito angolino, mi copro per bene e tento di addormentarmi, consapevole del mal di gola che mi attenderà al mio risveglio. Quanto vorrei dormire in stanze separate…
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