Creato da: piccola_sarta_cinese il 17/08/2005
la notte di luna non accendere la torcia, se l'accendi la luna si addolorerà.

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Cena mondiale

Post n°49 pubblicato il 07 Settembre 2005 da piccola_sarta_cinese

Oggi è il mio giorno libero. Ho aspettato tutta la settimana ed ora eccole qua, ventiquattro ore a mia disposizione, per fare ciò che voglio.
Poco fa, prima di uscire, mi ha dato il suo solito bacio e mi ha sussurrato qualcosa nell’orecchio, io ho bisbigliato un sì di risposta, ancora nel dormiveglia; non saprei dire cosa mi ha detto, saranno state le consuete parole dolci del risveglio.
Lui probabilmente non lo ricorda, ma oggi è un giorno speciale, giusto tre anni fa mi chiedeva di sposarlo, la proposta ufficiale, quella con l’anello.
Non mi arrabbio se questa volta l’ha dimenticato, è molto impegnato con il lavoro e in fondo non è una data importante come quella del matrimonio. Per quella sì che potrei arrabbiarmi…
Voglio fargli una sorpresa; lui adora le sorprese…
Mi alzo, faccio colazione, metto in ordine la casa, mi vesto ed esco.
Uh …, per poco non dimenticavo la lista della spesa!
Prima tappa: fruttivendolo.
“Ciao Franco, oggi mi dai un chilo di pomodori ciliegino, cinque carciofi, un mazzetto di rucola, frutti di bosco misti, aglio, prezzemolo e peperoncino.”
Seconda tappa: pescivendolo.
“Buongiorno vorrei quel branzino.
Me lo sfiletta per cortesia?
Poi, mi dà due tranci di tonno e circa tre/ quattro etti di seppioline. Grazie.”
Terza tappa: panificio.
“Ciao Anna, il solito filoncino di casalingo, quella focaccia con le olive e sei panini alle noci, mezzo chilo di farina di grano duro e mezzo chilo di farina ai tre cereali. Perfetto. Ti ringrazio.”
Quarta tappa: latteria.
“ Un litro di panna fresca. Grazie.”
Quinta tappa: casa di mio nonno.
“Nonno, puoi darmi sei uova?
Sono fresche? Di questa mattina? Benissimo.
No, non mi fermo, sono di fretta, devo preparare la cena per stasera, devo ancora fare tutto.”
Un bacio al mio nonnino e di corsa a casa.
Perbacco come si è fatto tardi, per fortuna lui non torna mai per pranzo.
Ne approfitto per saltare il pasto, una mezza giornata di dieta non potrà farmi che bene.
Una volta a casa ripongo la spesa e mi metto all’opera.
Comincio col preparare la pannacotta: amalgamo tutti gli ingredienti e li lascio cuocere, stando attenta che non bollino.
Nel frattempo lavo i frutti di bosco e li metto a cuocere con poca acqua e zucchero.
La panna è pronta, rovescio il composto nello stampo e lo metto in frigo.
Anche i frutti di bosco sono pronti, ne faccio una salsa servendomi del frullatore.
Passo al branzino, ne taglio a pezzi i filetti. In una casseruola faccio appassire l’aglio con l’olio e unisco il pesce. Lascio cuocere leggermente, salo, pepo, bagno con il vino bianco e lascio sfumare. Passo il pesce al tritacarne, facendo attenzione a togliere tutte le lische, lo impasto con un uovo e metto il composto da parte.
Preparo la pasta. Impasto un uovo con le due farine acquistate al panificio. Prendo il matterello e tiro la sfoglia, proprio come anni fa mi ha insegnato la nonna emiliana di mio marito.
La cucina ha le sembianze di un campo di battaglia ed io ho la farina dappertutto, ma i profumi sembrano buoni ed ho fatto prima di quanto pensassi.
Preparo i ravioli, che cuocerò in abbondante acqua salata (come è riportato in un qualsiasi libro di cucina) e condirò con un sugo di pomodorini freschi e seppioline, che preparerò espresso, all’ultimo momento.
Adesso la parte più impegnativa è andata a termine.
Pulisco i carciofi, di ognuno ne faccio quattro parti e li immergo in una soluzione di acqua e limone, per evitare che anneriscano.
Lavo la rucola. Lavo i pomodori. Taglio le seppioline, che ho già fatto pulire al pescivendolo.
Riassetto la cucina e vado a farmi una doccia calda e rilassante.
Dopo circa quindici minuti esco dal bagno come nuova. Ho tutta l’energia necessaria per dedicarmi all’allestimento della tavola.
È appena cominciata l’estate, il clima è mite, in veranda staremo benissimo.
Prendo tovaglia, piatti, bicchieri, tovaglioli, candele e torce da mettere in giardino per creare atmosfera.
Accendo il forno, per il cartoccio di tonno e carciofi e metto a bollire l’acqua.
Sono le 19:45, tra poco dovrebbe arrivare.
Accendo torce e candele e comincio a tagliare i pomodori.
Squilla il campanello.
“Chi è?”
“Sono Edo.”
“Edo?” cosa vorrà Edoardo a quest’ora? “Ti apro.”
“Ciao, sono il primo? Che buon odore, ma non dovevi disturbarti con la cena. Avevo detto a Luca di ordinare la pizza.”
“…?”
Di nuovo il campanello.
“Chi è?”
“Noi”
Davide e Patrizia.
“Ciao Miriam, ciao Edo. Luca non è ancora arrivato?”
“Eccomi!”
Eccolo.
“Tieni amore, le pizze. Hai apparecchiato in veranda?
Brava. Ora ci portiamo anche la tv.”
“Scusa amore, prima puoi venire a darmi una mano. Ho bisogno di un aiuto.”
Ci spostiamo in cucina.
“Ma vuoi spiegarmi cosa succede? Perché non mi hai detto che avevamo gente a cena?”
“Ma te l’ho detto, questa mattina, prima di uscire. Tu mi hai detto che andava bene. E poi sono tre giorni che ti parlo della partita di stasera.”
Continuo a non capire.
“Italia – Argentina, ottavi di finale. Ti dice niente?”
“L’avevo dimenticata!”
“Passi il fatto che non mi ascolti, ma non la guardi la tv?”
“Non quando sono da sola, lo sai.”
“Avevi già preparato la cena?”
“Qualcosa. Ho fatto il dolce, pannacotta con salsa di frutti di bosco.”
“Bene, ce la mangeremo alla fine del primo tempo. Ora però finisci di apparecchiare ché fra poco comincia.”

 

 
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