IL MIO DESTINO...

... scelgo se riesco a resistere!

 

AREA PERSONALE

 

ODE AL GIORNO FELICE

Ode al giorno felice

Questa volta lasciate che sia felice,
non è successo nulla a nessuno,
non sono da nessuna parte,
succede solo che sono felice
fino all’ultimo profondo angolino del cuore.


Camminando,dormendo o scrivendo,
che posso farci, sono felice.
sono più sterminato dell’erba nelle praterie,
sento la pelle come un albero raggrinzito,
e l’acqua sotto,gli uccelli in cima,
il mare come un anello intorno alla mia vita,
fatta di pane e pietra la terra
l’aria canta come una chitarra.


Tu al mio fianco sulla sabbia, sei sabbia,
tu canti e sei canto,
Il mondo è oggi la mia anima
canto e sabbia,il mondo oggi è la tua bocca,
lasciatemi sulla tua bocca e sulla sabbia
essere felice,
essere felice perché si,
perché respiro e perché respiri,
essere felice perché tocco il tuo ginocchio
ed è come se toccassi la pelle azzurra del cielo
e la sua freschezza.
Oggi lasciate che sia felice, io e basta,
con o senza tutti, essere felice con l’erba
e la sabbia essere felice con l’aria e la terra,
essere felice con te,con la tua bocca,
essere felice.

Pablo Neruda
 

 

***

 

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Post N° 6

Post n°6 pubblicato il 28 Giugno 2006 da PiccolaZaira
Foto di PiccolaZaira

Di fronte a te uno specchio.
Vedi te stesso.
Ti vedi e non ti sopporti.
Vorresti non vedere, ma non puoi.
Desideri che le cose siano diverse,
ma non lo saranno mai.
Allora provi sconforto
e questo conduce a dolore
e questo a rabbia,
che alimenta nuovamente il dolore.
Vuoi distruggere l’immagine,
non vuoi più vederla.
Mentre la mano già si muove,
per un istante non comprendi.
Sei tu che stai guardando lo specchio,
o sei l’immagine della sofferenza che vi sta dietro,
in risposta a chi scruta?
In fondo non ha molta importanza,
mentre le nocche infrangono il vetro
e le scheggie insanguinate cadono a terra.
In quell’istante entrambi
cessano di esistere.
Da quell’istante
di fronte e aldilà dello specchio
non c’è più nulla.
E a nessuno importa della storia
di uno specchio rotto:
le suole calpestano i frantumi
e le voci borbottano seccate.
In quei frantumi una domanda muta
ancora attende risposta.
Ma nessuno risponderà mai,
perché nessuno più è per ascoltare.

 
 
 
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Un blog di: PiccolaZaira
Data di creazione: 27/06/2006
 

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