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« A fiorefebbraio senza risposta »

lettera

Post n°28 pubblicato il 13 Maggio 2012 da fiorellaventurelli

mi sono passati i giorni senza che potessi trovare la voce per chiamarti. Ho le tue parole in testa che mi chiedono responsabilità per noi due, e ancora dedizione e impegno. E fra le mani ho il tuo corpo che mi scivola via, dopo averti amato con le lacrime agli occhi, e averti tenuta stretta fra le mie braccia e i nostri libri. Sei la mia rosa, la più dolce fra tutte le rose. Se l'orgoglio di te bastasse a riscattarmi io sarei il migliore fra tutti gli uomini. Ma vedi bene che è poca cosa quello che riesco ad essere per noi. Sono intero quando ti compaio davanti, e di nuovo me stesso in avaria e in disordine appena mi allontano, un'autentica delusione, un fallimento che torna a ripetersi. Non so cosa consigliarti quando penso ai tuoi anni pieni di aspettative, le stesse che ho archiviato e che non voglio più discutere.

Sei il fiume in piena che amo, mentre ti costruisco intorno gli argini, con la speranza che tu riesca a strapparli via e ho il terrore che l'acqua mi sommerga.

Come faccio a spiegarti che mi fa paura il coraggio con cui prendi le cose, con cui prendi me e la vita. E la tranquillità con cui te lo lascio fare senza trattenere nulla per me mi atterrisce. Scomparire e farti vuoto intorno è l'unica trincea che so opporti. Un buco scavato in terra a fatica e pieno di niente, grande appena da nascondersi dentro e abbastanza profondo da farti resistenza.

So che non ci saranno altre occasioni, che questa cosa meravigliosa mi riguarda per l'ultima volta. Ma non riesco a prenderla e rischiare tutto per averla.

Sono di sostegno a me stesso ed è tutto, non ci sono assi nella manica, quello che hai avuto era già il mio meglio, purtroppo ho finito le sorprese.

Purtroppo Amore mio perchè tu sei la mia rosa, la più dolce fra tutte le rose, il fiore amatissimo che non può sfiorire.

Credi quello che vuoi e chiama questa cosa col suo nome, tu che conosci le parole e non temi il loro significato. Credi pure che sia codardia, ma non lo è in fondo.

E' il minor male che posso a portate, la mia linea personale di arrivo. la debolezza che non voglio offrirti, la lucidità di ammettere che sono alla fine.

Me ne vado adesso che le mie lacrime sono vere, che le ho sentite scendere e farmi a pezzi. Ora che posso prendenderti per Amore, e con Amore, per sempre portarti dentro.

 
 
 
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