Creato da pietrificatore76 il 25/01/2007
noir e dintorni

FACEBOOK

 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Contatta l'autore

Nickname: pietrificatore76
Se copi, violi le regole della Community Sesso: M
Età: 48
Prov: MI
 

Area personale

 

Tag

 

Archivio messaggi

 
 << Luglio 2024 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
1 2 3 4 5 6 7
8 9 10 11 12 13 14
15 16 17 18 19 20 21
22 23 24 25 26 27 28
29 30 31        
 
 

Cerca in questo Blog

  Trova
 

Ultime visite al Blog

eire3schining81allie76SdoppiamoCupidowo_landterzarepubblica
 

Ultimi commenti

 

Chi può scrivere sul blog

Tutti gli utenti registrati possono pubblicare messaggi in questo Blog e tutti possono pubblicare commenti.
I messaggi e i commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 
 

 

« Messaggio #26Messaggio #28 »

Post N° 27

Post n°27 pubblicato il 02 Marzo 2007 da pietrificatore76
 
Foto di pietrificatore76

La Riviera, 1 marzo 2007

Di Alberto Pezzini

 

 

Mi viene da pensare che noi liguri, di ponente, abbiamo davvero culo.

Scusatemi, ma è così. Ho trascorso un fine settimana in compagnia di Triora ed ero l'uomo più felice del mondo. Complici sono stati due libri. Bagiue di Roberto Negro ed Anime all'imbrunire di Ippolito Edmondo Ferrario.

Ho visto anche un servizio su Apricale girato da Rai 1 che mi ha rafforzato nel mio convincimento.

Viviamo di certo in un mondo che brilla di luce propria. A volte ricordo che nella mia vita ho incontrato persone le quali storcevano il naso a pensare a Sanremo, a Triora, ad Apricale, ad altri luoghi dove noi siamo abituati a posare occhi divenuti ormai indifferenti.

Non possiamo essere indifferenti. L'ultimo libro di Negro nasce dall'amore per i paesi del nostro entroterra. Definire paesi certi borghi d'italia come Apricale e Triora fa rabbrividire. Sono veri e propri depositi di memoria, magia, sortilegio, sensualità, carne nuda ed ossessione.

Triora si porta dietro un retaggio antico come la peste. Nei suoi carrugi si può ancora toccare il respiro delle streghe, le loro urla, i loro sospiri, il loro piacere incompreso e libero come il vento sul Saccarello. Quel respiro antico fa di Triora un paese vivo, parlante. Di notte puoi sentirla fremere perchè ha avuto una sofferenza inaudita e terribile.

Negro l'ha ascoltato quel respiro. Così, prima di lui, ha fatto Ippolito che in anime all'imbrunire ci regala il ritratto più stregato della Triora sua personale. Quella che si porta nel cuore quando è a Milano e l'aria di su lo soffoca. La copertina di Anime è dominata dalla neve. Non so se voi avete mai visto la neve scendere su Triora. Vuol dire avere fuoco nelle pupille e merletti di ghiaccio alle mani. La neve evoca subito un mondo annientato, un dolore sordo che non si può dimenticare. La ferita del 1587 - la tortura delle streghe - è la grande ferita carnale che Triora si porta dietro.

Niente può cancellarla. Il bello sta proprio qui. C'è una storia sotterranea che fa parte delle case, dei carrugi e delle pietre che formano la piazza della Collegiata. Il bello è che quella voce sottile come una ragazza affannata continua a girare nel borgo come un'amica di sempre. Insieme a lei puoi gustare il sole quando si accende sul Saccarello, il pane di Triora, il coniglio alla ligure, e quelle pietre che si scaldano alla luce. Da anni. Prima che noi ci fossimo.

Apricale è, invece, una contessa uccisa ma bellissima. Per dirla alla Nobbio, autore di una precisa, limpida La contessa di Apricale. In quel servizio ricco di prodotti del luogo che è stato girato da Rai 1 c'erano tutti:Delio, Alessandro di Bacì, Lorenzo l'inventore di una birra personalissima e damascata come la sua fantasia, ed Apricale in tutto il suo colore. Apricale è una contessa che ti affascina toccandoti la carne dalla parte del cuore.Una sera - parlando con Giuliana Pizzio, ninfa egeria del borgo solare - convenivamo che ad Apricale esiste un'aria allegra, peculiare. Non so se sia chimica, oppure magia bianca, ma in effetti l'aria è salutare soprattutto per l'animo. L'anima si aggiusta da sè. Ma provate a fare la prima salita dabbasso - quella che rasenta Delio - e poi continuate a camminare. Non so voi. Ma io, subito, comincio a sentirmi un non so che in gola che si espande bellamente. Sempre di più. Quando arrivo in piazza mi sento di giocare. O meglio, sento che dalle pietre arriva una nota decisamente positiva. Di luce, aria, vecchie compagnie,stelle che guardano e decine di cieli azzurri e d'oro ai quali ho sempre guardato da quella piazzetta. C'è un profumo di lì, nelle notti d'estate, che ti lascia una mano sull'anima. Non lo dimentichi più. Sarà forse la salsedine che si mischia alle montagne, ma il profumo ha fatto innamorare più d'uno. In quei vicoli stretti come un pugno. Che guardano verso boschi verdi dove l'occhio si riposa e dove sarebbe strano dirsi addio.

Penso allora che siamo fortunati. Anche se a volte ci vogliono dei libri per ricordarcene. Meno male che certi scrittori ci guardano, in quei boschi.

Penso che chi ami posti come Triora ed Apricale sia una persona a posto. Gli basta un panino, un bicchiere di rossese ed un sole che sia alza di mattina sulle montagne. Di altro, a volte, a parte gli occhi di una donna che ti guardano, non abbiamo bisogno.

 

 
Condividi e segnala Condividi e segnala - permalink - Segnala abuso
 
 
Vai alla Home Page del blog
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963