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TANGENTI TOTAL: DOMICILIARI PER TUTTI

Post n°92 pubblicato il 02 Gennaio 2009 da giucar09
Foto di giucar09

CAPODANNO FRA LE MURA DOMESTICHE PER GLI INDAGATI DELLE TANGENTI SUL PETROLIO LUCANO

POTENZA - Ricorsi tutti accolti e misure cautelari per i principali indagati attenuate: con due giorni di anticipo rispetto alle previsioni, il Tribunale del riesame di Potenza ha ridimensionato le accuse dell'inchiesta del pm Henry John Woodcock su un presunto "comitato di affari" costituito per gestire le estrazioni petrolifere in Basilicata. E la giornata di oggi è stata "felice" anche per il deputato del Pd, Salvatore Margiotta, per il quale il Riesame ha annullato gli arresti domiciliari. In realtà, già la Camera dei Deputati, lo scorso 18 dicembre, due giorni dopo gli arresti, aveva respinto, a larga maggioranza, con il solo voto favorevole dell'Idv, la richiesta di domiciliari per il parlamentare. Ricorso accolto anche per un altro esponente del Pd, il consigliere provinciale di Matera, Nicola Montesano, per il quale sono stati annullati i domiciliari. Il dispositivo del Tribunale del Riesame è stato depositato nel primo pomeriggio. Poche ore dopo hanno lasciato il carcere di Potenza i principali indagati dell'inchiesta: l'amministratore delegato della Total Italia, Lionel Levha, i dirigenti della stessa compagnia petrolifera, Roberto Pasi e Roberto Francini, l'imprenditore di Policoro (Matera), Francesco Rocco Ferrara, e il sindaco di Gorgoglione (Matera), Ignazio Tornetta. Per tutti, la custodia cautelare in carcere è stata sostituita con gli arresti domiciliari. I magistrati del Riesame (il presidente Luigi Spina e i giudici a latere, Lucia Gesummaria e Antonio Cantillo) hanno annullato il capo "A" dell'ordinanza emessa dal gip Rocco Pavese su richiesta del pm Woodcock, quello relativo all'associazione per delinquere finalizzata alla corruzione. Restano i reati di corruzione e di turbativa d'asta. Per gli avvocati dei dirigenti della Total, Maurizio Bellacosa, Donatello Cimadomo e Paola Severino, "é importante il riconoscimento dell'inconsistenza dell'accusa di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione". Il Riesame inoltre ha annullato il sequestro di numerosi beni mobili e immobili - per un valore complessivo stimato in circa 50 milioni di euro - e il cui elenco (società, beni mobili e immobili) occupava 29 pagine dell'ordinanza del gip. Stamani, infine, il Tribunale della Libertà aveva anche accolto i ricorsi, concedendo la remissione in libertà, all'imprenditore Ferrara e a Giovanni Giliberti, accusati, in un altro filone dell'inchiesta,di spaccio di sostanze stupefacenti.

 
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