Creato da besson.maria il 23/07/2008
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« Messaggio #11Fra ignoranza e noncuranza »

Post N° 12

Post n°12 pubblicato il 24 Luglio 2008 da besson.maria

Come comunicare ai figli i problemi

E' importante che i genitori diano la notizia nel modo e nel momento più opportuno, ponendo l'attenzione esclusivamente sugli interessi di equilibrio e stabilità affettiva dei piccoli e non sulla loro esigenza di risolvere rapidamente il problema o di rimandarlo

 

Il dialogo con i bambini, specie su argomenti seri, può essere molto difficile e complicato. E’ più facile ascoltarli che farci capire. Per questo, noi adulti ci dobbiamo sforzare tutti – genitori, insegnanti, baby-sitter, etc. - di porci nei loro confronti in modo chiaro e comprensibile. Non dobbiamo creare confusione. Né trasmettere messaggi equivoci o che possano essere fonte di angoscia.  Questo vale anche e soprattutto per i media, che hanno verso i minori un ruolo educativo sempre più rilevante e influente; spesso, però, in negativo, divulgando esempi e messaggi fraintendibili e violenti. Basti pensare a programmi televisivi, giornalini, musica, videogiochi, etc. 

Lascio, però, a chi è più competente di me indicare quali siano, in tutte queste situazioni, le modalità più opportune e corrette di relazionarsi e di comunicare con i più piccoli. Quello che posso spiegare io, è come confrontarsi con i bambini e i ragazzi quando c’è crisi affettiva tra i genitori. Un momento delicato, in cui, comunque sia, non deve mancare il dialogo, onesto e tranquillizzante, tra genitori e figli. Nel mio lavoro accade quasi ogni giorno di dover affrontare queste situazioni.  Quando, infatti, i genitori si stanno lasciando, mi chiedono come porgere l’argomento ai figli e come informarli che la mamma e il papà non vivranno più insieme. Alcuni, addirittura, pur nella consapevolezza dell’irreparabilità della frattura coniugale, scelgono di “andare avanti”, di non separarsi, nella convinzione, così facendo, di agire per il bene dei loro figli e di proteggerli dall’inevitabile sofferenza della frattura familiare. Questo però, secondo me, è un grave errore, perché inevitabilmente il rapporto tra i genitori, che non è più “d'amore”, di rispetto e collaborazione, si deteriora a causa dell'indesiderata e obbligata convivenza, fino a degenerare nelle liti più accanite. E i figli, loro malgrado, da un lato si abituano a vivere infelicemente in un clima algido o pesante, e dall'altro possono anche credere di essere i responsabili della situazione e della sofferenza di mamma e papà, fino ad agire onnipotenza per trattenere i genitori e impedirne la separazione. A volte con gesti disperati. Consiglio sempre, dunque, di non coinvolgere prematuramente i piccoli nella complicata scelta della divisione, ma nel momento in cui la decisione è presa, quando cioè il cambiamento nell'organizzazione di vita è imminente: a questo punto i figli, che hanno il diritto di capire e sapere ciò che sta accadendo, possono essere coinvolti nelle cose pratiche: scelta della nuova casa, organizzazione delle vacanze, acquisto di un’altra cameretta, etc.  E' importante che i genitori diano la notizia nel modo e nel momento più opportuno, ponendo l'attenzione esclusivamente sugli interessi di equilibrio e stabilità affettiva dei piccoli e non sulla loro esigenza di risolvere rapidamente il problema o di rimandarlo. L'ideale sarebbe che i genitori riuscissero a parlare entrambi contemporaneamente con i figli, con pacatezza e concretezza, modulandosi sulla loro età. I figli sono rassicurati quando sanno che l'affetto dei genitori rimane immutato, anche se succedono cose strane e inaspettate. L’alleanza genitoriale li tranquillizza, anche se il papà e la mamma non saranno più marito e moglie.

L'ulteriore raccomandazione che rivolgo alle mamme e ai papà è - una volta interrotta la convivenza - di non mettere i figli troppo velocemente a contatto con i rispettivi nuovi partners. Ciò, infatti, crea sovente confusione, disorientamento, gelosie, rabbie, curiosità malsane. A volte i figli allontanano il genitore che ha instaurato il nuovo legame per inconsapevole spirito di protezione nei confronti del genitore solo, e per non sentirsi “traditori” ogni volta che si vedono schierati nel nuovo quadretto familiare. In conclusione, i coniugi che stanno affrontando la separazione devono impegnarsi e sforzarsi di andare oltre la crisi e il conflitto che ha causato la frattura dell’unione, per continuare a essere genitori responsabili e tra loro collaboranti, e conservare con i loro figli un dialogo aperto e sereno. La verità può essere dolorosa, ma è un valore da praticare. In ogni caso stimola il coraggio e la crescita del pensiero. L’esperienza della separazione, per quanto traumatica, se ben condotta da genitori responsabili, può essere un’opportunità di maturazione affettiva sia per i figli, sia per i loro genitori.

 

 da www.socialnews.it

Annamaria Bernardini de Pace

Avvocato divorzista, giornalista e scrittrice

 
 
 
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