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Giustizia, libertà e sicurezza

Post n°15 pubblicato il 24 Luglio 2008 da besson.maria

Così cresce la Ue

 

“Sfide all’ordine del giorno quali la migrazione, il terrorismo, la criminalità organizzata e il rispetto dei diritti fondamentali richiedono cooperazione. Lavorare su scala comunitaria permette di conseguire un valore aggiunto”

 

Negli ultimi 50 anni abbiamo lavorato insieme per realizzare l’ideale dei padri fondatori dell’Unione europea. La pace e la prosperità sono i maggiori successi conseguiti dall’Unione. Allo stesso tempo, abbiamo garantito la coesione sociale e la solidarietà tra gli Stati membri. Lo spazio di pace e prosperità si è esteso nel corso dei progressivi allargamenti dell’Unione, che oggi conta almeno 500 milioni di cittadini. Il mio settore, "Giustizia, libertà e sicurezza", è al centro dell’interesse dei cittadini. Il trattato aiuterà l’Unione europea ad affrontare problemi come la lotta contro organizzazioni criminali responsabili del traffico di persone attraverso le frontiere; il cosiddetto "asylum shopping", ovvero gli spostamenti dei richiedenti asilo da uno Stato membro all’altro alla ricerca delle condizioni migliori; la prevenzione della criminalità e la lotta al terrorismo tramite il congelamento dei beni. La dimensione europea ha un valore aggiunto. Sfide all’ordine del giorno quali la migrazione, il terrorismo, la criminalità organizzata e il rispetto dei diritti fondamentali richiedono cooperazione. Lavorare su scala europea permette di conseguire un valore aggiunto. Vorrei allora e innanzitutto ricordare brevemente alcune recenti proposte a vantaggio dei cittadini:

1. Il pacchetto antiterrorismo. Il novembre scorso ho presentato un insieme di proposte antiterrorismo, che comprende misure per impedire l’uso di Internet a fini di terrorismo, lo sviluppo di un sistema europeo di raccolta dei dati relativi ai passeggeri e un piano d’azione in materia di esplosivi.

La direttiva "Protezione dei dati nell'ambito del terzo pilastro". Purtroppo il terrorismo è una minaccia costante. Per questo dobbiamo essere sicuri di non abbassare mai la guardia, ma al tempo stesso di rispettare pienamente i diritti fondamentali. Mi rallegro quindi che il Consiglio Giustizia e affari interni abbia finalmente raggiunto un accordo su alcune misure intese a proteggere i dati utilizzati nell’ambito della cooperazione di polizia e giudiziaria.

2. Europol / Eurojust. Con Europol ed Eurojust, abbiamo istituito un regime di cooperazione e coordinamento nei settori rispettivamente di polizia e giudiziario. Proprio lo scorso novembre, con l’operazione "Koala", Eurojust ed Europol sono riusciti a smantellare una rete di pedofili alla quale partecipavano 2500 "clienti" su scala mondiale.

3. Il pacchetto sulla migrazione legale. Se da un lato combattiamo l’immigrazione illegale e la tratta di esseri umani, dall’altro incoraggiamo la migrazione legale. In ottobre ho presentato alcune idee sulla migrazione legale dei lavoratori altamente qualificati e ho proposto di aumentare la tutela dei diritti degli immigrati in posizione regolare.

4. La criminalità informatica. Prosegue anche l’impegno per proteggere i bambini, che costituiscono un terzo della popolazione dell’UE. Su questo punto disponiamo di una strategia globale. In maggio ho divulgato una comunicazione sulla criminalità informatica, che riguarda, fra l’altro, lo sfruttamento sessuale tramite Internet.

Il settore GLS è relativamente nuovo. Potrei fare molti altri esempi. Gli sviluppi in materia di Giustizia, libertà e sicurezza sono tanto più notevoli se si considera che il settore è relativamente nuovo.

Il trattato di Lisbona guarda al futuro. Il viaggio europeo non è finito. Dobbiamo rispondere alle sfide odierne e offrire qualcosa di importante agli europei di oggi e di domani. Dobbiamo fare in modo che abbiano fiducia nel futuro. Il nuovo trattato di Lisbona ci aiuta a raggiungere questo scopo.  Il trattato introdurrà numerosi miglioramenti, malgrado le modifiche che sono state necessarie per raggiungere il consenso generale. I punti principali sono:

 

1. I diritti fondamentali.

Prima di tutto, sono lieto che la Carta dei diritti fondamentali diventi giuridicamente vincolante. La Carta tutela i diritti individuali, nella fattispecie la dignità, le libertà, l’uguaglianza, la solidarietà, e I diritti inerenti alla cittadinanza e all’ambito giudiziario. È un risultato eccellente. Grazie a questo, e alle iniziative prese dall’UE per aderire alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (ma su questo occorrerà agire rapidamente), il nostro impegno per promuovere e proteggere i diritti fondamentali nell’Unione risulta rafforzato.

2. La riforma istituzionale. Il trattato di riforma è destinato a creare un sistema istituzionale stabile. Perché questo è importante per i cittadini? Perché permetterà di prendere decisioni in modo più rapido e trasparente e con un miglior controllo democratico. I cittadini avranno un’idea più chiara di chi sia responsabile, di che cosa venga fatto e perché.

Cooperazione di polizia e giudiziaria. A mio parere, quindi, i cambiamenti più importanti sono quelli previsti nel settore della cooperazione di polizia e giudiziaria, il cosiddetto "terzo pilastro". Attualmente il processo decisionale in questo campo è per lo più intergovernativo. Le decisioni sono adottate all’unanimità dagli Stati membri, con scarso coinvolgimento della Commissione europea, del Parlamento europeo e della Corte di giustizia europea. Questa situazione cambierà. Sono lieto che si sia raggiunto un accordo per porre fine alla divisione artificiale rispetto alle politiche comunitarie "classiche", abolendo la struttura a pilastri.

3. Il processo decisionale: la procedura di codecisione. Per quanto riguarda il processo decisionale, mi rallegro particolarmente del fatto che la procedura di codecisione sia stata estesa alla cooperazione di polizia e giudiziaria in materia penale. Ciò permetterà una maggiore efficienza e affidabilità. "Codecisione" significa che le decisioni sono adottate con votazione a maggioranza qualificata e che il Parlamento europeo ha un ruolo più importante in quanto colegislatore.

Più democrazia. Anche nell’attuale sistema di voto all’unanimità, è raro che uno Stato membro si ritrovi isolato su una determinata questione. Scopo del processo di codecisione è rafforzare la democrazia, attribuendo un ruolo più importante al Parlamento. E ciò che interessa ai nostri cittadini è proprio la democrazia, ossia un processo decisionale trasparente e affidabile.

Decisioni di migliore qualità. Codecisione significa anche offrire ai cittadini decisioni di migliore qualità. Per prendere decisioni all’unanimità possono essere necessari anni prima di raggiungere un accordo politico. E il testo definitivo può prevedere eccezioni, esenzioni e deroghe. Si tratta quindi di leggi di qualità inferiore, più difficili da applicare per giudici e operatori della giustizia. Non sono "user-friendly". Penso, ad esempio, al mandato europeo di ricerca delle prove, o alla decisione quadro su razzismo e xenofobia, approvata quest’anno dopo ben cinque anni di discussioni. La codecisione ha potenziato la nostra attività legislativa. Nel 2005 è stato esteso il ricorso al voto a maggioranza qualificata. All’epoca si temeva che il ruolo accresciuto del Parlamento europeo potesse rallentare i lavori. Credo che sia vero l’opposto: la codecisione ha potenziato la nostra attività legislativa e nella maggior parte dei casi è stato possibile ottenere un testo equilibrato entro termini ragionevoli, già in prima lettura. Si pensi, ad esempio, al "codice frontiere".

4. La "cooperazione rafforzata". Tramite la "cooperazione rafforzata" prevista dal trattato di riforma, nei casi in cui sarà impossibile raggiungere un accordo comune, un numero minimo di nove Stati membri potrà procedere e adottare una normativa. Non mi piace l’idea di un’Europa a due velocità, ma mi piace ancor meno veder bloccare iniziative valide per l’opposizione di uno o due Stati membri ai desideri della maggioranza.

5. La Corte di giustizia. Siamo attualmente in una situazione eccezionale, caratterizzata dal fatto che la Corte di giustizia non è competente in tutti i settori della legislazione dell’UE. Grazie al trattato di Lisbona, la Corte avrà finalmente piena competenza in tutte le questioni di giustizia, libertà e sicurezza, compresa la cooperazione di polizia e giudiziaria. Questo cambiamento introdurrà un controllo giurisdizionale in tutti i settori della legislazione, come avviene in ogni società democratica.

Attuazione incompleta. Alcune misure non sono state ancora attuate dagli Stati membri, o lo sono state solo parzialmente. Questo crea incertezza e rende difficile la cooperazione tra gli operatori del settore. E, in ultima analisi, limita la nostra capacità di proteggere al meglio i cittadini. In quanto "custode dei trattati", la Commissione avrà il potere di avviare dinanzi alla Corte procedure d’infrazione contro gli Stati membri inadempienti; l’esistenza stessa di questo potere è importante quanto il suo uso effettivo. Purtroppo, a causa di alcune deroghe, ciò sarà possibile solo dopo cinque anni dall’entrata in vigore del trattato.

6. Misure di salvaguardia. Unanimità per le azioni operative. Per garantire l’accordo di tutti i 27 Stati membri, è stato ovviamente indispensabile inserire nel nuovo trattato alcune misure di salvaguardia. Ad esempio, l’unanimità per le azioni operative o la clausola secondo cui, se uno Stato membro ritiene che una proposta di legge incida sugli aspetti fondamentali del proprio sistema giudiziario penale, esso può utilizzare come "freno di emergenza" l’opportunità di adire il Consiglio europeo.

7. La clausola di "opt-out". Il Regno Unito, l’Irlanda e la Danimarca hanno addirittura scelto di non partecipare all’intero titolo Giustizia, libertà e sicurezza del trattato di Lisbona, il che va al di là della loro attuale clausola di "opt-out" in relazione alle questioni di migrazione e di sistema giudiziario civile. Questi Stati membri non parteciperanno più sistematicamente, come attualmente avviene, alla cooperazione di polizia e giudiziaria.

Complessità giuridica. Non possiamo negare che questo aumenta la complessità giuridica del nostro lavoro. Dovremo considerare le conseguenze della mancata partecipazione di alcuni Stati membri, conseguenze che riguardano loro, ma anche l’Unione intera. Ovviamente sarei favorevole alla partecipazione del Regno Unito, dell’Irlanda e della Danimarca alla politica comune, ma non a detrimento dei progressi conseguiti dal nuovo trattato.

8. Problemi relativi al periodo di transizione. Mi preoccupa il periodo di transizione previsto dal nuovo trattato, idea inserita nel dibattito solo nella fase finale dei negoziati: la Corte di giustizia europea avrà competenza per le decisioni assunte nell’ambito del terzo pilastro solo dopo cinque anni dall'entrata in vigore del trattato. In tal modo si indebolisce e si contrasta il grande successo conseguito con l’abolizione della struttura a tre pilastri.

Il Regno Unito. Le sentenze della Corte di giustizia in materia di cooperazione di polizia e giudiziaria emanate prima dell’entrata in vigore del trattato di Lisbona non saranno vincolanti per il Regno Unito.

Irlanda e Danimarca. Sono lieto, tuttavia, che su questo punto l’Irlanda abbia assunto una posizione diversa da quella del Regno Unito. E mi rallegro del fatto che la Danimarca si proponga di emendare la sua costituzione nel 2009, per garantire di non escludersi dall’intero settore giustizia, libertà e sicurezza.

In conclusione. Vi lascio con una riflessione che riguarda la comunicazione. Dobbiamo essere sicuri di comunicare e divulgare le buone notizie in relazione al trattato. Dobbiamo persuadere i cittadini che le istituzioni europee possono contribuire a risolvere i loro problemi. Una comunicazione efficace non riguarda soltanto questi cambiamenti istituzionali (per quanto importanti), ma in generale l’effetto dell’azione dell’UE sulla vita dei cittadini. Se non garantiamo una comunicazione efficace, Internet, la radio, la televisione e i giornali si riempiranno di voci antieuropee. Quella che ci si offre è un’opportunità di migliorare l’Europa e di far comprendere ai nostri concittadini che cosa essa fa e perché è importante per loro. Per realizzare questa opportunità, tutti noi abbiamo un ruolo da svolgere.

da www.socialnews.it

 

Franco Frattini

Ministro Affari Esteri

 
 
 
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