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« DICHIARAZIONE UNIVERSALE...SALUTAMI LE ONDE... »

Vivere nel mantello della signora con la falce

Post n°9 pubblicato il 13 Settembre 2008 da piumag
 

13 settembre
Tornando da una realtà sotterranea di cui molti sconoscono l'esistenza ci si chiede come si possa vivere sotto un mantello così oscuro, buio dentro.
Una vita nasce e subito viene schiacciata dal peso incombente della solitudine, estranea ai fatti del mondo, estranea alla lotta per la sopravvivenza...
Oggi vengo da lì, da una dimensione in cui tutto è possibile, tutto è permesso, ma non tollerato. Un posto farfaraway che non è il luogo carino di Shrek, ma un far far west che nessuno vorrebbe vivere, forse.
Ora vi racconto una piccola storia, vietata ai "minori" (come ero anche io fino a qualche tempo fa, non è un fatto di età...).
Scusate se non sarò molto chiara, ma spero di portarvi con me almeno nell'angolo remoto di fantasia che tutti abbiamo.
 
C'era una volta un posto per pochi rifugiati, che cercavano di guadagnarsi la pagnotta come potevano, che speravano nella mano abbondante di chi riusciva a scovarli, che vivevano di sogni, aria, acqua comandata e ignoranza.
C'era una volta la storia di Adamo ed Eva, ma in versione rimasterizzata e trasferita ad un mondo altro, ma c'era una volta...
 
-Quella volta che c'era si sa quel che successe a quella coppia che non seppe trattenersi ed oggi siamo davvero troppi per un mondo così piccolo ed ostile-
 
Immaginate di trasferire l'immenso in un piccolo spazio, immaginate che dopo quella prima volta i rifugiati si moltiplicarono, si quadruplicarono fino ad arrivare ad essere circa duecento (lo scrivo in lettere così non lo notate troppo), ma duecento sotto lo stesso albero del peccato, che poi peccato che c'erano quei due, mica l'albero!!!
 
-Se solo Adamo si fosse trattenuto, e se solo Eva fosse stata meno... tentatrice-
 
Dei duecento tristi corpi vaganti sotto quel nero sudato pochi erano in grado di rendersi liberi, pochi capivano la vita, e meno l'avrebbero vista.
Ma sudavano nelle calde giornate aspettando la mano dell'uomo buono che li avrebbe aiutati a scorgere un piccolo bagliore, aspettando di bere dalla sorgente dell'ignoranza malata, di veder passare un roditore che avrebbe rubato il cibo ai loro piccoli, e poi anche i piccoli.
 
-Ma secondo voi meglio vivere e non capire o non vivere per non capire?-
 
Erano solo corpi vaganti pronti ad uccidersi dalla rabbia, pronti a mostrare le armi per toccare per primi la mano buona, ma lì sotto tutto buio restava, e chi toccava per primo il luccichio non vedeva mai la luce, tutto restava vanamente pinto. Nessuna luce, solo silenzio, quello di sempre, quello della nascita, del bimbo privo di pianto perchè ha già smesso di respirare. Nessuno vedeva.
 
-Se solo non avessero perso di vista i loro figli, se li avessero guidati ragionando con lo sguardo...-
 
La sera, come il giorno, tutto buio, un guaito lontano, uno vicino, uno...l'ultimo.
L'esperienza non riusciva ad insegnare troppo a quelle anime spente, ma avrebbero potuto riaccendersi, ne sono certa, se solo li avessero salvati dal torpore, razza umana di degrado.
 
-Si chiudeva il sipario delle loro vite, che forse mai furono, ma che generarono tutto questo, anche tra gli amici migliori di sè stessi-
 
Una vita che nasceva in un fosso preconfezionato da una madre stanca, non avrebbe potuto essere vita. Era il destino della anime dimenticate e ignare, delle pelli infestate da parassiti e cicatrici di ricordi. Uno di loro scelse la clausura piuttosto che il ritorno tra i suoi simili che lo avevano tanto deriso, deluso, ferito. I segni sono evidenti e forse il dolore si tiene sempre dentro, anche dentro ad un sorriso.
 
-Perfino Caronte non avrebbe saputo dove andare, indegni uomini stupidi, ormai diventava tardi per l'ascesa-
 
Dal rifugio non avrebbero mai visto la vita, vissuto la gioia, interpretato l'amore, ma vivevano per quel piccolo attimo nell'infinità di un giorno, quell'attimo in cui la mano buona li avrebbe coccolati, accuditi, anche solo guardati, e loro si sarebbero abituati a quelle sensazioni, facendone il loro mondo felice. Ne erano estremamente gelosi e non l'avrebbero cambiato per nulla al mondo. Ma era una vita sotto il tetto della morte.
 
-Neanche loro risparmiò quella notte, nessuno ha scampo ma meglio starne fuori e conoscere le infinite possibilità sul campo che abbrutirsi nel proprio odore-
 
La notte arriva alcuni erano ancora troppo piccoli per sopravvivere ad una tale emozione ingiusta e spaventosa.
 
 
 
 
La dedico a voi questa storia, piccoli angeli rifugiati dento La cuccia del mondo, a voi e alle mani buone che verranno a regalarvi quel sorriso che forse non riusciremo mai a vedere ma che arriverà ai vostri cuori.
Angeli che non conoscete il mondo e una vera vita e che forse mai la vivrete, ma siete qui a renderlo migliore, più amorevole.
Siete stupendi, noi siamo stati stupidi con voi, spero che le nuove vite nasceranno davvero!!!
 
P.s. sarebbe bello aiutarli,fare di più...
       www.lacuccia.it
 
 
 
 
 

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Data di creazione: 30/01/2008
 

PER LA MIA PULCE...

Per quel vivere, un sogno.
Per quel pugno che ti ha rovinato il sorriso,
per quel calcio che ti ha schiacciato il cuore,
per quel fantasma che ti ha rubato l'amore,
per quel gioco che ti ha spossato dentro,
per quello sguardo che mi ha rapito l'anima,
per quella compagnia che solo tu sapevi darmi,
per quel silenzio che ora mi avvolge,
per quel fiore che adesso ti protegge,
per quel temporale che ti ha sorpreso ieri,
per quell'oroscopo così insensato,
per quel destino che ti ha cresciuta,
per quel buio che ti culla la notte,
per quell'alba che mai rivedrai,
per quel telefono che squillava e ti svegliava,
per quella musica che non hai mai capito,
per quell'angolo di terra che hai reso tuo,
per quel mai,
                    fa che diventi sempre nel corpo volato col vento.
Per quel sorriso, regalalo ogni giorno che la tua anima vivrà.

Per questo sogno, permettimi di dormire ancora.
Per questa vita, sempre o mai, con me.

 

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