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Creato da MagoPrevedo il 21/11/2011

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la sfera

Post n°1 pubblicato il 21 Novembre 2011 da MagoPrevedo
Foto di MagoPrevedo

Come leggere passato e futuro
Da secoli la sfera di cristallo è uno strumento tipico delle streghe e delle veggenti. Non rientra nella categoria dei veri e propri oggetti magici, perché serve solo ad aumentare la capacità di concentrazione dell'indovina e visualizzare determinati eventi.
Innanzitutto, per poter leggere il passato e il futuro con l'aiuto di una sfera di cristallo è necessario isolarsi, preferibilmente in un ambiente quasi buio, illuminato solo da una candela. Eseguendo particolari movimenti delle mani è possibile trasmettere la propria energia alla sfera.

Successivamente, se si osserva con attenzione, si vedranno comparire degli "addensamenti" simili a nuvole all'interno della sfera oppure tra la sfera e chi la utilizza.

 
 
 
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ER CECO

I
Su l'archetto ar cantone de la piazza,
ar posto der lampione che c'è adesso,
ce stava un Cristo e un Angelo de gesso
che reggeva un lumino in una tazza.

Più c'era un quadro, indove una regazza
veniva libberata da un'ossesso:
ricordo d'un miracolo successo,
sbiadito da la pioggia e da la guazza.

Ma una bella matina er propietario
levò l'archetto e tutto quer che c'era,
pè dallo a Spizzichino l'antiquario.

Er Cristo agnede in Francia, e l'Angeletto
lo prese una signora forestiera
che ce guarnì la cammera da letto.


II
E adesso l'Angeletto fa er gaudente
in una bella cammeretta rosa,
sculetta e ride nella stessa posa
coll'ale aperte, spensieratamente.

Nun vede più la gente bisognosa
che je passava avanti anticamente,
dar vecchio stroppio ar povero pezzente
che je chiedeva sempre quarche cosa!

Nemmanco j'aritorna a la memoria
quer ceco c'ogni giorno, a la stess'ora,
je recitava la giaculatoria:

nemmeno quello! L'Angeletto antico
adesso regge er lume a la signora
e assiste a certe cose che nun dico!


III
Er ceco camminava accosto ar muro
pè nun pijà de petto a le persone,
cercanno cò la punta der bastone
ch'er passo fusse libbero e sicuro.

Nun ce vedeva, poveraccio, eppuro,
quanno sentiva de svortà er cantone
ciancicava la solita orazzione
coll'occhi smorti in quell'archetto scuro.

Perchè, s'aricordava, da cratura
la madre je diceva: - Lì c'è un Cristo,
preghelo sempre e nun avè paura...

E lui, ne li momenti de bisogno,
lo rivedeva, senza avello visto,
come una cosa che riluce in sogno...


IV
Da cinque mesi, ar posto der lumino
che s'accenneva pe' l'avemmaria,
cianno schiaffato un lume d'osteria
cor trasparente che c'è scritto: Vino.

Ma er ceco crede sempre che ce sia
er Cristo, l'Angeletto e l'artarino,
e ner passà se ferma, fa un inchino,
recita un paternostro e rivà via...

L'ostessa, che spessissimo ce ride,
je vorebbe avvisà che nun c'è gnente,
ma quanno è ar dunque nun se sa decide.

- In fonno, - pensa - quann'un omo prega
Iddio lo pò sentì direttamente
senza guardà la mostra de bottega.

 

Trilussa

 

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