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Creato da: skyliner999 il 13/06/2009
Il blog delle passioni

 

 

Michael Jackson - Stranger in Moscow

Post n°14 pubblicato il 26 Giugno 2009 da skyliner999
 
Tag: Musica

 
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ADDIO MICHAEL

Post n°13 pubblicato il 26 Giugno 2009 da skyliner999
 
Tag: Musica

Se ne andato anche lui, stroncato da un infarto a soli 50 anni. Michael Jackson resterà per sempre il re del pop perchè nessun altro artista ha saputo coniugare come lui il talento per la musica e per il ballo. A me piace ricordarlo sul palco, quando riusciva ad infiammare il pubblico con le sue pirotte ed il mitico "moonwalk", un marchio di fabbrica, che lo ha reso famoso in tutto il mondo. Jacko ci lascia un patrimonio musicale quasi senza pari e l'infinito rammarico per non averlo visto esibirsi un'ultima volta.
Nel giorno della sua morte, scelgo deliberatamente di non parlare dei suoi guai giudiziari e delle sue tante insopportabili eccentricità che tutti già conoscono e sui quali ognuno ha potuto formarsi la sua opinione.
"Off the wall", "Thriller" (l'album più venduto della storia della musica), "Bad", "Dangerous" e "History". Tanti successi. Impareggiabili per la musica pop usa e getta di oggi. I suoi album hanno venduto 750 milioni copie in tutto il mondo, una cifra inarrivabile per qualsiasi altro cantante o band.  
Sulla morte di Michael Jackson rimangono, però, delle ombre: sembra che poco prima di avere avuto l'attacco cardiaco, l'artista abbia assunto una dose massiccia di Demerol. Nei prossimi giorni, se ne saprà di più sulle reali cause del decesso.
In attesa dell'uscita di cofanetti tributo post-mortem, la cui opportunità e il reale valore artistico sarà tutto da verificare, rimangono le belle canzoni che ha già composto e tanti dubbi. Su quelli difficilmente sarà fatta chiarezza. This is it.          

 
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IL GRANDE LEBOWSKI

Post n°12 pubblicato il 24 Giugno 2009 da skyliner999
 
Tag: Cinema

Bentrovati!

Oggi ho visto per la prima questo straordinario film di Joel ed Ethan Coen, uscito nel lontano 1997. Un cast eccellente per un film veramente fuori dai canoni, che è già diventato un cult.
Siamo all'inizio degli anni '90. L'hippie Jeffrey "Drugo" Lebowski (Jeff Bridges) è un indolente disoccupato che passa le sue giornate andando in giro nella sua scassatissima auto o al bowling insieme agli amici Walter (John Goodman), uno svitato reduce del Vietnam e lo svagato Donnie (Steve Buscemi). Tra una canna e un bicchiere di White Russian, la vita del Drugo si trascina senza infamia né lode. Tutto, però, cambia una sera, quando due energumeni irrompono nel suo appartamento e lo immergono con la testa nel water: pretendono che lui saldi il debito di sua moglie, contratto con un celebre magnate del porno, tale Jackie Treehorn (Ben Gazzara). Quando i due scagnozzi di Treehorn si rendono contono di aver sbagliato persona per un caso di omonimia - il Drugo non è mai stato sposato - è troppo tardi: uno di loro gli ha già pisciato sul tappeto a cui lui tiene tantissimo.
Il Drugo non ci sta e decide di recarsi dal magnate Jeffrey Lebowski, che si chiama esattamente come lui, per chiedere un risarcimento. Ovviamente, l'uomo d'affari rifiuta ma il Drugo riesce comunque a portarsi a casa un prezioso tappeto, ingannando l'assistente del padrone di casa. I guai per l'hippie stanno per iniziare. I "Nichilisti", un gruppo di criminali rapisce (forse) la moglie del  Lebowski facoltoso e chiede un riscatto di un milione di dollari. Il riccone chiama Drugo e gli offre 20.000 dollari per portare a termine lo scambio ma qui subentra la pazzia di Walter (che insiste per accompagnarlo prendendo per vere le congetture di Drugo che sospetta la giovane e venale moglie di Lebowski di aver architettato il falso rapimento). L'amico s'intromette mandando tutto a monte con una delle sue strambe trovate (al posto dei soldi, Walter lancia ai rapitori una borsa piena di biancheria sporca). Successivamente, qualcuno ruba a Drugo la macchina con dentro la valigetta con i soldi. Da qui in poi, tutti lo cercano per avere il milione; compresa Maude (Julianne Moore), l'avvenente ed eccentrica figlia di Lebowski. Gli avvenimenti che si susseguono scuoterebbero chiunque ma non il Drugo, che riesce a non perdere mai il suo indolente distacco.
Il film è un concentrato di divertimento ed avvenimenti rocamboleschi, una vera e propria parodia del noir. La scena che mi è piaciuta di più (ATTENZIONE SPOILER!) è quella dove il Drugo e Walter vanno su un costone roccioso che si affaccia sull'oceano per disperdere le ceneri di Donnie, morto per un infarto durante la resa dei conti finale tra i Nichilisti, i sedicenti rapitori della moglie di Lebowski (a questo punto del film, il Drugo ha già scoperto che il rapimento è un falso architettato dall'uomo d'affari per sottrarre dei soldi ad una delle sue fondazioni umanitarie), fuori dal bowling frequentato dai tre amici. Walter sta per disperdere le ceneri (racchiuse in un barattolo di caffè perchè un'urna dell'agenzia funebre costa 180 dollari!) ma una folata di vento spinge i "resti" del povero Donnie addosso al Drugo che, quasi rassegnato all'idiozia dell'amico, non riesce nemmeno a spostarsi per evitare che gli si depositino nella barba e nei capelli. Walter, accortosi dell'errore, cerca di "spolverarlo" ma il Drugo si divincola e gli urla: "Cazzo Walter! Con te tutto diventa grottesco!".  (FINE SPOILER) Questa scena è una tra le più comiche che io abbia mai visto nella mia vita ed anche una delle migliori di tutto il film, insieme a quelle dei sogni psichedelici del Drugo. Fenomali! Prima di esprimere il giudizio finale, vi elenco alcune curiosità di questa pellicola: il personaggio di Jeffrey "Drugo" Lebowski è ispirato a Jeff "The Dude" Dowd, amico dei Coen e fondatore dei Seattle Seven (un gruppo radicale del movimento studentesco) mentre Walter è ispirato a John Milius, regista di "Conan il Barbaro". Nel film appare in numerosi cameo anche uno straordinario John Turturro nei panni di Jesus, un pervertito campione di bowling che più di una volta tenta di infastidire Drugo e i suoi amici durante le loro interminabili partite. Imperdibile. Voto: 9,5

Fonti: Edizioni Lindau, Il grande Lebowski, La cineteca Repubblica - L'Espresso

 
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NEL NOME DI NEDA, NEL NOME DELLA LIBERTA'

Post n°11 pubblicato il 23 Giugno 2009 da skyliner999
 

 
A tutte quelle persone che manifestano contro il risultato delle ultime elezioni presidenziali in Iran va un grande applauso e tutta la mia stima. Chi pacificamente combatte per la libertà e il riconoscimento dei propri diritti in un paese dove non è possibile esprimere la propria opinione, merita ammirazione e rispetto, soprattutto se si tiene conto del fatto che manifestando contro Ahmadinejad e l'ayatollah Khamenei si mette in gioco, oltre alla propria libertà personale (diverse centinaia gli arresti tra i manifestanti), anche la vita; com'è già successo a Neda Soltani, la ragazza di 16 anni uccisa dalla polizia iraniana sabato scorso, durante un corteo di protesta. Il video della sua morte, presente su YouTube e su altri siti affini, oltre ad essere la crudele testimonianza della spietatezza del regime iraniano, è diventato il simbolo della protesta contro i presunti brogli elettorali perpretati ai danni del candidato dell'opposizione, Mir Hossein Mousavi. Il "Corriere della sera", addirittura, scrive: "Teheran cerca di diffondere la notizia che si tratta di un falso". Incredibile. L'agonia di Neda catturata in quei tragici fotogrammi, però, ha già fatto il giro del mondo.
Quelle immagini mi hanno colpito nel profondo del cuore. Ho visto una giovane e nobile donna perdere la vita solo perchè ha scelto di urlare il suo no contro l'ingiustizia e la sopraffazione. Scrivo queste parole gonfio di tristezza e di indignazione ma con la consapevolezza che l'esempio di questa grande e coraggiosa ragazza non abbandonerà mai la memoria di chi ama la vita, la libertà e la verità. Neda, io non ti dimentico. 

 
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CONFEDERATIONS CUP: BRASILE - ITALIA 3-0

Post n°10 pubblicato il 21 Giugno 2009 da skyliner999
 
Tag: Calcio

DISASTRO ITALIA!
Riusciamo a beccarne tre da un Brasile straripante mentre gli Usa affondano l'Egitto e conquistano una qualificazione incredibile

3-0 per il Brasile. Perdiamo e usciamo dalla Confederations Cup con le ossa rotte, anzi, polverizzate. Gli Azzurri non riescono a limitare i danni e a sfruttare nemmeno il regalone degli Usa che battono l'Egitto con lo stesso risultato. Per passare serviva solo un goal. Non lo abbiamo fatto, consegnando il campo e lo scalpo al Brasile senza combattere.
Il primo tempo è un film già visto: il Brasile ci prende a pallonate e solo la fortuna ci salva nella prima mezz'ora (due pali colti dai pentacampioni del mondo). Al 37', però, si esaurisce il nostro bonus con la Dea bendata e i verdeoro passano in vantaggio con Luis Fabiano che raddoppia 6 minuti dopo. Il crack arriva allo scadere della prima frazione di gioco: contropiede brasiliano, Dossena, nel tentativo di intercettare un passaggio di Robinho spinge nella nostra porta il pallone. La nostra Confederations Cup finisce qui.
Nel secondo tempo non riusciamo nemmeno ad approfittare del fatto che il Brasile in modo molto signorile tira il freno a mano, evitandoci un passivo ancora più pesante. Intanto, gli americani sembravano quasi volerci spingere in semifinale a calci nel sedere, subissando di goal l'Egitto ma il nostro golletto non arriva e gli Usa finiscono rocambolescamente in semifinale. Germania 2006 è lontana, non anni, ma eoni luce.
Per presentarci ai prossimi mondiali in maniera digintosa urge un cambiamento immediato negli uomini e nella mentalità. Lippi, prima della partita, aveva già fatto presente che avrebbe continuato a puntare su questi giocatori, comunque fosse andata, sottolineando che nel gruppo ci sono 13 nomi nuovi rispetto allo scorso mondiale. Peccato, però, che in tutte e 3 le partite giocate alla Confederations, nella formazione iniziale ci sono stati sempre 8-9 campioni del mondo su 11 giocatori in campo. Alla faccia del rinnovamento.
Scusate l'amarezza da tifoso ma chi, come me, ama la nazionale non può sottrarsi dall'esprimere un giudizio negativo: la squadra è da rifondare, a partire dalla difesa che fa acqua da tutte le parti.
Abbiamo tanti giovani di talento e anche qualche "vecchietto" (penso a Totti e a Del Piero) ancora affamato che potrebbe ancora far bene in nazionale. Perchè non convocarli? I senatori della nazionale dicono che non ci sono alternative all'altezza a loro... ma all'altezza di che? Di una squadra che nelle ultime 4 partite ha beccato la bellezza di 8 goal?
I giovani bravi ci sono, bisogna avere il coraggio di andarli a prendere e di andare a puntare su di loro. Penso ai vari Motta, Santacroce, Santon, Andreolli, Cigarini, Balotelli, Pazzini, Foggia e al rientro di Cassano.       
A fine partita Buffon, ai microfoni della Rai, onestamente ha ammesso: "Non era giusto passare contando sempre sul risultato degli altri, rischiando di fare un'altra brutta figura anche con la Spagna".
Partiamo dalla sincerità di queste parole per rimetterci in carreggiata. Colgo, infine, l'occasione per fare un in bocca al lupo all'Under 21, in piena corsa per l'europeo di categoria.

Ps La mia Italia ideale: BUFFON; MOTTA - CANNAVARO - SANTACROCE (ANDREOLLI) - SANTON; PIRLO - DE ROSSI - CIGARINI; CASSANO (BALOTELLI)- PEPE (ROSSI) -PAZZINI (GILARDINO).

 
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PROLOGO A CRISI FINALE

Post n°9 pubblicato il 20 Giugno 2009 da skyliner999
 
Tag: Fumetti

SPILLATO, 56 PAG. COLORI, PREZZO 3,95 €
ISBN 978-84-6747-746-7

 

Contiene Dc Universe n. 0 e Justice League n. 111.

Chi ha comprato questo fumetto si ritroverà per le mani una sorta di "albo-trailer" che introduce il lettore alle principali saghe della Dc Comics (tra cui RIP, la discutissima run di Grant Morrison su Batman) in corso di pubblicazione in Italia. Ovviamente,  come il titolo annuncia, questo fumetto funge da prologo a Crisi Finale, l'ennesima serie-evento (vi prometto che presto ci sarà un post completamente dedicato a questa saga), già conclusasi negli Usa lo scorso inverno.
La seconda metà di Prologo a Crisi Finale è occupata dalla ristampa di Justice League n. 111, una storia pubblicata negli anni '70, dove il famoso supergruppo è alle prese con la Gang dell'Ingiustizia capitanata da Libra, un criminale che giocherà un ruolo predominante nella già citata Crisi Finale.
Veniamo ai contenuti: belli i disegni di Dc Universe n. 0 ma le poche tavole introduttive non catturano il lettore, né sono utili alla comprensione delle trame. Occasione sprecata. Il punto più dolente, però, è il prezzo: è come se qualcuno vi chiedesse 15-20 centesimi per ogni trailer che vedete al cinema, in tv o su internet. Pazzesco.  Justice League n. 111 è un albo caruccio ma ha poco o nulla a che fare con Crisi Finale.
Voto: 4,5

 
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IN UNA LONTANA CITTA' DI JIRO TANIGUCHI

Post n°8 pubblicato il 19 Giugno 2009 da skyliner999
 
Tag: Fumetti

 

BROSSURATO, RIZZOLI, 406 PAG. B/N, € 17,90

ISBN 88-17-01440-0

 

Ciao a tutti.

Oggi, ho deciso di parlarvi di questa "novella grafica" bella e struggente di Jiro Taniguchi. Cosa fareste se poteste fare un salto indietro nel tempo e rivivere gli anni della vostra adolescenza conservando, però, intatta la maturità della vostra attuale età? Non so voi ma io mi pongo spesso questa domanda, constatando che ogni volta la risposta che mi viene in mente è sempre diversa. Taniguchi, per nostra fortuna, non ha dubbi e confeziona con grande maestria questo romanzo illustrato.

Passo alla trama: Hiroshi Nakahara è un uomo di 48 anni, ha moglie e due figlie ma, soprattutto, il vizio di annegare nell’alcol le sue insoddisfazioni e rimpianti.

Durante una delle sue trasferte lavorative a Kyoto, Hiroshi si ubriaca per l'ennesima volta e, ancora non del tutto ripresosi dalla sbornia, sale sul treno sbagliato che lo condurrà alla sua città natale, lontana da Tokyo, la megalopoli in cui vive assieme alla sua famiglia. I ricordi del passato cominciano ad assalirlo ed  Hiroshi decide di fare un giro in quelle strade una volta tanto familiari ma che oggi stenta a riconoscere.

Ha ancora un po’ di tempo prima che il treno riparata, così, si reca a pregare sulla tomba della madre. Trovatala, s'inginocchia e chiude gli occhi per pregare. Quando li riapre, il mondo ha fatto un salto nel passato. E' il 7 aprile del 1963 e Hiroshi ha di nuovo 14 anni. Tutto ciò lo sconvolge: è nuovamente un ragazzino ma conserva intatti i ricordi da quarantottenne.

Ancora scosso, torna alla vecchia casa ritrovandovi tutta la sua famiglia. La nonna e la madre non sono ancora morte, il padre gestisce la sartoria di famiglia e la sorellina è di nuovo una bambina piena di sogni e aspirazioni.

Dopo un periodo di adattamento, Hiroshi decide di (ri)vivere al massimo la sua "seconda primavera". Con le nozioni, la cultura e la maturità di un quasi cinquantenne, il protagonista, che negli studi era sempre stato mediocre, si trasforma in uno studente modello e in un ragazzo tanto "popolare" da conquistare il cuore di Nagase Tomoko, la classica "reginetta" della scuola. Taniguchi, però, sceglie di mostrare la loro relazione sotto un profilo esclusivamente platonico; senza mai far dimenticare al lettore che sotto le apparenze di un corpo da adolescente, si nasconde la mente di un uomo adulto.

Hiroshi incontra nuovamente i suoi vecchi amici e trova anche il tempo di rimanere coinvolto in una rissa durante la quale mette in pratica, parecchi anni prima di Antonio Inoki, una famosa tecnica di sottomissione adoperata nel wrestling: il Cobra Twist.

Il ritorno al passato servirà al protagonista anche per scoprire i segreti della sua famiglia, apparentemente felice, mentre, inesorabile, si avvicina il giorno in cui il padre abbandonerà lui, la madre e la sorellina più piccola, scomparendo per sempre dalle loro vite senza alcuna spiegazione.

Una sola domanda echeggia costantemente nella mente del protagonista: “perché ci ha abbandonati?”

Hiroshi è deciso a scoprirlo e, soprattutto, ad impedirlo ma può un adolescente sfidare l’ineluttabilità del destino?

Forse la risposta a questo quesito è meno difficile da trovare di quel che si pensa ma non aggiungo altro, rinviandovi alla lettura di questo bellissimo e nostalgico affresco narrativo di Jiro Taniguchi, uscito qualche anno fa, che racconta di un Giappone diverso, sicuramente più romantico e innocente. Un po’ come lo eravamo noi quando avevamo 14 anni…

Voto: 9

 
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CONFEDERATIONS CUP: ITALIA - EGITTO 0-1

Post n°7 pubblicato il 18 Giugno 2009 da skyliner999
 
Tag: Calcio

AZZURRO SBIADITO: CI GIOCHIAMO TUTTO CONTRO IL BRASILE

Gli egiziani giocano a calcio mentre noi facciamo le mummie in mezzo al campo, eppure quelli che hanno avuto piramidi e faraoni sono loro. Pazienza. Come spesso capita ultimamente, facciamo fare un figurone all'avversario di turno giocando malissimo, peggio che contro gli Usa, soprattutto nel primo tempo. Passiamo in svantaggio alla prima palla inattiva che concediamo agli avversari. Come al solito. Difesa in panne (Chiellini è da censura), De Rossi a farfalle e goal di testa di Homos. 1-0. Gli egiziani ci tengono a bada senza sforzarsi più di tanto con fraseggi stretti, mostrando un'ottima tecnica. Inizia il secondo tempo è il copione non cambia più di tanto con l'Italia che porta attacchi confusi. Le nostre occasioni: Iaquinta sbaglia il goal del pareggio per ben due volte, lo stesso fa Montolivo fallendo il tap-in e, Hadary, portiere dell'Egitto sembra Superman. Le nostre speranze s'infrangono contro la traversa colta da Iaquinta con un cross sbagliato. Gli egiziani cominciano a svenire a turno per perdere tempo, noi siamo nel pallone e a nulla valgono gli assalti finale. Domenica prossima c'è il Brasile. Non vinciamo? Andiamo fuori. Se è vero che noi, profeti del calcio-sofferenza, diamo il meglio nelle difficoltà, non potevamo sperare di meglio. Fuori gli attributi!       

 
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BATMAN BARCELLONA: IL CAVALIERE DEL DRAGO

Post n°6 pubblicato il 17 Giugno 2009 da skyliner999
 
Tag: Fumetti

CARTONATO; 48 PAG. A COLORI; PREZZO: 5,95€
ISBN: 9-788467-467697
 
La storia, firmata da Mark Waid, è caruccia ma chiedere ai lettori 5,95€ per comprare quest'albo è troppo, anche perchè, i "contenuti speciali" di questo Batman Barcellona assorbono circa un quarto delle pagine. Un altro paio di cose che non mi sono piaciute sono l'introduzione, affidata al sindaco di Barcellona, Jordi Hereu (che, oltre a lodare la sua città, riesce a scrivere per ben otto volte "Barcellona" su un totale di 28 righe), e il fatto che nel fumetto non venga mai citata la Spagna (la Catalogna ovviamente sì); dando una prospettiva che riporta alla mente una certa visione separatista. Senza contare che uno dei personaggi (non esattamente indispensabile) è un'avvenente consigliera comunale (sic!), Cristina Llanero, vecchia amica di Bruce Wayne, che sale agli onori della cronaca soprattutto per la ramanzina che fa al protagonista per l'inappropriato stile di vita che conduce quando è nei panni del miliardario playboy.
Le matite di Diego Olmos e i colori di Marta Martinez, però, sono veramente notevoli, molto di più dell'impianto narrativo messo in piedi da Waid.  La splendida copertina di Jim Lee, invece, non ha bisogno di commenti. Veniamo alla trama (senza odiosi spoiler): Killer Croc, plagiato dallo Spaventapasseri e dal Cappellaio Matto, fugge dal manicomio Arkham per fare la stessa cosa di quando era a Gotham. Il serial killer. In questo caso, però, il "villain" è più pazzo del solito: crede di essere la reincarnazione del drago della leggenda di San Giorgio. Il Cavaliere Oscuro non può fare altro che seguirne le tracce nel tentativo di ricatturarlo e riportarlo a Gotham. Il tutto condito da un paio di vignette-spot turistico della splendida città spagnola che tutti almeno una volta nella vita dovrebbero visitare. Anche il Cavaliere Oscuro. Giudizio globale: 6

 
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Confederations cup: Italia vs Usa 3-1

Post n°5 pubblicato il 16 Giugno 2009 da skyliner999
 
Tag: Calcio

Quella dell'Italia contro gli Usa è stata la vittoria del cuore e dell'orgoglio ma anche dai tanti patemi. Seppur ridotti in 10 a partire dal 33' per l'espulsione di Clark per un fallaccio su Gattuso, gli statunitensi hanno dato agli azzurri non poco filo da torcere soprattutto nel primo tempo, quando si sono presentati per ben due volte da soli davanti a Buffon (per fortuna si sono dimenticati che nel nostro football la palla va calciata in porta...) prima che il povero Chiellini stendesse quel marcantonio del signor Altidore che, visto il modo in cui aveva saltato il nostro difensore, sembrava essersi travestito da Pelé. Quel genietto "stelle e strisce" di Donovan, che fino a quel momento aveva creato non pochi problemi alla nostra retroguardia, si presenta sul dischetto e spiazza Buffon facendo un figurone. 1-0 per gli Usa. E l'Italia? Nei primi 45' è tesa e impacciata (non a caso, Pirlo è la controfigura di sé stesso), soffre troppo la fisicità degli avversari e crea solo due buone occasioni con Legrottaglie (zuccata di poco a lato) e una punizione di Pirlo. Intervallo e depressione. Depressione e intervallo. Finisco una sigaretta intera con un solo tiro. Comincia il secondo tempo e, per fortuna, la musica cambia anche perchè Lippi decide di dare spazio a Rossi e a Montolivo, sostituendo un Camoranesi che, per il modo in cui saltella per il campo, è in versione Tafazzi senza bottiglia e Gattuso, ancora lontano dalla forma migliore. A ridarci lustro è un centrocampo completamente rinnovato e dai piedi buoni con il già citato giocatore della Fiorentina, De Rossi e il redivivo Pirlo ma anche e soprattutto l'ingresso di Rossi, il Pepito nazionale, che con una veronica fa fuori un avversario sulla trequarti e scaglia la palla in rete con un sinistro che ti fa far pace con la vita. E' il tredicisemo del secondo tempo e l'Italia è costantemente nella metà campo avversaria. Passa un quarto d'ora e De Rossi uccella (non vedevo l'ora di usare questa espressione!) Howard con una mozzarella angolata e velenosissima contro cui il portiere degli Usa non può essere d'antitodo. Finita? Macchè. I minuti passano con le sgroppate di Grosso, un paio di goal sbagliati da Toni (entrato al posto di Gilardino) e con Legrottaglie che fa in tempo a farsi graziare dall'arbitro per un fallo da rigore (per fortuna, lui adesso ha un ottimo rapporto con Gesù). Quattro-minuti-quattro di recupero. 48': Pirlo dribla un avversario sull'out sinistro, converge e deposita sul piedino fatato di Rossi l'ammerregano un pallone che il nostro gioiellino spinge dentro con nochalance (speriamo si scriva così). 3-1 e tutti a casa. Dopodomani c'è l'Egitto champagne.

PREGI: il centrocampo tecnico con Pirlo, Montolivo e De Rossi, piace assai così come l'attacco, dove c'è sempre qualcuno che riesce a buttarla dentro. Rossi deve giocare dal primo minuto ma Lippi sa il fatto suo, visto che riesce a leggere la partita come nessun altro tecnico. Brasile e Spagna sono avvisate: ci siamo anche noi.

DIFETTI: strano ma vero, la difesa, nostro storico punto di forza, è ancora da registrare. Contro la Nuova Zelanda abbiamo mostrato gravi lacune sulle palle alte e su quelle inattive mentre con gli Usa sono state le verticalizzazioni degli avversari a metterci in difficoltà (vedi rigore su Altidore). Cannavaro non è eterno.

BRASILE: rimangono i nostri avversari diretti nel girone ma escono ridimensionati dalla vittoria per 4-3 contro un bel Egitto, punito allo scadere per un rigore giusto che, però, puzza di moviola lontano un miglio, visto che, l'arbitro è stato avvisato dal quarto uomo dopo che aveva già assegnato il calcio d'angolo.

SPAGNA: perchè siano i favoriti lo fanno capire in un quarto d'ora distruggendo la Nuova Zelanda. Forte, vincente, bella da vedere e giovane ma contro di noi, negli ultimi 80-90 anni, hanno vinto solo una volta nei tornei che contano. Ai rigori.      

 
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Intervista a Gabriele Dell'Otto (Extended version)

Post n°4 pubblicato il 15 Giugno 2009 da skyliner999
 
Foto di skyliner999

Ben ritrovati!

Come promesso, pubblico su Planet Krypton l'intervista a Gabriele Dell'Otto. Rispetto all'articolo già uscito sul "Corriere dell'Alto Adige", che comprendeva anche altre notizie sull'Art.may.sound - manifestazione di cui già vi ho parlato ieri in "Chiacchierata con Tito"-, qui troverete la versione integrale domanda/risposta, totalmente incentrata sul disegnatore di "Guerra Segreta". Prima di lasciarvi all'intervista, ricordo che Dell'Otto, insieme alla moglie Margherita Bondi, lo scrittore Lorenzo Bartoli (creatore di John Doe e Detective Dante) e dal disegnatore Giacomo Bevilacqua ("Homo Homini Lupus", "A Panda piace"), ha creato la service editoriale "Sold Out Studio" (Sos). Grazie alla fiera di Bolzano, li ho conosciuti tutti e, con Gabriele, ho avuto modo di conversare amabilmente su gusti, personaggi preferiti e storie. Di quel giorno conservo un bellissimo ricordo (oltre ad un notevole numero di albi autografati ed un fantastico Superman disegnato dallo stesso Dell'Otto ). Non vi rubo ulteriore tempo e vi auguro buona lettura.

 

Gabriele, com’è nata la tua passione per il fumetto?

«Ci sono nato con questa passione. Mio padre è un lettore e in casa avevo migliaia di fumetti. Il passo, quindi, è stato breve. Saper disegnare è un dono che ho sin da quando ero piccolo».

Dopo aver frequentato il liceo artistico e l’Istituto Europeo di Design, quando hai capito che quello di disegnatore di fumetti sarebbe stato il tuo mestiere?

«Ho sempre sperato che lo diventasse, visto che, disegnare è la cosa che so fare meglio».

Prima di diventare un disegnatore di riferimento, apprezzavi qualche artista in particolare?

«Tuttora ho molti artisti di riferimento come Barry Windsor-Smith e John Buscema. Apprezzo, comunque, autori dallo stile più diverso. Nei miei disegni tento sempre di “masterizzare” quello che ho visto e appreso nel corso degli anni».

Per la Marvel Comics, hai già realizzato la miniserie “Guerra Segreta” e, successivamente, la raccolta di illustrazioni “The Marvel Art of Gabriele Dell’Otto”. Puoi dare qualche consiglio ai disegnatori emergenti che intendono sottoporre il proprio portfolio alle major americane?

«Non mi sento di dare consigli precisi. Quello che posso dire è che bisogna lavorare e viaggiare tanto, cercare di essere presenti a più fiere possibili».

Il tuo tratto, realistico e spettacolare, è l’evidente frutto di un lavoro di ricerca e perfezionamento durato anni. Quanto variano i tempi di realizzazione di una tavola a fumetti dalla più semplice a quella di maggiore complessità?

«Da un giorno, nel caso di una splash-page o di una cover, fino ad una settimana per le tavole più complesse. Per terminare “Guerra Segreta”, tra varie vicissitudini lavorative e personali, ho impiegato due anni. Troppi. Per gli americani, infatti, il rispetto delle scadenze rappresenta una vera e propria spada di Damocle».

C’è un personaggio più degli altri che ti piace disegnare?

«Sono tre: Batman, Wolverine ed Hellboy»

Progetti futuri?

«Sto lavorando con Christopher Yost e Kyle Craig ad una nuova miniserie di tre numeri per la Marvel che si intitolerà “Sex and violence” e avrà come protagonisti principali Wolverine e Domino della X-Force».

Escludi una futura collaborazione con l’altra grande casa editrice americana, la Dc Comics?

«No, non lo escludo affatto. Pensa che poco tempo dopo aver firmato l'esclusiva con la Marvel, un editor della Dc mi ha proposto un progetto su Batman. Il Cavaliere Oscuro è il personaggio su cui mi piacerebbe lavorare di più in assoluto».

 
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Chiacchierata con Tito Faraci

Post n°3 pubblicato il 14 Giugno 2009 da skyliner999
 
Foto di skyliner999

Ciao a tutti!

In occasione dell'Art.may.sound, la prima fiera del fumetto tenutasi a Bolzano, ho avuto l'occasione di conoscere uno dei più importanti sceneggiatori del fumetto italiano: Tito Faraci. Per chi non lo conoscesse (anche se dubito fortemente che sia così) posso dire che questo signore ha scritto numerosissime avventure di personaggi come Tex Willer, Dylan Dog, Topolino, Diabolik ed è stato anche l'unico autore italiano ad essersi cimentato su tre icone dei comic-books statunitensi: Spider-man, Capitan America e Devil.Lo scrittore, nel corso della manifestazione, ha presentato il suo ultimo lavoro, il racconto per bambini "Il cane Piero, avventure di un fantasma" (se ne parla approfonditamente nell'articolo postato qui sotto) edito da "Il battello a vapore". Per me, grande appassionato di fumetti, conoscerlo ed intervistarlo è stato un grande onore e un vero piacere. Devo dire che Tito, oltre ad essere un grande professionista, è una persona genuina, disponibile e simpatica. Prima di lasciarvi alla lettura dell'articolo, pubblicato sul quotidiano locale "Corriere dell'Alto Adige" lo scorso 31 maggio, vorrei già annunciarvi che molto presto posterò sul blog un'altra intervista, questa volta ad un grande disegnatore: Gabriele Dell'Otto!Stay tuned.     

 

LO SCENEGGIATORE DI TEX: ART.MAY.SOUND PROMOSSA

 

BOLZANO – Calato il sipario sull’Art.May.Sound, la festa del fumetto e della musica, ora è tempo di bilanci. «Siamo molto contenti di com’è andata. Durante la fiera è venuta molta gente anche da fuori Bolzano».Giacomo Morello, uno degli ideatori del festival, ha espresso così la sua soddisfazione: «Mi ha fatto molto piacere che gli stand abbiano attirato la curiosità anche di quelle persone che non si erano mai avvicinate prima al mondo dei comics».La ciliegina sulla torta della giornata conclusiva della manifestazione organizzata dal Centro giovani «Villa delle rose», dall’associazione «La strada» e da «Upload 2009 music contest festival», è stata la presentazione dell’ultimo libro di Tito Faraci, «Il cane Piero, avventure di un fantasma», tenutasi presso la libreria Mardi Gras sabato scorso. Il famoso sceneggiatore di fumetti, che ha realizzato numerose storie di personaggi come Tex Willer, Dylan Dog, Topolino e Diabolik, si è trovato nell’insolita veste di scrittore per bambini: «Questo libro per me rappresenta un cambio di scena. L’ho scritto con incoscienza, senza neanche sapere se e quando sarebbe uscito – rivela Faraci – Piero era il nome del cane immaginario dei miei figli, ai quali spesso raccontavo le sue avventure».Un ruolo decisivo nella genesi del libro di Faraci, edito da «Il Battello a vapore», lo ha avuto Federico Maggioni (già art director del «Corriere dei piccoli» e del «Corriere dei ragazzi»), l’illustratore del racconto: «Io e Federico lavoriamo nello stesso studio. Un giorno, lui vide sulla mia scrivania il primo capitolo del racconto e, dopo averlo letto, con mia grande sorpresa mi disse “bisognerebbe pubblicarlo”».Lo stesso autore, inoltre, ha svelato anche alcuni particolari della trama: «Mentre sta per attraversare la strada per andare a fare la pipì, Piero viene investito da un camion e si ritrova in un tunnel con una luce infondo. Per non fare il suo bisognino sul posto, decide di tornare indietro, senza sapere che quella scelta lo avrebbe trasformato in un fantasma».Faraci è uno scrittore dotato di una grande immaginazione ma, nel corso dell’intervista, ha anche dimostrato grande sensibilità nei confronti di quei giovani che tentano, tra tante difficoltà, la strada del fumetto: «Gli sceneggiatori sono poche decine e sostengono un mercato gigantesco. Questo è il segno di una crisi non solo della scrittura ma anche della lettura – spiega Faraci – Oltre che scrittore, infatti, mi ritengo anche un “lettore professionista”. Tentare di fare questo mestiere senza aver mai letto nulla è come cercare di coltivare senza avere i semi».Faraci, nel corso della sua carriera, si è anche confrontato con tre icone del fumetto statunitense: Spider-man, Capitan America e Devil.«La realizzazione del fumetto “L’Uomo Ragno e il segreto del vetro”,  ha rappresentato una sfida. Io e Giorgio Cavazzano, autore dei disegni, volevamo creare una storia completamente italiana e la Marvel, per fortuna, ci ha lasciato molta libertà d’azione – racconta lo scrittore – Nel caso di “Capitan America/Devil: doppia morte” disegnata da Claudio Villa, invece, c’è stata una supervisione diretta da parte della casa editrice, visto che, l’albo sarebbe uscito anche negli Usa». L’ultimo pensiero di Tito Faraci è per l’Art.May.Sound e sul connubio tra musica rock e fumetti: «Il rock e il fumetto hanno il problema comune di non essere accettati nel salotto buono della cultura ma hanno anche l’enorme pregio di essere forme d’arte da sempre vicine ai giovani».

 

 
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Mille splendidi soli di Khaled Hosseini

Post n°2 pubblicato il 14 Giugno 2009 da skyliner999
 
Tag: Libri

Ho appena finito di leggere questo splendido libro di Hosseini, lo stesso autore de "Il cacciatore di aquiloni". Per farvi capire quanto mi ha preso vi dico solo che ho divorato 432 pagine in 24 ore. Non mi dilungo ulteriormente sugli elogi e passo alla trama.
"Mille splendidi soli" è uno spaccato realistico della condizione della donna in un Afghanistan straziato da decenni di guerre ininterrotte: prima l'invasione russa, poi la lotta fratricida tra le varie fazioni dei mujahidin ed, infine, la conquista del potere da parte dei talebani.
Mariam e Laila sono le protagoniste di questo libro bello e struggente. La prima è la figlia illegittima di un ricco uomo d'affari di Herat, una quindicenne che spregevolmente viene indicata come una harami (bastarda). Lei e sua madre vivono in una capanna alle porte della città, abbastanza lontano da mettere a riparo da qualsiasi critica la reputazione di suo padre, già sposato a tre donne diverse da cui ha avuto altri 10 figli. Poco prima del suo quindicesimo compleanno, Mariam riesce a strappare a Jalil - questo il nome del genitore che lei ama profondamente nonostante le accuse e gli improperi che la madre rivolge all'uomo - la promessa di accompagnarla al cinema che lui possiede per vedere il cartone animano di "Pinocchio" e, sostanzialmente, di riconoscerla come sua figlia. La vergogna e la paura di affrontare il giudizio delle tre mogli, però, spingono Jalil ad infrangere la parola data. Mariam non si da per vinta e decide di raggiungere la casa di suo padre a Herat. Resterà un giorno intero sull'uscio senza che nessuno la faccia entrare. Delusa e offesa torna dalla madre ma quello che la attende le cambierà per sempre l'esistenza.
Laila, seconda protagonista del libro, è una ragazza di Kabul. A differenza di Mariam, lei ha avuto la fortuna di crescere in una famiglia che le ha offerto amore e, soprattutto, istruzione. Laila ha la possibilità di coltivare le sue amicizie e la sua cultura ma, soprattutto, l'amore per Tariq, un bambino del vicinato privato di una gamba da una mina antiuomo. Tutto sembra andare per il meglio ma la crudeltà della guerra strazia la sua esistenza ed è a questo punto che il suo destino si legherà per sempre a quello di Mariam.
"Mille splendidi soli" offre numerosi spunti di riflessione a partire dalle ingiustizie, crudeltà e umiliazioni che chissà quante donne afghane hanno subito in prima persona prima ma, soprattutto, durante il regno di terrore dei talebani.
Dalle pagine emerge vivo l'amore dell'autore per la bellezza, ormai ridotta ad uno struggente ricordo, della sua Kabul. Hosseini, infatti, citando un poeta afghano scrive: "Non si possono contare le lune che brillano sui suoi tetti, né i mille splendidi soli che si nascondono dietro i suoi muri".
La semplicità e la scorrevolezza del linguaggio rappresentano alcuni dei pregi di questo libro, così come la capacità dello scrittore di orchestrare con maestria i colpi di scena.
Se proprio si vuole andare alla ricerca del pelo nell'uovo, posso dire che i numerosi e consistenti salti temporali e alcune affinità con "Il cacciatore di aquiloni" sono gli unici nei di un'opera assolutamente da leggere. Voto: 8,5 

 
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Here...we...go

Post n°1 pubblicato il 13 Giugno 2009 da skyliner999
Foto di skyliner999

Quale immagine potrebbe essere migliore di quella del Joker di Heath Ledger per inaugurare il mio blog? Lo faccio con la speranza di essere utile a tutti i "naviganti" che attraccheranno a questo molo con la voglia di confrontarsi sui temi più disparati, con un occhio di riguardo ai fumetti e ai libri ma senza disdegnare la musica, il cinema e la politica. Vi do il mio sincero benvenuto.

Grazie e stay tuned!

   

 
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