di tutto e del tutto

#80

avrei voluto fissare giorni fa e con parole quello che ho vissuto, ma sono stata risucchiata da un vortice di gesti e di premure dovute e impacciate. ho fatto molte riflessioni, perché si, le donne hanno sempre un'idea falsatamente romantica della vita. poche sono in realtà i momenti romantici e francamente mi domando se lo siano davvero. comunque.. una gravidanza, ad esempio, che cosa ha di romantico? se cominci a fare un elenco e a mettere in fila i disturbi e gli stravolgimenti fisici, che cosa resta di struggente? però certo cresce e si forma una vita e dopo nove mesi te la ritrovi li, su una culla in plastica trasparente di un ospedale e in qualche modo devi farci i conti. il parto, bè il parto non ha nulla di romantico, anzi.. è un esperienza ancestrale, una cosa come da uomini preistorici, gente delle caverne. è un qualcosa che non sai nemmeno come, ma il tuo corpo sa che deve fare e hai una lucidità.. sei tagliente come una lama. non in ultimo hai paura, di quello che sta per succedere al tuo corpo e di quello che verrà poi. è una paura che non fai in tempo nemmeno a vivere perchè qualcosa si impone prepotentemente e anche se la pelle un po' si squarcia non puoi farne a meno. doloroso, certamente è doloroso, ma non è questo che si rammenta, in realtà è stata un esperienza fortissima, positiva, per quello che può significare questa parola. vedere quel viso.. non so che effetto avrebbe dovuto fare. ero idealmente preparata, credevo che avrei pianto o detto chissà che cosa, invece quando ti ho vista ho pensato "ah.. eccoti qui, quindi sei tu". l' allattamento? quello me lo credevo più "naturale", invece è faticoso e particolarmente doloroso. non so nemmeno perché sto scrivendo queste cose, ma il punto è che la realtà è differente, voglio dire.. il travaglio è una cosa che ti cambia, come un fuoco che "solve et coagula" e ti ritrovi diversa, cambiata anche se sei sempre la stessa, solo con qualche kg in più e una pancia vuota. la pancia poi, quante dicono che poi ti manca, ma a me non è mancata. come fa a mancarti il mal di schiena, i crampi, il fiato corto, la costipazione, le emorroidi, la sudorazione eccessiva, la pipì continua e le notti insonni? mah.. eppure a qualcuna manca. a me no, io volevo vederti, sapere che stavi bene, e vorrei sentirti pure parlare. subito, istantaneamente, così non dovrei interpretare i tuoi versetti rischiando di travisare. ti guardo sul monitor, respiri ritmicamente, ma davvero sei figlia mia? davvero devo occuparmi di te giorno dopo giorno, in giornate che non hanno inizio ne fine? davvero sei tu la persona con cui devo fare un tratto di strada? credevo fosse una sensazione leggera quella che mi avrebbe posseduta, invece da un lato c è una tenerezza disarmante e dall'altra un attenzione costante a tutto, a ogni più piccola sfumatura e dalle altre mille parti, perché non sono solo due, ma parti su parti.. e ognuna ha una sua vita, pensiero e sensazioni, dalle altre mille parti sei sballottata. pensavo avrei pianto di commozione, di nostalgia, di felicità, di rabbia, di gratitudine, di stanchezza.. pensavo.. invece quello che pensavo non è stato e quello che non pensavo nemmeno. non so a tutt' oggi  dire o descrivere l'universo che ho in qualche modo scoperchiato e ora devo approcciarlo e muovermi con delicatezza e piena di rispetto. non so se fare del mio meglio sia abbastanza, poi comunque tu farai le tue scelte e percorrerai la tua strada, però intanto bisognerà pur fare un primo passo... dunque.. si va..