di tutto e del tutto

#69


tutti siamo parecchio giudicanti, ma non diamo un giudizio utile e in qualche modo imparziale, lo facciamo per il piacere di dar fiato alle corde vocali. per sentirci migliori, in un certo modo superiori, come se avessimo una verità in pugno o un insegnamento da elargire. invece sarebbe più utile mettere in moto il giudizio sotto forma di constatazione. ti vedo per quello che sei, so cosa aspettarmi da te e va bene così. la parte "e va bene così" è ancora un pelino più complicata del "ti vedo per quello che sei", che detto per inciso, è senza una connotazione particolare. lasciamo per un attimo perdere il dualismo positivo-negativo. ti vedo per come sei, senza pregiudizi, senza bisogno di renderti peggiore o migliore di me, anzi ti lascio libero di essere quello che vuoi e di cambiare in qualsiasi momento. il "e va bene così" mi fa pensare a una sfumatura dell'impeccabilità di cui parlava Don Juan con Castaneda: " la cosa più difficile, per un guerriero, è lasciare gli altri in pace... L'impeccabilità, in un guerriero, consiste nel lasciar stare gli altri e sostenerli solo in ciò che sono." Mi fa molto riflettere anche l'articolo pubblicato qualche giorno fa da Eros Poeta effettivamente chi non vorrebbe uno scampolo di felicità dove issare la propria bandiera? ma la separazione non è mai un buon atteggiamento, anche perché.. ciò da cui mi separo sono sempre io e fa parte di me, anche se non me ne ricordo o non ci penso. a volte siamo indignati perché l'altro non vede i nostri tormenti, perchè non ci viene in soccorso. se vogliamo comprensione dovremmo prima comprendere, se vogliamo un cambiamento dovremmo per prima cosa cambiare. così, come vediamo l'altro in realtà vediamo noi stessi.