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Il Primo Genocidio della Storia è stato compiuto a danno del popola Armeno

Post n°12 pubblicato il 15 Ottobre 2006 da cuorediafano
 

      Nella prima decade del XX secolo ancora prima del grande olocauto della seconda guerra mondiale, si compie un'altro genocidio "Il grande male" che coinvolge più di un milione di Armeni. I turchi deportano migliaia di armeni crisitani e occupano gran parte del territorio dell'Armenia, mettendolo a ferro e fuoco,.  L'Armenia simbolo della crisitanità della Chiesa Orientale deve la sua fede a San Gregorio Armeno, che nel 301 a.c. aveva convertito il re pagano Tiridate III. Grgorio giunto in Armenia, fu torturato per circa dieci anni a causa del suo rifiuto di contemplare le divinità pagane. Per questo fu gettato in un khor virap, un fosso profondo, fino a quando un giornoil re Tiridate ammalatosi ricevette per intercessione del Santo una miracolosa guarigione. Da quel momento ci fu la conversione al cristianesimo del popolo armeno. Sulla fossa nacque il Monastero di Khor Virap, con alle spalle il monte Ararat. Sulla scia delle tragiche vicende del genocidio seguendo le vie della legenda di San Gregorio e con un'ala magica nasce uno dei racconti presenti le libro di Rosario Volpi Le Croci di Pietra e Altri Racconti  -della collana "Cuentos e Historia" Tipo-litografia I&P -Editrice. In uscita a fine ottobre. Il racconto è intitolato KHATCHKAR, che sono le famose croci in pietra di cui l'Armenia è disseminata. di seguito riporiamo un breve tratto.

       " Si dice che le serpi velenose, antenate di quelle miracolosamente ammaestrate da San Gregorio, un giorno cominciassero a sgusciare dagli angoli più nascosti del monastero di  Khor Virap per rifugiarsi nella fossa miracolosa.

        Di notte i monaci insonni, che lungo i corridoi pregavano Iddio affinché i turchi inciampassero in qualche tranello divino, scappavano in cella all’udire il lamento funesto dei topi, che lottavano fino all’ultimo morso, prima che le budella finissero nelle grinfie di quei rettili.

        Era stato il monaco più giovane a riferire agli altri dell’invasione barbara delle serpi e, a collegare il fenomeno con l’inizio della persecuzione turca.  Per tre notti il giovane s’era recato alla bocca del pozzo per invocare lo spirito del Santo Armeno, in risposta ebbe solo l’eco raccapricciante di un’infima battaglia. L’ultima delle tre notti portò con se una lampada ad olio che legò ad una corda e la calò nel pozzo, al primo strido. Per l’orrore la corda gli scivolò dalle mani e la lampada precipitò in fondo alla fossa spaccandosi. Quello che aveva visto era la corsa irrefrenabile di un topo con la testa mozzata che si trascinava gli intestini nella sabbia. Il “Dio mio” che stava per pronunciare s’arenò in gola, come se una sciabola l’avesse similmente mozzato la testa e non avesse dato tempo alla lingua di favellare. Di questo non disse nulla ai confratelli, tuttavia i suoi occhi palesavano il terrore, come se in quella scena avesse visto in rapida successione le atrocità subite dal suo popolo...

Dal libro Le croci di Pietra e altri racconti.

per prenotazone copia: tipo-lito@cuorediafano.com

 
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