Blog
Un blog creato da tombeurdefemme2010 il 20/10/2010

poesiaeparole

viaggiare con le parole

 
 

ARCHIVIO MESSAGGI

 
 << Ottobre 2020 >> 
 
LuMaMeGiVeSaDo
 
      1 2 3 4
5 6 7 8 9 10 11
12 13 14 15 16 17 18
19 20 21 22 23 24 25
26 27 28 29 30 31  
 
 

 

 
Citazioni nei Blog Amici: 19
 

 

 

Messaggi di Ottobre 2020

Femme fatale

Post n°431 pubblicato il 26 Ottobre 2020 da tombeurdefemme2010

 

Adoro la bellezza delle donne. Adoro ammirare l’esposizione del gioco

che solo una “femmina” sa attuare quando vuole provocare. Mi piace,

e piace alla mia anima, godere della passione che ispirano le belle donne,

maestre del movimento e del calore. E’ un linguaggio eterno che non

smetterà mai di esistere. E’ uno spettacolo che va in scena da sempre.

La donna femmina esiste, è sempre esistita ed esisterà sempre.

Quella che cerca il confronto sensuale con l’altro. Che si veste,

che si trucca, “si prepara al bello”. Esteticamente bello.

Quello del bacio di Rodin, della donna morsa dal serpente di Clesinger,

della jeune tarentine di Schoenewerk, delle statue di Canova, della

Fornarina di Raffaello, della Cleopatra del Guercino.

Il bello che mostra da millenni seni e curve e se ne compiace.

Perché la vergogna, l’infamia, sta in come le guarda chi le guarda,

non in chi le mostra…C’è un limite a tutto. Anche al pessimo gusto figlio

dell’invidia. Ma la “femmina”, quella, il limite non ce l’ha. Perché, ancora

e grazie a Dio, governa il mondo. Lasciamogli il loro terreno su cui giocare

la sublime partita dell’eros mentale. Dell’attrazione velatamente sensuale

sospesa nell’ambivalenza. Lasciamo che la fantasia smuova le sinapsi

cerebrali. Non c’è peccato. Non c’è onta. Solo un eros senza carne,

quello che dà il rosso alle ciliegie, al vento il crepitio del fuoco…

 

Basta una sola volta vedere la bellezza;
che una volta veduta eternamente accende,
ed impressa nell'anima eternamente dura.
Fiamma che vita immortale trascende
non teme con il corpo sepoltura,
ne' il tempo l'appassisce ne' l'offende

(Francisco De Quevedo)

 

 
 
 

E cammina cammina

Post n°430 pubblicato il 24 Ottobre 2020 da tombeurdefemme2010

 

E cammina cammina col vento che soffia e i capelli d’ovatta che gli scoprono il

viso. In riva al tramonto l’ombra s’allunga e fitta nell’acqua ne disegna la forma,

mentre il mare solca il risucchio dell’onda con un contorno di spuma che a pelo

galleggia.

E cammina cammina nell’infinita ricerca di non essere solo, ma parte integrante

di questa natura. Come un granellino di sabbia, che da solo non serve e neppure

fa spiaggia, isolato dal mondo, scompagnato dal resto, come due calzini spaiati

messi di fretta.

 

E cammina cammina su questo vento che si è fatto freddo, che gli asciuga gli

occhi e gli inumidisce le ossa, e gli fa chiedere ancora com’è potuto succedere,

d’un uomo che per anni ha vissuto senza aver bisogno di nulla...


E cammina cammina e la sera lo avvolge, se passasse qualcuno! Ma chi vuoi

che passi a quest’ora? Neanche più i cani che scalciano sassi, si siede e si

apre al suo pianto, dove barche e battelli si alternano a turno, dove ormeggiano

i giorni passati da solo col resto del mondo, col vuoto alle spalle e la speranza

nel cuore che qualcosa possa cambiare o finire.

 
 
 

Ci sono sere...

Post n°429 pubblicato il 19 Ottobre 2020 da tombeurdefemme2010

 

Ci sono sere che te ne vai quando la musica finisce, con un pugno di

mosche in una mano e un ombrello a scatto nell'altra… e negli occhi

quelli di un'altra persona che ti chiede «ti sei divertito?».


Ci sono sere che ti dicono che è un peccato: perché sei simpatico,

hai un bel sorriso, e tutto a posto per ballare con qualcuno…

ma quel qualcuno non c'è, e così capisci di aver toccato il fondo

mentre balli con qualcun altra che ha come minimo una volta

e mezzo i tuoi anni.


Ci sono sere che hanno un sapore dolciastro, come le parole

di un indelebile addio, come il giorno che lento s’oscura e si

fa poesia, come i giorni che passano opachi nelle sfumature di

verde e marrone di un paesaggio autunnale e ti chiedi dove sia

finito il tuo ardore, in quale buco oscuro la tua voglia di non

essere solo.


Ci sono sere che sembrano un sogno e stai lì a cercare di

comporre i ricordi, come un mosaico e a fatica assembli le

tessere, e viene fuori una faccia identica a quella della donna

che ora dorme e respira tra le braccia di un altro. Poi tutto

diventa evanescente come l’acqua del mare che ti resta

nel pugno, lontana come un treno che hai appena perso,

silente come due lacrime che non sei riuscito a fermare.


Poi passano gli anni senza che nessuno abbia preso il suo

posto, senza che uno straccio di occhi, di mani abbia fatto

sussultare di nuovo il tuo cuore, perchè da quando è successo

non c’è stata una donna che t’abbia rapito, non c’è stato delirio

che t’abbia annegato dentro due occhi di mare e carezze.


Ci sono sere che capisci che il fondo non l'avevi ancora toccato,

ma che arrivarci non era ancora stato così dolce, e ci sono sere

che guardando le coppie ballare ti passano davanti le immagini

di Lisbona, di un futuro che vorresti ti portasse finalmente un

po' di felicità, qualche novità aspettata e un sorriso a rispondere

al tuo…

 
 
 

Il fascino discreto dell'ambiguità

Post n°428 pubblicato il 15 Ottobre 2020 da tombeurdefemme2010

 

    Quante volte vi sarà capitato,  camminando per strada, che il vostro sguardo si posi su una persona, non la conoscete, ma vi soffermate a guardarla insistentemente e dentro alla vostra testa rimbomba un’unica domanda: “E’un uomo o una donna?”.E sapete perché accade? Un po’ perché la curiosità fa parte di noi, ma anche perché il fascino dell’androgino è un archetipo primario della nostra cultura: la versione più antica si trova nella Genesi, dove è scritto "Dio creò l'uomo a sua immagine; lo creò maschio e femmina". Platone, successivamente Ovidio fino a Rilke e Virginia Wolf nel suo romanzo "Orlando" hanno trattato la questione...l’androgino è stato via via sinonimo di perfezione o di creatura mostruosa, né femmina né maschio. In “A Room of One’s Own”, Virginia Woolf sostiene che in ogni essere umano convivono una parte maschile e una femminile. Negli uomini predomina il maschile, nelle donne il femminile, ma solo una mente androgina, totale, può analizzare il mondo in tutti i suoi aspetti. Secondo questo principio, tutti i grandi della letteratura hanno avuto una sensibilità androgina:cita Shakespeare, Keats e Coleridge. Solo una mente in cui maschile e femminile si completano a vicenda può cogliere ciò che di universale c’è nel mondo e nell’umanità. Ritornando ai miei tempi ricordo che nel 1984 per la prima volta salirono sul palco dei Grammy Awards "Boy George e Annie Lennox" quello fu un evento che in un certo qual modo cambiò il nostro immaginario collettivo...da quel momento la musica, la moda, la televisione, il cinema, il teatro hanno iniziato a trattare il tema dell’androginia con un apertura che prima non vi era mai stata. Un uomo poteva essere una donna. Una donna poteva essere un uomo.  Abbiamo scoperto che gli "smookey eyes" su un uomo possono essere intriganti e una donna rasata puo essere ugualmente molto sensuale.


Ambigua creatura esisti dalla notte dei tempi.

Essenza divina ti diede la vita

ma non per nasconderti agli occhi del mondo…

Gli opposti essenziali vivono in te

il giorno e la notte si fondono  come spirito e materia

e da questo paradosso che dona felicità

nasce l’origine.





 

 
 
 

I colori dell'autunno

Post n°427 pubblicato il 10 Ottobre 2020 da tombeurdefemme2010

 

Il suo odore cosi particolare...

Un salto nell’aria di rosa e petali d’orchidea bianca. 

Poche parole, nessun movimento, nessun pensiero, solo linee

 e  luci provenienti dalla sua anima silenziosa, notturna, libera.

Eccola. 

Finalmente, si siede accanto a me, mi guarda.

 La dolcezza del fuoco nel camino e le ombre che si proiettano

lungo tutto il suo viso, che gentile  mi sorride,

mi fanno pensare a tempi già vissuti.

A quella siepe di rosmarino, odorosa e selvatica

come i baci che gli rubavo

e alla sua pelle profumata che già segretamente amavo.

Lì dove tutto era intatto, impalpabile, dolce e rarefatto,

lasciavo i miei sospiri d’amore fra le sue braccia lisce come seta.

Mi stringeva attorno ai fianchi facendomi diventare un'unica anima

che unita alla sua straripava d’amore.

Mi chiedeva di starle sempre vicino.

Mi pregava di guardarla negli occhi mentre la baciavo.

Mi accarezzava piano, con discrezione, inesperta, paurosa,

ma perdutamente bella ed appassionata.

Lampi fatati nei suoi occhi scuri e profondi.

Il cielo di stelle era solo nostro, e la speranza che tutto non finisse mai

raccoglieva quei paesaggi contornati di luci e profumi infiniti.

La sua bocca. 

Il suo seno.

Le mie mani colme di desideri e lacrime.

lacrime che rigavano i nostri volti per la felicità

di quei momenti vissuti in un unico respiro...

 I ricordi.

Le immagini.

Gli odori.

I colori del miele e dell’autunno ancora oggi

hanno il suo viso...

 



 

 

 
 
 
 

AREA PERSONALE

 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

CHI PUÒ SCRIVERE SUL BLOG

Solo l'autore può pubblicare messaggi in questo Blog e tutti gli utenti registrati possono pubblicare commenti.
I commenti sono moderati dall'autore del blog, verranno verificati e pubblicati a sua discrezione.
 
RSS (Really simple syndication) Feed Atom
 

 

 

 

 

 

 

 

 

 
 
 
 

© Italiaonline S.p.A. 2024Direzione e coordinamento di Libero Acquisition S.á r.l.P. IVA 03970540963