Creato da mario.rioma il 09/11/2010
Frasi in rima ... poesie scherzose ... a volte un pò osè composte per gli amici o in occasione di ricorrenze a me speciali.
 

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Babbo Natale 2008

Post n°45 pubblicato il 15 Novembre 2010 da mario.rioma

Babbo Natale è sceso pianino
giù dalla cappa del vostro camino
dentro al suo sacco riposti ha con cura
dolci e balocchi di fine fattura.

Guardando intorno un pò pensieroso
sopra al divano ha fatto riposo
e mentre il fiato si riprendeva
con fare assorto lui rifletteva.

Devo io avere sbagliato strada
casa, camino e anche contrada
con questo lusso di certo i padroni
non han bisogno di questi miei doni.

Tanta fatica ho fatto ad entrare
ed altrettanta dovrò farne ad uscire
manco il camino loro hanno pulito
e tutto sporco ora ho il mio vestito.

Se lo sapevo le renne giravo
e un pò al calduccio in Africa andavo
ma dato che, qui sono arrivato
per far vedere che sono passato
voglio lasciare un ricordino
ad ogni mamma, papà e bambino.

Lascio un bel bacio ed una carezza
un pò d'amore speranza e ricchezza
metto nel sacco sconforto e dolore
lacrime e pene che ammalano il cuore.

Siate felici per quello che siete
è la risorsa più grande che avete
e se vi avanza poi qualche panino
condividetelo con il vicino.

Vedrete come di un bel sorriso
s'illuminerà il vostro e anche il suo viso
il cuor si riempie coi buoni ricordi
il portafoglio solo coi soldi.

Sia un Buon Natale per tutti voi
lo sia speriamo anche per noi
ll nuovo anno fa già capolino
non penso proprio che scenda il camino.

Come potrebbe la cappa passare
con i bagagli che deve portare
è appena nato è ancor bambino
che sia propizio a lui e a noi il destino.

Sembra proprio così, sarà proprizio
Per il lavoro !!!

Provate ad anagrammare 3 volte:
Duemilanove

Dove lui Lena Dove lui lavora
Di Male Nuove Di nuove malevoli cose
Ei nulla vedo Non ne vedo nessuna

Tanti auguri a tutti ....

 
 
 

Vita da Bigolo

Post n°44 pubblicato il 15 Novembre 2010 da mario.rioma

Facendo la rima vi voglio narrare
del bigolo d'oro le doti piu' rare
con poche parole vi voglio io dire
di come lui nasce e va poi a finire.
Da piccoli fori lui esce strizzato
e lento si torce, si avvolge di lato
si gira, si posa, sul tavolo piano
accolto con grazia da un palmo di mano.
Son strette sul torchio le mani e fan leva
son tese le braccia e la schiena si piega
per compier quel rito che ha del sublime
girando una vite che mai trova fine.
I polsi son stanchi, le braccia dolenti
i muscoli tesi sui dorsi possenti
s'arrestano a tratti per un riposino
e trovan conforto bevendo del vino.
La pentola bolle sbuffando vapore
sul volto del cuoco ch'e' tutto un rossore
si tuffa, si svolge, risale, discende
e a fondo poi va dolcemente.
Il tenero grano non sente piu' male
galleggia beato nell'acqua e nel sale
le membra distende, acquista sapore
e apre pian piano il suo cuore.
Stremato distrutto poi viene scolato
e dentro alla teglia ben ben rimestato
con l'anatra, il pesto o con la salsiccia
si sposa si mischia e acquista delizia.
Ormai gia' ha scordato del torchio la morsa
che stretta lo ha estruso dal bronzo con forza
sul piatto disteso mi sembra rinato
e dentro al sughetto lui sguazza beato.
Lo copre il formaggio di un candido manto
che rende il lombrico davvero un incanto.
Richiamo ancestrale per quelle papille
che sono rimaste finora tranquille
si stan preparando al rito finale
e sbavan saliva nell'antro mortale.
Si apre si chiude si storge la bocca
e dentro la lingua si agita e schiocca
ingurgita tutto e da del lavoro
a denti consunti avvolti nell'oro.
Discende poi triste in fondo alla panza
già persa del tutto ha ormai la baldanza
lo attende l'inferno che, aperta una breccia
separa con cura il buon dalla feccia.
Ormai moribondo e' il bigolo d'oro
da quando poc'anzi passato ha il piloro
trascorsa ha in un lampo la sua breve vita
Lui manco s'e' accorto ma è già finita.
E mentre riposa in quel cimitero
si sente la voce del culo sincero
"Di certo non sai che per altra filiera
verrai trafilato già prima di sera".

 
 
 

La faraona

Post n°43 pubblicato il 15 Novembre 2010 da mario.rioma

Ci siamo ritrovati, stasera a casa mia
per stare un poco assieme, sereni in allegria
un pranzo succulento, Ornella ha preparato
farà goder di gioia, il vostro e il mio palato.

Si serve l’antipasto, il languorino cessa
s’attizzan le papille, gustando la soppressa
la polentina calda, va giù nel gargarozzo
sospinta quando serve, da un buon bicchier di rosso.

Inizia pigramente, l’atavico processo
che stretta dopo stretta, pian pian conduce al cesso
il bolo dolcemente, si struscia le budella
e quando trova l’aria, sospinge pure quella
che giunta all’orifizio, con gran soddisfazione
si espande un po’ trombando, la sua liberazione.

Può capitare a volte, che in preda all’emozione
si trovi un po’ compressa, nel cul delle persone
e sfiati lentamente, senza alcun rumore
tradita solamente, dal tipico suo odore.

Lì dentro al rosso anfratto, già scalpitano i denti
son pronti a triturare, i prossimi alimenti
che tosto arriva caldo, sul piatto di portata
un risottino ai funghi, che è proprio una figata,
ti avvolge col suo aroma, dal naso al cuore arriva
e già la bocca tutta, si riempie di saliva.

Discorrono inghiottendo, pian piano gli invitati
son già a mezza strada, per diventar beati.
scoppia di tanto in tanto, acceso un battibecco
che presto vien sedato, a colpi di prosecco.

E intanto il tempo passa, tra risolini e canti
in questo tribunale, i giudici son tanti
chi dice “è meglio il rosso” e chi gradisce “il nero”
e chi vede il rosato, il “vino” suo più vero.

Qualcuno viene travolto, da questo girotondo
e cerca le radici, dei mali de stò mondo
e chi tranquillo e quieto, trascorre la serata
cercando di indovinare, la prossima portata.
Arriva un nuovo piatto, sfornato ha la padrona
proprio per l’occasione, nà bona faraona.

Oh! cibo degli dei, dorata al punto giusto
le patatine intorno, aumentano il suo gusto
e l’insalata fresca, col balsamo all’aceto
mi spiace proprio tanto, finisca nel didietro,
la cosa vi consoli, in caso di recesso
ce la ritroveremo, raspando dentro al cesso.

Amici miei burloni, speriam che la serata
sia stata a voi gradita, seppure improvvisata
il merito di tutto, dovuto è alla padrona
che oltre ad esser brava, è ancora bella e bona.

Sinceramente vostro, finisco stà cazzata
vi abbraccio con affetto, e a voi buona serata.

 
 
 

Caro Tino

Post n°42 pubblicato il 15 Novembre 2010 da mario.rioma

Il nostro caro Tino andato è ormai in pensione
facendo marameo a un sacco di persone
La ferma decisione lui prese un bel mattino
le balle si era rotto di fare il galoppino.
Mi stampi le fatture, mi aggiorni il magazzino
controlli poi l'uscito, ma è questo il mio destino ???
Capitemi ragazzi non sono mica fesso
seguendo questo andazzo pulisco pure il cesso.
La stecca che io lascio di certo andrà a qualcuno
le rogne saran tante ma onori per nessuno.
Ho un po' di nostalgia, per esse-venticinque (ICL S25)
quand'ero io il reuccio assieme a Mario e Orlando
passato ho le mie notti, che cazzo, elaborando
E quante quante pizze, assieme abbiamo mangiato
penso che il Trocadero l'abbiam mezzo comprato.
Beffarda e un po' sorniona trascorre questa vita
un giorno dopo l'altro ci sfugge dalle dita
Tocchiamoci con garbo sia l'un che l'altra palla
di certo in questo modo noi resteremo a galla.
Vi serbo nel mio cuore con tanto tanto affetto
ma questo non vuol dire "venite con me a letto"
lo so che siete maci ma è meglio chi'io vi dica
che preferisco ancora la cara e bella fica.
Tra una cazzata e l'altra brindiamo in compagnia
sperando che domani ancora ce ne sia
la fronte sempre alta, lo sguardo nel futuro
perché lo dice Bossi, "noi ce labbiamo DURO

 
 
 

Per gli sposi Erika e Roberto

Post n°41 pubblicato il 15 Novembre 2010 da mario.rioma

Scusatemi signori riuniti qui davanti
un poca di attenzione vorrei da tutti quanti
ho scritto queste rime, lo so, son poca cosa
e voglio dedicarle alla novella sposa.
Ricordo quando nacque, sembrava un fiorellino
bagnato di rugiada succhiava già il ditino,
aveva le guanciotte rotonde e pacioccone
due occhi come perle e fame da leone.
Ornella la sua mamma non stava nella pelle
di bimbe ne avea viste, ma mai di lei più belle.
Ricordo quel mattino quanta trepidazione
per questa mia esperienza tremavo di emozione,
le nonne, non vi dico, parlando alle persone
facevano la ruota più bella di un pavone.
E crebbe questa bimba e visse la sua fiaba
giocando tutto il giorno assieme a Mario e Giada,
il babbo e la sua mamma per farle una sorpresa
le dissero un bel giorno di essere in attesa
e dopo nove mesi uscì da quel pancione
un vispo frugoletto che si chiamò Simone.
La nostra principessa faceva la maestra
menando bacchettate a manca e pure a destra
metteva tutti in fila le bambole e il fratello
picchiava sulle mani e a lei sembrava bello.
E venne pure il tempo il tempo delle mele
che col suo caldo vento del cuor spiegò le vele
pian piano quel vascello la riva abbandonava
ma a navigar nel mar ancor non si fidava
fin quando un bel mattino mettendosi la gonna
si accorse all’improvviso di essere già donna.
Meraviglioso mondo che nuove sensazioni
il cuore va a novanta traboccan le emozioni
e con la fantasia diventano concreti
speranze e desideri anche quei più segreti.
Quando quel giovanotto sul suo cavallo bianco
ai tempi della scuola, passato le era accanto
non s’era proprio accorta perché nei suoi pensieri
un principe non era … mancavan gli scudieri.
Poi cupido dall’alto scoccando la sua freccia
colpendola sul petto nel cuore fece breccia,
lei sciolse la sua chioma di fuor dal suo balcone
per far che il suo Roberto giungesse al suo verone.
Se quelle due famiglie Montecchi e Capuleti
ne narra anche la storia non furono mai lieti
le nostre due famiglie Rampazzo e Ostellari
sino dal primo giorno l’un l’altro furon cari.
Passaron poi i giorni i mesi ed anche gli anni
ma i nostri due colombi non combinaron danni
tubavano da soli o a volte in compagnia
e dove c’eran loro li cera l’allegria.
Quel sogno nel cassetto volevan realizzare
in bianco e in doppio petto dirigersi all’altare
e presto venne il giorno che il sogno si esaudì
ed è proprio per questo che siam noi oggi qui.
Noi ti preghiam Roberto coltiva questo fiore
innaffialo ogni giorno con tanto tanto amore
bisbigliale all’orecchio “sei tutta la mia vita,
tra tutte le altre donne sei tu la preferita”.
Sii dolce caro e buono e non dimenticare
di morderti la lingua prima di brontolare,
non risparmiar le coccole ne i baci o le carezze
e al petto forte stringila sciogliendo le incertezze.
Vedrai tu dal suo cuore un limpido ruscello
sgorgare, e tumultuoso mutarsi in torrentello,
s’ingrosseran le acque correndo verso il mare
e non esiste forza che le potrà fermare
tutto verrà travolto da spumeggianti onde
che saliranno in alto riflesse dalle sponde
si perderà la mente tra questo turbinio
raggiunta infin la meta vi troveran l’oblio.
O dolce e cara figlia or cambia la tua vita
e dentro al nostro cuore velata è una ferita
noi ti vogliamo bene ma tanto tanto tanto
e so che nel tuo cuore sai riconoscer quanto.
Ci fosti tu donata da un essere Divino
che oggi ha benedetto il nuovo tuo destino
di te e del tuo sposo noi siamo molto fieri
l’abbiamo conosciuto che a noi ci sembra ieri
quest’oggi sull’altare raggiante ti ha portato
e fedeltà per sempre con gioia ti ha giurato.
Rispettalo ti prego e amalo col cuore
che sia d’esempio a tutti il vostro grande amore
sii sempre dolce e cara sorella amante e moglie,
a volte con lo sguardo l’altrui desir si coglie.
Suvvia miei cari sposi su, datevi da fare
un vispo pargoletto vorremmo coccolare
ritroveremo ancora lo spirito Divino
che aleggia nelle case accanto ad ogni bambino.

 
 
 
 
 

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