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« L'infinitoSan Martino »

Dante, Paradiso, I, 67-71,

Post n°7 pubblicato il 02 Ottobre 2008 da professore3cp







Nel suo aspetto tal dentro mi fei,
qual si fè Glauco nel gustar de l'erba
che 'l fè consorte in mar de li altri dei.

Trasumanar significar per verba
non si poria; però l'esempio basti
a cui esperienza grazia serba.

 
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Commenti al Post:
professore3cp
professore3cp il 02/10/08 alle 18:30 via WEB
II
Ti inchini
e sulle ginocchia ti opprime
del mondo il peso.
Con la mano
cogli l'acqua
che fugge come il tempo
ed ancora non sai
e socchiudi gli occhi
quasi per ascoltare
un canto antico di vita.
(Rispondi)
 
professore3cp
professore3cp il 02/10/08 alle 18:32 via WEB
III
Per te
si fermerà la ruota
silente del tempo.
(Rispondi)
 
 
professore3cp
professore3cp il 02/10/08 alle 18:34 via WEB
IV
Spazi lontano con la fantasia
fra pesci policromi
che scopri rinascere
al lieve contatto
di azzurrità vegetali.

Ti meravigli...

La morte diventa vita
e aneli saperne il segreto,
aspiri ormai
a rivivere in altra forma.
(Rispondi)
 
 
 
professore3cp
professore3cp il 02/10/08 alle 18:36 via WEB
V
Timido assaggi l'eterna luce
più non vivi natura umana
ma divino assapori
la linfa degli dei
ascolti in conchiglie
di onde perenni il canto
ti senti parte del tutto
infinito.
(Rispondi) (Vedi gli altri 1 commenti )
 
 
 
professore3cp
professore3cp il 02/10/08 alle 18:40 via WEB
VI
Parole non hai al tocco dell'onda
nel cuore scrosci di maree.

Ti stemperi in particelle e il mare
ti accoglie nel suo concavo alvo.

Non mani, non piedi, non volto
han più sembianze, Glauco,
acqua tra l'acqua
ai flussi ti abbandoni
sovrasti onde
ritorni...
di umano non resta
che l'anima.

Giorgio Barba
(Rispondi)
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