poli-etica

E nun ce vonno sta

La frase del titolo è un adagio canzonatorio familiare ai romani.
Lo usavamo da ragazzi per sbeffeggiare gli sconfitti dopo una partita di calcio vittoriosa al campetto della parrocchia.
Mi è venuta in mente questa frase dopo aver letto su molti portali informativi intenet della frase stizzita di Berlusconi, che in sostanza rivendica a se i meriti di aver dimezzato il fabbisogno statale e, come da copione, accusa di ogni nefandezza il governo Prodi.
Per cinque anni il governo Berlusconi ha presentato documenti di programmazione economica che ipotizzavano una crescita del PIL che non si realizzava mai.
Per cinque anni le finanziarie del governo Berlusconi promettevano di tenere sotto controllo il rapporto deficit/PIL fallendo regolarmente alla prova dei fatti.
Il governo Berlusconi ha trovato il rapporto deficit/PIL al 2.8 % e lo ha lasciato al 4.6%, azzerando completamente l'avanzo primario.
Il governo Berlusconi ha evitato in extremis la procedura per deficit eccessivo della Comunità europea promettendo il rientro nei parametri nel 2007, ovvero quendo era ormai prevedibile che egli non sarebbe più stato al governo.
Tutto questo giusto per ricordare ai più distratti chi è l'uomo e di cosa si sta parlando.
Il fatto è che il tempo gioca a suo sfavore. E' riuscito a bombardare gli italiani (tramite l'abbondante uso dei mezzi di comunicazione di massa di cui ancora può disporre con facilità) con il concetto che il governo Prodi li sta derubando e portando allo sfacelo.
Sperava che la fragile coalizione di centrosinistra franasse al Senato sulla Finanziaria, ma questo non è successo ed ora ogni giorno che passa rischia di dimostrare che non siamo sull'orlo della disperazione, che il paese è in crescita e che nonostante le molte cose ancora da migliorare, sta molto meglio senza di lui.
E nun ce vonno sta