paese reale

Anche chi ha smesso di seguire le sorti dell'Avellino calcio non andando più allo stadio, senza però mancare di informarsi sulle prestazioni della squadra sui giornali o guardando le partite su Sky, non può sottrarsi dal commentare, con una certa preoccupazione, la piega particolare che ha preso l'attuale stagione della società guidata da Taccone in cadetteria. Dopo qualche campionato positivo ed aver addirittura sfiorato la finale playoff per la promozione in A, immeritatamente superata dal Bologna; sembra che progressivamente sia andato scemando l'interesse ad ottenere risultati da parte della dirigenza, sempre più indifferente nei confronti del valore di una squadra che rappresenta pur sempre, nel bene e nel male, l'Irpinia intera, anche quella che ha fermato il suo cuore alla rovinosa retrocessione dalla B dell'Unione Sportiva allora in mano agli scriteriati fratelli Pugliese: traghettatori nefasti del fallimento e della cancellazione dello storico marchio datato 1912. Stiamo notando, infatti, una certa superficialità, un esponenziale aumento dell'approssimazione nell'odierna stagione che vede in fondo alla classifica la formazione biancoverde, ma con una maglia molto più simile a quella del Sassuolo rispetto agli originari colori sociali. Tardive e discutibili sono state, tanto per dire, le misure prese per arginare l'emorragia di punti, la mancanza di gioco e risultati. Dopo un lungo tiraemolla, il tecnico d'inizio campionato, Toscano è stato rimosso, ma il suo sostituto, ad eccezione della vittoria nel derby casalingo con gli odiati cugini della Salernitana, finora non ha fatto molto meglio. Sono venute alla luce carenze strutturali della rosa, costruita con prestiti e comproprietà, senza evitare di indebolire clamorosamente la difesa ed il centrocampo, poi, sulla carta ma solo sulla carta, con l'ingaggio di Ardemagni, uno che una volta i gol li faceva (nel Modena), si pensava almeno ad un attacco competitivo, grazie anche al ritorno di Castaldo, reduce da una lunga squalifica. Invece si è arrivati al mercato di riparazione di gennaio con l'intera squadra da ricostruire, più che semplicemente rinforzare. E allora il presidente Taccone ha pensato bene di prendere un portierino di 21 anni, Lezzerini, prestato dalla Fiorentina per subentrare al titolare Frattali ceduto al Parma; un terzino ex Salernitana e Vicenza, tal Laverone e, per il centrocampo, il sosia del cantante Valerio Scanu, Moretti. Pupillo di Novellino, un piedibuoni che però è a corto di allenamento, visto che non gioca da ottobre, proveniente dal Latina. E non finisce qui, perché venduto Mokulu al Frosinone, è in arrivo un bomber di sicuro affidamento, il 34enne Felice Evacuo, di ritorno all'ovile, dopo un lungo girovagare per l'Italia. Da lunedì prossimo, dopo la probabile sconfitta contro il Brescia, al "Rigamonti", tornerà a vestire i colori biancoverdi (ma a strisce) per formare una supercoppia con Castaldo: la somma dell'età di entrambi fa 68 anni. Con "Valerio Scanu" a lanciarli verso la porta avversaria. Solo un inconveniente: sembra che Castaldo si sia infortunato e dovrà stare un po' di partite fuori. Ma tanto che importa? Quest'anno si va al risparmio, in casa Taccone. Ma almeno risparmiate agli irpini altre figuracce. Ci vuole un po' di decoro e dignità anche quando le cose non vanno.