Creato da carlopicone1960 il 13/01/2008

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Ferragosto autarchico

Post n°516 pubblicato il 07 Luglio 2019 da carlopicone1960
 
Foto di carlopicone1960

A circa un mese dall’elezione del nuovo sindaco, nella figura impomatata del sempre sorridente Gianluca Festa, la città di Avellino è come se fosse ancora governata dal commissario-comandante Priolo. 

In realtà, segnali anche minimi del cambiamento avvenuto a Piazza del Popolo non se ne sono ancora visti, e le poche novità registrate nel panorama cittadino risalgono ai molteplici provvedimenti presi dall’ex prefetto più amato dagli avellinesi. 

Così è stato per la strombazzata “liberazione” di piazzetta Amendola, finora cancellata dalla recinzione intorno alla Dogana dei grani, monumento simbolo del centro storico da decenni imbracato da una trama, insostenibile alla vista, di tubi Innocenti per evitarne il crollo definitivo. 

Ripulito e “addobbato” da fioriere un po’ troppo antiche, lo spazio antistante la facciata del monumento, risparmiata dal fuoco e da altre devastazioni che l’hanno svuotata e ridotta nelle attuali condizioni, potrà essere messo a disposizione dei commercianti e degli abitanti di Avellino vecchia, per iniziative che riguarderanno il Ferragosto, con l’apposizione di un telone che ricorderà in un dipinto ottocentesco la bellezza del luogo, un tempo al centro della vita avellinese. Intanto che l’archistar Venezia non provvederà a progettare la rinascita e ricostruzione della Dogana, sperando che non si tratti dell’ennesima “scatola vuota”, destinata ad ospitare l’ennesimo centro di aggregazione giovanile, come ha auspicato l’assessore in pectore alle politiche giovanili, Stefano Luongo. Dato che le ristrutturazioni finora realizzate hanno regalato alla città tutta una serie di strutture, vedasi ad esempio il complesso dell’ex Gil o il Casino del Principe, rimaste ancora chiuse o inutilizzate proprio dai più giovani. 

Resta però l’impressione che nulla di nuovo sia accaduto, dall’entusiasmante vittoria elettorale del neo-primo cittadino. Eppure qualche segno si sarebbe potuto attendere. Certo, si dirà che, al momento, non si è ancora insediata la nuova giunta. L’organo esecutivo dell’amministrazione targata Festa attende di essere proclamato il prossimo 15 luglio. Ma per il resto è calma piatta. I nuovi consiglieri comunali hanno preso possesso, senza però farsi notare più di tanto. 

L’unica preoccupazione del sindaco, archiviato in fretta il proprio ruolo nel tentativo di salvezza della Scandone Basket e dell’Us Avellino, dopo la loro messa in vendita annunciata da De Cesare, sembra essere l’organizzazione del Ferragosto avellinese. Lo è stato sin dal secondo giorno della sua elezione. Con la decisione, più volte resa pubblica, di invertire la rotta, allestendo 40 giornate di spettacoli diffusi sul territorio urbano invece di spendere 40mila euro per il concertone in piazza. 

Chiariamo che si tratta della gestione del finanziamento europeo e regionale che permetterebbe alla mesta estate avellinese di decollare. 

Una buona idea ad un sguardo superficiale: una soluzione “economica” per ampliare i momenti di festa, portandoli finalmente anche in zone e quartieri per tutto l’anno abbandonati all’isolamento e all’emarginazione, come Borgo Ferrovia, Quattrograne, Rione Parco, non dimenticando i popolosi San Tommaso e Rione Mazzini, Valle e Bellizzi irpino. Lodevole, quindi, l’iniziativa di decentrare le manifestazioni ferragostane, ma i dubbi e le perplessità riguardano la capacità di offrire spettacoli di qualità, non condominiale né bassamente provinciale, al popolo avellinese. Specie ai più giovani. Perché nelle anticipazioni programmatiche della fascia tricolore c’è appunto la volontà di dare spazio esclusivamente ad artisti locali o a belle speranze del panorama nostrano. 

Ancora più suggestiva l’intenzione di consacrare la fatidica data del 16 agosto con un concertone che non è concertone, anzi mediante nove concerti nove in differenti zone della città. Senza grandi nomi, nemmeno tra lo stuolo di irpini famosi a livello nazionale. Niente Vinicio Capossela, niente Ghemon, per citarne almeno un paio.

Per un programma ferragostano che, a questo punto, si prevede come un insieme di feste in nome dell’autarchia, che magari sarà accettabile per gli avellinesi, ma stenterà a soddisfare le esigenze di maggiore qualità degli spettacoli e soprattutto non potrà richiamare alcun turista né dalla provincia né da fuori, in mancanza di vere attrattive.

 

Questa è la maggiore preoccupazione nel ridimensionamento generale che la “svolta” impressa da Festa è prossima ad attuare. Poi apri il giornale e leggi che un musicista come Giuliano Palma è andato a suonare a Teora e nelle altre sagre irpine si promettono fuochi pirotecnici e balli scatenati…    

 
 
 
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