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Come prima, peggio di prima

Post n°594 pubblicato il 05 Luglio 2020 da carlopicone1960
 
Foto di carlopicone1960

La sensazione che si prova ritornando a percorrere Parco Santo Spirito, il polmone verde cittadino intitolato ad Antonio Manganelli, appena riaperto al pubblico dopo qualche mese di chiusura, è che manchi qualcosa. E non di poco conto. 

A cominciare dal numero di piante e di alberi che sono stati eliminati per motivazioni varie (“marci o malati” ha detto l’assessore all’Ambiente, Negrone) e allo stesso modo incomprensibili. 

Già a pochi metri dall’ingresso principale colpisce la presenza, finora non notata, di un paio di montagnole di terra e detriti sull’argine sinistro del mai bonificato Fenestrelle, ora aggredito dalla semi-siccità dell’estate. Proprio in prossimità della zona per prima transennata, a causa di una frana non ancora completamente domata. Adesso c’è un muretto di pietre e tanto spazio, ricavato dall’opera di restyling, che non ha risparmiato fiori e le erbe rare che c’erano, nei primi tempi etichettate. 

Ma il prolungato lockdown che l’“oasi” urbana, realizzata dall’amministrazione Galasso ed ereditata da Festa, ha dovuto subire, non ha portato cospicui cambiamenti, oltre al sostanzioso taglio di tutto ciò che poteva essere di ostacolo. 

Se sulla sponda sinistra del fiume c’è più suolo percorribile e zero ombra, il suggestivo ponte, off-limits quasi dall’apertura del parco, continua ad essere inaccessibile. Come gli edifici costruiti al di là dell’argine e di fatto mai inaugurati né resi funzionali. Lo stesso vale per la struttura a ridosso del campo di rugby. 

Allora, dovremmo gioire al successo dell’iniziativa di recupero del sindaco di Enjoy city, che finalmente ha ridato alla cittadinanza avellinese il suo parco, seppur non ancora dotato dei necessari servizi, solo per non apparire dei menagrami che passano il loro tempo a rosicare? 

Oppure dovremmo credere all’entusiasmo della vicesindaco Nargi, che promette un mega murale per festeggiare il ripristino dell’area, anche se poi la pulitura degli argini del Fenestrelle pare aver provocato più rifiuti, specie se nessuno si è preoccupato di rimuoverli? 

Vada pure per lo spazio riservato ai quattro zampe, malgrado la loro convivenza con gli umani lungo il percorso verde si profili alquanto problematico, tuttavia Festa che annuncia altri settecentomila euro di spese e poi non trova la cifra per il compenso destinato al tecnico chiamato alla ristrutturazione della Dogana, è un altro dei misteri buffi della realtà locale. 

Qui, dove si dipingono le strisce pedonali multicolori, ma poi si becca una multa di quattrocento euro per l’inidoneità dell’intervento realizzato. Si progetta un’arena ed il nuovo mercato bisettimanale in un punto di alta densità di rifiuti interrati, ma, grazie al parere sbarazzino delle autorità sanitarie, non si demorde, forti dell’appoggio del comandante della polizia locale.  

 
 
 
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