Sempre caro mi fu quest'ermo colle,
E questa siepe, che da tanta parte
De l'ultimo orizzonte il guardo esclude.
Ma sedendo e mirando, interminato
Spazio di là da quella, e sovrumani
Silenzi, e profondissima quiete
Io nel pensier mi fingo, ove per poco
Il cor non si spaura. E come il vento
Odo stormir tra queste piante, io quello
Infinito silenzio a questa voce
Vo comparando: e mi sovvien l'eterno,
E le morte stagioni, e la presente
E viva, e 'l suon di lei. Così tra questa
Infinità s'annega il pensier mio:
E 'l naufragar m'è dolce in questo mare.
Inviato da: antracite4
il 21/11/2018 alle 17:12
Inviato da: Francesco_Conte
il 12/01/2014 alle 09:31
Inviato da: gandalab
il 04/01/2014 alle 12:08
Inviato da: mi.chiamo.roby
il 04/01/2014 alle 01:21
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il 07/12/2013 alle 12:05