Creato da aigrad il 14/02/2007
All'interno del giardino incantato dei salici vi è un pozzo magico....
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Benvenuti
scrivere rende immortali
il mio spazio personale
I sogni sono frammenti di stelle
realizzare un sogno è come salvare una stella...
Intorno a noi..
ovunque c'è calore e colore...
basta soltanto osservare bene e fondersi nell'osservazione con ciò che ci circonda...
allora si diventa parte del tutto e qualsiasi forma di contrasto svanisce...
tutto acquista un senso ed un significato reale e vero....
Area personale
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Una dea che imprime la vita su di una
tela immacolata.
Quando mi è stato chiesto di esprimere
un pensiero, un’opinione che potesse al
meglio descrivere le differenze tra la scrittura
al maschile e quella al femminile, sono
andata in crisi. Sono una divoratrice di libri
e scrivo anch’io ma mai avevo fossilizzato
la mia attenzione sulla possibilità che
esistesse una effettiva discordanza in
merito. Tuttavia, la storia della letteratura
ci insegna l’inverso. Ci sottolinea come ci
sia un netto contrasto tra i due modi
di scrivere, difformità che rimarca la
differenza strutturale e spirituale tra i due s
essi.
Ma quanto è vero ciò? Anche la pittura,
la musica, la recitazione sono segnate
da questa linea di demarcazione?
A tal punto incanalare l’arte, con le sue innumerevoli manifestazioni
e sfaccettature ed imprimerle una via o uno scopo ad ogni costo?
O addirittura un’identità sessuale?
Così ho richiamato il mio pensiero, e aiutato dalla mia coscienza, esso si
è spinto indietro, perdendosi nella notte dei tempi, frugando tra le
eterne differenze tra uomo e donna. Creature tanto diverse al
contempo legate da una medesima materia e da uno spirito distinto che
trae origine da una stessa radice. E mi viene in mente il tempo, il più
grande nemico dell’uomo che, coadiuvato dalla sapiente attività dell’
uomo stesso, sembra esser scorso da sempre per seppellire questa
grande realtà.
Come fare ad esprimere a parole un qualcosa che ha nella parola stessa
la linea del proprio confine? Calore e colore, passione e ardore,
costruzione e sedimentazione. Odori, linee, suoni, aromi, e ancora
luoghi sconosciuti, paesaggi nuovi e lande infinite.
Dove Dea Immaginazione incede lenta, erigendo con dedizione i
fondamenti imperituri della propria dimora.
Ho preso tutti i libri di autori maschili e altrettanti libri di autrici
femminili. Mi sono munita di una tela immacolata e di pennelli.
Ho liberato i colori dai propri contenitori e li ho stesi sulla tavolozza,
li ho impastati creando infinite tinte ed ho cominciato a stenderli sulla tela.
I colori si sono distesi immediatamente attecchendo al perlaceo della
tela, creando autonome figure armoniche e calde. Figure di donne
hanno cominciato a danzare freneticamente agitando veli dai colori
più accesi e fondendo le linee dei propri corpi sinuosi ed arrotondati con
i colori dello sfondo. Anime legate alla terra oscillanti ed esaltatrici
della sacralità che da essa promana. Mi è sembrato di percepire
l’odore trasudante da quei corpi misto al calore dei fuochi accesi,
il ritmo veloce dei tamburi, note arancio e rosse, il suono caldo
delle percussioni. Intorno ad esse hanno preso forma, tirate
fuori magicamente dall’abile pennello, altrettante figure blu dai
contorni sfumati. Immobili come statue quasi come a contrastare il gioco
di colori e luci ed ombre creato dal primo drappello di figure. Un gruppo
di agili guerrieri intenti nell’osservazione di ciò che si mostra sotto ai
propri occhi, con lance di selce color argento puro illuminate
dall’argento della malinconica luna. Ed il mio spirito ha saputo percepire
il loro unirsi a quei cori con fermo e passionale
convincimento, decantandone la forza e la passione e seguendo al
contempo quei passi rosso fuoco. Avanzando lentamente e
dolcemente verso quei corpi frementi si sono fusi infine ad essi,
dando vita ad una stessa immutabile danza sacra. Senza più differenze.
Sì, perché scrivere è un’estasi di parole, suoni e colori.
È un ponte di comunicazione tra il proprio mondo personale ed intimo ed
il mondo di fuori, incarnato dal lettore. È qualcosa di sacro e
profondo, qualcosa che non può contenere un’identità sessuale
definita. È qualcosa che va oltre gli stereotipi di cui la società umana
ha munito tutti noi. È un mezzo, uno strumento che perdendosi
nella coscienza più intima dell’umanità trae la sua identità più pura.
Sacralità e musicalità. E ancora elemento cromatico e profano.
Ogni cosa e molto di più si mescolano assieme nella meravigliosa arte
dello scrivere. Una dea che, illuminando con la luce dell’ispirazione il
buio più buio di noi, riesce a trarre da noi quella parte di sacro ben
nascosta che auspica ma non sempre osa librarsi in alto per irrompere
libera nel firmamento della verità! Una dea che dal nulla crea forme
sempre nuove e mutevoli, danzatrici immobili in una dimensione
senza tempo e senza spazio. Una dea che ha in sé e fuori di sé il
dono dell’eternità, e che si fa essa stessa dono d’eternità per colui che
riesce a carpire il suo immutabile ed eterno segreto!
edito dalla rivista letteraria"Terza Pagina" della Sovera - Febbraio 2008
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