Creato da aigrad il 14/02/2007
All'interno del giardino incantato dei salici vi è un pozzo magico....
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scrivere rende immortali
il mio spazio personale
I sogni sono frammenti di stelle
realizzare un sogno è come salvare una stella...
Intorno a noi..
ovunque c'è calore e colore...
basta soltanto osservare bene e fondersi nell'osservazione con ciò che ci circonda...
allora si diventa parte del tutto e qualsiasi forma di contrasto svanisce...
tutto acquista un senso ed un significato reale e vero....
Area personale
« Messaggio #13 | ....... » |
Prendo a pretesto un titolo già
utilizzato da altri per discutere nel mio consueto intervento mensile, assieme
ai miei attenti lettori, di un fenomeno secolare che riguarda tutti i membri di
una collettività civile e che non sempre trova spazio nei quotidiani e che non
sempre ad esso si rivolge l’attenzione dovuta. Parlo naturalmente del
vagabondaggio. Nelle mie escursioni quotidiane nella mia bella quanto mai folle
città, sempre più spesso i miei occhi interessati si scontrano con il fenomeno
in questione: vecchini gracili che rovistano nei bidoni stracolmi di pattume, per
strada, alla ricerca di rifiuti utili e non ancora andati a male; giovani dalle
teste aggrovigliate stesi su lunghi cartoni circondati da branche di cani
sporchi e dagli occhi famelici; e ancora, donne discinte e scalze con grigi
capelli che si trascinano per strada sbiascicando parole incomprensibili; o
magari vecchi incappucciati che girano su se stessi all’infinito gridando di
aver fame; ancora ambulanti canterini dalle bocche sdentate. Sono tanti. Sono
folli. Sono tristi. Sono arrabbiati. Sono soli. E sembra che non parlino,
sembra che non pensino, mentre coinvolti dalle nostre faccende quotidiane, ci
passiamo frettolosamente davanti. Gettando un’occhiata furtiva, e quasi
scappando e sperando che non chiedano l’elemosina proprio a noi. E tappandoci
il naso immacolato a causa del cattivo odore che li accompagna. E scostandoci
quando ci sfiorano, come se fossero pericolosi. In realtà sono lasciati ed
abbandonati a se stessi, alla deriva come barche senza timone. Forse meno
fortunati di altri, forse per scelta, forse perché costretti. Ma sicuramente
soli. E muti.
Il fenomeno del vagabondaggio riguarda tutti
noi. E quei vagabondi rappresentano un po’ anche noi in prima persona. Quella
parte di noi che vagabonda ed è lasciata a se stessa. Quella parte di noi che
può andare a male se non la aiutiamo a migliorare grazie ad uno scrupoloso
esame di coscienza.
finta di nulla. Per quanto i nostri occhi fingeranno di non vedere, per quanto
tempo ancora le nostre orecchie fingeranno di non ascoltare. E se provassimo a
sperimentare invece l’utile pratica alla “maniera romana” della cum patior ( è doveroso ricordare che
“compassione” deriva dall’unione di queste due paroline latine che stanno
appunto a significare soffrire assieme”)?. L’immedesimazione cioè nei panni
altrui? La nostra coscienza civica ne uscirebbe vincitrice senza dubbio! E
allora quelle ombre acquisirebbero corpo ed anima e le loro bocce una voce. Suggerisco
pertanto anche una rilettura approfondita del inimitabile quanto acuto Cartesio
che, col suo cogito, ergo sum, ci
esorta a giustificare la nostra esistenza con l’ausilio del pensiero. Adoperiamoci
per far si che che le nostre coscienze non si assopiscano nel torpore del
sciatteria e dell’indifferenza! Affinché noi tutti non diveniamo altrettanti
invisibili.
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E' bellissimo continuare a sognare....
all'amore...il sentimento più puro e sublime che ci avvicina agli Dei...
amare...amare sempre..amare ad oltranza..il segreto è tutto lì...
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