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Post N° 247Ricordo ancora quel caldo pomeriggio di primavera a casa di una cugina prossima alle nozze, c’era aria di festa, allegria e canzonette e nella memoria c’è il ricordo di cosa indossavo quel giorno, un giorno che non potrò mai più dimenticare….. Tra profumi di ginestre e gelsomini e quella leggera brezza di vento che muoveva sinuosamente le tende di lino bianco scostandole dalle finestre per offrire quegli scorci di davanzali colorati da variopinti geranei si respirava già il profumo dei confetti, l’odore delle cose nuove, la forza di quel nuovo progetto di vita in due….tra dettagli e particolari e qualche pettegolezzo che le anziane donne tessevano con ansia mentre si gustava la nostra irrinunciabile granita di mandorle o un caffè in granelli di ghiaccio in quella casa assolata all’improvviso piombò il buio più profondo……. la tv accesa in cucina dove gli uomini discutevano di “cose pratiche”aveva interrotto il programma in onda con l’edizione straordinaria del telegiornale….il giudice Falcone ..le prime notizie frammentarie della strage di Capaci……non si sentiva più l’afa siciliana…... nelle vene sembrava scorrere linfa gelata…i ragazzi della scorta ..il futuro sposo dov’era???....fermo immagine......urla, sguardi attoniti, sgomento ,azioni convulse….la litania della vecchia nonnina – figghiuuuu bedduuuu picchì nascisti na sta terra disgraziata e marturiata??.... la stanza appariva come una trincea in prima linea, telefonate una dietro l’altra e lei ….la futura sposa, un attimo prima solare e radiosa trasformata in pochi istanti in una maschera di terrore….….no il suo Francesco non faceva parte della scorta del giudice , non di Giovanni Falcone, ma era a Palermo a proteggere un altro angelo della giustizia…….. Momenti infinitamente lunghi, stringevo mio figlio di pochissimi anni al petto mentre la mente attraversava un pezzo della mia vita…..la mia passione per la giustizia , i miei studi in legge, il mio strano “gemellaggio” con Falcone…. nati lo stesso giorno , solo qualche anno di diffrenza, ma non ci legava solo quel 18 maggio…..no…..giustizia, legalità, stessi valori, uguali ideali……io diventerò un magistrato – avevo detto a mio padre qualche anno prima – voglio lottare per la mia terra per consegnarla agli onesti , fare delle parole scritte azioni , ottenere risultati…..e ricordo il suo viso pieno di ombre…la sua preghiera – non farlo, ti faresti solo ammazzare…..mio figlio stretto a me , quelle parole martellavano la mente e Giovanni non c’era più….piangeva per lui l’Italia perché era un uomo fuori dal comune, un uomo normale che aveva aperto la porta della paura per lasciare entrare il coraggio, la determinazione e la forza delle sue idee e dei suoi valori …. io avevo le lacrime della mia Sicilia, ancora una volta piegata, ancora una volta con la sua speranza annientata….le parole di mio padre e la litania di quella nonnina …….non so perché fui attraversata dall’immagine di repertorio delle anziane donne siciliane bruciate dal sole, vestite di nero, come un marchio da sempre impresso come i loro giorni pieni di dolore… però quel giorno avevo indossato una gonna bianca ed una camicia piena di piccole margherite, già le mie pratoline…strane associazioni vero Giovanni?? nascono anche nella pietra lavica, nera e granitica come la Mafia ma riescono a nascere !!! La vita mi aveva fatto riporre il sogno nel cassetto, avevo scelto di essere prima di tutto una madre forse perché lei, la vita, aveva scelto per me un modo diverso per la mia lotta, una lotta fatta di piccole scelte quotidiane per provare ad arginare anche microscopicamente un cancro diagnosticato da parecchio tempo e che ti aspetti prenda il sopravvento da un momento all’altro ma che impari a combattere e soprattutto insegni a prevenire….lui, Giovanni , lo aveva fatto in prima linea con quel suo sorriso disarmante, il sorriso dei giusti……..un sorriso che il suo compagno di lotta, Paolo Borsellino, non aveva più….l’aveva lasciato a Giovanni con quella promessa muta……ritrovarsi….appena quel “tempo” così nemico e così rincorso per raggiungere un traguardo forte come la speranza degli onesti fosse giunto a termine. Giovanni era un gladiatore e Paolo un piccolo grandissimo eroe…due UOMINI…..due siciliani che con la loro vita, il loro encomiabile impegno e il loro sacrificio hanno spiegato al mondo che il coraggio anche quando ti ammazzano è la sola cosa che può smuovere le coscienze dei tanti che restano a guardare e leggono le pagine di questo pezzo di storia italiana come se non appartenesse a loro. ....ancora un urlo in quella casa.....uno strano urlo di gioia.....il suo Francesco era vivo, aveva chiamato per rassicurare.....e le donne continuarono a piangere..... Sono passati tanti anni da quel giorno.....mi chiedo quanti hanno compreso che quel cancro non è insediato esclusivamente oltre quello stretto ma intimamente inserito nel tessuto sociale e nell'evoluzione economica e politica dello Stato e la sua forza deriva dalla sua stessa organizzazione e dalla sua coesione, quanti hanno la consapevolezza che mafioso è anche colui che prova a destabilizzarci anche la più piccola certezza, la più insignificante sicurezza....... Commemoriamo i nostri eroi con le azioni realizzando le loro idee e i loro valori, testimoniamo quotidianamente il loro esempio con il nostro impegno......non servono a nulla i riconoscimenti dello Stato....non serve tacitare le coscienze Se la gioventù le negherà il consenso, anche la onnipotente, misteriosa mafia svanirà come un incubo" Paolo Borsellino |
Inviato da: gioia58_r
il 04/11/2013 alle 07:43
Inviato da: jenny51
il 07/05/2012 alle 04:59
Inviato da: gioia58_r
il 05/10/2011 alle 12:32
Inviato da: fosco6
il 18/05/2011 alle 10:48
Inviato da: eccomiqui4
il 05/05/2011 alle 14:37