E se tra tutti i mari io non ne riconosco alcunoe se tra tutte le rive io non trovo paceallora non aspettarmi nell’ora buona.Verrò come un ladro a mezzogiornoquando l’ombra non  segnalerà la mia presenza lievee sospirando giacerò tra le zollequietapreparandomi al risveglio. 

 Promemoria per domani:mettermi nel cassettodei cocci, in cucina. Lo scrivo, così dopo,posso ritrovarmi subito,senza incertezze o dubbi. E con la colla giusta,per benino rimediareallo strappo: l’infinitesimointervallo indefinito.Se vi porrò una spillacon un bel fiore coloratonessuno ne scorgerà il difetto. Trucchi da donnecon i passi ampi e la vita stretta,che sanguinano sempre un po’da qualche parte. 

 Di questa gracile fogliasolco  il limite scabro. La sua fragilitàsotto le ditasospira e stride.Briciole d'autunnosi perdono,e più non sannod'aspettare questo paziente invernogravido sul limitare. 

Stupita stamattina allo specchio mi sono scoperta un paio d’ali. Piccole ali, cose da nulla, ma se le agito mi sollevo.   M’inganno forse, ma non m’importa.  Amarti è un’altra cosa.

  Non mangerò pane, vita mia. Non berrò vino, vita mia. Voglio solo un grano di sale da succhiare sotto la lingua per questo sapore amaro per questo brivido insano. In questa smania di vivere come se potessi farne a meno.

Battiti del cuore omessia frangere l’onda del sangue. Vivo lungo un assecon passi cadenzatifingendo di non vederegli intervalli di abissosotto i miei piedie sopra la mia testa.