Post n°1 pubblicato il 01 Novembre 2006 da falco_77
Quando la prepotenza premia l'aggressore e compiace ad un tipo di cronaca! Mi riferisco ad uno episodio di qualche settimana fa accaduto in ambiente universitario in cui uno studente è rimasto vittima di una aggressione da parte di un coetaneo, che volendo imporre a tutti i costi la propria prepotenza fisica ha finito per indurre la reazione naturale dell'aggredito, il quale nel solo tentativo di liberarsi ha procurato inevitabilmente e suo malgrado qualche lacerazione all'aggressore. L'arte di alcuni giornalisti, che per esistere e sentirsi protagonisti fanno della mistificazione dei fatti il loro cavallo di battaglia, ha contribuito ad alimentare la deprecazione e la condanna di chi aggredito è finito per apparire il vero aggressore e il responsabile da perseguire. A questo punto c'è da chiedersi se aver cura di sè e proteggere la propria incolumità, di fronte a chi con prepotenza e per il solo gusto di fare violenza psicologica e fisica attenti alla persona altrui ,vada considerato un reato o piuttosto è qualcosa su cui chi scrive sui giornali, chi legge e chi vedendo le cose solo a fatti compiuti non debba un attimo riflettere e pensare quale sarebbe stata la propria reazione trovandosi nei panni del malcapitato. Ciò che ci è dato vedere o sentire o leggere potrebbe avere una dinamica completamente diversa. E qui penso... che sia accaduto proprio questo! E questa volta, come in altri casi, la stampa la sua parte di danno l'ha fatto, e come! Così i giornalisti che hanno riportato l'evento possono ancora una volta sentirsi appagati e soddisfatti! Del resto, perchè no? Hanno stupito l'opinione pubblica, raccontando un'altra realta completamente diversa e fantasiosa frutto della loro immaginazione o presa chissà da quale fonte; infine hanno ottenuto quello che cercavano: una maggiore tiratura del proprio giornale, mantenendo il lettore sospeso nell'attesa di qualche altra loro baggianata! Senza entrare nel merito di risvolti giuridici o pseudo tali, senza dover cercare di tracciare una linea di demarcazione tra ciò che è e ciò che non è legittima difesa per non arrogarsi competenze illecite, c'è però da chiedersi :-fino a quanto e fin dove è consentito a chicchessia di abusare della libertà altrui, di mettere in atto minaccie e prepotenze del tutto gratuite per il solo gusto di farle, di mettere in pericolo la incolumita' di chi si è preso di mira, senza che sia giustificata una risposta all'abuso? Ogni cosa può e deve avere un limite, questo rientra nella natura delle cose e le persone non sfuggono a queste regole. Come spesso accade sono proprio le regole della convivenza civile che vengono concepite e vissute in modo troppo personalistico e per questo distorte e rese innaturali, inducendo chi è colpevole a mentire proprio perchè può contare su complici compiacenti o per necessità o per circostanze o per la loro personale naturale indifferenza. Dopo tutto molti misfatti ed azioni deprecabili,. che finiscono per colpire vittime ignare ed innocenti, non trovano giustizia e non conducono al vero colpevole per l'indifferenza di chi ha visto e non vuole parlare, o perchè è complice e per necessità o perchè il silenzio è più conveniente. Sarebbe opportuna una più attenta ed onesta riflessione da parte di chi ha già chiuso l'episodio emettendo sentenza di condanna ingannato dalle apparenze!
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