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DA Meditare

Post n°69 pubblicato il 20 Gennaio 2009 da primomasaniello

Ebrei 9:27
Ed a quel modo ch'è riserbato agli uomini di morire una sola volta e dopo ciò viene il giudizio, così anche Cristo, dopo essere stato offerto una sola volta per portare i peccati di molti, apparirà una seconda volta, senza peccato, a quelli che l'aspettano, per la loro salvezza.



Che la morte sia la sorte da Dio riserbata all'uomo caduto nel peccato risulta così dalle dichiarazioni della Scrittura come dai fatti dell'esperienza quotidiana che sono la legge di Dio in atto. Ma la morte non si ripete più volte, nella storia d'un uomo. Essa tronca d'un colpo misterioso e definitivo la vita terrena e, come attestano ad un tempo la coscienza e la Rivelazione, essa porta l'uomo alla presenza del Giudice da cui dipende la sorte definitiva di ogni creatura umana. Il giudizio divino è l'aspettativa solenne che sta davanti all'uomo dopo la morte. L'autore non dice però se quel giudizio segua immediatamente o no il passaggio dal tempo nell'eternità.



Matteo 12:1-8
1In quel tempo Gesù passò tra le messi in giorno di sabato, e i suoi discepoli ebbero fame e cominciarono a cogliere spighe e le mangiavano. 2Ciò vedendo, i farisei gli dissero: "Ecco, i tuoi discepoli stanno facendo quello che non è lecito fare in giorno di sabato". 3Ed egli rispose: "Non avete letto quello che fece Davide quando ebbe fame insieme ai suoi compagni? 4Come entrò nella casa di Dio e mangiarono i pani dell'offerta, che non era lecito mangiare né a lui né ai suoi compagni, ma solo ai sacerdoti? 5O non avete letto nella Legge che nei giorni di sabato i sacerdoti nel tempio infrangono il sabato e tuttavia sono senza colpa? 6Ora io vi dico che qui c'è qualcosa più grande del tempio. 7Se aveste compreso che cosa significa: Misericordia io voglio e non sacrificio, non avreste condannato individui senza colpa. 8Perché il Figlio dell'uomo è signore del sabato".



I discepoli erano evidentemente digiuni, poiché il Signore difende il loro atto indicandone l'assoluta necessità. Se avvenisse un simile caso ai tempi nostri, i discepoli, anziché di violazione di Sabato, verrebbero accusati di furto. Giova osservare che l'accusa non fu questa, e la ragione è, che un tal caso era contemplato nella legge levitica, la quale non solo provvedeva a tali necessità, ma altresì esortava a generosità ed ospitalità la nazione che viveva nel paese sul quale Geova aveva promesso di mantenere le sue benedizioni, dal principio alla fine dell'anno. Nel Deuteronomio 23:25 si legge: «Quando entrerai nelle biade del tuo prossimo, potrai coglierne delle spighe con la mano; ma non mettere la falce nelle biade del tuo prossimo».
I Farisei avevano interpretato la legge del Sabato tanto grettamente, da farne un peso intollerabile. Né lume, né fuoco accendevano in casa, né cuocevano un solo boccone da mangiare; eran queste opere riguardate come servili, e, quindi, rigorosamente proibite. Opera servile pure consideravano i Farisei quel cogliere le spighe e stropicciarsele fra le mani, come facevano i discepoli; e così, fatti baldanzosi, accusavano questi di peccato, e, naturalmente, il Maestro loro di complicità. Matteo e Marco ci dicono ch'essi diressero questo loro rimprovero a, Gesù; Luca dice ch'essi lo rivolsero ai discepoli suoi; noi però, combinando le narrazioni, troviamo come andò esattamente il caso; cioè, che alcuni degli accusatori si rivolsero al Signore, ed altri ai discepoli.
Davide, scampato da Saul, grazie allo stratagemma di Mical sua moglie, fuggì con pochi dei suoi amici a Nob dove, a quel tempo, doveva trovarsi il Tabernacolo o il Tempio.
Nel Luogo santo, tanto del Tabernacolo che del Tempio, si trovavano tre oggetti: il candelabro d'oro, l'altare d'oro dell'incenso, e la tavola dei pani di presentazione. Su questa tavola, i sacerdoti deponevano, per comando di Dio, ogni Sabato, dodici pani cotti di fresco, numero corrispondente alle dodici tribù d'Israele, e ne toglievano, al tempo stesso, quelli che vi erano stati posti il Sabato antecedente. Questi pani essendo consacrati al Signore, Aaron ed i suoi figli avevano ordine di mangiarli nel Luogo santo, ed era proibito espressamente agli estranei di cibarsene.Davide capitò a Nob in giorno di sabato.Ma anche se ciò non è certo, l'esempio torna pure sempre calzantissimo, poiché mostra che in un caso di necessità assoluta, in cui si tratta di vita o di morte, chi infrange la lettera della legge può esser innocente agli occhi di Dio. La legge imponeva che nessuno, fuorché i sacerdoti, mangiasse i pani di presentazione; ma la legge di Dio proibisce anche l'omicidio, e ricusare ad uomini che erano digiuni da quasi tre giorni, il solo cibo che avessero potuto trovare, sarebbe stato lo stesso che volerli uccidere.I pani dovevano esser cotti e disposti sulla tavola di presentazione il Sabato: un doppio numero di sacrifici doveva essere offerto; ed il libro del Levitico ci dice quanti altri lavori servili erano imposti ai sacerdoti e leviti, in quel giorno. Queste erano tutte violazioni della lettera del quarto Comandamento eppure, senza tali violazioni, il servizio rituale, ordinato la Dio nel Tempio, non avrebbe potuto celebrarsi. Anche questo è un caso di necessità, di forza maggiore, la quale rendeva «non colpevoli,» i sacerdoti, mentre appunto, adempiendo ai propri doveri, violavano il Sabato.Se il servizio del tempio rendeva immuni da colpa i sacerdoti che nel compirlo trasgredivano la lettera della legge, quanto più la presenza e la sanzione di uno che è maggiore del tempio, renderà immuni da colpa coloro che infrangono il Sabato al solo fine di calmare la fame che li ha sorpresi nel servizio di lui?». Con ciò, Gesù affermava la sua divinità, ed accennava alla intenzione di abolire, colla sua venuta, quel rituale fastidioso. Se il servizio del Tempio non costituiva una infrazione del Sabato molto meno il servizio di Cristo; ma ricordiamoci che ciò riguarda solamente la lettera. Le loro proprie Scritture insegnavano loro che, quando la misericordia ossia l'amore e il sacrificio, la parte esterna della religione, venivano a conflitto, Dio benignamente sceglieva la misericordia; e se avessero capito le Sacre Scritture, si sarebbero astenuti, in presenza di una tale dichiarazione divina, di lanciare le loro accuse contro uomini innocenti Marco 2:27 ricorda, in questa occasione, un altro detto del Signore, il quale illustra ciò che egli dice intorno a misericordia e sacrificio, e, giustifica l'atto innocente dei suoi discepoli: «il Sabato è fatto per l'uomo, e non l'uomo per il Sabato». Non fu prima creato il Sabato e poi l'uomo per essere schiavo di quello; bensì fu creato prima l'uomo, poi fu istituito il Sabato, per il giovamento temporale e spirituale dell'uomo, a cui fu comandato di consacrare una settima parte del suo tempo a Dio. Essendo dunque il Sabato inteso a reale benefizio dell'uomo, la legge che concerne il Sabato non può interpretarsi in modo da farne un ostacolo alla felicità dell'uomo.Signore non lascia intravedere intenzione alcuna di abolire il giorno del riposo e l'obbligo di Osservarlo. Ei si mostra padrone di quella istituzione, appropriandosela, trasferendola da uno ad altro giorno, interpretandola, e diffondendo sopra di essa uno spirito di libertà e di amore, che le dà una grandissima somiglianza col riposo eterno del cielo.

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