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Da Citi a Nomura: pessimismo per l’Italia nel 2013

Post n°4 pubblicato il 29 Novembre 2012 da ambicar
 

Almeno per il 2013, anno durante il quale l’Italia avr una forte probabilit di entrare nuovamente in recessione, anche a causa delle stime OCSE che vedono il Bel Paese con una previsione di crescita tagliata dell’1%.

E anche se il governo Monti fa il suo dovere e rassicura sul fatto che la cifra sar di gran lunga inferiore, resta il pessimismo dei tecnici di Citi che prevedono una contrazione più ripida dell’ 1,4%, somma che va a seguire il 2,3% del 2012. Inutile dire che la seconda preoccupazione è che l’incertezza politica possa gravemente pregiudicare il clima di riforme, peraltro neanche attuate pienamente, dell’agenda Monti. Riforme che da un lato hanno creato il blocco dell’economia, con una crescita ferma dal 1992, dall’altra hanno provocato anche un grave mutamento interno, con una disoccupazione reale che oltrepassa il 12% e una distorsione del tessuto sociale che vede ormai la piaga degli esodati e degli esuberi nella pubblica amministrazione, come un nodo ancora irrisolto (e potenzialmente irrisolvibile) dell’economia.

La paura degli investitori su una riforma del lavoro ancora lenta e della Confindustria su un ritardo nel risolvere il problema della delega fiscale, aumentano quel clima di litigiosit gi tipica del panorama politico italiano (senza contare primarie di centrosinistra contraddistinti da battibecchi e accuse incrociate, e la perdita di identit del centrodestra tenuto insieme solo da Berlusconi), ma che diventa acerrimo proprio per il nervosismo di fine anno e le tempistiche contingentate che obbligano a una corsa contro il calendario per approvare la legge di stabilit quanto prima, almeno per dare un segnale, seppur minimo, di attivismo.

, Il tutto condito dal ritorno (forse) proprio di Berlusconi, incubo dei mercati e di Angela Merkel contro la cui politica, il leader di Arcore, si è più volte scagliato. Secondo il rapporto di Citi, “le decisioni saranno prese in base allo scenario che si prospetter a fine anno”. Ma inutile negare che “ I fondamentali economici italiani non sono migliorati”. O per meglio dire: l’effetto Monti potrebbe durare poco, anche sui mercati, unico panorama sul quale il tecnocrate ha ottenuto qualche risultato immediato, con un crollo dello spread che l’anno scorso teneva sulle spine l’intero Vecchio Continente. Purtroppo un risultato puramente teorico, ottenuto con mezzi che hanno letteralmente stravolto la societ . Per questo, come riporta la CNBC “ I feedback avuti per le misure di austerit fiscale sono completamente negativi e il peso che grava sulla crescita resta grave, come anche la capacit del settore privato di assorbire l’onda d’urto delle riforme".

Anche gli economisti di Nomura, Silvio Peruzzo in particolare, hanno dichiarato alla CNBC che la crisi in Italia sar più dura di quanto inizialmente previsto. Secondo loro il mix micidiale di riforme concentrate per lo più sull’austerit , aumento di tasse e tagli alla spesa, unite alle restrizioni per l’accesso al credito soprattuto per le PMI e li privati, condizioneranno a lungo l’economia interna e anche i mercati. Si, perchè una crescita asfittica porter a bilanci deboli e problemi anche sul debito, con il ritorno della tensione sui mercati.

, Un’ultima nota arriva addirittura dalla Roubini Global Economics, con Mark Willis, secondo cui finora il nodo Italia non è stato affrontato perchè nascosto da Spagna e Grecia. Ma il nodo, in realt , è formato da tre questioni aperte: crescita debole, livelli molto elevati di debito pubblico e regolari periodi di instabilit politica. Solo la relativa stabilit degli ultimi 12 mesi, data peraltro da un governo tecnico, quindi non eletto, ha permesso un miglioramento seppur effimero della situazione. E anche nella migliore delle ipotesi di un governo Monti-bis, continua Willis, il problema restano sempre le diatribe politiche con i rappresentanti in Parlamento che preferiscono strappare un vantaggio politico piuttosto che permettere la crescita economica. Solo Matteo Cominetta di UBS (NYSEArca: - ) , sembra essere leggermente più ottimista sulle prospettive di mercato. “Le riforme gi approvate non dovrebbero avere problemi, quello che c’è da fare adesso è lavorare sulla Pubblica Amministrazione e le riforme del sistema giudiziario, che potrebbero portare stallo. " Insomma, alla fine, il problema dell’Italia resta sempre la politica.

 
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