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Post n°4 pubblicato il 31 Gennaio 2009 da quandotihovista
Scrivere di se è sempre estremamente difficile, troppo coinvolti siamo nelle nostre abitudini, nelle nostre contraddizioni, nella nostra vita per poter mantenere una visione equidistante da noi e da ciò che ci accade, certi che ogni situazione, ogni moto, ogni sentimento è stato descritto in modo imparziale e abbiamo parlato a noi stessi, e di noi stessi col cuore in mano senza reticenze e senza aspettarsi nessuno sconto di pena. In noi c’è, nella nostra coscienza, la cognizione degli opposti, del bene e del male e sappiamo discernere sugli argomenti, ma a volte, se non spesso, è più facile fare finta di nulla e procedere per la via semplice, quella che non ci fa pensare, quella che ci fa stare bene, in modo immediato e diretto, anche se per poco. E mentre i pensieri arrivano e i dettagli scorrono nella mostra mente, siamo costretti a rivedere più volte e a rivivere la parte della nostra vita che abbiamo preso in considerazione e lentamente riusciamo a sollevare lo strato di polverosa assoluzione di ogni nostra azione che ci nascondeva a noi stessi, e vediamo un’altra immagine, quella reale e intima, quella sconosciuta, perché non abbiamo mai pensato di essere così, e invece pian piano impariamo a conviverci e cerchiamo di modificare i nostri atteggiamenti alla ricerca di una condizione più spirituale, alla quale ci siamo sempre negati per comodità, per interesse personale, per non rinunciare alle provocazioni del nostro io.
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