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Focalizzarsi sull’economia all’idrogeno è fare le cose all’inverso di David Susuki

Post n°12 pubblicato il 16 Settembre 2008 da cervelloquantico

Mentre l’autunno scivola verso l’inverno, i produttori di pile a combustibile e di automobili sono sulle strade delle principali città in tutto il mondo, mettendo in mostra prototipi da milioni di dollari di veicoli all’idrogeno. Le macchine sono meraviglie tecnologiche. Sono fantastiche. Sono futuristiche. E sono praticamente inutili – per ora.

Per quante storie di “fantastico” ci siano sulle nuove tecnologie di pile a combustibile, non ci si può che chiedere se non ci stiamo spingendo un po’ troppo avanti. Mentre è fantastico avere questi veicoli da mostrare, sarebbe molto meglio se avessimo un modo di produrre idrogeno in quantità sufficienti in modo pulito. O avessimo un modo di immagazzinarlo. O un’infrastruttura per spostarlo da un posto all’altro. O una qualsiasi quantità di una serie di grandi ostacoli che abbiamo bisogno di superare prima che possiamo raggiungere il celebrato traguardo di una “economia all’idrogeno.” Sarebbe davvero un risultato incredibile. Il problema con l’odierna economia basata sul “carbonio” è che dipende quasi esclusivamente dall’energia dei combustibili fossili. Questi combustibili, come il petrolio, il carbone e il gas naturale, sono risorse non rinnovabili. Di queste ne esiste una quantità limitata sul pianeta e le riserve di petrolio e di gas alle quali si può accedere più facilmente sono già state sfruttate. Si sta facendo sempre più difficile e costoso trovare le restanti riserve. Inoltre, bruciare questi carburanti (come pure estrarli e trasportarli) rilascia gas ad effetto serra ed altre sostanze inquinanti nell’atmosfera. Tutti conosciamo i risultati – inquinamento atmosferico e cambiamenti climatici solo per menzionarne due. L’idrogeno, d’altro canto, è l’elemento più abbondante nell’universo. È in grado di produrre più energia per unità di qualsiasi altro combustibile. E rilasciare quell’energia dall’idrogeno crea zero inquinamento. Nessuna pericolosa sostanza chimica che formi smog. Niente gas che intrappolino il calore. È quasi troppo bello per essere vero. Sfortunatamente per ora, lo è. Gli ostacoli tecnici necessari per lanciare i veicoli a pile a combustibile in una produzione di massa sono scoraggianti. Persino più importante, se queste sfide fossero vinte domani, non c’è al momento nessun modo di produrre massicce quantità di idrogeno in modo pulito. L’idrogeno deve essere separato dall’acqua attraverso l’elettrolisi o dal gas naturale attraverso la riformazione. Entrambi i metodo al momento richiedono abbondanti quantità di energia di combustibile fossile, che emette sostanze inquinanti e causa cambiamenti climatici. In breve, i benefici di un’economia all’idrogeno sarebbero persi se dovessimo usare carburanti fossili per produrli. Perché un’economia all’idrogeno funzioni come vogliamo, ci sarà bisogno di una massiccia trasformazione del nostro attuale sistema energetico per diventare più efficiente e per focalizzarsi su fonti rinnovabili come l’energia eolica, solare, micro-idrolica, geotermica e delle maree. Solo quando avremo grandi quantità di elettricità pulita disponibili sarà ragionevole iniziare a produrre idrogeno per le vetture. Per questo spostamento verso l’energia rinnovabile ci vorranno decadi, dando ai ricercatori tempo a sufficienza per superare gli ostacoli delle pile a combustibile. Nel frattempo, la nostra aria diventerà più pulita, ed il nostro clima inizierà a stabilizzarsi. Allora perché non lo stiamo facendo? A differenza delle pile a combustibile, la tecnologia per questa trasformazione esiste già. Non si tratta di un problema tecnico, ma di uno politico. Due ricercatori dell’Università di Princeton lo sottolineano in una recente edizione di Science, affermando, “L’umanità può risolvere il problema del carbonio e del clima nella prima metà di questo secolo semplicemente facendo più in grande quello che già sappiamo fare.” In altri termini, possiamo passare ad una economia pulita prima di perfezionare le pile a combustibile. Infatti, fare dei grossi passi verso un’economia pulita ora è una condizione necessaria per avere un’economia all’idrogeno in futuro. Perciò facciamola e basta. Ritardare l’azione renderà solo la sfida più difficile. Come sottolinea un recente editoriale di Science, “Rimandare l’azione sulla riduzione delle emissioni è come rifiutarsi di prendere le medicine per un’infezione che si sta sviluppando. Ci garantisce che costi maggiori dovranno essere pagati più avanti.” Un’economia all’idrogeno potrebbe benissimo essere il nostro futuro, ma ora come ora abbiamo bisogno di focalizzarci sul presente. La tecnologia per iniziare il cambiamento verso un’economia pulita esiste già adesso. Non c’è niente di futuristico in questo. Cogli la Sfida della Natura ed impara di più.

 
 
 

GLI ONCOLOGI FAREBBERO LA CHEMIO?di Marcello Pamio

Post n°11 pubblicato il 09 Settembre 2008 da cervelloquantico
 

...quelli che usano ogni giorno i chemioterapici su altre persone - se avessero loro un tumore. Un risultato eclatante: l'81% degli oncologi intervistati, in caso di tumore, non si farebbero somministrare un chemioterapico, mentre il 73% di loro reputano addirittura le “terapie sperimentali inaccettabili per l'elevato grado di tossicità”.

Gli oncologi si farebbero la chemio?
Domanda molto importante, perché è giusto sapere cosa farebbero i medici oncologi - quelli che usano ogni giorno i chemioterapici su altre persone - se avessero loro un tumore.

Nel marzo del 2005 al Senato australiano è stata presentata una “Inchiesta sui servizi e sulle opzioni di trattamento di persone con cancro”, prodotta dal Cancer Information & Support Society, del St. Leonards di Sydney(1).

Secondo tale inchiesta, alcuni scienziati del McGill Cancer Center di Montreal in Canada, inviarono a 118 medici, esperti di cancro ai polmoni, un questionario per determinare quale grado di fiducia nutrissero nelle terapie da loro applicate, nel caso essi stessi avessero sviluppato la malattia.
Risposero 79 medici e 64 di loro non avrebbero acconsentito a sottoporsi ad un trattamento che contenesse Cisplatino (un chemioterapico molto utilizzato a base di platino). Mentre 58 dei 79 reputavano che tutte le terapie sperimentali in questione fossero inaccettabili a causa dell'inefficacia e dell'elevato grado di tossicità (2)!

Un risultato eclatante: l'81% degli oncologi intervistati, in caso di tumore, non si farebbero somministrare un chemioterapico, mentre il 73% di loro reputano addirittura le “terapie sperimentali inaccettabili per l'elevato grado di tossicità”.
Anche se il numero di oncologi intervistati non è molto elevato, ognuno tragga le proprie conclusioni…

Costi dei trattamenti oncologici
Considerando i due principali strumenti terapeutici nelle mani degli oncologi (chemio e radio), vediamo il costo di un tumore oggi in Italia. 
Attualmente sappiamo esserci in Italia 1,7 milioni di ammalati [3] e oltre 270.000 nuovi malati ogni anno (in America ogni anno i nuovi malati di cancro sono 1.372.910 (4).

La conclusione, senza entrare troppo nel dettaglio, è la seguente: il tumore in Italia (solamente tra chemio e radio, escludendo quindi chirurgia, costi di degenza, farmaci vari, apparato medico e infermieristico, i soldi fagocitati dalle industrie per la ricerca, ecc.) è indubbiamente una delle patologie più costose, non solo in termini di vite umane, ma soprattutto dal punto di vista economico.

In Appendice del libro sono stati appositamente pubblicati, oltre una ventina di “bugiardini” di chemioterapici con i loro effetti collaterali devastanti (foglietti illustrativi), anche i costi ufficiali (dichiarati dalle rispettive case di produzione) dei più diffusi chemioterapici in circolazione, per rendersi conto di quello che è stato appena detto.

Un qualsiasi tumore trattato con chemio e radioterapia (ad esclusione della chirurgia i cui costi sono paragonabili a quelli della chemioterapia), costa al Sistema Sanitario Nazionale svariate centinaia di migliaia di euro.
Un solo paziente oncologico.
Sembra impossibile, ma è proprio così.

Una testimonianza esemplare è stata pubblicata dal settimanale “Gente” poco tempo fa. 
Si tratta della vicenda di Gennaro De Stefano, un uomo normalissimo, che nel suo “Diario di un malato di cancro” ha provato a comporre la “lista della spesa” per la sua malattia.

Dopo aver consultato medici e fotocopiato le fustelle dei farmaci, ha messo insieme tutte queste informazioni.
Il suo calvario è iniziato con due interventi chirurgici (biopsia più operazione alla vescica) e una degenza di 22 giorni, per un totale di 30.000 euro [5]
Il primo ciclo di chemio è costato 9.000 euro e 1.500 euro spesi per ogni TAC effettuata [6] (ne ha fatte oltre 20).

«Un ciclo completo di cocktail chemioterapici partiva da alcune migliaia di euro per arrivare anche a 50 mila euro al mese per ogni paziente». [7]
«Durante la chemioterapia, che, com'è noto, fa abbassare i globuli bianchi e quelli rossi (tralasciando la quantità impressionante di medicinali di sostegno per lo stomaco, l'intestino, la fatica, la nausea, il vomito e via cantando), occorre sottoporsi a cure ormonali che aiutino la crescita dei globuli bianchi. Di solito si fanno tre o quattro iniezioni che costano una 1.500 euro, le altre 150 euro ognuna. Arriva poi l'Epo, l'ormone diventato famoso come doping dei ciclisti, che costa dai 500 ai 1.000 euro a iniezione. Di queste bombe ne avrò fatte, fino a oggi, una quarantina». [8]

Ha dovuto eseguire la radioterapia (6.000 euro); un nuovo intervento chirurgico per alcune metastasi (9.000 euro); di nuovo radioterapia, ecc.
Risultato: la Sanità pubblica ha pagato per il sig. De Gennaro, circa 200.000 euro.

Questo che avete appena letto, purtroppo, è l'iter seguito dalla stragrande maggioranza dei malati oncologici.
Moltiplicate questa cifra per il numero dei malati vecchi e nuovi, e capirete dal risultato che forse per qualcuno - e dico forse - non c'è convenienza nel trovare la soluzione definitiva ad una patologia che sviluppa centinaia di miliardi di euro ogni anno in Italia.
Ogni anno la “lobbies del cancro” - solamente con i nuovi ammalati (270.000 persone), e supponendo che tutti entrino nei percorsi terapeutici - movimenta una cifra superiore a 54.000.000.000 di euro.

Cinquantaquattro miliardi di euro ogni anno per un trattamento oncologico.
Se a questi ci aggiungiamo tutte le persone ammalate di cancro oggi in Italia (1 milione e 700 mila), che ripetono i trattamenti, che necessitano di trapianto di midollo, che muoiono nonostante, o per colpa delle terapie, ecc., tale cifra, come detto prima, raggiungerà i centinaia di miliardi di euro. 
Pensate all'industria della morte, meglio nota come “imprese funebri”.

Ogni anno sono 162.000 le persone che muoiono per cancro in Italia (dati Istat).
I costi per un servizio funebre privato (pagato dalle famiglie) vanno da un minimo di 2.155 euro (Roma) a un massimo di 3.575 euro (Milano) [9] a persona. Facendo una media più che ragionevole di 3000 euro…il 'lutto per cancro' (funerale, epigrafi, fiori, trasporto, organizzazione) sottrae alla società 486.000.000 di euro. Tutti gli anni inesorabilmente.
Pensate nel mondo intero…
Ecco cosa riporta il “bugiardino” (pubblicato assieme agli altri in appendice) di uno dei più usati chemioterapici: la Doxorubicina della Ebewe Italia Srl

DOXORUBICINA

Multinazionale: Ebewe Italia srl
Principio attivo: Doxorubicina
Concentrato per soluzione iniettabile per infusione
Categoria terapeutica: Antracicline
Effetti controindicati:
- Gravi aritmie acute sono state descritte durante o poche ore dopo la somministrazione;
- Una mielosoppressione grave può provocare insorgenza di emorragia e superinfezioni, e costituisce una indicazione alla riduzione o alla sospensione della Doxorubicina;
- Esiste un rischio accertato di sviluppo di cardiomiopatia indotta dalle antracicline e dipendente dalla dose cumulativa;
- Il rischio di insufficienza cardiaca nei pazienti neoplastici trattati con Doxorubicina persiste per tutta la vita;
- Può potenziare la tossicità della radioterapia e di altre terapie anti-neoplastiche;
- Neoplasie benigne e maligne;
- Il verificarsi di una leucemia mieloide acuta secondaria;
- Il danno del tratto gastrointestinale può indurre ad ulcera, emorragia e perforazione;
- La Doxorubicina è altamente irritante e lo stravaso nella sede dell'infusione può provocare dolore locale, irritazione, infiammazione, tromboflebiti, che possono causare un'ulcera grave e necrosi della cute.

Smaltimento:
Il personale che manipola la Doxorubicina deve indossare indumenti protettivi: occhiali, camici, maschere e guanti monouso. Tutti gli articoli usati per la somministrazione e la pulizia, inclusi i guanti, dovranno essere posti in appositi sacchi per rifiuti ad alto rischio, per l'incenerimento ad alte temperature.
Le fuoriuscite o le perdite di soluzione devono essere trattate con ipoclorito di sodio diluito che preferibilmente va lasciato agire per tutta la notte e a cui va fatto seguire un risciacquo con acqua.

Tratto dal libro Cancro SPA: leggere attentamente le avvertenze prima dell'uso”, di Marcello Pamio

Note Bibliogarfiche
[1] “Inchiesta sui servizi e nelle opzioni di trattamento di persone con cancro”, prodotta dal Cancer Information & Support Society, del St Leonards di Sydney.
www.aph.gov.au/Senate/committee/clac_ctte/completed_inquiries/2004-07/cancer/submissions/sub15.pdf. Parliament of Australia , www.aph.gov.au
[2] Idem _
[3] “La prima giornata del malato cancro”, Francesco De Lorenzo TGCom _
[4] SEER - Cancer statistics review 1975-2005 _
[5] “Vi sono costato 200 mila euro”, Gennaro De Stefano, “Gente” _
[6] Idem _
[7] Idem _
[8] Idem _
[9] “Vivere o morire…Cosa costa di più?” - Help Consumatori 
www.helpconsumatori.it/data/docs/dossier_funerali.pdf 

 

 
 
 

Cambiamenti Cosmici di Drunvalo - www.spiritofmaat.com

Post n°10 pubblicato il 09 Settembre 2008 da cervelloquantico
 

IL SOLE Cominciamo dal sole. Il sole è il centro del nostro Sistema Solare, e tutta la vita sulla terra deriva da esso. Se non ci fosse il sole, non potremmo vivere. Questo è semplicemente una constatazione scientifica. E pertanto ogni cambiamento che avviene nel sole alla fine avrà effetto su ogni persona vivente. Durante l'ultimo ciclo di macchie solari, l'attività solare non è mai stata così intensa, di una intensità senza precedenti. Tuttavia l'astronomo con il quale ho parlato insiste col dire che tutto è "normale". Che una persona impiegata alla NASA si pronunciasse in tal senso su quanto stava accadendo in ambito solare aveva dell'incredibile. Quella persona mi disse anche che non era "autorizzato" a parlarne. Tuttavia me ne parlò ugualmente, perché sentiva che il mondo aveva bisogno di sapere, ma allo stesso tempo mi chiese di non pubblicare la nostra discussione. Mi mostrò una foto un po' sfocata di una recente immagine del sole (scattata appositamente per godere di una visione più ampia). Questa immagine, risalente all'anno 2000, mostrava multiple macchie solari attorno al sole sulle due latitudini di 19,4 nord e sud. Qualcuno di voi capirà il significato di questa molta energia che è stata emessa a questa particolare ubicazione. Così passiamo all'ovvia domanda: cosa vuol dire normale? Per gli scienziati, l'idea di "normale" è basata su studi a lungo termine e sulla comparazione dei risultati. Ma nel caso del Sole, noi lo abbiamo studiato per solo 100 anni e solamente dall'ultima metà del 20° secolo con una strumentazione particolarmente sofisticata. E così, stante che il Sole ha una vita di almeno 4,5 miliardi di anni, i nostri 100 o 50 anni di studio nei suoi confronti equivalgono a scrivere il primo od i primi due secondi dei 10 anni di vita di un uomo o di una donna. Considerereste attendibile una tale biografia? Attualmente noi non conosciamo niente sul Sole che ci autorizzi a pronunciarci su che cosa sia "normale". Sappiamo, comunque, che il campo magnetico del Sole è cambiato negli ultimi 100 anni. C'è uno studio del Dr. Mike Lockwood degli Appleton National Laboratories, in California. Il Dr. Lockwood ha investigato sul sole ed ha riportato che sin dal 1901 il campo magnetico globale del sole si è intensificato del 230%. Nessuna sa cosa esattamente significhi; è solamente una osservazione. E noi sappiamo che parte dell'attività delle macchie solari di questo ultimo ciclo è stata maggiore di ogni altra mai registrata prima nella storia. Ma anche di questo non ne conosciamo l'esatto significato. IL SISTEMA SOLARE Allora passiamo all'informazione uscita dalla Russia lo scorso mese dall'Accademia Nazionale Russa della Scienza, dove gli scienziati sono giunti alla conclusione che ci stiamo muovendo in un'area di spazio assai diversa e con un livello di energia molto più alto. I Russi hanno registrato dei cambiamenti a livello spaziale mai visti prima d'ora. Non possiamo verificare con certezza la veridicità di quest'informazione, ma sappiamo che il rapporto del corpo scientifico è reale e che un certo Dr. Dmitriev dirige questo corpo. Per prima cosa mi sono recato personalmente alla sede dell'Accademia Nazionale Russa della Scienza a Mosca. Parlando dell'Accademia in Siberia, il Dr, Dmitriev mi disse che si erano potuti osservare gli effetti sotto riportati ( estratti dal suo rapporto) CAMBIAMENTI ALL'ESTREMITA' SUPERIORE DELLA ELIOSFERA Lo stesso Sole ha un campo magnetico e quel campo magnetico crea un "uovo" attorno al sistema solare noto come eliosfera. L'eliosfera è a forma di lacrima, con la lunga e sottile estremità, ossia la punta dell'apice che punta lontano dalla direzione in cui stiamo viaggiando. I Russi hanno guardato all'estremità superiore di questa eliosfera, ed hanno ivi osservato un'accentuata energia di plasma incandescente. L'eliosfera del sole di norma è spessa 10 unità astronomiche (una unità astronomica è la distanza dalla Terra al Sole, approssimativamente 93 milioni di miglia). 1 unità astronomica era lo spessore "normale" di questa energia incandescente che siamo soliti vedere nella parte più esterna del sistema solare. Oggi, il Dr. Dmitriev dice che ora questa energia incandescente ha uno spessore di 100 unità astronomiche. L'Accademia Nazionale Russa delle Scienze non ci dà una linea temporale, ma la variazione fra ciò che prima era conosciuto ed accettato al modo in cui è ora, rappresenta un incremento del 1.000%. Ed i Russi dicono che questo cambiamento nel sole si deve al modo in cui i pianeti funzionano e dal tipo di vita essi possono supportare. Essi hanno anche riferito, ma non spiegato, che la spirale del DNA stessa ne potrebbe risultare alterata. Essi avvertono che la continua espansione della eliosfera ci porterà alla fine ad un nuovo livello di energia, che sarà probabilmente una improvvisa espansione della radiazione a lunghezze d'onda armoniche di base emesse dal Sole come esso irradia l'energia all'esterno, la quale, incrementandosi nell'emissione di energia, modificherà la natura fondamentale di tutta di tutta la materia nel Sistema Solare. Pur essendo solo una breve e chiara affermazione, ci sono tutte le premesse per sostenerla: 1. Le atmosfere di fuoco dei pianeti e della luna della Terra stanno cambiando. - Quando gli Stati Uniti atterrarono sulla luna nel 1969, non trovarono nessuna atmosfera. Da allora, la luna della terra sta sviluppando un'atmosfera che prima non c'era, la quale è costituita da un composto che il Dr. Dmitriev ha denominato come "Natrium". Questa nuova atmosfera ha ora uno spessore di 6.000 chilometri. - Nei livelli superiori dell'atmosfera terrestre si sta formando gas HO (ozono) che prima non era presente. Semplicemente esso non esisteva nella quantità ora rilevata. I Russi sono convinti che ciò non sia imputabile al riscaldamento globale, od ai CFC od alle emissioni di fluorocarbonio od a qualcos'altro di simile. Sanno solo che ora si sta rivelando. - L'atmosfera di Marte sta diventando considerevolmente più densa che non in precedenza. La sonda spaziale in osservazione su Marte perse nel 1997 uno dei suoi specchi, ed andò a fracassarsi al suolo. Ciò avvenne perché l'atmosfera era all'incirca due volte più densa di quanto la NASA avesse calcolato. In sostanza, il vento sul quel piccolo specchio era così elevato da farlo letteralmente volar via. - Anche le atmosfere di Giove, Urano e Nettuno stanno cambiando, dicono i Russi, pur non essendo in grado di fornire una adeguata spiegazione. 2. La luminosità dei pianeti si sta modificando - Venere si sta mostrando sempre più marcatamente nella sua complessiva luminosità. - Il carico energetico di Giove ha subito un aumento tale da dare luogo attualmente ad un tubo visibile di radiazione ionizzante fra la sua superficie e la sua luna. Nelle fotografie scattate di recente, potete già osservare questo tubo di energia luminosa. - Urano e Nettuno a loro volta stanno diventando luminosi. 3. Il Campo magnetico sta cambiando - Il campo magnetico di Marte è più che raddoppiato - Il campo magnetico di Urano sta cambiando senza alcuna apparente giustificazione. - Il campo magnetico di Nettuno si sta ampliando - Tutti e tre i pianeti summenzionati stanno diventando luminosi, e le loro qualità atmosferiche, dicono i Russi, stanno cambiando, ma non sanno spiegarne i motivi. Ciò che è sinceramente sbalorditivo, visto che da qualche tempo qualcuno qui sulla terra sta aspettando e presagendo uno spostamento dei poli, è la notizia di fonte Russa secondo la quale Urano e Nettuno sembrano aver avuto un recente spostamento dei poli. Quando la sonda spaziale Voyager II volò accanto ad Urano e Nettuno, gli apparenti poli magnetici sud e nord erano, rispetto alle registrazioni precedenti, considerevolmente spostati nel punto in cui era situato il polo rotazionale. In un caso, esso era spostato anche di 50 gradi, e nell'altro caso la differenza era attorno ai 40 gradi. I CAMBIAMENTI DELLA TERRA Adesso parliamo della Terra. I Russi riportano due ulteriori fatti: Sulla Terra, l'attività vulcanica nel suo complesso è aumentata del 500% dal 1875 al 1975, mentre dal 1973 l'attività sismica si è incrementata del 400%. Il Dr. Dmitriev dice che raffrontando gli anni che vanno dal 1963 al 1993, il numero complessivo dei disastri naturali come uragani, tifoni, valanghe, maremoti ecc. si è incrementato del 410%. - Il campo magnetico della terra sta diminuendo d'intensità. Questa riduzione è iniziata circa 2000 anni fa, ma il tasso d'intensità del magnetismo terrestre ha improvvisamente cominciato a decrescere in modo più accelerato circa 500 anni fa. Ora, negli ultimi 20 anni o giù di lì, il campo magnetico è divenuto erratico. Le mappe aeronautiche del mondo, utili nel caso in cui gli aeroplani si servano del sistema del pilota automatico per atterrare, si sono dovute revisionare a livello globale onde permettere al pilota automatico di lavorare. (Questo è assai facile da verificare. Prendete semplicemente una mappa aeronautica antecedente al 1990 per una particolare aeroporto di una città e quindi confrontatela con la mappa attuale). - Nell'ultima parte dell'anno scorso, la calotta glaciale Artica sul punto esatto del Polo Nord, per la prima volta dacché la conosciamo, si è completamente sciolta. Green Peace ha riportato che, per quanto riguarda il tipo di ghiaccio invernale, la calotta si è precedentemente ritirata di oltre 300 miglia verso il polo e che già dall'anno scorso sia navi militari che civili erano in grado di passare direttamente attraverso il Polo Nord. Infatti c'era acqua. Fino ad ora, per quanto riusciamo a risalire nel passato, non è mai successo che lo spessore del ghiaccio scendesse a meno di dieci piedi. In contrasto, il Polo Sud che ha una calotta di ghiaccio di circa tre miglia di spessore, ancora ha pezzi di ghiaccio che continuano a rompersi ed a sciogliersi. Cosa sta succedendo? Dal 1900 siamo passati dal cavallo, alla conquista della luna. Dall'inviare le lettere con il pony express, allo scaricarle velocemente con la posta elettronica istantanea, con i satelliti, i fax ecc. Il lato negativo della cosa è che stiamo andando dalla guerra con le armi primitive, alle bombe atomiche ed al bioterrorismo. E forse ancora più significativamente, nel 1900 la Terra aveva 30.000 milioni di specie, anche specie per la cui creazione c'erano voluti 3 miliardi di anni. Ora, ne abbiamo meno di metà, meno di 15 milioni di specie. E tutto questo solamente in 100 anni: un battito geologico di ciglia. Se qualcuno fosse in osservazione della terra da un altro pianeta, potrebbe tranquillamente affermare che essa sta per morire. Ma sembra che ora stia per accadere qualcosa che va oltre "la solita faccenda". Nel loro rapporto i Russi dicono di aver riscontrato questo stesso genere di fenomeni al tempo in cui i dinosauri divennero estinti in seguito ad un gigantesco mutamento del clima della terra ed a fenomeni atmosferici e forse anche ad uno spostamento dei poli. State Sintonizzati Nel settembre del 1999, parlai con il Dr. Edgar Mitchell, l'astronauta che camminò sulla luna, il quale mi riferì che la NASA aveva appreso più pezzi di informazione in cinque anni, che non l'umanità dall'inizio della sua civiltà, circa 6000 anni fa. Mi disse inoltre che la NASA aveva compreso ancor di più negli ultimi sei mesi di quanto avesse mai appreso in quello stupefacente periodo di cinque anni prima. Ma la NASA non sta condividendo queste rivelazioni con noi. Così di certo non rivelerebbe informazioni che fossero radicali a quello che i Russi stanno riferendo. E' nella sua natura tacere sui fenomeni che potrebbero cambiare il modo stesso in cui ci percepiamo in un mondo che cambia così rapidamente. Così, oggi, lo Spirito del ma'at è nel processo di contattare l'Accademia Nazionale Russa delle Scienze sia in Siberia che a Mosca, non solo per verificare pienamente quanto qui è stato detto, ma con la convinzione di potervi riferire più in profondità su questi sbalorditivi cambiamenti che stanno accadendo al nostro Sole, al nostro Sistema solare ed alla nostra Terra.

 
 
 

Praticare un fellatio

Post n°9 pubblicato il 09 Settembre 2008 da cervelloquantico
 

Per una fellatio riuscita, la cosa più importante è pensare che si tratta di condividere un contatto piacevole ed eccitante. Non è un atto che si fa perché si è obbligate, seno' non sarà mai ben fatto ! Un bacio o una carezza fatte senza averne voglia sono anche molto meno piacevoli per chi le riceve ! Una donna non puo' essere un'"esperta" della fellatio in una sola volta. D'altronde non è quello lo scopo. Infatti l'effetto di una carezza dipende più dall'emozione che viene condivisa che dall'atto di per sè. Allora, basta complessi, una carezza, anche se un po' maldestra, ma fatta con l'intenzione di far piacere e di scoprire l'altro, sarà sempre molto apprezzata ! Fondamentale è una corretta igiene intima ! La maggior parte degli uomini lo sa. Seno' bisogna assolutamente spingerlo a fare la doccia prima di passare all'azione !

All'inizio della vita sessuale di una donna, il sesso maschile puo' fare un po' paura. Il toccarlo con la bocca spesso non è un gesto spontaneo ! Allora, bisogna andare avanti a piccoli passi. Cominciare con l'appoggiare le labbra, baciarlo, è già molto eccitante, perché spesso il pene reagisce con un'erezione ancora più accentuata. All'inizio non occorre andare oltre, anche se il tuo partner lo vorrebbe. Ma l'attesa stimola il desiderio e non serve a niente forzarti se non ti senti in grado. Lascia che le cose vengano da sole, spontaneamente !

Sul pene, le zone da accarezzare, baciare, stimolare, sono diverse. La più sensibile è sicuramente il glande, ricchissimo di ricettori del piacere, soprattutto a livello della corona, la circonferenza che lo separa dall'asta del pene, e del frenulo. Insisti su quelle zone per dargli ancora più piacere !

Una fellatio mima un rapporto sessuale di penetrazione. Bisogna quindi mettere il pene in bocca, e riprodurre i movimenti di va e vieni di un classico rapporto sessuale. L'importante (e tutti gli uomini sono d'accordo) è non servirsi dei denti (fa male !), ma essere molto delicate (è sensibile !). Il movimento puo' essere rapido o lento, profondo o più superficiale. Percio' l'ideale è chiedergli cosa preferisce. Infatti certi uomini preferiscono la lentezza, altri la velocità. Alcuni preferiscono le pressioni ben decise, altri la leggerezza… Detto questo, puoi dar prova di immaginazione e seguire la tua ispirazione del momento !

L'idea di avere dello sperma in bocca puo' far sognare o provocare disgusto ! Se non ti piace, non sentirti obbligata. Servirebbe solo a farti scappare al solo pensare a una fellatio. Un uomo puo' sempre ritirarsi prima dell'orgasmo, e il suo piacerà sarà uguale. Puoi anche lasciarlo eiaculare e sputare… Detto cio' lo sperma non è sporco o pericoloso, a condizione che il partner sia sieronegativo. Infatti esiste il rischio di trasmissione del virus dell' AIDS con il contatto tra lo sperma e la bocca. Se non siete sicuri, usate il preservativo !

 
 
 

Il cunnilingus

Post n°8 pubblicato il 09 Settembre 2008 da cervelloquantico
 

Tra tutte le carezze possibili, il cunnilungus rimane quella più intima, e consiste nella stimolazione del sesso femminile con la bocca. Ecco come funziona.

Un preliminare amoroso
Possiamo considerare il cunnilingus come l’equivalente femminile della fellatio. Il termine proviene dalle parole latine « cunnus », vulva, e « lingere », leccare. E’ una pratica sessuale orale che consiste a stimolare la vulva, il clitoride e l’ingresso della vagina con la lingua, le labbra e la bocca in generale. Questa carezza provoca delle sensazioni di piacere intenso, che possono portare all’orgasmo.

La tecnica

Le zone sensibili

Le diverse posizioni

L’igiene

Le malattie sessualmente trasmissibili



Anche se l’AIDS si trasmette di rado attraverso un cunnilingus, è possibile contrarre altre infezioni: herpes o condiloma (escrescenze indolori), ad esempio. E in questo caso il preservativo maschile non puo’ fare nulla! L’unica soluzione: evitare il cunnilingus quando hai una di queste malattie.    
Un’igiene perfetta è indispensabile per il cunnilingus. Se hai dei dubbi, fatti una doccia prima di passare al cunnilingus. Questo permette di lavare via il sudore e le piccole perdite naturali. Se, nonostante questo, l’uomo trova insopportabile l’odore della tua intimità, proponigli di utilizzare un lubrificante profumato. 
Durante le mestruazioni, il cunnilingus rimane possibile, tranne se sei sieropositiva. Ma alcuni uomini possono essere disgustati dalla vista del sangue e possiamo capirli. Ognuno fa come crede. 

Il cunnilingus puo’ essere fatto in diverse posizioni. Ecco le principali :
- La donna è sdraiata a pancia in su, con le gambe piegate e divaricate. Il suo partner è sdraiato o in ginocchio, con la testa tra le sue gambe. Questa è la posizione di base.
- Il 69: l’uomo e la donna guardano in direzioni opposte, con la testa ciascuno all’altezza del sesso dell’altro. La donna pratica una fellatio mentre l’uomo effettua un cunnilingus e ciascuno dei due prova piacere.
- La donna è seduta sopra al viso dell’uomo. In questo caso la penetrazione linguale è possibile.
- La donna è in piedi e l’uomo seduto o in ginocchio. In questa posizione è più difficile raggiungere il clitoride.

Il punto più sensibile, è il clitoride e in particolare il suo glande. Questo piccolo interruttore magico si trova nella parte anteriore del sesso femminile, nascosto tra le pieghe delle piccole labbra. Le zone vicine non devono ciononostante essere trascurate: le piccole labbra, l’entrata della vagina e eventualmente l’area circostante l’ano sono ricche di recettori del piacere. Fallo sapere al tuo partner...

Le carezze manuali fungono spesso da preliminare al cunnilingus, per far crescere l’eccitazione. Dopo di che, l’uomo avvicina la bocca al sesso e passa ai baci. Bacia, sfiora, mordicchia, succhia, lecca... Tutto è possibile! Una suzione leggera è altrettanto efficace. Non esitare a suggerire nuovi gesti al tuo partner, è il modo migliore per fargli sapere cosa ti piace. 
E’ possibile usare un lubrificante, ma spesso basta la saliva.

 
 
 

In pericolo i critici delle biotecnologie

Post n°7 pubblicato il 08 Settembre 2008 da cervelloquantico

Alcuni risultati sconvolgenti sono scaturiti da test effettuati con delle patate, del polline e dell’erbicida geneticamente modificati (GM). I risultati sono apparsi nella stampa durante la prima parte di questo mese. Ovviamente l’economia guidata dalle società private sta cercando d’imporre la produzione di cibo GM negli Stati Uniti. Quattro biologi provenienti dall’Europa e dal Nord America si sono incontrati faccia a faccia per la prima volta il mese scorso nel campus dell’Università di Berkeley. Sebbene nessuno di loro sia particolarmente famoso come scienziato –non c’era nessun premio Nobel fra di loro – tutti conoscevano i rispettivi nomi e le rispettive attività di ricerca come se avessero lavorato insieme nello stesso laboratorio per almeno 10 anni. Gli scienziati hanno condiviso un’esperienza dolorosa. Tra il 1999 e il 2001 ognuno di loro aveva realizzato, all’insaputa degli altri, una scoperta semplice ma sensazionale che sfidava il catechismo della forte industria biotecnologia. Questa era già diventata l’ancella dell’agricoltura industriale, e la prediletta dei capitalisti della speculazione, che stanno ancora sperando di aver fatto i giusti investitimenti che frutteranno miliardi di dollari in questo settore di grande successo. Se uno qualsiasi degli esperimenti di questi quattro scienziati verrà confermato da ripetizioni da parte di altri laboratori, il settore agricolo della biotecnologia, già agitato, si ritroverà veramente in difficoltà. Nessuno lo sa meglio della Monsanto, della Sygenta e delle altre firme della biotecnologia che hanno attaccato le quattro scoperte in questione in maniera veramente aggressiva. Quando uno di questi quattro ricercatori, lo scienziato ungherese Arpad Pusztai, dirigente scientifico dell’istituto Rowett di Aberdeen in Scozia, ha nutrito alcuni roditori con delle patate geneticamente modificate, in uno dei pochi esperimenti che abbiano mai testato la sicurezza del cibo geneticamente modificato per gli animali o per gli uomini, quasi immediatamente le cavie hanno riportato dei danni ai tessuti e al sistema immunologico. Dopo aver annunciato le sue scoperte, che hanno sorpassato la revisione scientifica e che sono state pubblicate nella rivista di medicina più importante del Regno Unito, il Lancet, la casa di Pusztai è stata svaligiata e le sue cartelle di ricerca sono state derubate. In breve tempo lo scienziato è stato licenziato dal suo lavoro con la Rowett, e da allora ha subito una campagna internazionale orchestrata di screditamento, nella quale il Primo Ministro Tony Blair ha giocato un ruolo attivo. Mentre Pusztai stava combattendo per la sua vita professionale, il professor John Cornell stava pazientemente cospargendo delle foglie di Asclepiade con del polline di granoturco geneticamente modificato. Quando le larve di farfalle monarca, che avevano mangiato le foglie, sono morte in quantità significativa, (mentre il gruppo di controllo nutrito con polline che non era stato geneticamente modificato era sopravvissuto in toto), Losey non era rimasto particolarmente sorpreso. Il nuovo gene che era stato appiccicato al genoma della farfalla era stato inserito per produrre un pesticida interno, il bacillo thuringiensis (Bt), designato per attaccare e uccidere il baco del granoturco e alcuni bruchi di falena particolarmente molesti. Ciò che aveva sorpreso Losey era stato il veemente attacco al suo studio arrivato dalla Novartis e dalla Monsanto con i loro evidenti tentativi di discreditare il suo lavoro, e l’ampiezza con cui i mass media fossero stati pronti a supportarli. Losey lavora ancora alla Cornell, dove il suo futuro sembra sicuro. Ciò non è vero per Ignacio Chapela, un ecologo microbiologo dello stabilimento del dipartimento scientifico dell’Università di Berkeley. Nel 2000 Chapela aveva scoperto che una parte del polline di un campo di granoturco geneticamente modificato nella Chiapas, era stato trasportato a diverse miglia di distanza fino alle lontane montagne dell’Oxaca, nel Messico, arrivando nell’ultima riserva di mais biodiverso del mondo. Se i geni del polline modificato1 penetrassero effettivamente nel DNA del granoturco tradizionale, potrebbero potenzialmente eliminare la biodiversità del granoturco per sempre. Nella sua relazione Chapela ha cautamente affermato che ciò potrebbe in effetti essere già accaduto. Ha espresso questa opinione nello studio rivisto e pubblicato da Nature nel novembre 2001. Dopo una campagna di pubbliche relazioni aggressiva preparata per la Monsanto dal Bivings Group, un’azienda mondiale di pubbliche relazioni, iniziata con un rabbioso attacco via e-mail ad opera di due scienziati che si sono rivelati poi essere fittizi, i direttori della rivista Nature hanno fatto qualcosa che non avevano mai fatto nei 133 anni di esistenza del periodico. Hanno pubblicato una cauta e parziale ritrattazione dell’articolo di Chapela. Soprattutto in base a questa ritrattazione, a Chapela è stata recentemente negata la permanenza in carica alla University of California di Berkeley, ed è stato informato che non gli sarebbe stato riofferto il suo incarico di insegnante durante l’autunno. Nel frattempo Tyrone Hayes, un endocrinologo della University of California di Berkeley, specializzato nello sviluppo degli anfibi, stava sottoponendo delle giovani rane del suo laboratorio a delle dosi molto piccole di erbicida atrazina. Le rane non hanno prima sviluppato le laringi in maniera normale, e successivamente hanno sviluppato dei problemi seri nell’apparato riproduttivo (i maschi sono diventati ermafroditi), suggerendo così che l’atrazina possa sbilanciare il sistema endocrino. L’esperienza successiva di Hayes era stata leggermente diversa da quella degli altri partecipanti alla tavola rotonda, ma non meno preoccupante per gli scienziati accademici. Non appena la notizia della scoperta di Hayes ha raggiunto la Sygenta Corp. (precedemtemente Novartis) e la sua contraente, Ecorisk Inc., si sono verificati dei tentativi per bloccare la sua ricerca. I fondi sono stati negati ed il momento era critico, visto che l’EPA (N.d.T.: acronimo di Environmental Protection Agency, l’agenzia statunitense per la protezione dell’ambiente) era in procinto di prendere una decisione definitiva sull’atrazina. Le rane ermafrodite non avrebbero aiutato la causa della Sygenta. Hayes ha continuato la ricerca con i suoi fondi personali e ha scoperto altri risultati dello stesso tipo, dopo di che la Sygenta gli ha offerto 2 milioni di dollari per continuare la sua ricerca “in una sistemazione privata”. Insegnante attivo, con un laboratorio frequentato da studenti leali, Hayes ha respinto l’offerta e ha continuato con la ricerca che riteneva dovesse rimanere di dominio pubblico. È arrivato a scoprire degli effetti dannosi sullo sviluppo causati dall’atrazina anche a livelli più bassi (0,1 parti per miliardo). Quando la sua ricerca è apparsa nei prestigiosi verbali dell’Accademia Nazionale delle Scienze, Sygenta ha attaccato lo studio ed ha affermato che altri tre laboratori che aveva appaltato non erano riusciti a duplicare i risultati di Hayes. Hayes, che continua a lavorare nell’università di Berkeley, è passato di ruolo e continua anche ad insegnare. Eppure i suoi studi, che potrebbero avere un effetto sull’approvazione della sostanza chimica più diffusa e più usata nell’agricoltura degli Stati Uniti, vengono soffocati a ogni piè sospinto. In un discorso pubblico tenutosi all’università di Berkeley a cui hanno assistito 500 persone, e che è stato recentemente diffuso sul Web per altre 4.000 persone di tutto il mondo, Pusztai, Losey, Hayes e Chapela hanno condiviso le loro esperienze, e hanno esaminato insieme le modalità per impedire che un futuro simile al loro possa mai colpire i colleghi scienziati. Le loro storie simili forniscono una finestra unica riguardo una tendenza inquietante della scienza moderna. Nessuno dei quattro si è lamentato del fatto che la sua competenza scientifica sia stata sfidata, sebbene ciò sia vero per ognuno di loro. Tutto nella scienza viene e dovrebbe essere sfidato. Nessuno lo sa meglio di uno scienziato che esercita la sua professione, e che sa anche che se il diritto di avere un’occupazione dipendesse da una documentazione sperimentale perfetta, ci sarebbero ben pochi scienziati con un lavoro in tutto il mondo. Questi quattro uomini non sono stati attaccati per degli esperimenti imperfetti o fallaci, ma perché le conclusioni del loro lavoro hanno potenzialmente un effetto economico. L’aspetto triste è che le accademie e altre istituzioni che, secondo quanto si asserisce, dovrebbero essere indipendenti, e che una volta avrebbero difeso la libertà scientifica e protetto degli impiegati come Hayes, Chapela, Losey e Pusztai, li stanno ora abbandonando ai lupi del commercio, i cui marchi sono incisi sulle entrate di un numero di laboratori universitari di grandezza allarmante. Mark Dowie vive a Point Reyes e insegna in un corso di scrittura scientifica alla scuola di giornalismo dell’Università della California (UC Graduate School of Journalism).

 
 
 

GLI SCIENZIATI CREANO UNA NUOVA FORMA DI MATERIA di Adattato da Steve Klein

Post n°6 pubblicato il 07 Settembre 2008 da cervelloquantico

Il Premio Nobel 2001 per la Fisica è stato assegnato congiuntamente a tre scienziati che, nel 1995, hanno scoperto una nuova forma di materia chiamata condensati di Bose-Einstein (BEC). Eric A. Cornell, Wolfgang Ketterle e Carl E. Weiman hanno fatto in modo che la materia si comportasse allo stesso modo delle particelle di luce del laser, che hanno tutte la stessa energia ed oscillano all’unisono. Questo è stato un obiettivo degli scienziati quantistici dal 1924, quando il fisico indiano Bose mandò i suoi calcoli teorici sulle particelle di luce ad Einstein per estendere la teoria ad un certo tipo di atomo e pubblicare i risultati. Einstein predisse che se un gas di tali atomi fosse stato raffreddato ad una temperatura molto bassa, tutti gli atomi si sarebbero di colpo uniti nel più basso stato energetico possibile. Il processo è simile a quando gocce di liquido si formano da un gas, e quindi il termine: “condensazione”. Sono passati settant’anni prima che i premi Nobel del 2001 ottenessero questo stato estremo della materia. I condensati di Bose-Einstein non sono come i solidi, i liquidi e i gas e non sono solidi, fluidi o gassosi. Provengono dal mondo del super piccolo, la meccanica quantistica. Benché le regole dei quanti si muovano al contrario di quelle del grande mondo che noi umani conosciamo, essi sono la base della realtà che sperimentiamo quotidianamente. Un BEC è un gruppo di pochi milioni di atomi che si uniscono per formare una singola onda-materia di circa un millimetro di diametro. I BEC colmano il divario tra due regni obbedendo alle leggi del piccolo intromettendosi nel grande. Cornell e Wieman ottennero questo stato quando produssero un puro condensato di circa 2.000 atomi di rubidio a 20 nanokelvin (0,00000002 gradi sopra lo zero assoluto). Indipendentemente dal lavoro di Cornell e Wieman, Ketterle condusse simili esperimenti con atomi di sodio. Ketterle produsse anche un fascio di goccioline di BEC che caddero a causa della forza di gravità. Questo può essere considerato come un raggio laser primitivo che usa materia invece che luce. È interessante ragionare sui campi di applicazione dei BEC. Il nuovo controllo sulla materia che implica questa tecnologia porterà applicazioni rivoluzionarie in campi quali le misurazioni di precisione e la nanotecnologia. Uno degli aspetti più straordinari dei condensati Bose-Einstein è che essi sono creazioni quantiche abbastanza grandi da essere viste. E lì c’è molta della loro promessa. Molte delle tecnologie d’avanguardia odierne, come i chip più piccoli e più veloci dei computer, sistemi meccanici micro-elettronici e computer quantici, sono nello stato tra il mondo quantico ed il mondo macroscopico. Gli scienziati sperano che lo studio dei BEC porterà un avanzamento a quelle tecnologie e ne creerà delle altre. Si possono trovare ulteriori informazioni sul sito del Premio Nobel: http://www.nobel.se/physics/laureates/2001/index.html Foto per gentile concessione dell’Istituto Nazionale degli Standard e della Tecnologia, http://www.nist.gov/

 
 
 

Ampie banchise di ghiaccio si distaccano e crollano nell’Antartico

Post n°5 pubblicato il 06 Settembre 2008 da cervelloquantico

di Adattato da S. Klein

Durante gli ultimi cinquanta anni, la Penisola Antartica si è riscaldata di 2,5 gradi centigradi. Confrontato alla media del riscaldamento globale, il ritmo dell’aumento di temperatura sulla Penisola Antartica è rapido e non raggiunto in nessun altro luogo dell’Antartide

Ampie banchise di ghiaccio si distaccano e crollano nell’Antartico Dal 2002 immagini satellitari mostrano il distacco della banchisa di ghiaccio denominata Larsen B, nella Penisola Antartica. Secondo le previsioni dello scienziato e glaciologo, David Vaughan, dello Studio Britannico dell’Antartico (BAS), che afferma: "Nel 1998 il BAS ha previsto la caduta di altre banchise di ghiaccio attorno alla Penisola Antartica. Da allora, il riscaldamento della penisola è continuato ed abbiamo osservato come -pezzo dopo pezzo- Larsen B si sia ritirata. Sapevamo che quello che era rimasto avrebbe potuto probabilmente franare, ma la velocità è stata sconcertante. E’ difficile credere che 500 miliardi di tonnellate di strati di ghiaccio si siano disintegrati in meno di un mese". Il Centro Nazionale Dati della Neve e Ghiaccio degli Stati Uniti ha calcolato che ciò equivale alla quantità d’acqua sufficiente ad irrigare 1500 campi da golf per un anno. La sezione di ghiaccio crollata era delle dimensioni di Rhode Island e si è sminuzzata in migliaia di iceberg galleggianti. Questo scioglimento è il singolo evento più importante di una serie di crolli avvenuti negli ultimi quaranta – cinquanta anni. Gli scienziati attribuiscono l’accaduto al riscaldamento globale. Ted Scambos, un ricercatore del Centro Nazionale Dati della Neve e Ghiaccio dell’Università del Colorado, in collaborazione con un team d’investigatori ha sviluppato una teoria su come il ghiaccio si disintegra. La teoria è basata sulla presenza d’acqua di scioglimento in superficie durante l’estate quando il clima della regione si riscalda. L’acqua di scioglimento agisce nell’incrementare le spaccature della banchisa colmando fratture più piccole e poi forzandone l’allargamento tramite il peso della colonna d’acqua soprastante. Immagini satellitari hanno fornito sostanziali prove d’osservazione che questo è nei fatti il principale processo responsabile nelle disintegrazioni delle banchise della penisola. Mentre le frantumazioni delle banchise di ghiaccio nella Penisola Antartica avranno piccole conseguenze immediate sull’incremento del livello del mare, altre banchise nell’Antartico potrebbero avere un maggiore effetto sul ritmo di dispersione di ghiaccio dal continente. Le banchise di ghiaccio agiscono come sistemi per la rottura dei ghiacciai. Inoltre le banchise mantengono l’aria marina più calda a distanza dai ghiacciai; perciò rallentano lo scioglimento che avviene sulle superfici degli stessi. Una volta rimosse le banchise, i ghiacciai aumentano di velocità ed iniziano a scaricare più ghiaccio nell’oceano di quanto essi ne ammassino nei loro bacini sotto forma di neve. L’aumento di velocità nel movimento dei ghiacciai è già stato osservato in aree della penisola dove le banchise si sono disintegrate in anni precedenti. Durante gli ultimi cinquanta anni, la Penisola Antartica si è riscaldata di 2,5 gradi centigradi. Confrontato alla media del riscaldamento globale, il ritmo dell’aumento di temperatura sulla Penisola Antartica è rapido e non raggiunto in nessun altro luogo dell’Antartide. Scienziati di tutto il mondo guarderanno questi eventi con maggiore attenzione in quanto possono preannunciare un innalzamento del livello del mare e un’erosione delle spiagge del mondo. Le persone dovrebbero essere coscienti che questo potrebbe influenzare le regioni costiere dei loro paesi e diventare un fattore di incremento delle inondazioni costiere. Informazioni dettagliate possono essere trovate al: The National Snow and Ice Data Center ed anche al The British Antartic Survey

 
 
 

Chiedi allo scienziato - Da che cosa è formato il centro della terra? di Mike Wright

Post n°4 pubblicato il 06 Settembre 2008 da cervelloquantico

Chiedi allo Scienziato Domanda: Il centro della terra è formato da materiale magnetico molto denso o (come ho sentito insegnare da Ramtha) la terra è vuota? Risposta: DI MIKE RIGHT

Prima di tutto, non sono necessariamente contraddizioni. I modelli scientifici sono basati su osservazioni di fenomeni in natura. Quando succedono fenomeni imprevedibili, noi possiamo rivedere il modello o creare un modello nuovo e più comprensivo da una nuova prospettiva. Certamente, è anche possibile spiegare fenomeni non comuni in termini di aspetti comuni del vecchio modello, ma questo non dura indefinitamente poiché i fenomeni insoliti si accumulano. Il modello scientifico convenzionale di un pianeta solido con un centro denso fuso è basato su varie osservazioni del nostro pianeta e degli altri nel nostro sistema solare. Le misurazioni della forza di gravità della terra, dei campi magnetici, dell’attività sismica e dei cambiamenti nelle correnti atmosferiche ed oceaniche devono tutte essere tenute in considerazione per qualsiasi modello si usi. Inoltre, il modello dovrebbe dare previsioni testabili per essere utili per eventi futuri. Il modello convenzionale è utile perché è ragionevolmente accurato nel predire cambiamenti nell’atmosfera terrestre e nel campo magnetico. Analizzando l’attività sismica (terremoti), il modello convenzionale è utile dopo il fatto, ma nessuno è stato in grado di predire accuratamente i terremoti in anticipo usando il modello convenzionale. Anomalie che non sono spiegabili dal modello convenzionale includono il riscaldamento dell’aria e delle acque artiche, la presenza di animali a sangue caldo, e di uccelli terrestri che migrano verso nord, che sono stati tutti documentati. Queste osservazioni furono fatte attorno alla punta settentrionale dell’Isola di Ellesmere, che è anche la punta più a nord del Canada, e che si trova proprio vicino alla punta della Groenlandia. La zona è solo circa sei gradi dal polo. Sono stati osservati anche dalla parte siberiana. Il sito web in fondo alla pagina elenca una considerevole documentazione di riscontri anomali che potrebbero essere spiegati da un modello vuoto della terra. Un esempio descrive il volo in dirigibile dell’esploratore Roald Amudsen nel 1926. “Amudsen passò sopra il polo e poi si diresse lungo i 170 [gradi] longitudine ovest lungo lo stretto di Bering tra l’Alaska e la Siberia. Sperimentò un paio di insolite anomalie più si dirigeva verso nord: Il riscaldamento dell’aria e delle temperature marine era uno di quelli, e la presenza di uccelli terrestri troppo lontani da ogni terra, ma quello che è interessante alla nostra analisi attuale è il fatto che quando il dirigibile di Amudsen arrivò allo Stretto di Bering, finì oltre 100 miglia fuori rotta dalla parte russa. Questo suggerisce che il dirigibile si calò e proseguì lungo la depressione a conca, e che la curvatura irregolare lo portò fuori rotta mandandolo nella Siberia su una leggera tangente. Tutte le prove di cui sopra suggeriscono un’apertura polare, dalla parte siberiana del Polo, entro un anello stabilito dai diversi esploratori polari.” Quando Galileo fu portato davanti all’Inquisizione, egli chiese loro semplicemente di guardare attraverso il suo telescopio e vedere con i propri occhi che le lune di Giove giravano attorno al pianeta. L’Inquisizione rifiutò, dichiarando che il tubo apparteneva a Satana. Così essi furono in grado di mantenere il loro modello ancora per un po’. Però, con il passare del tempo, il peso delle prove contro il modello dell’universo con la terra al centro permise al nuovo modello del sistema solare di diventare più utile. Quando un modello di terra vuota diverrà più utile di un modello solido, allora sarà il suo turno. http://skywebsite.com/hollow/arctic/id6.html

 
 
 

Il forno a microonde può distruggere le sostanze nutritive degli alimenti? 

Post n°3 pubblicato il 06 Settembre 2008 da cervelloquantico

Introduzione di Steve Klein: Secondo un nuovo studio: “Usare il forno a microonde per i broccoli crudi e per altri cibi diminuisce drasticamente, e in alcuni casi elimina quasi del tutto, alcune delle sostanze salutari”. La cottura a vapore porta invece alla minore perdita possibile di sostanze nutrienti. Afferma un recente studio che usare il forno a microonde per i broccoli crudi diminuisce, e in alcuni casi elimina quasi completamente, alcune sostanze chimiche naturalmente salutari. Di rilevanza particolare nella ricerca è stata la scomparsa quasi totale – del 97 percento – dei flavonoidi, in seguito all’uso del forno a microonde. I flavonoidi, sostanze che spesso si trovano in gran parte della frutta e della verdura dai colori luminosi, si ritengono collegati alla riduzione del rischio di coronaropatie, infarti e cancro ai polmoni. Usare il forno a microonde riduce la presenza d’altre sostanze chimiche ugualmente desiderabili, e normalmente presenti nei broccoli, secondo una percentuale compresa tra il 74 e l’87 percento. Alcune di queste sostanze sono state associate col rallentamento degli effetti dell’invecchiamento, la riduzione del rischio di cardiopatie, la prevenzione dell’Alzheimer, del diabete di tipo 2 e d’alcune forme di cancro. I risultati di gran lunga più salutari sono stati ottenuti con il tipico modo di cucinare francese: una semplice e veloce cottura a vapore. Il fatto che, in generale, tutta la cottura demolisca le sostanze chimiche salutari, è ben noto, ma tutti i precedenti studi suggerivano che la cottura a microonde non fosse affatto la maggiore colpevole a questo proposito. Questo titolo veniva invece riservato al tipico modo di cucinare inglese – la bollitura. Tuttavia lo studio pubblicato oggi dal Journal of the Science of Food and Agriculture (N.d.T.: la Rivista sulla Scienza del Cibo e dell’Agricoltura) — condotto da un gruppo di scienziati del governo spagnolo a Murcia, in Spagna – ha rivelato che la bollitura rimuove solo il 66 percento dei flavonoidi dai broccoli freschi crudi, mentre la cottura nella pentola a pressione ne dissolve soltanto il 47 percento. La perdita quasi completa dei flavonoidi nei broccoli cotti a microonde ha impressionato i ricercatori spagnoli. “Siamo rimasti sorpresi da quelli che sembravano essere dei risultati stupefacenti”, ha affermato Francisco Tomas-Barberan, un coautore della nuova ricerca. Lui e i suoi connazionali ricercatori hanno suggerito che la cottura a microonde generi delle temperature inaspettatamente alte nei broccoli crudi, le quali distruggono le sostanze chimiche in grado di combattere le malattie. Il modo di aggirare questo problema, ha sostenuto Tomas-Barberan, potrebbe essere quello di “aggiungere poche gocce o pochi millimetri d’acqua per abbassare la temperatura” Sebbene ciò potrebbe risolvere il problema della perdita di nutrienti, sia lui che altri chimici hanno riconosciuto che l’aggiunta dell’acqua potrebbe provocare dei cambiamenti nel sapore dei broccoli, cambiamenti che potrebbero offendere gli amanti dell’ortaggio verde. Inoltre, sostiene Susan Brewer, professoressa di scienza dell’alimentazione nell’università dell’Illinois, la scoperta anomala di oggi potrebbe rappresentare un tiremmolla nutrizionale. La professoressa ha studiato i benefici della cottura a microonde dei broccoli, per quanto riguarda la conservazione di un’altra sostanza chimica veramente desiderabile – la vitamina C. La sua conclusione è stata che la cottura a microonde è molto migliore rispetto al tradizionale processo per sbollentare i broccoli usato prima di congelare questa e altre verdure. “La domanda che bisogna farsi è: cosa posso tollerare di perdere e cosa voglio conservare? La conclusione è che non si riesce mai ad ottimizzare tutto”, ha asserito la professoressa. David Jenkins, direttore del centro per la nutrizione clinica e la modifica del fattore di rischio dell’ospedale St. Michael di Toronto, ha sostenuto che, data la dipendenza di molte famiglie a doppio reddito dai forni a microonde, è importante che i risultati siano ripetuti ed estesi ad altri cibi. Il direttor Jenkins ha affermato che “A questo punto bisogna ammettere che non abbiamo idea se ciò sia collegato soltanto alla questione dei broccoli, cotti a microonde e in queste condizioni, e se questo risultato abbia una validità generale. Tuttavia, data l’importanza della cottura a microonde nella preparazione moderna dei cibi, speriamo che la sua validità non sia troppo generale”.

 
 
 

LA RICERCA MOSTRA CHE I DUE EMISFERI DEL CERVELLO SOSTENGONO DELLE INTELLIGENZE EMOTIVE SEPARATE

Post n°2 pubblicato il 06 Settembre 2008 da cervelloquantico

Depressione? Non è in tutta la vostra testa. È soltanto in metà della vostra testa. E stimolare l’altra metà potrebbe migliorare il vostro stato d’animo. Queste scoperte sono state fatte grazie ad una ricerca in corso, condotta dal Dr. Fredric Schiffer dell’ospedale McLean di Belmont, Mass. e dal Dipartimento di neurologia e psichiatria alla Harvard Medical School di Boston. Il Dr. Schiffer lavorando con dei ricercatori di altri istituti, ha sviluppato una teoria, diversi anni fa, secondo la quale ogni metà di un cervello sano ospita un’intelligenza emotiva diversa. Ha costruito la sua teoria suscitando delle risposte emotive positive da pazienti depressi, restringendo i loro stimoli visivi ad un solo emisfero. Ha dotato i pazienti d’occhiali protettivi che restringevano i loro impulsi visivi al campo visivo destro, dirigendo gli stimoli all’emisfero sinistro del cervello poiché gli impulsi visivi viaggiano soprattutto verso la parte opposta del cervello. I pazienti di Schiffer hanno riferito di sentirsi meglio quando gli stimoli visivi venivano diretti principalmente al loro emisfero sinistro, indicando che l’emisfero destro stava funzionando in maniera anormale. Il Dr. Schiffer e i suoi colleghi hanno sviluppato un metodo per stimolare il cervello usando dei campi elettromagnetici. Secondo Schiffer, lo stato d’animo di pazienti intensamente depressi è migliorato quando i loro emisferi sinistri sono stati trattati con la stimolazione di un campo elettromagnetico più potente. Tuttavia Schiffer e i suoi colleghi hanno annunciato che la stimolazione del campo visivo sinistro e destro può spesso evocare differenti risposte psicologiche (positive o negative) in un dato paziente. Alcuni hanno avuto dei miglioramenti guardando a sinistra, mentre altri li hanno avuti guardando a destra. Questo nuovo strumento di ricerca per la cura della depressione e di altre malattie neuropsichiatriche viene chiamato T.M.S., Transcranial Magnetic Stimulation (N.d.T.: stimolazione magnetica transcraniale). La T.M.S. è una terapia sperimentale relativamente sicura, indolore, pratica per pazienti che sono depressi. È molto efficace in alcuni pazienti, ma per una percentuale significativa di pazienti non è utile. Per concludere, altre metodologie sono attualmente utilizzate nella ricerca, per dare ai dottori e agli scienziati nuovi modi di predire quando un emisfero del cervello può dominare l’altro nelle persone che soffrono di malattie come la depressione. La ricerca suggerisce anche che, in una persona che gode di buona salute, gli emisferi del cervello lavorano insieme in armonia. Per leggere il testo del rapporto, andate al sito Web di Neuropsychiatry, Neuropsychology, and Behavioral Neurology (N.d.T.: Neuropsichiatria, Neuropsicologia e Neurologia) all’indirizzo: http://www.neuneubeneu.com, quindi digitate le parole “dual brain” nella quick search box.

 
 
 

Mente e cervello

Post n°1 pubblicato il 06 Settembre 2008 da cervelloquantico
 

la mente dove si trova? Nel nostro lavoro, la consapevolezza è emersa studiando il dolore e la sua modulazione operata dai recettori degli oppiacei e dalle endorfine. Molti laboratori stanno misurando il dolore e siamo tutti d’accordo nel dire che l’area chiamata grigio periacqueduttale, situata intorno al terzo ventricolo del cervello, è piena di recettori oppiacei che ne fanno una sorta di area di controllo del dolore. Abbiamo anche scoperto che il grigio periacqueduttale è pieno di recettori per praticamente tutti i neuropeptidi studiati.
Ebbene, tutti sanno che esistono yogi capaci di avvertire o meno il dolore, grazie al modo in cui strutturano la loro esperienza. Le partorienti fanno la stessa cosa. Apparentemente, queste persone sembrano capaci di attingere al loro grigio periacqueduttale. In qualche modo ne hanno accesso – tramite la loro consapevolezza, credo – e cancellano il dolore. Osservate quanto sta avvenendo. In queste situazioni, una persona ha un’esperienza che porta con sé dolore, ma una parte di quella persona fa consapevolmente qualcosa per cui non avverte il dolore. Da dove viene questa consapevolezza – questo io conscio – che in qualche modo ha accesso al grigio periacqueduttale, rendendo lui/lei capace di non avvertire una cosa?
Vorrei tornare all’idea di rete. Una rete è diversa da una struttura gerarchica in cui esiste un vertice. Teoricamente puoi entrare in una rete in un punto qualsiasi e dirigerti dove preferisci. Secondo me, questa idea è utile per spiegare il processo tramite il quale una consapevolezza riesce a raggiungere il grigio periacqueduttale, usandolo per controllare il dolore.
Gli yogi e le partorienti usano entrambi una tecnica simile per controllare il dolore: il respiro. Anche gli atleti vi fanno ricorso. Il respiro è estremamente potente. Io ipotizzo che dietro questi fenomeni ci sia un substrato fisico, i nuclei del tronco encefalico. Direi che ora dovremmo includere questi ultimi nel sistema limbico, perché sono punti nodali fittamente ricoperti di neuropeptidi e dei loro recettori.
L’idea, quindi, è questa: il respiro ha un substrato fisico che è anche un punto nodale; questo punto nodale fa parte di una rete di informazioni in cui ogni parte conduce a tutte le altre parti e così, dal punto nodale dei nuclei del tronco encefalico, la consapevolezza può, tra le altre cose, avere accesso al grigio periacqueduttale.
Penso che ora sia possibile concepire la mente e la consapevolezza come un prodotto del processo di elaborazione delle emozioni; in quanto tali, mente e consapevolezza sembrano indipendenti dal cervello e dal corpo. La mente può sopravvivere alla morte fisica?
Vorrei fare un’ultima riflessione, forse scandalosa, ma in linea con il tema per cui mi è stato chiesto di parlare in questo simposio su Sopravvivenza e consapevolezza: la mente può sopravvivere alla morte del cervello fisico? Forse dobbiamo ricordare il concetto matematico secondo cui entità fisiche possono improvvisamente collassare o espandersi all’infinito. Penso che sia importante capire che le informazioni vengono immagazzinate nel cervello, e per me è fattibile che esse possano trasformarsi in un’altra dimensione. Le molecole del DNA hanno sicuramente le informazioni che creano il corpo e il cervello, e il corpomente sembra scambiare le molecole delle informazioni che danno vita all’organismo. Dove vanno le informazioni dopo la distruzione delle molecole (la massa) che le compone? La materia non si può né creare né distruggere, e forse alla morte il flusso di informazioni biologiche non può semplicemente sparire, ma si trasforma in un’altra dimensione. Chi può razionalmente dire impossibile? Nessuno ha ancora matematicamente unificato la teoria del campo gravitazionale con la materia e l’energia. La matematica della consapevolezza non è stata ancora nemmeno tentata. La natura dell’ipotetica altra dimensione rientra attualmente nella sfera religiosa o mistica, ai quali ovviamente è negato l’accesso alla scienza occidentale.

 
 
 
 

E=mc2

 

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