Il mio domani

Post N° 5


Le cose accadono.La necessità di prendere in prestito la macchina di mio zio che ora come ora è in Brasile, mi impone di andare a prelevare il libretto di circolazione dell'auto in casa sua, cioè in quella che era la casa di mia nonna. In realtà dal maggio 2002 ben poco, in quella casa, è cambiato.Entro aprendo a memoria quella porta gioiello dell'ingegno umano, unica e veramente geniale, una combinazione di serrature e ferrimorti che non ci si può immaginare. Erano almeno 4 anni e mezzo che non aprivo quella porta per conto mio.Appena entro, sul mobiletto, una fotografia di mia nonna con mio zio. Ride, contenta, mentre mio zio l'abbraccia. Mi salgono le lacrime immediatamente. E mentre piango le sorrido, perché è proprio così, sorridente, che l'ho "rivista" in quest'ultimo anno...Ogni casa ha il suo odore. E l'odore di quella casa è quello del profumo di mia nonna.E' impregnata, di quell'odore. Ovunque.Giro le stanze, lentamente. Sola, in questa casa grande, non ci ero mai tornata. Stanza dopo stanza riaffiorano i ricordi. In camera da letto, mi rivedo piccola su quel lettone storto, col materasso in lana e la rete in maglia metallica, che scricchiola... e il quadro del Sacro Cuore, che ovunque giri per la stanza ti segue con gli occhi... mi sdraio, ad occhi chiusi, e mi par di sentire ancora il ritmo del suo respiro, come quelle tante notti accanto a lei, nei suoi ultimi anni, quando si aggrappava alla mia mano e non la lasciava per tutta la notte...Apro i cassetti, apro l'anta a specchio: gli abiti di mia nonna sono ancora tutti lì, nessuno ha toccato più nulla, come se tornasse stasera...E poi il tavolo del soggiorno, mi rifugiavo a giocare tra le gambe del tavolo, da bambina. e poi rubavo i bicchieri a calice e giocavo a portare la comunione ai tanti animali intagliati nel legno dei mobili ottocenteschi... a guardarli adesso, quei musi, sono davvero inquietanti. L'odore della pittura a olio dei quadri di mio zio si mescola al profumo di mia nonna. In cucina, quando entro, altro momento di crisi. Una fotografia ritrae mia nonna ai fornelli, sguardo birbante, aveva sempre voglia di ridere, lei......e quando distrattamente apro il cassetto delle fotografie, mi rendo conto che... io non possiedo fotografie della mia infanzia se si fa eccezione per una decina di foto che da ragazza tenevo inquadrate e appese in camera e che sono venute via con me quando mi sono sposata.E così sfoglio: c'è un secolo di storia, in quel cassetto.Mia nonna bambina. E poi ragazza, sembra una diva di Olliwudde (!)...In bianco, accigliata. E poi le foto di mia madre, bambina, ragazza...E finalmente anche noi. Io, mia sorella, mia cugina...quante donne. tutte diverse. che immensa ricchezza le donne di una famiglia!piango. che a riguardarci tutte insieme... fa un certo effetto...e le foto finiscono con gli ultimi compleanni di mia nonna. sempre più magra, sempre più sofferente. un'ombra della donna che ho conosciuta. il cipiglio, solo quello, sempre uguale... testarda e dominatrice, comandava tutti...trafugo le foto. qui, intanto, non servono a nessuno. e io ho bisogno di guardarle ancora. almeno finché non avrò imparato ad amarle tutte, queste bambine, queste donne, queste madri...e mi par di vederla ancora lì, seduta sul pouf, con le immancabili chiavi in mano, che mi aspetta per uscire... andiamo nonna, accompagnami ...