"vieni qui, non andare via... non te ne vai vero?, aspetta...."
seguirla con lo sguardo mentre saluta quei parenti che vedi solo ai funerali e ai matrimoni, seguirla mentre si commuove per la presenza di amici intimi e di conoscenti... ascoltare una parola e seguire sul suo labiale quel racconto che ormai conosco a memoria, e che ogni volta a raccontarlo è come una catarsi, perché ad ognuno vuol dire come è successo, quando è accaduto, cosa ha fatto, cosa non è riuscita a fare...
guardarla dall'alto, vederla di schiena, lontana, eppure sentirne lo sbalzo del respiro che si affanna nella commozione, e si distende lungo quando qualche lacrima se ne va per suo conto...
mi ci sento quasi sempre 'di troppo' ai funerali. resto in disparte, troppo estranea per poter avvicinare chi in quel momento vive in prima persona il distacco, il vuoto, la mancanza.
e invece mi cerca, mi trattiene con un legame invisibile mentre saluta gli altri, che passano e vanno, passano ne vanno, passano e vanno come un infinito replay.
figlia non figlia di una madre non madre.
che tante volte mi hai fatto da madre.
che tante volte ti ho parlato da figlia.
t'accompagno. ci sono. non me ne vado.
ti sorrido. ti seguo con lo sguardo.
non piango. e mi meraviglio.
solo una manciata di lacrime commosse quando ti ho abbracciata stretta e sei scoppiata in un pianto dirotto aggrappandoti forte senza staccarti per così tanto tempo...
e penso a come ho diretto quell'Ave Maria, leggera e sciolta, a occhi chiusi, con dentro quel profumo di bianco, di pace, commossa, serena...
...adesso e nell'ora della nostra morte...
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il 25/02/2021 alle 19:29
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