FotoGrafia. Festival Internazionale di Roma
VIII edizione
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Dal 29 maggio al 2 agosto 2009 si svolge l'ottava edizione di FotoGrafia - Festival Internazionale di Roma, promosso dall'Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma il Festival è prodotto da Zoneattive, con la direzione artistica di Marco Delogu. Il festival anche quest'anno si svolge sotto l'Alto Patronato del Presidente della Repubblica e con il Patrocinio del Ministero per i Beni e le Attività Culturali e con il sostegno di Baume et Mercier.
Il tema, "Declinazioni della Gioia. L'atto di fotografare, visioni e rappresentazioni", nasce dal desiderio di riappropriarsi della fotografia come atto e contenuto, nonché della felicità e delle emozioni che questa sa generare e che a volte rischiano di perdersi tra il dramma del reportage e il glamour della fotografia di moda.
Il Festival quest'anno si presenta con un format rinnovato il cui cuore è al Palazzo delle Esposizioni che ospita le mostre ufficiali e gli eventi. A questo si accompagna il tradizionale Circuito di gallerie e librerie più concentrato e con una maggiore qualità delle proposte, grazie al fatto che sono stati invitati tutti gli operatori a realizzare un'unica mostra per il festival. L'obiettivo è di evitare la dispersione nel tempo e nei luoghi tipica delle passate edizioni e consentire così al pubblico in una sola settimana, dal 29 maggio al 6 giugno, di vedere tutte le mostre e gli eventi di FotoGrafia.
L'idea di "in between" trae spunto dalla nuova produzione "Roma, la città di mezzo" realizzato dal fotografo sudafricano Guy Tillim per la Commissione Roma - Anno VII. Dopo il successo di Documenta / e di Avenue Patrice Lumumba presentato alla Fondazione Henri Cartier-Bresson, Tillim si misura con la Città Eterna. Un lavoro di 20 immagini a colori, con una luce fredda, distaccata, in cui si pone ad una distanza di mezzo tra il monumentale e il quotidiano.
Roma è anche al centro della mostra "Roma oculta" del fotografo ecuadoriano Geovanny Verdezoto, vincitore del Premio IILA - FotoGrafia per la giovane fotografia sudamericana. Verdezoto ha realizzato un lavoro sui "los que se fueron", le comunità "extracomunitarie" di Roma, raccontate con grandi panoramiche dai colori vivi e accesi. Anche quest'anno l'Istituto Italo-Latino Americano (IILA) e Zoneattive, con il contributo del Centro Cultural del BID (Banco Interamericano de Desarrollo), hanno promosso la seconda edizione del Premio, i cui migliori lavori verranno presentati con una proiezione al Palazzo delle Esposizioni, in occasione dell'annuncio del vincitore e con una mostra alla sede dell'Istituto.
Presente a FotoGrafia 2009 anche il lavoro di Giorgio Barrera, "Attraverso la finestra", una riflessione sull'identità europea a partire dalla normalità della vita delle persone, ritratte dall'esterno delle loro abitazioni, come osservate attraverso una finestra. Una mostra realizzata in uno spazio buio con dei lightbox a colori che grazie a dei sensori si illuminano al passaggio delle persone, proprio come tante finestre nella notte. Il lavoro ha vinto lo scorso anno il Premio Internazionale FotoGrafia - Baume & Mercier, il cui vincitore della terza edizione verrà annunciato durante il Festival. A conferma di un crescente impegno di Baume & Mercier per la fotografia, viene anche presentata la mostra "The Photographer" di Gerard Rancinan, 23 ritratti dei più grandi fotografi viventi, già esposta con successo al Palais de Tokyo di Parigi.
L'esposizione principale di quest'anno è una collettiva di oltre 30 fotografi, dal titolo Gioia realizzata interamente con proiezioni e video in un percorso immersivo di rimandi visivi e sonori. La mostra nasce da una call for proposal pubblicata sul web con cui si invitavano i fotografi a presentare lavori originali relativi al tema. Sono arrivate centinaia di proposte con una selezione finale che ben rappresenta una generazione internazionale di fotografi di talento, tra cui l'americano Gus Powell, l'inglese Juliana Beasley, il giovane polacco Kuba Dabrowski, il sudamericano Alejandro Chaskielberg, l'italiano Filippo Romano, il tedesco Jorg Brueggermann, autore della foto immagine del Festival. Si tratta di lavori che raccontano le emozioni semplici e profonde della condizione umana nella sua dimensione più intimistica, e tra questi si ritrova anche il lavoro di un grande fotografo con Bernard Plossu.
Attraverso questa mostra si vogliono anche proporre al pubblico nuovi modi di fruizione della fotografia, così come succede per Mutations II "Moving Stills", che idealmente la precede nel percorso espositivo, che presenta video e istallazioni di 8 artisti: Nadine Hilbert e Gast Bouchet, Olga Chernyscheva, Matteo Peterlini, Ori Gersht, Jutta Strohmeier, Tuomo Rainio, Peter Aerschmann e Cristoph Brech. La mostra è promossa nell'ambito del Mese Europeo della Fotografia, corredata da un catalogo con dvd ed approda a Roma dopo Vienna, Berlino, Bratislava, Parigi, Lussemburgo e Mosca.
A concludere il gruppo delle mostre di FotoGrafia 2009 al Palazzo delle Esposizioni, la mostra "Dall'anima al corpo. Viaggio nel Caucaso russo" di Davide Monteleone, un progetto che nel 2008 gli ha fatto vincere la prima edizione del Premio FotoGrafia-Libro, la sezione del Festival dedicata alla presentazione dei migliori volumi fotografici stampati nell'ultimo anno, che anche quest'anno verrà riproposta con decine di nuove pubblicazioni.
STADIO DI DOMIZIANO
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Piazza Navona è uno dei migliori esempi di continuità urbanistica che si trovi a Roma: proprio la sua forma stretta ed allungata, curva in uno dei lati minori, riproduce l’aspetto dello Stadio di Domiziano, edificio pubblico voluto da questo imperatore per ospitare gli spettacoli atletici che insieme alle competizioni musicali dell’Odeon in Campo Marzio, costituivano il nucleo del Certamen Capitolinum, festa in onore di Giove Ottimo Massimo istituita proprio da Domiziano nell’86 d.C.
Lo stadio era costituito da una pista centrale, l’attuale piazza, che rimase sempre libera da costruzioni lungo tutto il trascorrere dei secoli, e da una serie di gradinate a più livelli per gli spettatori, sulle quali si imposero i palazzi che oggi costituiscono lo sfondo monumentale di tutto l’insieme. In quanto stadio, e non circo, non vi era spina centrale né carceres.
Da piazza di Tor Sanguigna si possono ammirare i resti di uno degli ingressi dello Stadio, venuti in luce negli anni 1936-38 sotto del palazzo dell’INA: questo è il settore meglio conservato di tutto l’edificio. Si osserva che l’ingresso era sottolineato da una coppia di colonne in marmo, mentre il resto della facciata era realizzata in blocchi di travertino con semicolonne addossate. La struttura era invece in laterizio, e si disponeva su tre ambulacri ad arcate che sostenevano due piani di gradinate. Ogni cinque arcate vi era una scala che conduceva ai piani superiori. Ancora oggi le cantine dei palazzi che circondano la piazza sono costituite dalle arcate dello Stadio.
Gli ambienti delle gallerie erano invece scenario di vivaci e losche attività commerciali: luridi negozietti e soprattutto lupanari abbondavano nel buio degli ambulacri ed attiravano una clientela poco raccomandabile, attratta dalle specialità delle prostitute reclamizzate da scritte e pitture poste all’esterno dei bordelli.
In questo malfamato ambiente la tradizione colloca il martirio della cristiana Agnese al tempo dell’imperatore Domiziano, alla quale è dedicata la chiesa di S. Agnese in Agone opera del Borromini. Trascinata nuda nei sotterranei per essere derisa ed esposta agli sguardi lascivi dei frequentatori dei bordelli, fu salvata dal miracolo che fece allungare i suoi capelli a tal punto da coprire la bellezza del corpo nudo. Ancora oggi nei sotterranei della chiesa alcune pitture ricordano il martirio di Agnese ed ospitano un bellissimo oratorio con altare marmoreo e colonnine romane in marmo.
MONSOON
Via Tiburtina, 186/188
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Tandoori, l’altro sapore dell’India
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Colorata, profumatissima, complessa e varia come il Paese che rappresenta, caratterizzata da ricercati mix di spezie: i sapori e le tinte «vivaci» della cucina indiana hanno, in realtà, un monocromatico cuore di terracotta, il forno tandoori, all’apparenza una semplice giara dalla quale, escono come per magia pietanze caleidoscopiche, che portano l'estate in tavola. È questa atmosfera pittorica, con la sua tavolozza di gusto unita alla mancanza di grassi, a sedurre romani e romane che, con l’arrivo della stagione calda, vanno alla ricerca di sapori «esotici» in una sorta di viaggio culinario che anticipi le vacanze.
Tra le mete gastronomiche spicca l’India. Non è un caso che al Pigneto, quartiere lancia-tendenze degli ultimi anni, sia stato recentemente inaugurato il ristorante e take away Tiger Tandoori (via del Pigneto 193; 0697610172)
Inviato da: cassetta2
il 13/04/2020 alle 11:18
Inviato da: RavvedutiIn2
il 24/07/2019 alle 15:23
Inviato da: quinoa1977
il 08/01/2018 alle 09:35
Inviato da: Roberta_dgl8
il 22/12/2017 alle 10:54
Inviato da: quinoa1977
il 21/12/2017 alle 21:24