fragorosi silenziraccolta provvisoria di pensieri, parole, passioni, contraddizioni e quant'altro di una PORTATRICE (IN)SANA DI PERSONALITA' COMPLESSA |
Messaggi del 13/12/2015
Post n°2461 pubblicato il 13 Dicembre 2015 da quinoa1977
Eco di battaglia OOOOOOOOOO Inquadrare o incerchiare?? Retro Camminarsi addosso L'ho infranto io?? Negativa... Deformazioni poco professionali Godimento postumo: riprender fiato e tornare alla realtà lentamente (dopo aver fermato, esteticamente, lo spazio-tempo)
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Post n°2460 pubblicato il 13 Dicembre 2015 da quinoa1977
Le ricette della signora Toku
Regia: Naomi Kawase Con: Masatoshi Nagase - Kirin Kiki - Miki Mizuno - Etsuko Ichihara - Kyara Uchida - Miyoko Asada Anno: 2015
Sentaro gestisce una piccola panetteria che vende dorayaki - paste ripiene di una salsa dolce ricavata da fagioli rossi (“an”). Quando Toku, un'anziana signora, si offre di aiutarlo in cucina Sentaro accetta con riluttanza. Ma ben presto Toku dimostra di avere due mani magiche quando si tratta di preparare gli “an”. Grazie alla sua ricetta segreta, nel giro di poco tempo la piccola attività inizia a prosperare... E con il passare del tempo, Sentaro e Toku aprono i loro cuori e rivelano antiche ferite. |
Post n°2459 pubblicato il 13 Dicembre 2015 da quinoa1977
I 400 scatti di Enrico Appetito per Michelangelo Antonioni Roma, GNAM, fino al 7-2-2016 E' estremamente riduttivo considerare Michelangelo Antonioni solo come un cineasta. La sua è stata un’esperienza creativa innovativa, caratterizzata dall’articolazione di un linguaggio visuale che derivava da una riflessione molto complessa e personale. Nell’ambito del suo percorso espressivo sono molteplici le discipline che Antonioni ha incontrato: dalla pittura alla psicoanalisi, fino alla filosofia. Ed ancora: appare oggi ancor più chiaro come il suo mondo poetico fosse indirizzato verso una ricerca linguistico-tecnologica, di tipo sperimentale, che gli permise di anticipare tendenze e gusti visuali, tanto che ancora ai nostri giorni la sua estetica è punto di riferimento chiave anche in settori come la moda e la pubblicità. Quella di Antonioni è stata un’arte prettamente visiva, modernissima e sempre in costante evoluzione, basata però non su un’ossessione aridamente estetizzante e di stampo tecnicistico ma sull’analisi della sfera dei sentimenti umani, della sofferenza individuale. I 400 scatti di Enrico Appetito per Michelangelo Antonioni è un’importante operazione di recupero di immagini che il fotografo di scena Appetito realizzò tra il 1959 e il 1964 sui set dei lungometraggi che compongono la cosiddetta tetralogia dell’incomunicabilità (o dei sentimenti): L’avventura (1959-60), La notte (1961), L’eclisse (1962), Il deserto rosso (1964). La straordinaria, toccante, serie di primi piani in bianco e nero di Monica Vitti e gli scatti (a colori) realizzati sul set de Il deserto rosso, ad esempio, rendono il visitatore conscio riguardo il grado di vicinanza espressiva tra le fotografie di Appetito e le mirabili inquadrature di Antonioni. Ancor di più. Appetito sembra aver colto perfettamente quali fossero le potenti connessioni tra il mondo visivo del regista di Cronaca di un amore e alcuni artisti plastici e figurativi centrali nell’ambito delle arti del Novecento. Non per niente, una delle scelte curatoriali più pertinenti e valide è ravvisabile nella decisione di collocare nel percorso espositivo opere (della collezione della GNAM) vicine a livello concettuale e formale alla tetralogia dell’incomunicabilità antonioniana: da Concetto spaziale. Natura di Lucio Fontana ( 1958-60) a Mitologia 3 di Mimmo Rotella (1962), fino a Presente e passato di Giorgio De Chirico (1936). |
Inviato da: cassetta2
il 13/04/2020 alle 11:18
Inviato da: RavvedutiIn2
il 24/07/2019 alle 15:23
Inviato da: quinoa1977
il 08/01/2018 alle 09:35
Inviato da: Roberta_dgl8
il 22/12/2017 alle 10:54
Inviato da: quinoa1977
il 21/12/2017 alle 21:24